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Una finestra sul mondo: oggi mi affaccio e vedo che...

Ultimo Aggiornamento: 13/05/2024 07:05
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03/03/2022 12:36
 
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il dispotismo e i blitz di "supermario", tra emergenza cinavirus e guerra russia/ucraina








«Venti di guerra ma…
sulla riforma del catasto»
Draghi pone l’aut-aut
sfiorata la crisi


La sottosegretaria del Mef Cecilia Guerra (Partito Democratico)
aveva appena spiegato che il governo "non può andare oltre"
se non si scioglie il nodo della riforma del castasto,
"è una questione dirimente".



Venti di guerra sulla… riforma del catasto. "Ma poi comunicate voi a Biden e Zelensky che il governo si dimette per colpa della riforma del catasto?”. All'intervento dell'ex M5s Villarosa scatta l'applauso liberatorio di molti dei presenti nella riunione della Commissione Finanze sulla legge delega fiscale. La sottosegretaria del Mef Cecilia Guerra (Pd) aveva appena spiegato che il governo "non può andare oltre" se non si scioglie il nodo della riforma del castasto, "è una questione dirimente". Un ragionamento, in realtà, già fatto durante la riunione di maggioranza, ma ripetuto ieri con maggiore forza e che scatena però l'irritazione della Lega che ha chiesto subito un passo indietro dalla Guerra.

Terreno minato

La riforma del catasto si conferma dunque un terreno minato per il governo e spacca ancora una volta la maggioranza, ma stavolta la tensione sale di livello, fino ad arrivare all’ultimatum. Dopo che martedì sera la Lega ha confermato di non voler fare passi indietro sulla richiesta di stralciare la revisione del catasto dalla delega fiscale - nonostante nel 2014 abbia votato un testo che proponeva, in pratica, la stessa riforma - ieri, come si diceva, la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra ha ribadito che l’approvazione dell’articolo 6 è dirimente.

La Guerra mette sul piatto l’esperienza di governo

Un prerequisito per mandare in porto l’intera riforma fiscale e probabilmente l’azione del governo. Tradotto: “Se non è approvato – per la Guerra – si ritiene conclusa l’esperienza di governo”. Del resto, due settimane fa il premier Mario Draghi aveva spiegato che delega fiscale, ddl Concorrenza e riforma del Codice appalti “sono il blocco dei provvedimenti principali” per l’attuazione del Recovery plan. La linea resta quella, espressa da Draghi anche ai capi delegazione delle forze di maggioranza dopo esser salito al Colle per incontrare Mattarella.
La linea dura del governo mette a dura prova i nervi di tutti, specie di quanti si oppongono al provvedimento: Lega, ma anche FI e parte dei 5s.

Entra in campo persino lo stesso Berlusconi

Forza Italia, “vista la delicatezza” del tema, ha chiesto una sospensione delle discussioni.
Secondo quanto si apprende Berlusconi ha chiamato il capogruppo di FI, Barelli, semplicemente per sapere quanto accaduto, ma in realtà per chiedere di non calcare troppo la mano. E sarebbe arrivata una telefonata anche da Gianni Letta affinché il partito azzurro apra al dialogo sulle richieste del governo di votare l'articolo 6.

Nel corso dell’ufficio di presidenza è dunque passata la proposta di darsi 24 ore di tempo in più per provare a trovare una soluzione: il voto, che il governo voleva si tenesse subito, è stato rinviato a oggi dietro l’impegno dei forzisti a presentare entro questa sera una proposta non più soppressiva dell’articolo 6. Oggi in ogni caso si procederà al voto.
Intanto, però, il fronte contrario alla riforma si sta già sfaldando: Maurizio Lupi (Noi con l’Italia) e Nadia Aprile del Misto hanno tolto la firma dall’emendamento soppressivo sostenuto finora da tutto il centrodestra, dopo il dietrofront di FI.

Ma la Lega, per ora, resta inamovibile

Solo la Lega per ora resta inamovibile: i capigruppo nelle commissioni Bilancio e Finanze Massimo Bitonci e Giulio Centemero e il vicepresidente della VI commissione Alberto Gusmeroli a nome di tutti i commissari Lega definiscono “gravissimo l’aut-aut della sottosegretaria al Mef. Minacciare la crisi di governo qualora non si approvasse così com’è la riforma del catasto è da irresponsabili. Il Parlamento ha tutto il diritto di discutere e presentare emendamenti laddove non ci sia convergenza sul provvedimento”. Fratelli d’Italia è sulla stessa linea e non vede l’ora di mettere in difficoltà il governo e ricompattare il centrodestra. Anche in FI non mancano le voci contrarie alla mediazione: Gabriella Giammanco, vice presidente del gruppo Forza Italia al Senato, si è detta “basita” per l’ultimatum. Proteste anche da parte M5s: Marco Pellegrini, vicepresidente del gruppo del Senato, parla di “parole e pressioni semplicemente irricevibili” e spiega: “Non vorremmo che questo pressing, del tutto irrituale da parte del Governo, tradisse un’interpretazione della delega fiscale troppo appiattita sulla norma relativa al catasto e che, quindi, ritenesse meno significativi quei contenuti che hanno l’obiettivo di continuare ad abbassare il peso delle tasse su famiglie e imprese e semplificare ulteriormente il Fisco”.

Scatta l’allarme tra i ministri e nella maggioranza

Però, che il governo possa cadere e la maggioranza rompersi, mentre in Ucraina si combatte, è ovviamente un’ipotesi lunare, ma comunque è scattato l'allarme dei ministri del governo perché la fibrillazione sul tema della riforma del catasto rischia di provocare un cortocircuito sul percorso delle riforme di Draghi.
Forza Italia sta preparando, così si apprende, una riformulazione che sarebbe accettata dal governo per far sì che l'esecutivo innanzitutto si impegni - nero su bianco - a non aumentare la pressione fiscale sulla casa e ad aprire il confronto in Parlamento e con gli enti locali. "Non si comprendono le ragioni di uno scontro", sostiene una nota del partito azzurro che sta lavorando a una mediazione. Ma il partito di via Bellerio fa muro. Lo stesso Salvini, premettendo di occuparsi d'altro e di lasciare spazio alle interlocuzioni del gruppo, avrebbe invitato i suoi ad andare avanti e a mantenere la posizione. "Siamo disponibili al confronto", la linea del Pd. "Bene la medazione ma le pressioni del governo sono inaccettabili", dicono pure nel M5Stelle.

