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Serie A Campionato 2017-2018: cronache, classifiche e... tanti commenti

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2018 13:08
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27/08/2017 00:33
 
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Nonostante la VAR nelle partite della Juventus si assegnano rigori inesistenti... al Genoa, però.

Nonostante la VAR si continuano a non fischiare rigori appariscenti contro l'Inter (Spalletti si è subito uniformato al nuovo look nerazzurro...).



[SM=x3848516]



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Torino-Sassuolo 3-0: magia di Belotti, in gol anche Ljajic e Obi

A secco alla prima giornata il Gallo si sblocca contro gli emiliani.
E lo fa a modo suo: con un gol pazzesco.
A blindare il risultato ci pensano il serbo e il centrocampista nigeriano.
Due gli episodi da Var, furia Miha con lo staff per una sostituzione sbagliata


Il Gallo mette le ali, vola in alto per agganciare un pallone impossibile e con un gesto atletico di rara bellezza firma il primo gol della nuova stagione. Rete numero 43 in granata nella partita numero 110 in serie A per dare un po’ di numeri. Un gol che va visto e rivisto per capire che forse la clausola di 100 milioni di euro fissata per l’eventuale cessione, non era poi così campata in aria. Per il pathos della gara non poteva mancare anche al Grande Torino l’intervento della Var, anche qui decisiva e in contrasto con la decisione di Mazzoleni che per due volte assegna un penalty, uno per parte e vede “bocciata” la decisione dall’occhio elettronico. attaccanti con spirito di sacrificio. Ancora emozioni? Tutte nel finale, raddoppio del Torino di Ljajic servito da Iago e rete di Obi su assist di Belotti. Obi che avrebbe dovuto lasciare il campo pochi minuti prima ma che per un errore dei collaboratori di Sinisa resta in campo, fuori Rincon per Acquah con Mihajlovic che spintona Lombardo per la scelta errata.

CHE FINALE — Al di là dei gol la partita non è stata bellissima, tante palle perse da entrambe le parti, complice il caldo e la preparazione non ancora al top, partita a lungo sotto ritmo con il Sassuolo che finché ha potuto ha cercato di arginare le folate sulle corsie dei granata. Il Torino si è presentato in campo con un paio di novità rispetto alla prima di Bologna, De Silvestri preferito a Zappacosta esterno basso, Rincon in campo dall’inizio a centrocampo a fianco di Obi, in panchina Acquah. Sassuolo con la formazione annunciata, a casa un poker di giocatori con la valigia pronta per altre destinazioni. Dopo tre minuti il Torino potrebbe passare in vantaggio se Berenguer non pasticciasse davanti alla porta su un rasoterra pennellato da Iago Falque. Al 44’ Belotti al primo tocco di palla centra la porta. Grande sforbiciata su cross di De Silvestri e grande gesto tecnico del Gallo che esulta al primo gol della stagione. Al 10’ della ripresa Duncan per poco no sorprende Sirigu, tiro cross da posizione defilata ed il granata ci mette una pezza. Al 13’ mani di Cannavaro in area su cross di Iago, per Mazzoleni è rigore ma la Var lo corregge, involontario, prima testa e poi braccio, e il gioco riprende. Poche emozioni fino ai minuti finali con Ljajic e Obi che rimpinguano il bottino grazie a due giocate di Iago e Belotti,

Francesco Bramardo

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Chievo-Lazio 1-2, Milinkovic-Savic decisivo

Il centrocampista firma il gol della prima vittoria stagionale in A per la squadra di Inzaghi.
Nel primo tempo Pucciarelli aveva risposto a Immobile


Ha deciso una sventola di Milinkovic-Savic quando alla fine della partita mancava un minuto e mezzo. Capolavoro autentico, collo esterno destro da campione in una contesa fino al 44’ del secondo tempo sul filo dell’equilibrio firmata da Immobile e Pucciarelli. Il 2-1 della Lazio in casa del Chievo arriva così: è la prima vittoria in campionato della squadra di Inzaghi, che aveva steccato la prima pareggiando in casa con la Spal, e la prima sconfitta di quella di Maran, che almeno un pareggio l'aveva meritato.


LA PARTITA — Il Chievo prova a guidare la gara, alto con la linea di difesa e autoritario nel possesso. Sorniona la Lazio, che però alla prima palla buona passa. Sorrentino esita (11’) sull’angolo di Luis Alberto e per Immobile è fin troppo facile metterla dentro sul secondo palo. Reagisce il Chievo, pericoloso (29’) sul colpo di testa di Castro e salvato, fra Radovanovic e Sorrentino, sul filtrante di Luis Alberto (33’) a favore dello scatto di Immobile. Più vivo il Chievo, che al 34’ trova il meritato pari con Pucciarelli dopo un paio di carambole nell’aria della Lazio. Imprendibile il suo destro. Con personalità il Chievo, al 37’ ancora di testa ci prova Castro ma Strakosha è attentissimo. Riposo, dopo due minuti di recupero. Il primo lampo della ripresa è di Birsa, il cui sinistro maligno (7’) costringe Strakosha ad un intervento non facile sul secondo palo. Inzaghi prova a cambiare le coordinate della Lazio, piazzando Caicedo alle spalle di Immobile e arretrando Milinkovic-Savic. Fuori Leiva, oltre a Lulic sostituito da Lukaku. Il ritmo resta basso, il caldo si fa sentire. La Lazio si fa vedere (23’) con Basta il cui destro in corsa accarezza l’esterno della rete. Poi la partita s’accende in un minuto. Inglese (25’) gira di testa a lato di poco un cross dalla destra di Hetemaj, ancor più bello (26’) il colpo sotto di Milinkovic-Savic a liberare Immobile davanti alla porta. Destro forte, ma fuori. Occasionissima, ma l’ultimo squillo è proprio di Milinkovic-Savic. Anche Inzaghi corre ad abbracciarlo. Al 46’ il colpo di testa di Castro termina alto di poco. Finita.

