Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Serie A Campionato 2017-2018: cronache, classifiche e... tanti commenti

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2018 13:08
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
15/10/2017 19:12
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Sassuolo-Chievo 0-0, poche emozioni al Mapei Stadium

Finisce senza gol la sfida di Reggio Emilia:
i veneti proseguono la serie senza sconfitte, i neroverdi sprofondano in classifica



Un pareggino insipido che accontenta il Chievo, al quinto risultato utile di fila e dice poco, o niente, al Sassuolo. Che dimentica sì il terribile 6-1 con la Lazio incassato prima della pausa, ma non fa progressi come gioco e personalità. Zero gol, qualche emozione soprattutto nel secondo tempo e ritmi lenti. Quasi da partita di fine stagione.

FIAMMATE — Eppure il Sassuolo ha una fiammata iniziale che promette qualcosa di interessante: Missiroli di testa al 1’, tre minuti dopo doppio Berardi con faticosa respinta di Sorrentino. Bene, avrà pensato qualcuno in tribuna al Mapei Stadium, sarà una partita frizzante. Come non detto: la squadra di Bucchi, con poche idee e poco ritmo, si adagia subito e al Chievo, più organizzato e con meno problemi di classifica, non sembra vero. Capisce come non corre rischi e si adegua: possesso palla lungo e ragionato, facendo attenzione alle iniziative di Missiroli e Berardi che vanno a sprazzi. Il Sassuolo spinge solo dalla loro parte, mentre Duncan, a sinistra, non riesce ad alternarsi a uno spento Politano. E così il primo tempo si trascina senza particolari lampi, fino al minuto 43 quando Duncan trova Berardi smarcato in area, tiro, pronta respinta di Sorrentino col piede destro. Stop. Questi 45 minuti saranno ricordati soprattutto perché la Var nel primo quarto d’ora è rimasta inutilizzata per problemi tecnici.

SI VEDE CONSIGLI — Nella ripresa Bucchi toglie Matri, spaesato, e prova con Falcinelli mentre si assiste al risveglio di Politano e alla scomparsa di Missiroli, il migliore del primo tempo. Cannaavro va in gol al 9’ su piattone di Duncan, ma l’arbtro annulla giustamente per fuorigioco. Ci prova anche Acerbi alla mezz’ora: alto. Due minuti dopo, l’occasione migliore del Chievo: pallonetto di Castro e gran volo di Consigli. Poi si vede il Chievo: Stepinski, decisivo nel recupero a Cagliari, sbaglia da ottima posizione, mentre al 37’ Falcinelli inciampa sul pallone e protesta per un fallo di Gamberini che non c’è. Manganiello non ha bisogno di rivolgersi alla Var e lascia andare.

FASCIA PATRIOTTICA — Dario Dainelli, capitano del Chievo, ha indossato la fascia con le note dell’inno di Mameli: un’iniziativa del comitato "Campione del primo tricolore" per ricordare i 170 anni dell’inno. La novità gli ha portato fortuna.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
OFFLINE
Post: 56.127
Post: 40.900
Registrato il: 04/02/2004
Registrato il: 13/11/2004
Sesso: Maschile
Admin Unico
CONTENT CREATOR
15/10/2017 20:08
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Re:
binariomorto, 15/10/2017 18.58:

Inutile dire che con questo filotto il Napoli mette una seria candidatura allo scudetto 2017-2018. Panchina corta permettendo. Ma stavolta Sarri se lo mangia Aurelio De laurentiis se non gli compra mezza squadra a gennaio.



Dici bene, il campionato è lungo e la panchina è corta...poi se tutto va bene ci sono anche gli impegni internazionali! [SM=x4983510]







OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
15/10/2017 23:25
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Inter-Milan 3-2: Icardi tripletta da re, decide su rigore al 90'

L'argentino risolve con un rigore nel finale, dopo che
Suso e un autogol di Handanovic avevano riportato a galla i rossoneri


Un anno dopo, il derby di Milano ha un padrone. Fra due vizi recenti della stracittadina, il 2-2 e il gol all’ultimo minuto, prevale il secondo. Prevale l’Inter, prevale Icardi, prevale Spalletti che saltella al terzo gol e spedisce il rivale Montella a -10. Il Milan rimonta due volte, mostra un secondo tempo che ribalta la triste faccia del primo, ma si ritrova con gli stessi punti del Chievo. La Curva Sud parlava di stelle da raggiungere attraverso le difficoltà, nella sua coreografia in latino: ma qui il cielo sembra lontanissimo. Le difficoltà no, in effetti ci sono tutte. L’Inter resta invece vicina al Napoli: nel prossimo turno può sfidare per il primo posto la squadra che fa innamorare l’Europa.

INTER VELOCE — Non male per un collettivo che aveva fatto parlare di sé per la solidità poco accompagnata dal gioco. Stasera, nel clima arrembante e coinvolgente del derby, mostra molta più mobilità in mezzo rispetto al passato. Mostra giocate e velocità. Al contrario, pecca un po’ dietro. Ma non importa, perché ci pensa Icardi. E con lui Rodriguez, che al 90’ dopo aver salvato su Eder trattiene vistosamente D’Ambrosio sul corner. Rigore senza nemmeno bisogno della Var. E Icardi porta a casa il pallone.

LA NOTTE DI MAURO — L’Inter era arrivata ai primi due gol di pura verticalità. Dopo 28’ Candreva se ne va sulla fascia: il cross stavolta è perfetto, taglia fuori Bonucci e permette a Icardi di anticipare Musacchio. Fra i due milanisti esulta Maurito, che con un tocco sporco infila sul secondo palo trovando quel gol su azione che mancava dal 26 agosto. Non dovrà aspettare quasi tre mesi per il successivo… Basta il 18’ della ripresa, quando strappa una palla a Biglia a centrocampo, la apre per Perisic e, una volta fatte perdere le sue tracce a Bonucci, inventa un colpo al volo per il 2-1. È il suo derby, firmato dal dischetto superando i fantasmi di Donnarumma.

