Le origini celtiche del Natale irlandese

xena.45
00sabato 10 dicembre 2005 14:49
Molte delle usanze irlandesi ancora oggi in vita risalgono a epoche antichissime, quando alla cultura e alla religione gaelica subentrò il Cristianesimo.

La data in cui si celebra il Natale è legata alle religioni degli antichi Druidi e Romani. Nel periodo del solstizio d’inverno, Alban Arthuan (in inglese “The Light of Arthur”, secondo la credenza che re Artù nacque il giorno del solstizio d’inverno), i Celti celebravano la rinascita del sole così come i Romani celebravano la nascita del dio Sole. Alban Arthuan è noto anche come Yule, che deriva dalla parola anglo-sassone "Yula" o "Wheel of the Year" e indicava la celebrazione del giorno più breve dell’anno e della rinascita del sole.
Inoltre si credeva che Alban Arthuan fosse un periodo di crescente fertilità, come lo erano altre feste celtiche, tipo Samhain o Beltane.
L’usanza di ardere il ceppo di Natale, tradizione legata ancora oggi alle feste natalizie, nacque per onorare la grande dea madre.
Il ceppo veniva acceso alla vigilia del solstizio, usando i resti del ceppo dell’anno precedente, e veniva lasciato ardere per dodici ore come buon auspicio.

La decorazione del ceppo di Natale fu originariamente un’usanza pagana: si appendevano al tronco, solitamente di pino, numerose decorazioni colorate che stavano a significare gli astri tanto significativi per i pagani – luna, sole e stelle – e le anime di coloro che erano morti durante quell’anno.
Oltre a ciò si crede che anche il moderno scambio di regali derivi da una tradizione pagana che vedeva molti doni appesi all’albero in questione come offerte ai numerosi dei.

Per quanto riguarda Babbo Natale, infine, anche tale tradizione sembra risalire in qualche tratto al periodo celtico: i suoi elfi, infatti, sono una modernizzazione del “Nature folk” di origine pagana, e le sue renne sono associare all’”Horned God”, uno degli dei pagani.
Per concludere, dato il credo cristiano, per cui la nascita di Cristo portò nuova luce (e quindi vita) nel mondo, e data anche l’assenza nella Bibbia di una specifica data di nascita di Gesù, risulta logica la decisione di celebrare la festa della nascita di Cristo in coincidenza con il solstizio d’inverno.

[Modificato da xena.45 10/12/2005 14.54]

xena.45
00sabato 10 dicembre 2005 14:57
un natale irlandese da ricordare
La battaglia di Kinsale nel 1601
La Battaglia di Kinsale fu una battaglia cruciale della Guerra dei Nove Anni irlandese.
Kinsale è una cittadina di porto nell’area sud-est del paese. A causa di errori tattici, divenne il fulcro di una battaglia che distrusse le speranze del paese di ottenere l’indipendenza in quel periodo.
La Guerra dei Nove Anni fu combattuta per diverse ragioni. Gli irlandesi volevano l’indipendenza dall’Inghilterra e gli inglesi volevano aumentare i loro possedimenti e il loro potere in Irlanda. Nel frattempo, inoltre, l’Europa era in preda alla Riforma Protestante e ne venne fuori una guerra violenta tra Cattolici e Protestanti. Poiché l’Irlanda era principalmente cattolica, la Guerra dei Nove Anni fu vista come un’opportunità per indebolire l’egemonia inglese tramite la cattolica Spagna e i suoi alleati.

Gli Irlandesi speravano principalmente in Hugh O'Neill, Conte di Tyrone e Hugh O'Donnell, Tyreconnel. Entrambi erano gli ultimi grandi capitani gaelici e le loro roccaforti si trovavano nella zona dell’Ulster – area in cui ebbero luogo le prime Plantations inglesi. Qui scoppiarono una serie di rivolte che diedero inizio alla guerra. Hugh O'Neill si liberò del suo titolo di Conte di Tyronne e fu accolto dal popolo come O'Neill (titolo ereditario del Re d’Irlanda). Egli condusse le forze irlandesi a fulminee vittorie e ottenne un enorme seguito. Nello stesso frangente, "Red" Hugh O'Donnell stava terrorizzando gli inglesi ad ovest, riconquistando il castello di Sligo e sconfiggendo Clifford, il governatore inglese del Connacht.

Per questo motivo Elisabetta I dichiarò sia Hugh O'Neill che Hugh O'Donnell nemici e traditori e richiamò le sue truppe dalla Guerra Spagnola in Belgio. L’Irlanda, a sua volta, chiese aiuto alla Spagna cattolica. Gli inglesi con Lord Mountjoy ottennero molti successi e presto ebbero di nuovo il controllo dell’Irlanda meridionale. Quando la Spagna fu finalmente liberata fu un po’ troppo tardi per l’Irlanda. Filippo III di Spagna inviò un esercito di soli 4000 uomini comandati da Don Juan del Aguilla, la cui irritabilità ed impazienza si unirono negativamente ad una bassa capacità militare.

