Le cronache di Napoli: la sinistra, la camorra e la monnezza!

ilpoeta59
00domenica 24 giugno 2007 19:24


Vi propongo un articolo uscito stamattina su "Il Giornale"...lo sottoscrivo pienamente...come se lo avessi scritto io!!! [SM=g27828]

Se state pensando di trascorrere le vostre vacanze a Napoli, vi do un suggerimento: non lo fate. E se avete già versato un anticipo a qualcuno, meglio perderlo che rovinarvi le ferie. In questo momento, Napoli è la metropoli più sporca e nauseabonda d’Italia, forse del mondo. E voi volete buttare i vostri soldi e rovinarvi la salute venendo qua?

Qualche giorno fa, una turista giapponese è stata scippata e spedita all’ospedale. Intervistata, ha esclamato: «Non tornerò mai più qui, Napoli fa schifo!».

I mali di Napoli, a mio avviso, sono tre, due dei quali «storici»: la plebe, la camorra, e l’attuale classe politica. La plebe, da sempre, è la vera padrona della città: di più, ne è l’anima. Roma, Alessandria, Babilonia avevano la plebe, quasi tutte le città moderne se ne sono disfatte. Ma a Napoli la plebe ha resistito. Una plebe, si badi, che non è soltanto una classe economicamente e socialmente meno evoluta, ma anche uno stato d’animo. Ha scritto Domenico Rea: «Napoli ha sempre prodotto plebe: plebe aristocratica, plebe politica, plebe religiosa». In qualche modo della plebe ha fatto parte anche qualche sovrano; Ferdinando IV, detto «re lazzarone», si esprimeva in modo scurrile, si camuffava da pescivendolo e andava a vendere i polpi a Mergellina, da ragazzo urinava nell’androne del palazzo reale e defecava sulle statue scolpite con marmo di Carrara. Una plebe che inorridì Leopardi, Dumas, Dickens, e perfino De Sade. Una plebe con la quale dovrete fare i conti mettendo piede in questa città e che troverete nell’osteria come nel ristorante alla moda, dietro al bancone dell’acquafrescaro come nel caffè storico, nel taxi che vi porta all’albergo e nell’albergo stesso. La camorra. Voi credete che la camorra sia un problema dei napoletani, e invece è anche un problema vostro. Perché la monnezza che ha trasformato la città in una immensa discarica, non è altro che il frutto del potere camorrista, e l’aria che si respira in città la respirerete anche voi, ineffabili turisti. Napoli puzza da Capodimonte al Vomero, da Posillipo alla Ferrovia, nessun quartiere è risparmiato. Molti camminano con le mascherine, le malattie polmonari sono aumentate del 12 per cento rispetto alla media nazionale. La classe politica. Sono tredici anni che la sinistra non riesce a risolvere l’emergenza rifiuti, ma nessuno si dimette, che dico? nessuno pensa - nemmeno alla lontana - di intonare il mea culpa. Il mea culpa dovrebbero intonarlo anche quegli elettori che hanno dato fiducia a gente che li ha ripagati ricoprendoli di spazzatura, trasformando quella che fu la terza città d’Europa in «un’integrale cloaca, urbana, amministrativa, turistica e morale» (Ceronetti). E il mea culpa dovrete intonarlo voi, se, essendovi ostinati a venire a Napoli, sarete scippati e gettati nella monnezza.






maldini
00lunedì 25 giugno 2007 13:34
una delle città + belle rovinate dalla gente stessa che ci abita, è assurdo
(Sbirulin)
00lunedì 25 giugno 2007 13:53
Re:

Scritto da: maldini 25/06/2007 13.34
una delle città + belle rovinate dalla gente stessa che ci abita, è assurdo

già...hai ragione
Amante@
00lunedì 25 giugno 2007 14:09
Re:

Scritto da: ilpoeta59 24/06/2007 19.24


Vi propongo un articolo uscito stamattina su "Il Giornale"...lo sottoscrivo pienamente...come se lo avessi scritto io!!! [SM=g27828]

Se state pensando di trascorrere le vostre vacanze a Napoli, vi do un suggerimento: non lo fate. E se avete già versato un anticipo a qualcuno, meglio perderlo che rovinarvi le ferie. In questo momento, Napoli è la metropoli più sporca e nauseabonda d’Italia, forse del mondo. E voi volete buttare i vostri soldi e rovinarvi la salute venendo qua?

Qualche giorno fa, una turista giapponese è stata scippata e spedita all’ospedale. Intervistata, ha esclamato: «Non tornerò mai più qui, Napoli fa schifo!».