MILAN, 2 FACCE — A quel punto il Milan pensava di averla ripresa, dopo un primo tempo brutto e una ripresa sorprendente (per capacità di mutare pelle). Il 3-5-2 iniziale di Montella ha più di un problema. I più visibili sono: Suso fatica a trovare la posizione ed accendersi; Rodriguez è spesso molto avanzato, lasciando prato da correre a Candreva; Kessie non domina fisicamente (primo strappo dei suoi al 44’, sostituzione nell’intervallo). L’ingresso di Cutrone e l’arretramento di Suso da rifinitore nel 3-4-1-2 per un quarto d’ora sembra risolverli tutti, anche quello della fascia: la palla ce l’ha sempre il Milan. Le occasioni “fioccano come nespole”, dopo tre paratone di Handanovic Suso sfrutta “l’apertura delle acque” di fronte a lui (Perisic lo molla di colpo) per piazzare un sinistro a giro sul secondo palo del temporaneo 1-1. L’equilibrio, in realtà, è lontano dall’essere trovato, però si sopperisce col sacrificio: tipo quello di Borini, che si fa la fascia instancabilmente. Sul suo cross a tagliare fuori al difesa Bonaventura trova la deviazione. Handanovic azzecca la super-parata, poi se la porta dentro. Sembra il terzo 2-2, non lo sarà. Montella che l’aveva ripresa forse vuole strafare, con Locatelli per Romagnoli e il terzo modulo. Il processo al tecnico inevitabilmente si aprirà: i punti sono pochi, le stelle son lontane.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
OFFLINE
Post: 56.127
Post: 40.900
Registrato il: 04/02/2004
Registrato il: 13/11/2004
Sesso: Maschile
Admin Unico
CONTENT CREATOR
16/10/2017 07:47
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Facciamo un riepilogo.

CALENDARIO E RISULTATI OTTAVA GIORNATA SERIE A

JUVENTUS- LAZIO 1-2 – Douglas Costa al 23′, Immobile al 47′ e al 54′ su rigore. (sabato 14 ottobre, ore 18)
ROMA-NAPOLI 0-1 – Insigne al 20′. (sabato 14 ottobre, ore 20,45)
FIORENTINA – UDINESE 2-1 – 28′ Thereau, 57′ Thereau, 72′ Samir (domenica ore 12:30)
BOLOGNA – SPAL 2-1 – 30′ Poli, 49′ aut Salamon, 88′ Antenucci (domenica ore 15)
CAGLIARI – GENOA 2-3 – 8′ Galabinov, 35′ Taraabt, 48′ Pavoletti, 75′ Rigoni, 79′ rig Joao Pedro
CROTONE – TORINO 2-2 – 25′ Rohden, 54′ Falque, 64′ Martella, 90’+2 De Silvestri
SAMPDORIA – ATALANTA 3-1 – 21′ Cristante, 56′ Zapata, 59′ Caprari, 68′ Linetty,
SASSUOLO – CHIEVO 0-0
INTER – MILAN 3-2 – 28′ Icardi, 56′ Suso, 63′ Icardi, 81′ Bonaventura, 90′ rig Icardi (domenica 15 ottobre, ore 20,45)
VERONA – BENEVENTO (lunedì 16 ottobre, ore 20,45) […]





OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
17/10/2017 00:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Verona-Benevento 1-0: decide Romulo, campani ancora a 0 punti

L'ex Juve firma la prima vittoria per la squadra di Pecchia,
campani penalizzati dall'espulsione di Antei al 38'



Risolve Romulo, unico vero lampo al Bentegodi di una battaglia aspra come si conviene ad una contesa che mette di fronte l’ultima e la penultima. Vince il Verona, con l’uomo in più per oltre un tempo per l’espulsione di Antei. Capace di produrre di più del Benevento, troppo timido anche in parità numerica.

LA PARTITA — Prima della gara si fermano Belec ed Heurtaux. Il Benevento manda in porta Brignoli, Pecchia toglie dalla riserve Souprayen e lo sistema al centro della difesa con Caracciolo. Baroni in mediana aggiunge anche la sostanza di Chibsah, nel Verona gioca Valoti per irrobustire la zona mancina con Fares e Bessa. Le due squadre allungano volentieri il campo, terreno preferito di uno come Cerci che al 10’ firma il primo acuto della contesa con controllo, progressione e sinistro (alto) in un batter d’occhio. La partita è piuttosto arida, animata soprattutto da Valoti. Suo al 23’ il destro dal limite rimpallato dal muro del Benevento, suo al 32’ l’errore da due passi dopo il cross di Fares e il tentativo mancino al volo di Cerci che si trasforma in un assist al bacio per il compagno a due passi da Brignoli. Occasionissima gettata al vento. Il Benevento ha spazio soprattutto a sinistra, ma Parigini lo sfrutta spesso male. Il protagonista assoluto resta Valoti, al 37’ lesto ad andare su una palla vagante su cui Antei corre troppo morbido e quindi in ritardo. Il fallo è brutto, Di Bello lo giudica da rosso. Il Benevento è in dieci. Sulla punizione successiva Pazzini timbra la traversa con un piatto a colpo sicuro, poi Bessa conclude alto. Pecchia manda a scaldare Kean, il solito Valoti (41’) manca il tap in anche piuttosto comodo dopo l’ennesima traiettoria velenosa indirizzata nell’area del Benevento dal sinistro di Cerci. Il tempo finisce, dopo l’intervallo Baroni ricompone la difesa a quattro con Gyamfi al posto di Parigini e si mette comodo nella propria metà campo. Pecchia (9’) forza la partita, con Kean al posto di Valoti ad affiancare Pazzini. Romulo si alza a sinistra, Cerci a destra chiude l’audace 4-2-4 dell’Hellas. Brignoli (23’) respinge la conclusione proprio di Romulo, poi Pecchia si gioca anche la carta Verde togliendo Cerci. E proprio Verde (29’) lavora al meglio un pallone sulla sinistra e pesca Romulo dall’altra parte, bravo a stringere e ad incrociare la palla là dove Brignoli non può arrivare. Bel gol, ma tutta da rivedere la linea di Baroni. L’Hellas trema (34’) quando Fares recupera Iemmello pronto a battere a rete a tu per tu con Nicolas. Entra anche Ciciretti, al 47’ Armenteros calcia alto in rovesciata, vani anche gli ultimi assalti del Benevento nei cinque di recupero. Finisce 1-0, esultano i 16.282 del Bentegodi. Il Verona respira.

Alessandro De Pietro

Fonte: Gazzetta dello Sport
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
17/10/2017 00:13
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

SERIE A 2017/2018 8ª Giornata (8ª di Andata)

14/10/2017
Juventus - Lazio 1-2
Roma - Napoli 0-1
15/10/2017
Fiorentina - Udinese 2-1
Bologna - Spal 2-1
Cagliari - Genoa 2-3
Crotone - Torino 2-2
Sampdoria - Atalanta 3-1
Sassuolo - Chievo 0-0
Inter - Milan 3-2
16/10/2017
Hellas Verona - Benevento 1-0

Classifica
1) Napoli punti 24;
2) Inter punti 22;
3) Juventus e Lazio punti 19;
5) Roma(*) punti 15;
6) Sampdoria(*) e Bologna punti 14;
8) Torino punti 13;
9) Chievo e Milan punti 12;
11) Fiorentina punti 10;
12) Atalanta punti 9;
13) Udinese, Cagliari, Crotone e Hellas Verona punti 6;
17) Genoa, Spal e Sassuolo punti 5;
20) Benevento punti 0.