La richiesta arrivata sul tavolo del governo è che sia un vertice tra i leader a sciogliere il nodo, ma al momento non sarebbe prevista alcuna cabina di regia. "Draghi non intende trattare", spiegano fonti parlamentari di maggioranza, "è stato lui a dare mandato alla Guerra di tenere la linea dura".
Un 'big' della Lega sostiene che anche il ministro dell'Economia Franco avrebbe fatto sapere di non volere un braccio di ferro sul provvedimento, "anche perché si tratta di una legge delega - spiega la stessa fonte -, non è un decreto, il Parlamento ha tutto il diritto a dire la propria".

La non-soluzione per ora è rinviare la discussione

L'invito all'esecutivo di molte forze politiche è dunque quello di rinviare la discussione, a non alzare i toni. In Commissione Finanze era presente anche il sottosegretario Freni (Lega) che non avrebbe avallato la linea della Guerra, senza però andare oltre. "L'articolo 6 – spiega un altro esponente della Lega - non serve a nulla. Si tratta di una norma che non era presente neanche nella risoluzione votata in Commissione e poi aggiunta dal governo. I comuni possono già fare la revisione degli estimi catastali". Altra obiezione: "L'Agenza delle Entrate in un'audizione del 2017 ha già chiarito il punto. Se l'articolo serve solo per avviare un'indagine statistica significa che non può essere un punto su cui far cadere il governo. Altrimenti possiamo pensare che nei decreti attuativi verrebbe inserita la patrimoniale...". La tensione però resta alta e qualora si andasse al voto i numeri sarebbero in bilico. Da qui il timore, anche nel Movimento 5 stelle sullo strumento della legge delega e i dubbi sull'opportunità di portare avanti lo scontro.
Al momento c'è un braccio di ferro, del resto i ministri della Lega non hanno partecipato al voto in Consiglio dei ministri sulla riforma del castasto. Il voto, intanto, è slittato a oggi.

Perché la riforma del catasto è così importante

La delega fiscale rimane il primo punto della road map del governo e bisogna procedere spediti. Sul catasto, dunque, non sono ammessi cedimenti ma il dialogo resta aperto. E' questa la linea che Mario Draghi ha dettato all'indomani della salita al Colle da Sergio Mattarella, quando l'esecutivo dei migliori era riuscito ad incassare ben quattro sconfitte sul Milleproroghe. E il solo subodorare un replay di quanto accaduto, sul tetto del contante e i fondi destinati alla decarbonizzazioni, ha fatto virare palazzo Chigi sulla linea dura. La fumata nera sulla riforma del catasto, con la Lega pronta ad alzare le barricate, ha fatto scattare l'allarme, e così la risposta dell'esecutivo è stata dirompente. Il nodo, quello che ha bloccato la delega approvata ad ottobre, deve essere sciolto. La strategia è semplice, prendere di petto il problema, risolverlo e andare avanti sempre cavalcando la linea del confronto, mai cedendo a giochini che, in questo caso, lascerebbero ancora a bagnomaria un provvedimento fondamentale per la realizzazione del Pnrr. Senza contare, e questo il premier lo ha rimarcato con forza, che il provvedimento è stato licenziato ad ottobre con l'ok unanime del Consiglio del ministri, "quindi perché cambiarlo", l'inciso di Draghi. E alla sottosegretaria non mancano le parole quando il Carroccio lancia il guanto di sfida chiedendo lo stralcio della norma: "Se l'articolo 6 non è approvato si ritiene conclusa l'esperienza di governo". Non una minaccia, piuttosto, una fredda constatazione della realtà dei fatti, che riporta agli obiettivi che hanno fatto nascere questo governo e che lo hanno tenuto in piedi dopo il bis di Mattarella. L'esecutivo deve "fare" e Draghi non ha alcuna intenzione - vista anche la situazione internazionale - di farsi logorare da interessi partitici, che hanno l'unico fine di arricchire il bottino di sondaggi in vista delle elezioni del 2023. La reazione dell'esecutivo fa però saltare sulla sedia il Carroccio, come visto. La situazione rischia di implodere e Forza Italia, con Sestino Giacomoni, chiede e ottiene 24 ore di tempo per tentare una mediazione da far valutare al governo. La commissione quindi è aggiornata a oggi, con tutti gli attori in campo pronti a trovare la quadra compreso il presidente Marattin. A palazzo Chigi si attende la proposta, nessuna porta è stata sbattuta in faccia, trapela, sì al dialogo e pronti a valutare un punto di caduta, senza però snaturare la riforma. È l'avvertimento.

La commissione stoppa i lavori fino a oggi

La Commissione ha dunque stoppato i lavori. Il presidente Luigi Marattin (Iv) vola a palazzo Chigi in cerca di uno spazio di mediazione. Se ne fa carico Forza Italia che chiede 24 ore per trovare una soluzione. Marattin in serata sembra più possibilista: “Sto lavorando da giorni affinché si possa superare lo stallo”. Fonti di palazzo Chigi fanno sapere che sulla mappatura non ci saranno passi indietro. Che si sicuro non esiste che la norma in questione “possa essere stralciata” perché, come fu già assicurato nella conferenza stampa di ottobre, “la mappatura, disponibile dal primo gennaio 2026, non sarà usata per determinare nuove tasse. Non avrà finalità fiscali”. Diverso è per gli immobili fantasma: una volta emersi, ci sarà da pagare le tasse mai pagate finora. Ma questa si chiama evasione fiscale. Il centrodestra vuole essere complice? Ecco che la mediazione a chi sta lavorando Forza Italia e anche il ministro Garavaglia (Lega) potrebbe riguardare il fatto che “eventuali novità sul fronte fiscale dovranno per forza passare da un voto in Parlamento”.

Il passo indietro per capire la linea dura del governo

Ma per capire l’accelerazione delle ultime ore serve un passo indietro. L’arrivo in Aula del ddl sul fisco era inizialmente previsto per il 28 febbraio. Dopo l’incidente parlamentare che nella notte tra il 16 e il 17 febbraio ha visto il governo andare sotto quattro volte, in commissione, si è deciso di rinviare l’esame degli emendamenti tra cui quelli leghisti sullo stralcio della riforma del catasto, nonostante il presidente del Consiglio Mario Draghi abbia in più occasioni rassicurato che la revisione – un mero affiancamento ai valori catastali di quelli di mercato per avere un quadro più trasparente della situazione – avverrà a invarianza di gettito. Il testo dice esplicitamente che le nuove informazioni, che comunque saranno disponibili solo tra cinque anni, non verranno usate per la determinazione della base imponibile dei tributi. Martedì, proprio nella giornata in cui il premier ha riferito al Parlamento sulla situazione in Ucraina e la decisione italiana di inviare armi, la sottosegretaria ha chiesto ai partiti di maggioranza di ritirare emendamenti soppressivi.