I mali di Napoli, a mio avviso, sono tre, due dei quali «storici»: la plebe, la camorra, e l’attuale classe politica. La plebe, da sempre, è la vera padrona della città: di più, ne è l’anima. Roma, Alessandria, Babilonia avevano la plebe, quasi tutte le città moderne se ne sono disfatte. Ma a Napoli la plebe ha resistito. Una plebe, si badi, che non è soltanto una classe economicamente e socialmente meno evoluta, ma anche uno stato d’animo. Ha scritto Domenico Rea: «Napoli ha sempre prodotto plebe: plebe aristocratica, plebe politica, plebe religiosa». In qualche modo della plebe ha fatto parte anche qualche sovrano; Ferdinando IV, detto «re lazzarone», si esprimeva in modo scurrile, si camuffava da pescivendolo e andava a vendere i polpi a Mergellina, da ragazzo urinava nell’androne del palazzo reale e defecava sulle statue scolpite con marmo di Carrara. Una plebe che inorridì Leopardi, Dumas, Dickens, e perfino De Sade. Una plebe con la quale dovrete fare i conti mettendo piede in questa città e che troverete nell’osteria come nel ristorante alla moda, dietro al bancone dell’acquafrescaro come nel caffè storico, nel taxi che vi porta all’albergo e nell’albergo stesso. La camorra. Voi credete che la camorra sia un problema dei napoletani, e invece è anche un problema vostro. Perché la monnezza che ha trasformato la città in una immensa discarica, non è altro che il frutto del potere camorrista, e l’aria che si respira in città la respirerete anche voi, ineffabili turisti. Napoli puzza da Capodimonte al Vomero, da Posillipo alla Ferrovia, nessun quartiere è risparmiato. Molti camminano con le mascherine, le malattie polmonari sono aumentate del 12 per cento rispetto alla media nazionale. La classe politica. Sono tredici anni che la sinistra non riesce a risolvere l’emergenza rifiuti, ma nessuno si dimette, che dico? nessuno pensa - nemmeno alla lontana - di intonare il mea culpa. Il mea culpa dovrebbero intonarlo anche quegli elettori che hanno dato fiducia a gente che li ha ripagati ricoprendoli di spazzatura, trasformando quella che fu la terza città d’Europa in «un’integrale cloaca, urbana, amministrativa, turistica e morale» (Ceronetti). E il mea culpa dovrete intonarlo voi, se, essendovi ostinati a venire a Napoli, sarete scippati e gettati nella monnezza.









Quindi i problemi sono sempre gli stessi da 13 anni a questa parte, e allora sorgono spontanee alcune domande:
Come mai in Campania la raccolta differenziata non è sufficientemente incentivata? Come mai non esistono impianti idonei?

Perchè la Camorra ha il controllo del ciclo dei rifiuti in Campania ed evidentemente per alcuni meccanismi segreti conviene molto più controllare una discarica che controllare un impianto di riciclaggio. Inoltre nei paesini e nei quartieri dove la raccolta differenziata è stata incentivata si sono raggiunti ottimi risultati, e la gente era entusiasta.

Peccato che poi “la maggioranza dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata non viene riciclata a causa del cattivo funzionamento degli impianti campani”. [ una vecchia puntata di Report]


Come mai la gente si oppone agli inceneritori?

Per tre motivi. In primis perchè c’è cattiva informazione, poi perchè serve un appalto per la costruzione dell’impianto, e come tutti sanno nella tradizione italiana gli appalti capita che sono un pò manipolati, poi perchè gli impianti dovrebbero essere costruiti con materiali dismessi dagli inceneritori esistenti in altri stati europei.. forse per risparmiare.

Ma c’è anche una questione di fondo, l’italiano vuole gli inceneritori però se lo costruiscono a 2 passi da casa sua si oppone, un pò come per le centrali nucleari.
In Campania la situazione difficilmente cambierà, e questi 13 anni lo dimostrano, fin quando alla Camorra sarà permesso di controllare il traffico dei rifiuti potranno anche intervenire 13212312 commissari, ma la situazione non cambierà di molto.



ilpoeta59
00lunedì 25 giugno 2007 18:09
Acqua, morti e monnezza sono tra i principali business della camorra...il motivo è ovvio, così come è scontata la collusione tra politici e camorristi!

Il popolo, abituato da sempre a "feste, farina e forca" sparla ma non insorge..."basta ca nce sta o' sole, ca nce rimasto o' mare, na nenna a core a core, na' canzone pe' cantà...etc. etc."...questa è Napoli!

Ma adesso c'è bisogno di un atto di forza dello Stato che scavalchi politici locali e camorristi aprendo immediatamente nuove discariche!!!
maldini
00lunedì 25 giugno 2007 20:26
lo stato non basta da solo
ci vuole la collaborazione di tutti, e soprattutto dei napoletani

la guerra alla mafia dev'essere combattuta da tutti i fronti
dallo stato e dal popolo
tolta quella al Sud tutto andrà meglio
e magari tutti gli "aiuti" che arrivano potranno essere usati per qualcosa di utile e non per le tasche di mafiosi e politici corrotti
ilpoeta59
00martedì 26 giugno 2007 19:42
Innanzitutto facciamo una distinzione: mafia in Sicilia e camorra in Campania!

Quì il problema è che quando si devono realizzare delle opere pubbliche vanno al tavolo delle trattative quelli che si devono spartire la torta...solitamente le trattative non sono brevi perchè si parla di appalti, mazzette, posti di lavoro e via dicendo che devono essere ripartiti tra politici e camorristi!

Inoltre per questa gente è molto più "produttivo" tamponare i problemi anziché risolverli...quindi se verrà dichiarato lo stato di calamità e verranno stanziati dei fondi, il governo dovrà controllare direttamente lo svolgimento delle opere d'installazione dei nuovi impianti di smaltimento!!!
maldini
00mercoledì 27 giugno 2007 11:03
basterebbe controllare meglio gli stanziamenti che già ci sono perchè arrivano + soldi al sud di quanti ce ne sia bisogno solo che vengono dispersi

e quanto alla distinzione tra camorra, mafia, sacra corona unita e balle varie mie sembra inutile, sempre delinquenti meritevoli solo di galera o esilio sono
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