(*) Sampdoria e Roma una partita in meno.


(gazzetta.it)
OFFLINE
Post: 56.127
Post: 40.900
Registrato il: 04/02/2004
Registrato il: 13/11/2004
Sesso: Maschile
Admin Unico
CONTENT CREATOR
17/10/2017 15:52
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota


Verona-Benevento 1-0: decide Romulo, campani ancora a 0 punti



Cioè ragazzi...ma è veramente assurdo...dai, non ci credo! [SM=x611888]





OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
22/10/2017 00:17
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Sampdoria-Crotone 5-0. Giampaolo fa 4 su 4 in casa

I blucerchiati eguagliano il record di vittorie
consecutive in casa dell'anno dello scudetto e volano a quota 17.
E martedì c'è l'Inter in trasferta



La Sampdoria spazza via il Crotone con facilità, sfruttando alla perfezione la sfida casalinga. A Marassi i blucerchiati hanno vinto in questo avvio di campionato 4 volte su 4, come nell’anno dello scudetto. Giampaolo cambia la sua Samp e azzecca tutte le mosse.

LA PARTITA — Bastano pochi minuti per indirizzare la sfida: al 3’ Ferrari sovrasta Barberis, su punizione di Torreira, e, di testa, batte Cordaz. Altri otto minuti e il Crotone è al tappeto: azione personale di Zapata a sinistra, Ajeti lo abbatte in area e provoca rigore. Quagliarella dal dischetto firma la sua quinta rete stagionale. Nicola, che nel riscaldamento ha perso Rohden, sostituito da Barberis, può far poco per cambiare il match, passa al 4-4-2, ma incassa subito il colpo del k.o.: ancora Zapata, stavolta dal lato destro dell’area, cross teso e Caprari, pronto sul secondo palo, sigla il 3 a 0. L’unico squillo degli ospiti arriva nel recupero, quando il colpo di testa di Budimir viene respinto dalla traversa.

LA RIPRESA — Gestire il secondo tempo per la Samp è semplicissimo. Con calma la formazione blucerchiata costruisce altri due gol: Caprari, al 26’ innesca Praet sulla destra, assist perfetto del belga per Linetty ed è 4 a 0. Il quinto gol arriva al 31’ grazie a un errore di Cordaz che sbaglia un rinvio e serve Kownacki: il polacco non ha difficoltà a controllare e timbrare la sua prima rete in Serie A.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
22/10/2017 00:20
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Napoli-Inter 0-0: nerazzurri alla pari, decisivi Handanovic e Reina

Tre occasioni clamorose per Sarri (Mertens, Insigne, e... Miranda), due per Spalletti (Borja e Vecino).
I nerazzurri escono più forti dallo scontro con la capolista


Finisce con il pareggio auspicato da Allegri la super sfida tra Napoli e Inter, che restano le uniche due squadre imbattute del campionato. Uno 0-0 comunque vibrante in cui i nerazzurri si sono confermati un blocco granitico e hanno cercato di ribattere colpo su colpo contro una capolista che non a caso prima di questa sera aveva sempre segnato e vinto. Insigne stringe i denti e Sarri può schierare il Napoli migliore, con i rientri di Jorginho e Allan rispetto a Manchester. Spalletti invece recupera Joao Mario solo per la panchina e conferma l'undici che ha iniziato il derby, con Borja Valero alto e la coppia Vecino-Gagliardini davanti alla difesa, dove Nagatomo ancora una volta viene preferito a Dalbert.

SINFONIA E GRAN RESISTENZA — Alla faccia delle fatiche di coppa, il primo tempo è una cadenzata danza azzurra cui però l'Inter si oppone con orgoglio e provando a riproporsi appena può. Con una difesa che passerà spesso a tre con gli scivolamenti di Nagatomo (concentratissimo su Callejon) a fare numero a centrocampo. I padroni di casa sono una sinfonia di sovrapposizioni e cambi di ritmo, ma impressionano soprattutto per come sanno portare un pressing altissimo che costringe l'Inter a non distrarsi un attimo. Hamsik al 6' ci prova da fuori, Perisic al 9' ha uno dei pochi acuti - storicamente al croato i primi tempi non piacciono - ma Koulibaly anticipa Icardi. Azione nata da un'imbucata di Vecino per Borja con cui viene aggirata l'aggressione napoletana. Che però riprende col solito flipper che al 20' manda in buca di destra Hysaj, tocco dietro per Callejon su cui è attento Handanovic, miracoloso poi sul tap-in di Mertens. Candreva mette qualche buon cross, ma la 26' Perisic gira alto di testa. Nove minuti dopo invece Insigne trova la porta su pennellata di Hamsik, ma non da forza alla conclusione. L'Inter balla ma non sballa, anche nella propria area evita di spazzarla cercando di giocare sempre il pallone pure a costo di rischiare parecchio sugli agguati di Mertens e soci. E nel finale di frazione addirittura i nerazzurri tirano in porta due volte. Prima al 40' con un diagonale di Icardi però troppo stretto, poi con un destro di Borja - fin lì in affanno come trequartista - su appoggio di Perisic. E qui è bravo Reina ad alzare sopra la traversa.

SENZA VINTI — Nessun cambio nell'intervallo, ma la banda Spalletti va subito vicinissima al vantaggio con Vecino che al 2' piazza un coast to coast come nel finale del derby, riceve il pallone di ritorno da Icardi, salta Reina sull'uscita e troverebbe anche la porta dal fondo. Albiol però salva sulla linea. Si apre qualche spazio, Mertens al 9' salta Skriniar e s'invola, decisivo il recupero di D'Ambrosio. Spalletti comunque l'ha preparata bene, perché gli avversari raramente riescono a superare la cerniera Vecino-Gagliardini. E quando succede i difensori non fanno passare gli spifferi, complice anche la serata non ispiratissima del tridente sarriano. Il punto debole dei nerazzurri semmai è davanti, dove Borja fatica sia ad assaltare schermando le linee di passaggio sia a proporsi tra le linee per dare un senso alla serata di solitudine di Icardi. Anche perché Candreva (commovente per il lavoro a elastico) e Perisic sono attenti a tenere Hysaj e Ghoulam e spingono poco. Al 26' infatti Spalletti si gioca la carta Joao Mario per lo spagnolo, con Sarri che risponde togliendo prima Hamsik per Zielinski e poi Allan per Rog. Proprio Joao Mario manda vicino al palo un destro da fuori, in risposta ad Insigne che aveva appena trovato la prima delle sue classiche conclusioni a giro. Ma anche l'ultima, visto che al 35' Sarri lo toglie per Ounas. Spalletti risponde con Cancelo per Candreva ed Eder per Icardi, anche perché vede i suoi soffrire sull'ultimo sforzo avversario (Zielinski ci prova da fuori) e faticare a ripartire. E nel finale serve super Handanovic per strozzare in gola al Napoli l'urlo del gol, con Miranda che per anticipare Mertens costringe lo sloveno alla super parata.