Anche il consigliere economico di Draghi, Francesco Giavazzi, e il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, hanno partecipato alla riunione, convocata dal presidente di commissione Luigi Marattin. Risultato: fumata nera, appunto. Matteo Salvini ha addirittura approfittato dell’intervento sulla guerra in Ucraina per suggerire che il Parlamento in questa fase non dovrebbe occuparsi di fisco immobiliare, in nome della pace… (sic).



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Hai ragione Elve8, altro che Putin, in Italia ci stanno grandissimi figli di putan!!!! [SM=g8890]



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04/03/2022 13:19
 
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il cinico "supermario", un bluff osannato dagli aguzzini fasciocomunistoidi pd&co e dai lacchè destroidi fi&co






Smascherato "SuperMario":
«Con la scusa dell'Ucraina
bombardano di tasse
le case degli italiani»

Pietro Senaldi, condirettore di Libero, dedica il suo video editoriale di oggi alla riforma del catasto. "Mario Draghi è stato chiaro", esordisce Senaldi, "la guerra in Ucraina ci costerà un sacco di soldi, e già ce ne stiamo accorgendo dal benzinaio, quando riceviamo le bollette. La scusa del governo è che dato che c'è la guerra in Ucraina facciamo la riforma del catasto che costerà soldi ai proprietari di casa e gli italiani sono quasi tutti proprietari di casa". Fa notare il direttore che "la Lega non vuole, Enrico Letta del Pd dice che in questo periodo di guerra non si può sottilizzare sulle tasse sulla casa e poi non si può mettere a rischio la maggioranza". "A parte che è la maggioranza stessa ad aver posto la fiducia sulla norma del catasto", puntualizza Senaldi spiegando che "è il governo stesso che la mette in discussione e non la Lega che vuole semplicemente discutere. E poi", tuona il direttore, "non è che siccome c'è la guerra in Ucraina adesso tutto deve andare in cavalleria e qualsiasi cosa va bene, l'attività del parlamento è sospesa del tutto e dobbiamo tassare gli italiani fino a strangolarli. Questa", continua, "è un'operazione politicamente scorretta: un po' come quando si fa il Milleproroghe, approviamo la Finanziaria, e ci mettiamo dentro tutto". "La guerra in Ucraina", conclude Senaldi, "non deve essere un'occasione per il Pd per fare i cavoli suoi. Quali sono i cavoli del Pd? Tassare gli italiani".

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Catasto, a un passo dalla crisi di governo:
Lega e Forza Italia, "no" a Mario Draghi.



Mentre infuria la guerra a pochi chilometri dall’Italia e si torna a parlare di armi nucleari, in Parlamento si sfiora la crisi di governo. Il governo lancia ultimatum, il centrodestra risponde che non cederà a ricatti. E si torna a parlare di incidenti parlamentari che potrebbero essere fatali per questo governo.

Il “casus belli” è la riforma del catasto, contenuta nella delega fiscale. Un provvedimento, quest’ultimo, legato al Pnrr. Il problema è che, da mesi, è bloccato nelle secche della commissione Finanze della Camera dei deputati, proprio per via di questa riforma nella riforma. Già prima di Natale, del resto, la Lega si rifiutò di votarla la delega in consiglio dei ministri proprio perché conteneva la revisione del catasto. Il centrodestra tutto è contrario, temendo che dietro la mappatura degli immobili si nasconda un nuovo salasso per i proprietari, che – quasi sicuramente - vedrebbero rialzati gli attuali valori catastali. La risposta del governo, e di Mario Draghi, è sempre stata una: si deve fare e comunque se ne parlerà solo dal 2026, perché da allora dovrebbe cominciare la revisione. Una spiegazione che non convince, però, Lega, Forza Italia e FdI.

A furia di rimandare oggi si è arrivati al dunque. Ed è successo il caos. Il testo della delega fiscale è in commissione Finanze a Montecitorio. Oggi bisognava finire di votare gli emendamenti per poi portare la riforma in Aula. Ieri sera, martedì 1 marzo, proprio evitare problemi, si è tenuta una riunione di maggioranza. Anche perché i numeri in commissione, sono rischiosi: il centrodestra può contare su 20 voti, tanti quanti il centrosinistra. La differenza, a quel punto, la farebbero singoli deputati del Gruppo Misto. Ieri sera, però, non si è raggiunto alcun accordo sul famigerato articolo 6, quello appunto che impone una revisione dei dati catastali degli immobili. E così stamattina è successo il caos.

Lega, Fratelli D’Italia, Forza Italia e Coraggio Italia hanno presentato un emendamento soppressivo dell’articolo incriminato. "Se non troviamo l’accordo, almeno stralciamolo", ha proposto FdI. Al che la sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Cecilia Guerra, ha sbottato: "Se l'articolo 6 non viene approvato si ritiene conclusa l'esperienza di governo". Gli animi si sono accesi, la discussione è infuriata. Si è deciso di sospendere la riunione. Forza Italia si è proposta di lavorare a una riformulazione dell’emendamento – da presentare in serata - per tentare un compromesso. Ma la Lega non sembra intenzionata a fare marcia indietro. E la soluzione non si vede. "Minacciare la crisi di governo qualora non si approvasse cosi' com'è la riforma del catasto è da irresponsabili. Il Parlamento ha tutto il diritto di discutere e presentare emendamenti laddove non ci sia convergenza sul provvedimento. Mentre c'è un conflitto in pieno corso in Ucraina e il costo dell'energia è alle stelle, non ci sembra questo il momento di ricorrere alle maniere forti e di portare il dibattito allo scontro istituzionale", hanno tuonato i capigruppo Lega nelle commissioni Bilancio e Finanze Massimo Bitonci e Giulio Centemero, oltre che il vicepresidente della VI commissione Alberto Gusmeroli a nome di tutti i commissari Lega.

Anche Forza Italia ha tenuto il punto: sul catasto, ha detto Maurizio Gasparri, "non c’è nessuna urgenza", pertanto "dire che a misure di questo tipo è legato il destino del governo ci appare francamente un'inutile esagerazione". Sulla stessa linea FdI che è tornata a chiederne lo stralcio: "Troviamo surreale, per quanto allettante, la minaccia di far cadere il governo qualora la riforma del catasto non venisse approvata così come è. Se la maggioranza si volesse prestare a questo ricatto, Fratelli d'Italia sicuramente non ci sarà".

