A poche ore dalla messa in onda della quinta e della sesta puntata, voglio commentare i due precedenti episodi di Gomorra.
La terza puntata è tutta dedicata a Salvatore Conte, probabilmente il personaggio più amato dal pubblico, un grande boss in cui coincidono gli estremi dell'onnipotenza e della vulnerabilità.
Salvatore Conte ha un rapporto edipico con la madre, è innamorato di un travestito, è dotato di una spiritualità da martire ma nel contempo è lucido, scaltro, spietato.
"L'omme che po' fa o meno 'e tutt cos, nun tene paura 'e niente" (L'uomo che può fare a meno di tutto, non ha paura di niente), questa è la sua frase più famosa, una frase che riassume tutto il suo essere, il suo vivere sospeso tra il bene e il male, tra la religiosità e il potere materiale.
Quando Salvatore Conte va ad elemosinare un incontro con il trans, quando cerca affannosamente nei cassetti di casa quelle sigarette a cui aveva rinunciato e se ne fuma una pensierosamente, come fosse l'ultima sigaretta del condannato a morte, si capisce che il personaggio sta chiudendo il cerchio della sua esistenza.
L'amore rende deboli, ti toglie la lucidità, smetti di essere predatore e diventi preda...in questa dannatissima terza puntata Salvatore Conte commette degli errori irreparabili e muore per mano dei suoi uomini più fidati.
Nella quarta puntata si inasprisce il rapporto tra il Savastano padre e il Savastano figlio, ciascuno dei due ha una strategia diversa per tornare al potere...sull'altra sponda c'è Ciro Di Marzio detto l'immortale, il killer che è diventato un boss, l'uomo che è stato capace di uccidere addirittura la madre di sua figlia, l'uomo che ha raggiunto la cima ma che adesso sta seduto su una polveriera.
Penso che stasera ne vedremo delle belle!
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