Luca Taidelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
22/10/2017 18:44
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Serie A, Chievo-Verona 3-2.
Pellissier fa esultare Maran

Doppietta di Inglese, gol di Verde e Pazzini su rigore su rigore.
Ma alla fine la zampata del valdostano spedisce i clivensi a quota 15



Il derby di Verona numero nove, in Serie A, è combattuto, spettacolare e polemico. Con il 3-2 in rimonta, il Chievo supera l’Hellas anche nel totale dei successi in massima serie: 4-3, con due pareggi. Il Chievo, che ora ha 9 punti in più dei rivali cittadini, sfrutta la maggior esperienza nella categoria e la giornata felice di due attaccanti: Inglese realizza una doppietta; Sergio Pellissier, 38 anni, entra e infila il 3-2. Il gol non ha età.

BOTTA E RISPOSTA — L’Hellas si illude ma poi viene castigato. È Verde a portare in vantaggio i suoi dopo soli sei minuti. Caceres crossa forte da destra, Sorrentino respinge e l’esterno solo in mezzo all’area infila di sinistro. Il Chievo si riprende grazie a Inglese e Bruno Zuculini. Il centravanti segna due volta, di testa e su rigore; l’argentino dell’Hellas regala sia la punizione dell’1-1, tirata alla perfezione da Birsa, sia il penalty del sorpasso, con un fallo inutile su Hetemaj. Al 40' poi Zuculini viene anche espulso per doppio giallo dopo un’entrata su Birsa: il mediano in scivolata prende la palla, poi travolge lo sloveno, l’arbitro Abisso mostra il cartellino facendo infuriare l’Hellas.

PARI IN DIECI — Nella ripresa proprio il Verona usa la rabbia per arrivare al pareggio. Pure in dieci, con Buchel che sostituisce Cerci, la banda di Pecchia va in attacco e trova il 2-2 su rigore. Mani in area di Gamberini su testa di Caceres, Abisso non fischia ma poi consulta il Var e assegna il penalty. Anche sull’1-1 (convalidato) e sul possibile 4-2 (annullato a Stepinski per fuorigioco) il direttore di gara si serve della tecnologia. Il Chievo a questo punto va all’assalto e un cambio di Maran risulta decisivo. Fuori Pucciarelli, dentro Pellissier che con una deviazione sporca ma efficace su cross di Cacciatore infila il 3-2 al 73'. È la sentenza di una partita sempre viva.

Pierfrancesco Archetti

Fonte: Gazzetta dello Sport
OFFLINE
Post: 56.127
Post: 40.900
Registrato il: 04/02/2004
Registrato il: 13/11/2004
Sesso: Maschile
Admin Unico
CONTENT CREATOR
22/10/2017 19:30
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota


Napoli-Inter 0-0: nerazzurri alla pari, decisivi Handanovic e Reina



Abbiamo perso per strada 2 punti veramente importanti!!! [SM=g8890]





OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
23/10/2017 00:21
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Serie A, Atalanta-Bologna 1-0: Cornelius castiga Donadoni

L'attaccante danese, entrato in corso in sostituzione di Cristante,
regala tre punti preziosi a Gasperini che sale a quota 12



Un gol di Cornelius e tanta voglia di vincere: così l’Atalanta batte il Bologna dimostrandosi più forte della stanchezza di coppa. Tre giorni dopo l’impegno in Europa League i nerazzurri crescono nella ripresa meritando una vittoria tutt’altro che semplice contro la squadra di Donadoni. Il Bologna è stato troppo remissivo e ha concluso la gara senza mai tirare nello specchio della porta nerazzurra.

PRIMO TEMPO — L’Atalanta prende subito in mano la partita, ma la circolazione è più lenta del solito. L’assenza di Gomez si fa sentire e non basta la buona condizione di Ilicic per illuminare il gioco con continuità. Donadoni tiene le sue ali molto basse per evitare le classiche penetrazioni esterne dei nerazzurri: il piano riesce, ma inevitabilmente le ripartenza rossoblù risentono dell’atteggiamento un po’ troppo passivo della squadra. Fino al recupero del primo tempo c’è una sola grande occasione: Cristante serve Petagna che tira in curva da ottima posizione. Durante il recupero, invece, le squadre diventano improvvisamente pericolose: Castagne si infila oltre Masina e crossa rasoterra, ma Helander è splendido nell’anticipo su Petagna. Il rinvio del difensore viene gestito benissimo da Pulgar che con una precisa verticalizzazione rasoterra mette Verdi davanti a Berisha. L’esterno di Donadoni, invece di tirare, sceglie un improbabile passaggio a Palacio che era distante e comunque coperto dai difensori avversari.

SECONDO TEMPO — In avvio di ripresa Gasperini affianca Cornelius a Petagna per aumentare la forza fisica nell’area avversaria. Donadoni risponde passando al 3-5-2, ma l’Atalanta cresce minuto dopo minuto e il Bologna comincia a cedere campo. Gasperini inserisce Kurtic al posto di Petagna e al 26’ trova il gol della vittoria: Freuler manda Cornelius a pochi metri da Mirante, tiro forte e preciso, il portiere non può intervenire. Cornelius è scatenato, sfiora il raddoppio, fa espellere Gonzalez, innesca Caldara che costringe Mirante a un grande intervento. La reazione del Bologna, costretto a sostituire l’acciaccato Palacio con destro, è tutta in un tiro da fuori di Verdi che va vicino al palo di Mirante. Troppo poco.

Bergamo G.B. Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
23/10/2017 00:24
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Benevento-Fiorentina 0-3: gol di Benassi, Babacar e Thereau

Sblocca Benassi nel primo tempo, poi Cataldi prende un palo.
Nella ripresa entra Babacar che raddoppia e poi conquista un rigore trasformato da Thereau



Tocca alla Fiorentina condannare il Benevento a uno storico record negativo del nostro campionato: nove giornate dall'inizio-nona sconfitta. E stavolta il crollo dei ragazzi di Baroni non ha alibi. Errori, disattenzioni, atteggiamenti sbagliati nei momenti topici rendono indifendibili i padroni di casa. Che sommando delusioni a batoste hanno logicamente perso fiducia nei loro mezzi: contrariamente a precedenti occasioni, la mazzata oggi è sacrosanta. Benevento senza impegnare Sportiello, la Fiorentina ha vinto in carrozza.