Da Palazzo Chigi, però, si è fatto sapere che la linea non è cambiata. Resta quella, si dice, espressa due settimane fa con chiarezza dal premier Mario Draghi ai capi delegazioni delle forze di maggioranza dopo che il governo era andato sotto, sempre alla Camera, su vari emendamenti al Milleproroghe (e dopo che era salito al Colle). Ossia unità su temi centrali per l'agenda di governo, a partire dalle riforme cruciali del Pnrr. Se no, tanti saluti. "Il governo è qui per fare le cose". Sospesa la commissione sono incominciati giri vorticosi di telefonate tra Montecitorio e Palazzo Chigi. Ma una soluzione, per ora, non si vede.



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… per il caro, carissimo e sempre accorto Marco_M77:
- so di avere piena ragione (a prescindere dalla pazzia del teocrate putin &company, sia dalla totale irresponsabilità dell’europa con i suoi delinquenti burocrati e dall’america con la nullità e, soprattutto, pericolosità del suo attuale presidente!) con che razza di manigoldi pseudo politicanti, ha a che fare la mia amatissima italia e tutti noi onesti cittadini italiani dal nord al sud, abbindolati e buggerati dall’ennesimo governo di non eletti dal popolo sovrano cui questo cinico assurdo draghi e la sua maggioranza di fascio-comunistoidi e dei vari lacchè e opportunisti destroidi-berlusconiani …


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08/03/2022 09:17
 
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Buongiorno ragazzi, un abbraccio a chi scrive e a chi legge soltanto, oggi la finestra la apro su questo forum diventato oramai maggiorenne in quanto sta qui da ben 18 anni.

Durante questo lunghissimo lasso di tempo ci sono stati periodi in cui ho speso diverse ore al giorno per curare queste pagine e altri momenti in cui la vita mi ha costretto a stare lontano dai computer e a rinunciare alla mia grande passione per i videogiochi e per il mondo informatico.

Sto vivendo per l'appunto uno di quei momenti in cui il mio rapporto con il mondo digitale è fatto di sveltine che non mi soddisfano ma non abbandono la nave, il poeta è qui!!! [SM=x611826]










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12/03/2022 17:33
 
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Stamme 'ntiemp e' guerra! [SM=x4983510]






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20/03/2022 18:32
 
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... aspettando la santa pasqua 2022: quaresima & conversione ...




«quando non riusciamo a
spiegarci il male che ci opprime,
rischiamo di perdere lucidità»




Città del Vaticano - Angelus, domenica, 20 marzo 2022

Cari fratelli e sorelle, buona domenica!

Siamo al cuore del cammino quaresimale e oggi il Vangelo inizialmente presenta Gesù che commenta alcuni fatti di cronaca. Mentre era vivo il ricordo di diciotto persone morte sotto il crollo di una torre, gli raccontano di alcuni Galilei che Pilato aveva fatto uccidere (cfr Lc 13,1). E c’è una domanda che sembra accompagnare queste tragiche notizie: di chi è la colpa di questi fatti terribili? Forse quelle persone erano più colpevoli di altre e Dio le ha punite? Questi sono interrogativi che tornano sempre attuali; quando la cronaca nera ci opprime e ci sentiamo impotenti dinanzi al male, spesso viene da chiedersi: si tratta forse di un castigo di Dio? È Lui a mandare una guerra o una pandemia per punirci dei nostri peccati? E perché il Signore non interviene?

Dobbiamo stare attenti: quando il male ci opprime rischiamo di perdere lucidità e, per trovare una risposta facile a quanto non riusciamo a spiegarci, finiamo per incolpare Dio. E tante volte la brutta e cattiva abitudine delle bestemmie viene da qui. Quante volte attribuiamo a Lui le nostre disgrazie, attribuiamo le sventure del mondo a Lui che, invece, ci lascia sempre liberi e dunque non interviene mai imponendosi, solo proponendosi; a Lui che non usa mai violenza e, anzi, soffre per noi e con noi! Gesù, infatti, rifiuta e contesta con forza l’idea di imputare a Dio i nostri mali: quelle persone fatte uccidere da Pilato e quelle morte sotto la torre non erano più colpevoli di altre e non sono vittime di un Dio spietato e vendicativo, che non esiste! Da Dio non può mai venire il male perché Egli «non ci tratta secondo i nostri peccati» (Sal 103,10), ma secondo la sua misericordia. È lo stile di Dio. Non può trattarci altrimenti. Sempre ci tratta con misericordia.

Ma invece di incolpare Dio, dice Gesù, bisogna guardarsi dentro: è il peccato che produce la morte; sono i nostri egoismi a lacerare le relazioni; sono le nostre scelte sbagliate e violente a scatenare il male. A questo punto il Signore offre la vera soluzione. Qual è? La conversione: «Se non vi convertite – dice –, perirete tutti allo stesso modo» (Lc 13,5). È un invito pressante, specialmente in questo tempo di Quaresima. Accogliamolo con cuore aperto. Convertiamoci dal male, rinunciamo a quel peccato che ci seduce, apriamoci alla logica del Vangelo: perché, dove regnano l’amore e la fraternità, il male non ha più potere!

Gesù, però, sa che convertirsi non è facile, e vuole aiutarci in questo. Sa che tante volte ricadiamo negli stessi errori e negli stessi peccati; che ci scoraggiamo e, magari, ci sembra che il nostro impegno nel bene sia inutile in un mondo dove il male pare regnare. E allora, dopo il suo appello, ci incoraggia con una parabola che racconta la pazienza di Dio. Dobbiamo pensare alla pazienza di Dio, la pazienza che Dio ha verso di noi. Ci offre l’immagine consolante di un albero di fichi che non porta frutti nel periodo stabilito, ma che non viene tagliato: gli si concede altro tempo, un’altra possibilità. A me piace pensare che un bel nome di Dio sarebbe “il Dio di un’altra possibilità”: sempre ci dà un’altra opportunità, sempre, sempre. Così è la sua misericordia. Così fa il Signore con noi: non ci taglia fuori dal suo amore, non si perde d’animo, non si stanca di ridarci fiducia con tenerezza. Fratelli e sorelle, Dio crede in noi! Dio si fida di noi e ci accompagna con pazienza, la pazienza di Dio con noi. Non si scoraggia, ma ripone sempre speranza in noi. Dio è Padre e ti guarda da padre: come il migliore dei papà, non vede i risultati che non hai ancora raggiunto, ma i frutti che potrai ancora portare; non tiene il conto delle tue mancanze, ma incoraggia le tue possibilità; non si sofferma sul tuo passato, ma scommette con fiducia sul tuo futuro. Perché Dio ci è vicino, Lui è vicino a noi. Lo stile di Dio – non dimentichiamo –: vicinanza, lui è vicino, con misericordia e tenerezza. E così ci accompagna Dio: vicino, misericordioso e tenero.

Chiediamo dunque alla Vergine Maria che ci infonda speranza e coraggio, e che accenda in noi il desiderio della conversione.