L’esercito di Aguilla e le sue poche navi sbarcarono nel settembre del 1601 a Kinsale, in territorio nemico. Furono subito circondati a terra da armate inglesi nettamente superiori e assediati per mare da una ostile flotta inglese. Gli uomini di O’Neill si trovarono, quindi, di fronte alla scelta tra abbandonare gli Spagnoli e il loro aiuto o marciare in territorio nemico e confrontarsi con forze superiori. Con coraggio fu scelta la seconda via: gli irlandesi, dunque, marciarono verso sud riuscendo a eludere ogni tentativo da parte degli inglesi di bloccarli.
Raggiunsero Kinsale a novembre con 12000 uomini che circondarono immediatamente le forse inglesi. La battaglia divenne un conflitto di trincea e già il 2 dicembre la truppa di Mountjoy contava 6500 uomini, mentre gli irlandesi e gli spagnoli erano complessivamente circa 10000.

Dopo lunghi giorni di dubbi e paure, la vigilia di Natale del 1601, gli irlandesi e gli spagnoli attaccarono le truppe inglesi ma subirono una sonora sconfitta. Gli irlandesi persero 2000 uomini e quasi 1000 scozzesi, inviati in aiuto alla ribellione. Gli spagnoli furono obbligati all’arresa e alla ritirata. Così, in un soffio, svanirono tutte le speranze degli irlandesi, alimentate da numerose vittorie consecutive. La reputazione di O’Neill fu segnata e non ottenne mai più grande successo. O’Donnell, invece, andò in Spagna, dove un inglese lo avvelenò. Anche ulteriori interventi di aiuto da parte della Spagna erano ormai persi.

La decisione di attaccare costò caro agli irlandesi: dopo la sconfitta molti di loro abbandonarono la patria e emigrarono in America. La forza per resistere agli inglesi era ormai troppo poca e i diritti cattolici dell’Irlanda andarono sempre più calando per i successivi duecento anni. E così continuarono ad aver luogo le Plantations inglesi in una terra da sempre governata da irlandesi.

[Modificato da xena.45 10/12/2005 14.58]

xena.45
00lunedì 12 dicembre 2005 10:15
Le decorazioni natalizie irlandesi
In epoca antica, in Irlanda non esisteva l’albero di Natale, ma si ornava la casa esclusivamente con vischio e agrifoglio.


L'agrifoglio
L’uso dell’agrifoglio ha origine in Irlanda, poiché questa è una delle principali piante che fioriscono durante la stagione natalizia e che poteva essere usata anche dalle famiglie più povere per decorare le abitazioni.
Già i Druidi conoscevano e usavano questa pianta per decorare la casa durante l’inverno e perché fosse luogo di rifugio dal freddo per le piccole fate che abitavano la foresta. Inoltre, poiché l’agrifoglio è una pianta sempreverde, essi credevano che mantenesse viva la bellezza della natura, dopo che numerose piante avevano perso le foglie e il proprio colore durante l’inverno.
Quando il Cristianesimo raggiunse l’Irlanda, i cristiani continuarono a decorare le case con corone di agrifoglio sulle porte e rametti alle finestre. Col tempo questa pianta è diventata una tradizione cristiana, con le bacche rosse a simboleggiare il sangue di Cristo, con le foglie spinose a ricordare la corona di spine indossata da Gesù durante la Passione e i boccioli bianchi da collegare alla purezza della Vergine Maria.


Il vischio
Il vischio non fu ugualmente fortunato in Irlanda, poiché ci fu un lungo periodo in cui non era ben visto dai cristiani. I Celti credevano che il vischio avesse dei poteri guaritivi, ma i cristiani non accettarono questa considerazione del vischio, valutandola una credenza pagana, e la pianta fu bandita fino all’epoca vittoriana, quando tornò in scena l’usanza del bacio sotto il vischio, come gesto d’amore e portafortuna.

Oggi, oltre al vischio e all’agrifoglio, da quando la Germania ha esportato l’usanza dell’albero di Natale, anche in Irlanda si è diffusa questa tradizione e ci si appresta con molto anticipo ad organizzarne e acquistarne gli addobbi. Se ne trovano di tutti i tipi, da pendenti a forma di trifoglio e leprechauns a palle di vetro color verde smeraldo con su scritti messaggi di buon augurio tipicamente irlandesi.

Tutte le decorazioni vengono tolte il giorno dell’Epifania e si crede che porti sfortuna toglierle prima! La vita, lentamente, torna alla normalità e le case sembrano terribilmente vuote!
maldini
00lunedì 12 dicembre 2005 11:55
[SM=g27811] [SM=g27811]
xena.45
00lunedì 12 dicembre 2005 14:47
grassie caro...


xena.45
00martedì 13 dicembre 2005 16:38
i dodici giorni di natale

I Twelve Days of Christmas sono i dodici giorni che vanno da Natale all’Epifania. Il 6 gennaio, conosciuto anche come “Little Christmas”, è la fine ufficiale della stagione natalizia, giorno in cui vengono tolte tutte le decorazioni e si chiude la porta al Natale.
Ma Twelve Days of Christmas è anche il titolo di un famoso canto natalizio (clicca qui per leggerne il testo integrale ).