E UNO — La Viola passa in vantaggio alla prima azione vera, peraltro assai bella grazie all'intuizione di Giovanni Simeone che attira su di sé i due centrali giallorossi e serve con pregevole tocco "no look" lo smarcato Benassi che si aggirava alle sue spalle e che può quindi infilarsi in uno spazio vuoto considerato che Letizia è in ritardo nella chiusura. Il diagonale del centrocampista non lascia scampo al portiere locale che pure riesce a toccare la palla. Una semplice carezza, la sfera rotola in rete dolcemente accarezzando il palo.

QUEL PALO — A proposito di legni da segnalare che un minuto prima del gol, da angolo, era stato Biraghi a colpire il palo in questione con un maligno sinistro a giro che ha attraversato l'area piccola per finire la sua corsa quasi in rete. Un palo lo ha colpito anche Cataldi al 36' arrivando in corsa a calciare dai ventidue metri un corto rinvio su incursione di Letizia. Il destro a giro del centrocampista giallorosso meritava miglior sorte. E rappresenta il definitivo punto di svolta di un confronto che in avvio di ripresa fa registrare il secondo episodio pro-viola.

BABACAR — Causa dolore muscolare accusato sul finire del tempo, Simeone nell'intervallo lascia il suo posto di centravanti a Babacar che si presenta nel migliore dei modi. E' lui infatti a deviare i rete da pochi passi una preziosa assistenza aerea di Veretout. Nell'occasione l'assenza agonistica dei due difensori centrali beneventani è clamorosa, Babacar colpisce in area piccola senza contrasto alcuno.

BABACAR/DUE — Il neo entrato viene poi lanciato nello spazio vuoto da Chiesa (20') e nel tentativo di saltare il portiere Brignoli va a terra, toccato dall'estremo difensore che però prende pure il pallone. Proteste, discussioni, arbitro irremovibile: mentre in occasione del 2-0 aveva consultato il Var stavolta il controllo dei suoi collaboratori è silente. Fatto sta che Thereau, dopo piccolo litigio con Babacar, si prende l'incarico di trasformare e spedisce un siluro sotto la traversa che affonda Baroni. Con la curva in subbuglio, adesso è proprio dura ripartire.

Nicola Cecere

Fonte: Gazzetta dello Sport
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
23/10/2017 00:27
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Milan-Genoa 0-0: Bonucci espulso con la Var, Montella resta in bilico

Quarta partita di fila senza successi in A per i rossoneri:
il capitano fuori dopo 25' per una gomitata a Rosi, il tecnico è sempre più a rischio


Quando Lapadula è andato in contropiede a 8 minuti dalla fine, uno contro zero, San Siro ha visto un fantasma col 10: l’ex non rimpianto che segna l’1-0 nell’ennesima giornata maledetta della stagione. “Lapa” è stato troppo lento, Zapata lo ha rimontato come sa e questo strano Milan-Genoa è finito 0-0. Montella è tornato a -12 dal Napoli e forse uscendo ha ripensato, più che al suo futuro, all’espulsione di Bonucci. L’episodio centrale in fondo è stato quello, al di là di un rigore che il Milan reclama per un fallo di Rigoni su Bonaventura. Minuto 22 del primo tempo, c’è una punizione laterale da sinistra per il Milan. Calhanoglu batte a giro, Bonucci e Rosi sono vicini a centro area. Il gomito di Rosi parte alto ma non colpisce l’avversario, Bonucci invece per liberarsi sbraccia e colpisce proprio con il gomito il numero 20 del Genoa. Giacomelli va a vedere il replay e con la Var espelle il capitano del Milan. Leo è uscito dal campo mentre la curva Sud cantava “Leonardo Bonucci”. Non veniva espulso in campionato da marzo 2012, Bologna-Juventus 1-1.

BILANCIO — Indicazioni dal pomeriggio. Il Milan è rimasto in 10 per circa 70 minuti e ha giocato una partita di cuore, da squadra tutto tranne che slegata, esito non scontato dopo una settimana così difficile. Certo, non ha mai costretto Perin a parate più che normali e si è confermato lontano dalla svolta contro un Genoa mediocre. Alla fine ha preso qualche fischio, forse un po' ingeneroso dopo 90 minuti di tifo caldo. Le occasioni migliori sono capitate nell’ultimo quarto d’ora a Kalinic e Borini, gentilmente confezionate da Suso. Kalinic non ha controllato un assist col giro a centro area, Borini ha calciato da pochi metri trovando un difensore invece della porta. Conferme: Suso, riportato a destra, si è confermato l’unico giocatore capace di far succedere qualcosa con una certa continuità. Amarcord: la difesa a quattro, messa in cantina dopo la sconfitta con la Lazio, è tornata con buoni risultati. Problemi: Kessie, al di là di qualche strappo, ha perso la capacità di essere decisivo vista a Bergamo, Biglia è stato sotto la sufficienza e Bonucci ha confermato di vivere settimane non serene. Tra i migliori, invece, Suso e Borini, ormai a suo agio nel ruolo di esterno con compiti difensivi.

GENOA DELUDENTE — La tattica in partite così passa in secondo piano. Il Milan ha cominciato bene: 3-4-2-1 con Suso e Calhanoglu a qualche metro da Kalinic. Tutti gli uomini di qualità in campo, come contro l’Aek Atene, e centrocampo a quattro con Bonaventura esterno. Le risposte, nei primi 20 minuti, sono state buone. Il Milan non è stato stellare ma ha messo in fila un tiro di Biglia, una percussione di Kessie chiusa da un tiro di Borini e un contropiede Kalinic-Calhanoglu. Per il Genoa, un contropiede di Galabinov con brivido. L’espulsione di Bonucci ovviamente ha cambiato tutto. Montella ha mandato in campo Romagnoli per Calhanoglu ed è passato a un 4-2-3 con Borini terzino destro. Il Genoa si è accontentato di salire di qualche metro e ha dato il meglio nel finale di primo tempo. Minuto 42: cross di Rosi nell’area piccola, Galabinov non arriva per poco. Minuto 46: cross di Taarabt, classico inserimento di Luca Rigoni e colpo di testa parato da Donnarumma. Juric da lì in poi ha deluso. Il Genoa nel secondo tempo non ha fatto valere la superiorità, è andato vicino al gol con Bertolacci ma ha dovuto ringraziare Izzo per una diagonale salva-risultato su Kalinic. Niente, 0-0 doveva essere e 0-0 è stato. Il Milan aveva segnato al Genoa in 35 partite di A su 36: prima o poi doveva smettere. I rossoblù invece restano in coda: peggior partenza in A nell'era dei tre punti.