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«Egli avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo;

ma, se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe
insegnato a vincere, quando sei tentato»

[Dal Commento sui salmi di sant’Agostino, vescovo (Sal 60, 2-3; CCL 39, 766)]»






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... aspettando la santa pasqua 2022: quaresima & conversione ...



Il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte!





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25/03/2022 01:03
 
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... aspettando la santa pasqua 2022: quaresima & conversione ...







- commento:

… d’altro canto, “se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa”; perciò, sarebbe lodevole la vostra lungimiranza se tutti voi foste sempre accorti e in campana come hanno fatto le 5 vergini saggie, “perché non sapete in quale giorno, il Signore vostro verrà”!

… l’impegno, poi, di mettervi tutti in guardia, è anche parte primaria del ministero apostolico affidato a suo tempo da Cristo Gesù a pietro, primo tra gli apostoli e continuato a tutt’oggi dai suoi successori, quando è ancora consigliato a tutti voi fedeli: “Siate temperanti, vigilate; il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare.”!

… difatti, l’urgenza di questa petrina necessità, cioè, la vostra assidua “vigilanza” qualificata da quel “timore di Dio” di cui ne parla il libro sapienziale di qoelet (o ecclesiaste) che dal primo al dodicesimo suoi capitoli, reitera quel noto postulato contraddistinto da apparente pessimismo: “Vanità delle vanità, tutto è vanità”, comprese quelle cose e fatti da voi ritenuti di vitale importanza, però, è un sacro testo che infine si conclude con quel assioma positivo dal quale dipende la definitiva pienezza e felicità del buon vivere, mediante: “Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo per l'uomo è tutto”; ovverossia, che voi cristiani attuiate quella necessaria conversione e quella fondamentale inversione di rotta che possa accreditarvi quegli effetti salvifici donativi dal Cristo anche durante questa veniente santa pasqua del 2022.

… e invero, volendo addentrarsi sui logia Iesu per intendere al meglio le metafore di “ladro” e “scassinare la casa”, il loro significato è chiarito e bene argomentato dall’apostolo delle genti, paolo, quando scrivendo alla comunità degli efesini, parla di un’atavica guerra tuttora in atto contro satana, il principe di questo mondo che, sebbene sia già stato spodestato con la passione, morte e resurrezione gloriosa del Cristo la cui potestà sarà pienamente manifesta in quel “giorno del Signore” per il quale, nel frattempo, è urgente e necessario che anche voi vi rivestiate dell’armatura di Dio, poichè: “la nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.”

… pertanto, a sostegno della sequela a Cristo, è che in un passo della lettera agli ebrei si senta anche risuonare l’altro salvifico aspetto pasquale, guadagnato al mio e al vostro interesse dal Verbo fattosi Uomo: «Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch'egli [lo stesso Dio, il Figlio seconda Persona della Santissima Trinità] è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli [cioè, tutti voi!] che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita ... Infatti, proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente [Cristo Gesù, Dio e Unigenito Figlio di Dio Padre incarnatosi nel seno della perennemente Vergine, sia prima e sia dopo il parto, Immacolata e Bella Santissima Maria per opera dello Spirito Santo, stesso Unico Dio ma terza Persona della Santissima Trinità] è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova», cioè, a me e a tutti voi senzienti al ringraziamento e alla lode per tale incommmensurabile dono!









«... Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,
morì e fu sepolto.

Il terzo giorno è risuscitato,
secondo le Scritture ...»

[Credo, o Simbolo niceno-costantinopolitano
(Primo Concilio di Costantinopoli - 381)]







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Primavera in arrivo sul binario N° 2 [SM=x4983510]




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Avete notato che non si parla più del Covid?
Tutti gli opinionisti esperti di pandemie adesso sono diventati esperti di guerra!!! [SM=x611859]





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27/03/2022 22:43
 
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... aspettando la santa pasqua 2022: quaresima & conversione ...





«L’umanità comprenda che è giunto il
momento di abolire la guerra, di cancellarla
dalla storia dell’uomo prima che sia lei
a cancellare l’uomo dalla storia»



Città del Vaticano - domenica, 20 marzo 2022, dopo l'Angelus:

«Cari fratelli e sorelle!
È passato più di un mese dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, dall’inizio di questa guerra crudele e insensata che, come ogni guerra, rappresenta una sconfitta per tutti, per tutti noi. C’è bisogno di ripudiare la guerra, luogo di morte dove i padri e le madri seppelliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono.

La guerra non devasta solo il presente, ma anche l’avvenire di una società. Ho letto che dall’inizio dell’aggressione all’Ucraina un bambino su due è stato sfollato dal Paese. Questo vuol dire distruggere il futuro, provocare traumi drammatici nei più piccoli e innocenti tra di noi. Ecco la bestialità della guerra, atto barbaro e sacrilego!

La guerra non può essere qualcosa di inevitabile: non dobbiamo abituarci alla guerra! Dobbiamo invece convertire lo sdegno di oggi nell’impegno di domani. Perché, se da questa vicenda usciremo come prima, saremo in qualche modo tutti colpevoli. Di fronte al pericolo di autodistruggersi, l’umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell’uomo prima che sia lei a cancellare l’uomo dalla storia.

Prego per ogni responsabile politico di riflettere su questo, di impegnarsi su questo! E, guardando alla martoriata Ucraina, di capire che ogni giorno di guerra peggiora la situazione per tutti. Perciò rinnovo il mio appello: basta, ci si fermi, tacciano le armi, si tratti seriamente per la pace! Preghiamo ancora, senza stancarci, la Regina della pace, alla quale abbiamo consacrato l’umanità, in particolare la Russia e l’Ucraina, con una partecipazione grande e intensa, per la quale ringrazio tutti voi. Preghiamo insieme. Ave Maria…»



Fonte






«Il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi,
diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male"


Allora la donna prese del frutto dell'albero e ne mangiò,
poi ne diede anche al marito e anch'egli ne mangiò»

(vaso greco, "Duello tra Achille ed Ettore" - Londra, British Museum)






[SM=x1583472] [SM=g6168407]










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Oggi mi affaccio e vedo che...la morsa delle restrizioni Covid si sta allentando, il super green pass è stato abbandonato e fra un mese anche le mascherine andranno in pensione.
Leggo però su ANSA che i sintomatici sono in aumento così come l'occupazione delle terapie intensive e allora mi chiedo a che gioco stiamo giocando!!!!! [SM=g6168407]



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03/04/2022 21:25
 
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... aspettando la santa pasqua 2022: quaresima & conversione ...


Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco a Malta


«La donna del Vangelo scopre
che Dio ci visita attraverso
le nostre piaghe interiori.
Proprio lì il Signore ama
farsi presente perché è
venuto non per i sani
ma per i malati»



Malta, Piazzale dei Granai Floriana
- Domenica, 3 aprile 2022


«Gesù «al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui» (Gv 8,2). Così comincia l’episodio della donna adultera. Lo sfondo si presenta sereno: una mattinata nel luogo santo, al cuore di Gerusalemme. Protagonista è il popolo di Dio, che nel cortile del tempio cerca Gesù, il Maestro: desidera ascoltarlo, perché quello che Lui dice illumina e riscalda. Il suo insegnamento non ha nulla di astratto, tocca la vita e la libera, la trasforma, la rinnova. Ecco il “fiuto” del popolo di Dio, che non si accontenta del tempio fatto di pietre, ma si raduna attorno alla persona di Gesù. Si intravede in questa pagina il popolo dei credenti di ogni tempo, il popolo santo di Dio, che qui a Malta è numeroso e vivace, fedele nella ricerca del Signore, legato a una fede concreta, vissuta. Vi ringrazio per questo.

Davanti al popolo che accorre a Lui, Gesù non ha fretta: «Sedette – dice il Vangelo – e si mise a insegnare loro» (v. 2). Ma alla scuola di Gesù ci sono dei posti vuoti. Ci sono degli assenti: sono la donna e i suoi accusatori. Non si sono recati come gli altri dal Maestro, e le ragioni della loro assenza sono diverse: scribi e farisei pensano di sapere già tutto, di non aver bisogno dell’insegnamento di Gesù; la donna, invece, è una persona smarrita, finita fuori strada cercando la felicità per vie sbagliate. Assenze dunque dovute a motivazioni differenti, come diverso è l’esito della loro vicenda. Soffermiamoci su questi assenti.

Anzitutto sugli accusatori della donna. In loro vediamo l’immagine di coloro che si vantano di essere giusti, osservanti della legge di Dio, persone a posto e perbene. Non badano ai propri difetti, ma sono attentissimi a scovare quelli degli altri. Così vanno da Gesù: non a cuore aperto per ascoltarlo, ma «per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo» (v. 6). È un intento che fotografa l’interiorità di queste persone colte e religiose, che conoscono le Scritture, frequentano il tempio, ma subordinano tutto ai propri interessi e non combattono contro i pensieri malevoli che si agitano nel loro cuore. Agli occhi della gente sembrano esperti di Dio, ma proprio loro non riconoscono Gesù, anzi lo vedono come un nemico da far fuori. Per farlo, gli mettono davanti una persona, come se fosse una cosa, chiamandola con disprezzo «questa donna» e denunciando pubblicamente il suo adulterio. Premono perché la donna sia lapidata, riversando contro di lei l’avversione che loro hanno per la compassione di Gesù. E fanno tutto questo sotto il manto della loro fama di uomini religiosi.

Fratelli e sorelle, questi personaggi ci dicono che anche nella nostra religiosità possono insinuarsi il tarlo dell’ipocrisia e il vizio di puntare il dito. In ogni tempo, in ogni comunità. C’è sempre il pericolo di fraintendere Gesù, di averne il nome sulle labbra ma di smentirlo nei fatti. E lo si può fare anche innalzando vessilli con la croce. Come verificare allora se siamo discepoli alla scuola del Maestro? Dal nostro sguardo, da come guardiamo al prossimo e da come guardiamo a noi stessi. Questo è il punto per definire la nostra appartenenza.

Da come guardiamo al prossimo: se lo facciamo come Gesù ci mostra oggi, cioè con uno sguardo di misericordia, oppure in modo giudicante, a volte persino sprezzante, come gli accusatori del Vangelo, che si ergono a paladini di Dio ma non si accorgono di calpestare i fratelli. In realtà, chi crede di difendere la fede puntando il dito contro gli altri avrà pure una visione religiosa, ma non sposa lo spirito del Vangelo, perché dimentica la misericordia, che è il cuore di Dio.

Per capire se siamo veri discepoli del Maestro, occorre anche verificare come guardiamo a noi stessi. Gli accusatori della donna sono convinti di non avere nulla da imparare. In effetti il loro apparato esterno è perfetto, ma manca la verità del cuore. Sono il ritratto di quei credenti che, in ogni tempo, fanno della fede un elemento di facciata, dove ciò che risalta è l’esteriorità solenne, ma manca la povertà interiore, che è il tesoro più prezioso dell’uomo. Infatti, per Gesù quello che conta è l’apertura disponibile di chi non si sente arrivato, bensì bisognoso di salvezza. Ci fa bene allora, quando stiamo in preghiera e anche quando partecipiamo a belle funzioni religiose, chiederci se siamo sintonizzati con il Signore. Possiamo chiederlo direttamente a Lui: “Gesù, sono qui con Te, ma Tu che cosa vuoi da me? Cosa vuoi che cambi nel mio cuore, nella mia vita? Come vuoi che veda gli altri?”. Ci farà bene pregare così, perché il Maestro non si accontenta dell’apparenza, ma cerca la verità del cuore. E quando gli apriamo il cuore nella verità, può compiere prodigi in noi.

Lo vediamo nella donna adultera. La sua situazione sembra compromessa, ma ai suoi occhi si apre un orizzonte nuovo, impensabile prima. Ricoperta di insulti, pronta a ricevere parole implacabili e castighi severi, con stupore si vede assolta da Dio, che le spalanca davanti un futuro inatteso: «Nessuno ti ha condannata? – le dice Gesù – Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più» (vv. 10.11). Che differenza tra il Maestro e gli accusatori! Quelli avevano citato la Scrittura per condannare; Gesù, la Parola di Dio in persona, riabilita completamente la donna, restituendole speranza. Da questa vicenda impariamo che ogni osservazione, se non è mossa dalla carità e non contiene carità, affossa ulteriormente chi la riceve. Dio, invece, lascia sempre aperta una possibilità e sa trovare ogni volta vie di liberazione e di salvezza.

La vita di quella donna cambia grazie al perdono. Si sono incontrati la Misericordia e la miseria. Misericordia e miseria sono lì. E la donna cambia. Viene persino da pensare che, perdonata da Gesù, abbia imparato a sua volta a perdonare. Magari avrà visto nei suoi accusatori non più delle persone rigide e malvagie, ma coloro che le hanno permesso di incontrare Gesù. Il Signore desidera che anche noi suoi discepoli, noi come Chiesa, perdonati da Lui, diventiamo testimoni instancabili di riconciliazione: testimoni di un Dio per il quale non esiste la parola “irrecuperabile”; di un Dio che sempre perdona, sempre. Dio sempre perdona. Siamo noi a stancarci di chiedere perdono. Un Dio che continua a credere in noi e dà ogni volta la possibilità di ricominciare. Non c’è peccato o fallimento che, portato a Lui, non possa diventare un’occasione per iniziare una vita nuova, diversa, nel segno della misericordia. Non c’è peccato che non possa andare su questa strada. Dio perdona tutto. Tutto.

