Pablo Neruda

ilpoeta59
00lunedì 14 luglio 2008 00:31


SAPRAI CHE NON T'AMO

Saprai che non t'amo e che t'amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.

Io t'amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l'infinito,
per non cessare d'amarti mai:
per questo non t'amo ancora.
T'amo e non t'amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.

Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
e per questo t'amo quando t'amo.


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sole281
00lunedì 14 luglio 2008 00:43
Amo Pablo Neruda!!! [SM=x1569326]
sole281
00lunedì 14 luglio 2008 00:45


Questa volta lasciami

essere felice,

non è successo nulla a nessuno

non sono in nessun luogo,

semplicemente

sono felice

nei quattro angoli

del cuore, camminando,

dormendo o scrivendo.

Che posso farci, sono

felice,

sono più innumerabile

dell'erba

nelle praterie,

sento la pelle come un albero rugoso,

di sotto l'acqua,

sopra gli uccelli,

il mare come un anello

intorno a me,

fatta di pane e pietra la terra

l'aria canta come una chitarra.

ilpoeta59
00martedì 15 luglio 2008 22:41
Qui io ti amo.
Tra i pini scuri si srotola il vento.
Brilla fosforescente la luna su acque erranti.
Passano giorni uguali, inseguendosi l'un l'altro.

Si dirada la nebbia in figure danzanti.
Un gabbiano d'argento si stacca dal tramonto.
A volte una vela. Alte, alte stelle.

O la croce nera di una nave. Solo.
A volte mi alzo all'alba e persino la mia anima è umida.
Suona, risuona il mare lontano.
Questo è un porto.
Qui io ti amo.

Qui io ti amo e invano l'orizzonte ti occulta.
Ti sto amando anche in mezzo a queste cose fredde.
A volte vanno i miei baci su quelle navi gravi,
che corrono sul mare dove non arriveranno.
Mi vedo già dimenticato come quelle vecchie ancore.

Sono più tristi le banchine quando ormeggia la sera.
Si stanca la mia vita inutilmente affamata.
Amo quel che non ho. Tu sei così distante.
La mia noia lotta con lenti crepuscoli.
Ma poi giunge la notte e inizia a cantarmi.
La luna proietta la sua pellicola di sogno.

Mi guardano con i tuoi occhi le stelle più grandi.
E poichè io ti amo, i pini nel vento
vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie metalliche.
Baldo@@
00martedì 15 luglio 2008 22:47
[SM=x611842]
sole281
00giovedì 17 luglio 2008 16:03
IL TUO SORRISO

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l' aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d' improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d' aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amore mio, nell' ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d' improvviso
vedi che il mio sangue macchina
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

Pablo Neruda
ilpoeta59
00venerdì 25 luglio 2008 11:46
Forse non tutti sanno che:

Pablo Neruda è lo pseudonimo che Neftalì Ricardo Reyes scelse in onore del poeta cecoslovacco Jan Neruda (1834-1891), cantore della povera gente!

uomofalco908
00giovedì 23 ottobre 2008 17:46
Poeta59 sei poeta davvero allora...
Ne capisci di poesia... abbiamo dei gusti simili a quel che vedo...
Mi piacerebbe confrontarmi con te...
ilpoeta59
00giovedì 23 ottobre 2008 20:08

Poeta59 sei poeta davvero allora...
Ne capisci di poesia... abbiamo dei gusti simili a quel che vedo...
Mi piacerebbe confrontarmi con te...



Mi fa piacere! [SM=x1583472]
Frida07
00lunedì 29 dicembre 2008 15:26
Ammo questo poeta

Sete di te m'incalza

Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.


Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Esista una terra mia che non copra la tua orma.
Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.


Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
Come poter non amarti se per questo devo amarti.
Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda arroce e dolce.
Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, perchè esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perchè esistono i tuoi baci.
L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.
Frida07
00lunedì 29 dicembre 2008 15:27
XVII sonetto

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.


T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.


T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti


che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.



da Cento sonetti d'amore
auroraageno
00martedì 4 dicembre 2012 11:07



MELISANDA


Il suo corpo è un'ostia fine; minima e lieve.
Ha azzurri gli occhi e le mani di neve.

Nel parco gli alberi sembrano congelati,
gli uccelli si ferman su di essi stanchi.

Le sue trecce bionde toccano l'acqua dolcemente
come due braccia d'oro sbocciate dalla fonte.

Ronza il volo perduto delle civette cieche.
Melisanda s'inginocchia - e prega.

Gli alberi s'inchinano fino a toccar la sua fronte.
Gli uccelli s'allontanano nella sera dolente.

Melisanda, la dolce, piange presso la fonte.




Lady Nocturnis.
00martedì 4 dicembre 2012 12:51
Corpo di donna

Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono.
Il mio corpo di rude contadino ti scava
e fa scaturire il figlio dal fondo della terra.

Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli
e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione.
Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un'arma,
come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.

Ma viene l'ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d'assenza!
Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!

Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto!
Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane,
e la fatica rimane, e il dolore infinito.

Pablo Neruda(poesie)


auroraageno
00mercoledì 5 dicembre 2012 16:40

IL NUOVO SONETTO A ELENA


Quando sarai vecchia, fanciulla (Ronsard te l'ha già detto)
ti ricorderai di quei versi che io recitavo.
Avrai i seni tristi d'allattare i tuoi figli,
gli ultimi germogli della tua vita vuota.

Io sarò così lontano che le tue mani di cera
areranno il ricordo delle mie rovine nude,
comprenderai che può nevicare in Primavera
e che in Primavera le nevi son più crude.

Io sarò così lontano che l'amore e la pena
che prima vuotai nella tua vita come un'anfora piena
saranno condannati a morire nelle mie mani.

E sarà tardi perché se n'andò la mia adolescenza,
tardi perché i fiori una sola volta dan profumo
e perché anche se mi chiamerai io sarò lontano.



Pablo Neruda - da Todo el amor




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