Luca Bianchin

Fonte: Gazzetta dello Sport
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
23/10/2017 00:30
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Serie A, Spal-Sassuolo 0-1:
Politano fa esultare Bucchi a 37"

Un errore di Vicari regala la vittoria e punti salvezza importanti ai neroverdi:
sorpasso degli uomini di Bucchi nel derby emiliano.
Gomis para un rigore a Berardi.
Espulso nel finale Cassata



L’anticipato spareggio salvezza si chiude con la vittoria del Sassuolo che ringrazia lo sciagurato errore di Vicari dopo una manciata di secondi (37 per la precisione) e puntella una classifica deficitaria. La Spal, a lungo fuori dalla partita, reagisce quando è troppo tardi.

CHE ERRORE — Il gol condiziona tutta la partita. Erroraccio di Vicari che perde il pallone, ne approfitta Politano, contropiede, poi vede Gomis in uscita, lo supera con qualche difficoltà e mette dentro. Inizio choc per la Spal che per un quarto d’ora abbondante è incapace di reagire e costruire qualcosa. Il Sassuolo, con Falcinelli al posto di Matri e Missiroli preferito a Sensi, ne approfitta per bloccare gli esterni avversari, Lazzari e Costa, che sono la chiave del gioco di Semplici. Poi, minuto 8, Berardi va vicino al raddoppio: "sombrero" su Felipe e tiro alto. Molto più grave l’errore 7 minuti più tardi: ottimo spunto di Duncan sulla sinistra, assist per Berardi che mette fuori da ottima posizione. Il tempo si chiude con le proteste per un presunto tocco di mano di Gazzola, ma il braccio del difensore sembra attaccato al corpo.

REAZIONE — Nel secondo tempo, finalmente, la Spal decide che può rischiare qualcosa e prima del quarto d’ora sfiora due volte il pari con Antenucci: prima si libera di Cannavaro, tira e colpisce il palo, poi sfrutta una sponda di Borriello (in ombra per tutta la partita), ma Consigli non si fa sorprendere. Il Sassuolo si limita a controllare la gara, ma con più affanno rispetto a un’ora prima. Si rivede Politano, che si allarga da destra e tira col sinistro. Bene Gomis. Al minuto 37 l’episodio che potrebbe chiudere la partita: fallo evidente quanto ingenuo di Vaisanen su Ragusa. Rigore. Ma Berardi chiude il suo pomeriggio nero tirando malissimo. Semplici si gioca la carta Bonazzoli per Vaisanen e passa al 3-4-3. E proprio Bonazzoli a tirare altissimo da buona posizione. Il Sassuolo si complica la vita, restando in 10 per il fallaccio di Cassata due minuti dopo essere entrato, ma porta a casa una vittoria fondamentale nel primo derby di A.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
23/10/2017 00:34
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Torino-Roma 0-1: decide un gol di Kolarov su punizione

Granata ben organizzati. Ma non basta.
Decide una punizione capolavoro dell'ex pupillo di Mihajlovic.
I giallorossi ripartono dopo la sconfitta col Napoli


Ancora Kolarov, ancora una dolce pennellata del serbo su punizione, seppur con la parziale complicità di Sirigu. La Roma espugna così il Grande Torino, porta a casa l'undicesima vittoria consecutiva esterna ed eguaglia il record assoluto dell'Inter di Roberto Mancini (edizione 2006-07). A Di Francesco però interessa altro e cioè aver centrato una vittoria che gli permette di recuperare due punti su Napoli e Inter. Per il Torino, invece, continua il momento no, con la vittoria che manca oramai da 4 turni ed un'inconsistenza offensiva che fa capire come senza Belotti le soluzioni siano davvero poche.


DIFESA E RIPARTENZE — Mihajlovic conferma le previsioni della vigilia e il 4-2-3-1 di Crotone, con Ljajic alle spalle di Sadiq e Rincon e Baselli in mediana. Di Francesco, invece, spedisce Nainggolan alto a destra nel tridente d'attacco, anche se il belga gioca da esterno atipico: più stretto verso Dzeko, spesso quasi trequartista o sottopunta. Un po' quello che Di Francesco sta studiando per Schick, per tenerlo meno largo e più seconda punta. Giocando così Nainggolan di fatto libera spesso la fascia per le sovrapposizioni di Florenzi o gli inserimenti di Pellegrini, mentre dall'altra parte c'è un Toro più remissivo del solito e propenso maggiormente all fase difensiva che non ad offendere, con Iago e Niang schiacciati sulla linea dei due mediani (Rincon e Baselli) e una squadra che punta tutto sulle ripartenze (soprattutto con Niang). Ne viene fuori una partita contratta, in cui gli spazi non abbondano ed in cui la Roma, nonostante un'evidente supremazia territoriale, nel primo tempo non riesce mai ad essere pericolosa. Il primo brivido così arriva solo al 23, quando un colpo di testa di Dzeko su assist di Pellegrini finisce alla destra di Sirigu. Poi ci provano da fuori (invano) Nainggolan e Florenzi, mentre il Torino si accende solo nel finale di tempo: prima è Moreno (all'esordio dal via) a chiudere bene in scivolata su Sadiq, poi è proprio il centravanti nigeriano a sprecare alle stelle una delle poche intuizioni di Ljajic, infine Jesus rimedia ad un suo errore e salva in mischia. Al 44' l'ultimo sussulto, con Strootman che non arriva a chiudere sul secondo palo un angolo ben tagliato di Kolarov. Più in generale nel Torino si distingue De Silvestri dietro ma si sente da morire l'assenza di Belotti (Sadiq prova a lottare, ma non tiene un pallone che è uno e sbaglia di fatto tutto), nella Roma manca invece la scintilla che accenda la miccia.