Questo è il Signore Gesù. Lo conosce veramente chi fa esperienza del suo perdono. Chi, come la donna del Vangelo, scopre che Dio ci visita attraverso le nostre piaghe interiori. Proprio lì il Signore ama farsi presente, perché è venuto non per i sani ma per i malati (cfr Mt 9,12). E oggi è questa donna, che ha conosciuto la misericordia nella sua miseria e che va nel mondo risanata dal perdono di Gesù, a suggerirci, come Chiesa, di rimetterci da capo alla scuola del Vangelo, alla scuola del Dio della speranza che sempre sorprende. Se lo imitiamo, non saremo portati a concentrarci sulla denuncia dei peccati, ma a metterci con amore alla ricerca dei peccatori. Non staremo a contare i presenti, ma andremo in cerca degli assenti. Non torneremo a puntare il dito, ma inizieremo a porci in ascolto. Non scarteremo i disprezzati, ma guarderemo come primi coloro che sono considerati ultimi. Questo, fratelli e sorelle, ci insegna oggi Gesù con l’esempio. Lasciamoci stupire da Lui e accogliamo con gioia la sua novità»



Fonte






Ucraina, Papa Francesco alle autorità maltesi:

«Pazzi gli Stati che spendono 2% Pil in armi
Mi sono vergognato»








[SM=x1583472] [SM=g6168407]





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07/04/2022 11:54
 
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Quando uno vuole la pace a tutti i costi.....



N.b. Kuleba è il Ministro degli Esteri ucraino!!!! [SM=x611823]




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10/04/2022 15:20
 
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... aspettando la santa pasqua 2022: quaresima & conversione ...




«Si depongano le armi!
Si inizi una tregua pasquale;
una tregua per arrivare alla pace,
attraverso un vero negoziato.
Nulla è impossibile a Dio.»



Città del Vaticano - domenica, 10 aprile 2022, Angelus:

«Cari fratelli e sorelle!
Prima di concludere questa Celebrazione, desidero salutare tutti voi, in particolare i pellegrini venuti da diversi Paesi, tra i quali numerosi giovani. A tutti, anche a quanti sono collegati tramite i media, auguro una buona Settimana Santa!

Sono vicino al caro popolo del Perù, che sta attraversando un difficile momento di tensione sociale. Vi accompagno con la preghiera e incoraggio tutte le parti a trovare al più presto una soluzione pacifica per il bene del Paese, specialmente dei più poveri, nel rispetto dei diritti di tutti e delle istituzioni.

Tra poco ci rivolgeremo alla Madonna nella preghiera dell’Angelus. Fu proprio l’Angelo del Signore che, nell’Annunciazione, disse a Maria: «Nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37). Nulla è impossibile a Dio. Anche far cessare una guerra di cui non si vede la fine. Una guerra che ogni giorno ci pone davanti agli occhi stragi efferate e atroci crudeltà compiute contro civili inermi. Preghiamo su questo.

Siamo nei giorni che precedono la Pasqua. Ci stiamo preparando a celebrare la vittoria del Signore Gesù Cristo sul peccato e sulla morte. Sul peccato e sulla morte, non su qualcuno e contro qualcun altro. Ma oggi c’è la guerra. Perché si vuole vincere così, alla maniera del mondo? Così si perde soltanto. Perché non lasciare che vinca Lui? Cristo ha portato la croce per liberarci dal dominio del male. È morto perché regnino la vita, l’amore, la pace.

Si depongano le armi! Si inizi una tregua pasquale; ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere, no!, una tregua per arrivare alla pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti, che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?

Nulla è impossibile a Dio. A Lui ci affidiamo, per intercessione della Vergine Maria. »



Fonte






Domenica delle Palme e della Passione del Signore

("L'Ingresso a Gerusalemme" - affresco nella Cappella degli Scrovegni, Padova - Giotto (1303-1305)
«Cristo Gesù, pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;
ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana,
umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e
alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli
ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome;
perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua
proclami che Gesù Cristo è il Signore,
a gloria di Dio Padre.»

(Fil 2, 5-11)








[SM=x1583472] [SM=g6168407]
















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16/04/2022 12:10
 
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E alla fine Pasqua è arrivata, auguri a Elve8, al boss e a tutti quelli che leggeranno questo messaggio.




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16/04/2022 14:57
 
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Marco_M77, 16/04/2022 12:10:

E alla fine Pasqua è arrivata, auguri a Elve8, al boss e a tutti quelli che leggeranno questo messaggio.




... grasssie mister, ricambio di cuore [SM=x1583472]
e auguri anca al boss [SM=x1583487]






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16/04/2022 14:58
 
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... aspettando la santa pasqua 2022: quaresima & conversione ...


Via Crucis con il Papa oscurata dai media ucraini
Ma Francesco tira dritto


Kiev: no alla Via Crucis con i russi.
Ma la pace si costruisce insieme.


Dall’ambasciata del Paese invaso, dall’arcivescovo Shevchuk e dal nunzio dubbi sulla scelta di far condividere la croce a una ucraina e una russa. Padre Spadaro: è segno profetico di riconciliazione

Mentre il Papa torna a implorare la pace, non va giù agli ucraini la decisione che nella Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo due donne - una ucraina e una russa - portino la croce insieme. Non piace all’ambasciatore presso la Santa Sede Andriy Yurash, in carica dallo scorso dicembre, che lo fa sapere con un tweet. E soprattutto all’arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, che con un duro comunicato definisce «questa idea inopportuna e ambigua che non tiene conto del contesto di aggressione militare russa contro l’Ucraina».

Il caso diventa palese nel primo pomeriggio di ieri, quanto arriva il "cinguettio" del diplomatico. «L’ambasciatore Andriy Yurash - si legge nel suo tweet - capisce e condivide la preoccupazione generale in Ucraina e in molte altre comunità sull’idea di mettere insieme le donne ucraine e russe nel portare la croce durante la Via Crucis di venerdì al Colosseo. Ora stiamo lavorando sulla questione cercando di spiegare le difficoltà della sua realizzazione e le possibili conseguenze».

