Miracolo a Francoforte

auroraageno
00venerdì 11 gennaio 2013 11:09


Miracolo a Francoforte



Francoforte, 1988 – Nel grande aeroporto tedesco da mesi hanno preso a arrivare bambini soli, dal Medio Oriente e dall'Asia, con in tasca solo un biglietto: «Da noi c'è la guerra. Per favore, abbiatene cura». La Bilde Zeitung scrive che sono ormai centinaia. Arrivo a Francoforte, scalo immenso, anonimo crocevia di destini; passeggeri di fretta, cento lingue, in una concitazione da Babele.
Eccoli, i profughi: otto, dieci anni, pelle caffelatte, occhi grandi di paura. Un funzionario, il signor Brinkmann, li accompagna in un istituto nei boschi del Taunus: i bambini di Sri Lanka e Eritrea guardano attoniti la neve. La Germania del 1988 concede asilo ai profughi bambini in virtù di una legge del primo dopoguerra. Ma ora i profughi cominciano a essere troppi. Tra i tedeschi si coglie un crescente fastidio. «Però non si può, capisce, mandarli indietro», si accalora Brinkmann.
Già, non si può. Infatti lui, padre di tre figli, una sera dall'aeroporto si è portato a casa quattro piccoli sfiniti eritrei. E la mattina con sua moglie han deciso che non potevano mandarli via: così che ora hanno sette figli. Lo credereste? Nella indifferente Babele del Frankfurt Airport c'è uno così, che apre il cuore a quattro figli in una notte. (Sono silenziosi i miracoli, non fanno rumore).


Marina Corradi


Lady Nocturnis.
00venerdì 11 gennaio 2013 13:03
Anche in Italia ci sono famiglie che anelano di prendersi cura di bambini abbandonati ma le leggi non lo consentono peccato.
C'è una lunga tiritera da parte degli istituti religiosi che blocca le richieste.
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