LA PENNELLATA — La ripresa scivola via sulla falsa riga del primo tempo, con la Roma a cercare di fare la partita ma senza idee eccelse e il Torino intento a cercare spazi per far male in contropiede. Così ci prova prima Nainggolan in corsa e De Rossi da fuori, ma entrambe le conclusioni sono da dimenticare. Al 18' Strootman spreca una buona ripartenza e finisce con litigare platealmente con Dzeko, che evidentemente gli aveva detto qualcosina per il mancato passaggio. Al 24' però la Roma passa ed a togliere le castagne dal fuoco per i giallorossi è ancora una volta Kolarov: fallo di De Silvestri su El Shaarawy, punizione da 20 metri del terzino serbo che sorprende Sirigu e consegna il vantaggio ai giallorossi con una dolce pennellata. Così Mihajlovic prova a mischiare le carte con gli ingressi di Boyè e Valdifiori, ma la manovra granata non è che ne benefici poi molto. Anzi. Ad andare ad un soffio dal gol è la Roma in pieno recupero, con uno spunto di Bruno Peres (entrato da poco) deviato in angolo da Sirigu. Finisce così, con la Roma che festeggia l'undicesima vittoria esterna consecutiva e il Torino ad allungare la sua striscia negativa.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
23/10/2017 00:37
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Udinese-Juventus 2-6: triplo Khedira espulso Mandzukic, polemiche Var

I bianconeri, in 10' dal 26' per la contestata espulsione di Mandzukic,
vanno sotto 1-0 e si fanno riprendere sul 2-2, poi la chiudono.
In gol Perica, autogol di Samir, tre volte Khedira, Danilo (irregolare) e Rugani


Questione di wifi. Quando la connessione non c'è la Juventus fatica, ma basta un giga per farla navigare a velocità supersonica. A Udine la Signora va in svantaggio, poi recupera e fa il 2-1, resta in 10 per un'ora, si fa raggiungere ma rimonta di nuovo e dilaga: finisce con punteggio tennistico nonostante l'inferiorità, con tripletta di Khedira e super Buffon nei momenti di difficoltà. Partita ricca di emozioni alla Dacia Arena, con qualche svista arbitrale ma senza l'intervento della Var.

ERRORI, NERVOSISMO E SALVATAGGI — Nei primi 26 minuti succede di tutto e di più: tre gol e un'espulsione, con la Juventus costretta a giocare in 10 per un'ora abbondante per un eccesso di furore agonistico di Mandzukic. Succede che il centravanti croato si lamenta con l'arbitro per un fallo in area di Adnan: il rigore ci stava ma quando Doveri gli sventola il giallo lui esagera, mandandolo platealmente a quel paese. Così finisce sotto la doccia e la Signora è costretta a soffrire. L'unica consolazione per Allegri è che la sua squadra aveva già ribaltato lo svantaggio iniziale. Nonostante gli urlacci dell'allenatore, la Juventus entra nella Dacia Arena ancora disconnessa e dopo 7 minuti si ritrova sotto: palla persa di Rugani (al rientro dopo 5 panchine di fila) e gol di Perica. Ancora un blackout in avvio di partita, come col Genoa. Il pareggio arriva 7 minuti dopo, grazie a un autogol di Samir su angolo bianconero. A quel punto Madama si sveglia e riprende il comando delle operazioni. Dalla destra partono gli spunti migliori, grazie alla buona vena di Cuadrado. Ed è lui fare il cross per il colpo di testa del 2-1 di Khedira (20'). Partita in discesa? Macché. Mario aggiustatutto stavolta mette nei guai la Juventus, che deve affidarsi a San Gigi per evitare il pareggio prima dell'intervallo: il portiere è due volte decisivo su Jankto e poi, nel recupero, è ancora provvidenziale su Maxi Lopez. Prima dell'espulsione la Juve aveva colpito un palo esterno con Higuain, ma in 10 è dura.

PAREGGIO E RIBALTONE — E infatti al 2' della ripresa c'è un altro blackout juventino: punizione di De Paul, Danilo (in fuorigioco) che salta solo soletto e zuccata vincente. Il capitano dell'Udinese però ha le sue colpe sul 3-2 di Rugani, che si fa perdonare scegliendo bene il tempo sulla punizione di Dybala (7'): testata prima sul palo e poi in rete. Non solo: il centrale bianconero fa anche da sponda sul 4-2 di Khedira: punizione di Dybala, altra zuccata di Rugani e destro vincente del tedesco. L'Udinese è imbarazzante per come non riesce a gestire la superiorità numerica, facendosi trovare scoperta ogni volta che la Juventus riparte. Poco dopo il 5-2 di Dybala viene annullato per fuorigioco (di Higuain, anche stavolta in versione lottatore). La Signora però non s'accontenta e spinge fino alla fine: bene Pjanic, che segna in chiusura il sesto gol, e Khedira, che poco prima aveva fatto il quinto una gran botta di destro. I friulani sono sempre più in crisi.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
23/10/2017 00:39
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Lazio-Cagliari 3-0, doppietta Immobile, chiude Bastos

All'Olimpico i biancocelesti passano senza problemi:
sono terzi (con la Juve), a meno tre dal Napoli capolista.
Esordio amaro per Lopez coi sardi



Contro il Cagliari la Lazio centra il sesto successo di fila (due in Europa League) e resta agganciata al terzo posto al fianco della Juventus, portandosi a un punto dall’Inter. Ancora decisivo Immobile: la sua doppietta avvia la vittoria poi rifinita dal gol di Bastos. Sale a quota 13 gol in campionato e consolida il suo trono da capocannoniere (18 le reti stagionali, compresa quella in Nazionale contro Israele). Tanto coraggio da parte del Cagliari di Lopez, subentrato in settimana a Rastelli. La formazione sarda patisce il divario di valori senza però smontarsi, cercando di imbastire gioco sino alla fine. Così la quinta sconfitta di fila appare meno pesante.

NEL SEGNO DI IMMOBILE — Dopo il turnover in Europa League, Inzaghi ripropone la stessa formazione che ha vinto con la Juventus. Il nuovo corso di Lopez parte con il 3-4-1-2. Quattro le novità rispetto allo schieramento che ha perso col Genoa. Infortunato Cragno, non al meglio Rafael, tra i pali tocca a Crosta, che è alla seconda presenza in A. Entrano Andreolli in difesa, Dessena in mediana e Sau in avanti. Cigarini e Pavoletti partono dalla panchina. Sardi subito in avanti: al 1’ Sau impegna Strakosha. Replica immediata della Lazio con una capocciata di Luis Alberto che sorvola la traversa. Ma già al 7’ la squadra di Inzaghi schioda il risultato con Immobile che trasforma il rigore che lui stesso si è procurato (atterramento da parte di Crosta in uscita). Quattro minuti dopo il bomber biancoceleste potrebbe raddoppiare ma calcia alto su assist pregevole di Luis Alberto. Il Cagliari non si comprime e adocchia anche il minimo varco per sganciarsi: Padoin ci prova dalla trequarti. Al 20’ la squadra di Lopez va in gol con Farias, però Pairetto annulla per fuorigioco dopo esser passato dalla Var. Cagliari molto dinamico a tutto campo. La Lazio controlla senza forzare il ritmo. Dopo la mezz’ora i biancocelesti accelerano alla ricerca del raddoppio. Al 37’ Padoin rischia l’autogol sugli sviluppi di un corner di Luis Alberto. E al 41’ ci pensa ancora Immobile a segnare: incornata su traversone di Lulic smistato di testa da Marusic.