Parole che farebbero pensare a una qualche forma di pressione, di certo irrituale, persino sulla Santa Sede. Comunque una doccia fredda, alla quale in serata si aggiunge l’inequivocabile comunicato di Shevchuk. «Per i greco-cattolici dell’Ucraina – afferma il capo della comunità di rito bizantino in comunione con Roma –, i testi e i gesti della XIII stazione di questa Via Crucis sono incomprensibili e persino offensivi, soprattutto in attesa del secondo, ancora più sanguinoso attacco delle truppe russe contro le nostre città e villaggi. So anche che i nostri fratelli cattolici del rito latino condividono con noi questi pensieri e preoccupazioni».

Il Primate della Chiesa greco-cattolica dice di aver già trasmesso alle autorità della Santa Sede «le numerose reazioni negative di molti vescovi, sacerdoti, monaci, monache e laici, convinti che i gesti di riconciliazione tra i nostri popoli saranno possibili solo quando la guerra sarà finita e i colpevoli dei crimini contro l’umanità saranno condannati secondo giustizia». E conclude: «Spero che la mia richiesta, la richiesta dei fedeli della nostra Chiesa, la richiesta dei fedeli della Chiesa cattolica latina in Ucraina vengano ascoltate». Parole di una durezza senza precedenti.

Mercoledì mattina è arrivata la posizione del nunzio apostolico a Kiev, monsignor Visvaldas Kulbokas: "Ieri ho trasmesso in Vaticano la reazione dell'Ucraina", dice alla testata in ucraino Credo. Il nunzio aggiunge che è importante guardare alla cosa sul piano che "sotto la croce siamo tutti figli e figlie di Dio: sia l'aggressore che l'aggredito. In questo contesto, ci sono Russia e Ucraina". Ma Kulbokas afferma lui stesso che ora non organizzerebbe la preghiera in questo modo, perché la riconciliazione deve venire dopo: "La riconciliazione deve arrivare quando si ferma l'aggressione. E quando gli ucraini potranno non solo salvarsi la vita, ma anche la libertà. E, naturalmente, sappiamo che la riconciliazione avviene quando l'aggressore ammette la sua colpa e si scusa".

Dalla Santa Sede, fino a tarda serata di martedì nessuna reazione. Ma dopo il tweet dell’ambasciatore, padre Antonio Spadaro, in un post su Facebook, aveva notato: «Occorre comprendere una cosa: Francesco è un pastore non un politico. Agisce secondo lo spirito evangelico, che è di riconciliazione anche contro ogni speranza visibile durante questa guerra di aggressione definita da lui “sacrilega”. Per questo ha pure consacrato insieme #Ucraina e #Russia al Cuore di Maria».

«Le due donne, Albina e Irina, nel venerdì santo porteranno la Croce - sottolineava il direttore di Civiltà Cattolica -. Non diranno una parola. Neanche una richiesta di perdono o cose del genere. Niente. Sono sotto la Croce. avvenire. È un segno profetico mentre le tenebre sono fitte. Ed è una invocazione a Dio perché ci dia la grazia della riconciliazione. La loro presenza insieme - proseguiva il post - è una preghiera scandalosa per chiedere una grazia che solamente Lui può dare. La profezia si incunea nei cuori e nelle ombre della storia».

Il gesuita concludeva: «La domanda per il credente resta: che cosa significa oggi in questa situazione “amare il nemico” (che è il cuore del Vangelo)? E il Papa è pastore universale. Per lui vale quel che ha appena scritto in un tweet: “Il Signore non ci divide in buoni e cattivi, in amici e nemici. Per Lui siamo tutti figli amati”. È terribile e scandaloso. Ma è questo il Vangelo di Cristo».
Il turno di Albina e Irina a portare la Croce sarà in corrispondenza della XIII stazione, quando Gesù muore subito dopo aver gridato «Dio mio, perché mi hai abbandonato. E su questo insiste anche la meditazione scritta a quattro mani. «Dove sei Signore? Dove ti sei nascosto? Vogliamo la nostra vita di prima. Perché tutto questo? Quale colpa abbiamo commesso? Perché ci hai abbandonato? Perché hai abbandonato i nostri popoli? Perché hai spaccato in questo modo le nostre famiglie? Perché non abbiamo più la voglia di sognare e di vivere? Perché le nostre terre sono diventate tenebrose come il Golgota?».
Domande che preludono a una preghiera di riconciliazione. «Signore dove sei? Parla nel silenzio della morte e della divisione ed insegnaci a fare pace, ad essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare». Preghiera tanto più necessaria alla luce delle prese di posizione di ieri.

Irina e Albina, le protagoniste delle XIII stazione

La tredicesima Stazione della Via Crucis di papa Francesco al Colosseo vedrà la presenza di una famiglia russa e di una ucraina. Quelle di una infermiera ucraina, Irina, nel Centro di cure palliative “Insieme nella cura” della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma. E di una studentessa russa, Albina, del Corso di Laurea in Infermieristica del medesimo ateneo. Entrambe sono state intervistate da VaticanNews. Colloqui che testimoniano come tra loro sia nata una amicizia «più forte di qualsiasi logica divisiva che la guerra vorrebbe imporre». «Noi – racconta Albina – ci siamo conosciute durante il tirocinio, lo scorso anno». «Ho sentito – continua – un grande sostegno da parte sua. In questo momento, il popolo di Irina ha bisogno di questo sostegno. Con una delle mie amiche, anche lei ucraina, inviavamo anche prima della guerra aiuti a famiglie bisognose. Ora stiamo organizzando una scuola di infanzia per aiutare famiglie di rifugiati in Ucraina». «La nostra amicizia – sono le parole di Irina – nasce all’interno del reparto di cure palliative. Dal primo momento, il nostro legame è stato molto naturale. È nata questa una amicizia in modo spontanea. E quindi, ogni volta che ci incontravamo, era una emozione. Quando ci siamo incontrate poco dopo l’inizio della guerra, Albina è venuta nel reparto. Io ero di turno. È bastato il nostro sguardo: i nostri occhi si sono riempiti di lacrime. Mi emoziono sempre nel ricordare che Albina ha cominciato a chiedermi scusa. In quel momento era veramente inconsolabile. Non riuscivo a consolarla. Lei si sentiva in colpa e mi chiedeva scusa. Io la rassicuravo che lei non c’entrava niente in tutto questo».



Fonte






Sabato Santo: crocifissione e morte del Signore

("Cristo crocefisso" - Diego Velázquez (1632) - Museo del Prado, Madrid Spagna
«Ed era ben giusto che colui, per il quale e del quale sono
tutte le cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse
perfetto mediante la sofferenza il capo che li ha guidati alla
salvezza. Infatti proprio per essere stato messo alla prova
ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire
in aiuto a quelli che subiscono la prova»

(Eb 2, 5-11)








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Ciao ragazzi, tanti auguri di Buona Pasqua, anche in famiglia! [SM=x611821]






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La classe non si sciacqua!


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