Le bucce dell'arancia.. Mia nonna metteva le bucce dell'arancia sulla stufa a legna per profumare la cucina intanto che la torta cuoceva nella bocca del forno e la legna stagionata bruciava a combustione lenta e costante.Intorno alla stufa c'erano sempre 4 sedie a debita distanza dal calore ed io mi divertito a smuovere le braci dalla grata che cadevano scintillando e crepitando.
L'albero.. Con le antiche decorazioni, l'angioletto,le palle , grandi in basso e via via più piccole verso i rami più corti del puntale.Il compito di mettere il puntale sulla cima era del nonno che essendo più alto non avrebbe fatto danni e l'albero sarebbe apparso ben dritto quando l'indomani ci sarebbero state le visite per gli auguri.
La tavola..Bisognava risciacquare i bicchieri dell'anno prima che erano stati riposti al sicuro essendo di cristallo di Boemia, ne mancava uno su 12 perchè era caduto rompendosi; ahinoi quel giorno...!
Si era spezzato l'incanto del servizio "buono" quello che dà distinzione con i piatti di porcellana e i tovaglioli di Fiandra.Questo servizio da tavola di Natale nobilitava le vivande e le portate più semplici ma servite con cura tra i riflessi dei cristalli e la luce degli argenti davano un senso di ricchezza e di benessere.
Il cibo..A noi quasi montanari avvezzi a mangiare i rustici piatti regionali del Canton Ticino e della Val D'Ossola sembrava che il pesce fosse l'alimento più aristocratico da portare in tavola a Natale, quindi una cernia bruttissima, cattivissima e feroce arrivava da Milano e veniva servita cotta e mortificata nel cenone della vigilia.
I regali.. A me toccavano sempre cose "utili" Guanti, sciarpe, scarpe, berretti... ma uno alla volta per ogni nuovo Natale e dovevo attendere il natale successivo per avere il resto delle parure
I centrini..Nonna e zia tricòttavano a livello industriale tutto l'anno, facevano tende tovaglie e centrini da regalare a Natale a tutti i conoscenti.Credo che avessero una nevrosi con quell'uncinetto in mano; ecco perchè fumo..
La benedizione.. Il prete con 2 chierichetti arrivava puntuale anche a casa nostra, con aria bonaria ci impartiva la benedizione usando una bacinella con la catena dove intingeva il pennello spruzzando a destra e a sinistra in tutte le stanze, seguivano le preghiere e si concludeva facendo l'offerta che il chierichetto prendeva al volo e metteva nella tunichina; questo perchè il denaro non doveva passare nelle mani del sacerdote che non doveva contaminarsi coi peccati del mondo...
La Santa Messa.. La chiesa era lontanuccia ma armati di scarponi si andava alla Messa di mezzanotte; là fuori la notte del mio ricordo, aveva nevicato e il ghiaccio brillava sotto la luce diafana della luna di dicembre,anche le voci dei miei cari mi giungevano attutire ma mentre scrivo l'eco del tempo lontano è più vivo che mai.
Ora per la benedizione delle case girano con un pennello asciutto, un gesto asettico e sintetico che non lascia traccia di spiritualità se non il rimpianto dei natali andati via spazzati dallo spirito del tempo.