CHIUDE BASTOS — Dopo l’intervallo la Lazio blinda la vittoria. Al 4’, Bastos sigla il 3-0 con la sua seconda rete in campionato. Tocco del difensore angolano sotto porta su punizione pennellata da Luis Alberto. Primi cambi. Inzaghi avvicenda Leiva con Murgia, Lopez sostituisce Sau con Pavoletti. Il Cagliari non molla, anzi si sbraccia per spingersi in avanti. L’innesto di Faragò al posto di Dessena porta più spinta sulla fascia destra. Al 22’ altro gol annullato ai rossoblù: Pavoletti calcia in fuorigioco dopo la traversa colpita da Farias. Nella Lazio Luiz Felipe rileva Radu, sull’altro fronte Miangue dà il cambio a Padoin. Inzaghi passa al 3-5-2 con l’ingresso di Caicedo (out Marusic). Il Cagliari punta sempre all’attacco. Al 41’ Strakosha si esalta su una botta di Ionita. Milinkovic sfiora il quarto gol per la Lazio. Che si gode la gioia dei 20 mila dell’Olimpico (Curva Nord chiusa dopo gli ululati razzisti col Bassano) puntando verso orizzonti sempre più ambiziosi.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
23/10/2017 00:44
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

SERIE A 2017/2018 9ª Giornata (9ª di Andata)

21/10/2017
Sampdoria - Crotone 5-0
Napoli - Inter 0-0
22/10/2017
Chievo - Hellas Verona 3-2
Atalanta - Bologna 1-0
Benevento -Fiorentina 0-3
Milan - Genoa 0-0
Spal - Sassuolo 0-1
Torino - Roma 0-1
Udinese - Juventus 2-6
Lazio - Cagliari 3-0

Classifica
1) Napoli punti 25;
2) Inter punti 23;
3) Juventus e Lazio punti 22;
5) Roma(*) punti 18;
6) Sampdoria(*) punti 17;
7) Chievo punti 15;
8) Bologna punti 14;
9) Fiorentina, Torino e Milan punti 13;
12) Atalanta punti 12;
13) Sassuolo punti 8;
14) Genoa, Udinese, Cagliari, Crotone e Hellas Verona punti 6;
19) Spal punti 5;
20) Benevento punti 0.

(*) Sampdoria e Roma una partita in meno.


(gazzetta.it)
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 3.169
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 18/12/2008
Sesso: Maschile
STAFF
25/10/2017 01:04
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Inter-Sampdoria 3-2: gol di Skriniar e doppietta di Icardi, Spalletti è primo

I nerazzurri dominano a lungo e vanno sul 3-0, poi Kownacki e Quagliarella spaventano San Siro.
Napoli scavalcato in vetta alla classifica, in attesa delle gare di domani


Tu chiamalo, se puoi, catenaccio. In una sola sera l’Inter si toglie due soddisfazioni: prendersi per 24 ore (almeno) la vetta solitaria; rispedire al mittente, come “irricevibili”, le critiche di chi la definisce difensivista, speculativa e pure fortunata. Per un tempo “tritura” la Samp sesta, poi si complica la vita fino al 3-2 finale, e ai brividi sulla conclusione al volo di Caprari, nel recupero. Del resto, le cattive abitudini sono dure da estirpare.


Catenaccio, proprio no: si va da un estremo all’altro. Nel primo tempo il gioco sgorga da dietro, con una fitta rete di passaggi. E i gol ne sono la naturale conclusione. Nel finale si difende male, in modo caotico, quando dovrebbe solo controllare. E la Samp, coi buoi che sembravano ampiamente scappati, quasi porta a casa un insperato pareggio. I segnali, insomma, sono discordanti: i nerazzurri dimostrano di poter giocare bene, ma anche che la solidità mentale e difensiva a tratti può abbandonarli. Chi non abbandona mai è Mauro Icardi: stasera è doppietta, gol numero 10 e 11 in campionato, 99 e 100 in Italia. Reti da bomber vero, come da campione vero sono le giocate di Perisic, da un’area all’altra. Scegliete voi cosa preferite: il palo in pallonetto, la traversa secca, l’assist o la chiusura su Quagliarella che vale un gol? Spalletti arriva ai tre punti con quella che ormai è la formazione tipo: infrasettimanale o no, qua non riposano mai. Una stagione senza coppe permette anche questo, di tirare la corda nelle settimane da due impegni, perché ci sarà modo di riposare poi. Però il tecnico rischia di riaprirla con due cambi, Joao Mario e Santon, ce decisamente non funzionano.

IL DOMINIO — Due gol, due pali pieni a portiere battuto, sei ulteriori occasioni più o meno nitide (alcune in HD): l’Inter ripaga gli oltre 54mila di San Siro con un primo tempo all’insegna della “grande bellezza”. Puggioni, peraltro piuttosto collaborativo (suo malgrado) con la causa interista, li vede arrivare da tutte le parti: sugli esterni, dal centro, su calcio da fermo, con tiri da fuori. Quando al 18’ Skriniar arriva per primo sulla spizzata di Vecino (corner di Candreva) e Puggioni non trattiene un tocco debole, l’Inter ha già meritato il vantaggio. Quando al 32’ Icardi raccoglie una ribattuta corta di testa di Silvestre (cross di Vecino), con un destro al volo all’angolino, il 2-0 sta quasi stretto agli uomini di Spalletti. Lo avrebbe meritato prima Perisic, con un pallonetto da lontano su un rinvio errato di Puggioni, fuori porta: la parabola è quasi perfetta. Quel “quasi” si trasforma in un interno del palo, legno poi scosso una decina di minuti dopo da un colpo di testa di Icardi.

LA PAURA — La ripresa non può essere così spumeggiante. E infatti non lo è. Ma per l’Inter non dovrebbe essere nemmeno così terrorizzante. E invece lo è. Icardi al 10’ sembra chiuderla: Vecino (c’è in tutti i gol) premia un taglio di Perisic, che si defila a destra, crossa per Mauro che infila. Otto minuti dopo però comincia un’altra partita, con un cross sul secondo palo di Quagliarella che Handa valuta male e il giovane subentrante Kownacki trasforma in gol. La Samp, fin lì assente e disastrosa sia in mezzo (dove lotta solo Torreira) che sulle fasce (dove i terzini “remano”) prende metri e fiducia, grazie anche alla crescita del “Quaglia”. Il bomber c’è sul cross di Praet, il match si riapre. Otto minuti di speranza per Giampaolo, poi la capolista se ne va.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]



Feed | Forum | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:40. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com