La popolare canzone natalizia, non è una banale sequenza di rime prive di senso o una strana lista di regali, bensì nasconde un significato profondo e ebbe in origine uno scopo molto serio quando fu composta.
In Inghilterra, nel periodo che va dal 1558 al 1829, ai cattolici fu vietato per legge l’esercizio, privato e pubblico, della propria fede. La canzone Twelve Days of Christmas è un ricordo di questo periodo in cui il Cattolicesimo era illegale: essa fu, infatti, scritta in Inghilterra come esercizio di memoria per aiutare i giovani cattolici a imparare i dogmi della loro fede. Tutto ciò accadeva in maniera occulta, poiché se si veniva trovati con addosso una qualsiasi traccia che testimoniasse la propria adesione alla fede cattolica, si poteva essere non solo imprigionati, ma anche impiccati o, ancora peggio, si poteva subire un trattamento che prevedeva l’impiccagione fino al soffocamento, lo sventramento da semivivo e il successivo smembramento del corpo, trainato da quattro cavalli.

I doni elencati nel canto celano significativi insegnamenti della fede cattolica. Già all’inizio, per esempio, il “true love” non si riferisce a un amante terreno, ma a Dio stesso. Il “me” che riceve i regali indica ogni persona battezzata. Per quanto riguarda i doni, invece, vediamone la simbologia, uno per uno:

On the 1st day of Christmas my true love gave to me…
…A Partridge in a Pear Tree
La pernice in un pero (partridge in a pear tree) simboleggia Gesù, che si finge ferito per attirare i predatori a sé e distoglierli dai figlioletti indifesi nel nido. Tale metafora richiama l’espressione della tristezza di Cristo sul fato di Gerusalemme: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati! Quante volte ho voluto a raccogliere i tuoi figli come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, ma voi non avete voluto!” (Luca 13, 34)

On the 2nd day of Christmas my true love gave to me...
… Two Turtle Doves
Le due tortore raffigurano il Vecchio e il Nuovo Testamento, che testimoniano la rivelazione di Dio nella storia e la creazione di un popolo che diffondesse la parola del Signore.

On the 3rd day of Christmas my true love gave to me...
… Three French Hens
Le tre galline francesi rappresentano le tre virtù teologiche: fede, speranza e amore

On the 4th day of Christmas my true love gave to me...
… Four Calling Birds
I quattro uccelli sono I quattro Vangeli, di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, che proclamano la parola di Dio.

On the 5th day of Christmas my true love gave to me...
… Five Gold Rings
I cinque anelli d’oro rappresentano i primi cinque libri del Vecchio Testamento, conosciuti come Torà o Pentateuco: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio, che espongono la storia del peccato dell’umanità e il responso di Dio di grazia nella creazione di un popolo che illumini il mondo.

On the 6th day of Christmas my true love gave to me...
… Six Geese A-laying
Le oche sono i sei giorni della creazione.

On the 7th day of Christmas my true love gave to me...
… Seven Swans A-swimming
I cigni rappresentano i sette doni dello Spirito Santo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio.

On the 8th day of Christmas my true love gave to me...
… Eight Maids A-milking
Le otto vergini stanno a simboleggiare le otto beatitudini: 1) Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati. 2) Beati i mansueti, perché erediteranno la terra. 3) Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati. 4) Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta. 5) Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 6) Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 7) Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. 8) Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. (Matteo 5:3-10)

On the 9th day of Christmas my true love gave to me...
… Nine Ladies Dancing
Le nove fanciulle danzanti sono i rispettivi frutti dello Spirito Santo: amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo. (Galati 5: 22)

On the 10th day of Christmas my true love gave to me...
… Ten Lords A-leaping
I dieci signori simboleggiano I dieci comandamenti: Non avrai altro Dio fuori di me; Non nominare il nome di Dio invano; Ricordati di santificare le feste; Onora il Padre e la Madre; Non uccidere; Non commettere atti impuri; Non rubare; Non dire falsa testimonianza; Non desiderare la donna d'altri; Non desiderare la roba d'altri (Esodo 20:1-17)

On the 11th day of Christmas my true love gave to me...
… Eleven Pipers Piping
Gli undici suonatori rappresentano i rispettivi apostoli fedeli: Simone detto Pietro, Andrea fratello di Pietro, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Simone lo Zelota, Giuda di Giacomo (Luca 6:14-16). La lista, qui, non include il dodicesimo apostolo, Giuda Iscariota, che tradì Gesù.

On the 12th day of Christmas my true love gave to me...
… Twelve Drummers Drumming
I dodici suonatori, ancora, rappresentano i dodici punti del credo apostolico: 1) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; 2) Credo in un solo Signore Gesù Cristo, unigenito figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli; 3) per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo; 4) Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto; 5) Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre; 6) E di nuovo verrà, nella gloria per giudicare i vivi e i morti ; 7) il Suo regno non avrà fine; 8) Credo nello Spirito Santo; 9) Credo la Chiesa; 10) Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati; 11) la risurrezione dei morti; 12) la vita del mondo che verrà.

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