Alessandro De Pietro

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Serie A, Crotone-Hellas Verona 0-0, allo Scida vince la noia

Nicola e Pecchia portano a casa il primo punto del campionato,
Pazzini entra ancora dalla panchina ma non riesce a incidere



Crotone e Verona si annullano senza gol e conquistano i primi punti in classifica, ma sono i calabresi che devono recriminare per le occasioni sprecate. Il Verona in attacco è stato evanescente, Cordaz non ha mai dovuto parare. Pecchia per la seconda volta lascia Pazzini in panchina e anche in difesa rinuncia ad Heurtaux. Promuove Zuculini titolare e riporta Romulo dietro. Nicola, in piena emergenza, alza Faraoni sulla destra e inserisce Sampirisi nel pacchetto arretrato. Esordio di Ajeti mentre in attacco riecco la coppia Trotta – Budimir che col Milan ha giocato solo 2 minuti.

LA PARTITA — Crotone pimpante nei primi minuti con Trotta che al 9’ non controlla in area un buon suggerimento di Mandragora. Il Verona mette in mostra un buon palleggio e al 18’ Cerci fa correre un brivido con un sinistro che passa non lontano dal palo sinistro di Cordaz. Risponde Trotta un minuto dopo ma il suo tiro da dentro l’area non centra lo specchio. Al 24’ Budimir vicino al vantaggio, tira da pochi passi addosso a Nicolas, che evita la capitolazione. Al 40’ la palla gol più nitida del Crotone con Ajeti che sul corner di Mandragora impatta la sfera ma non trova il gol per pochi centimetri.

LA RIPRESA— Dopo il riposo i padroni di casa vanno ancora vicini al vantaggio ma Trotta è sfortunato nel rimpallo e Nicolas si ritrova il pallone nelle mano. Al 9’ Budimir di testa cerca la via del gol su una punizione di Mandragora ma la mira è sbagliata. Al 19’ Guida annulla il possibile vantaggio del Crotone, il gol di Trotta è viziato da una scorrettezza di Budimir ai danni di Nicolas. Al 26’ sinistro rasoterra di Barberis che passa vicinissimo al palo di Nicolas. Al 39’ per poco non beffa Nicolas: il suo tiro da 50 metri colpisce la parte superiore della traversa e termina fuori con il portiere scaligero fuori dai pali.

Luigi Saporito

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Fiorentina-Sampdoria 1-2, Caprari e Quagliarella gelano Pioli

Doppia Samp in tre minuti nel primo tempo, Quaglia (su rigore) al terzo gol in due giornate.
Accorcia Badelj in avvio di ripresa, ma i Viola restano inchiodati a zero punti



La nuova Fiorentina non va, la Sampdoria sì. E così la seconda giornata rispecchia la prima, con i viola che perdono ancora mentre la squadra di Giampaolo raddoppia volando a sei punti. A niente è servito un gran secondo tempo giocato dai padroni di casa. Pioli ritrova Chiesa e Badelj puntando sulla voglia di Simeone al centro dell'attacco. Giampaolo risponde con Caprari e Quagliarella davanti, supportati da Ramirez. Problemi nel riscaldamento per Barreto, dentro Linetty. Un minuto e Praet viene ammonito per fallo su Biraghi. Si gioca davanti ad oltre 25mila spettatori e con un caldo impressionante. Il primo tiro è di Chiesa al 9', sinistro bloccato a terra da Puggioni. Tre minuti e la Samp risponde con un colpo di testa di Carpari su cross di Sala, palla out. La partita di Eysseric finisce presto con il francese che esce (in barella) al 19' per un problema alla caviglia, al suo posto Gil Dias. Il portoghese prova subito l'azione personale, tiro bloccato.

UNO-DUE — Al 24' ancora Sampdoria con Quagliarella che tenta il pallonetto al volo su Sportiello, ma il portiere non si fa sorprendere. Al 32' gli ospiti passano. Ramirez si libera al tiro, Sportiello non respinge benissimo e Caprari mette dentro anticipando un sonnacchioso Tomovic. Ancora il serbo un minuto dopo combina la frittata toccando di mano in piena area di rigore. Dagli undici metri Quagliarella segna di potenza. I viola provano a reagire con il solito Gil Dias, ma il primo tempo finisce con il doppio vantaggio Samp.

REAZIONE — Pioli sostituisce il frastornato Tomovic inserendo Bruno Gaspar, ma il portoghese perde subito Caprari che si mangia il 3-0 tutto solo davanti a Sportiello. A segnare allora è la Fiorentina. Gil Dias serve Bruno Gaspar in profonità, cross morbido del nuovo entrato e piatto vincente al volo dell'accorrente Badelj. La Viola ci crede, il Franchi spinge e Chiesa impegna Puggioni da lontano. Giampaolo alza il muro inserendo Ferrari per Murru, in difficoltà su Gil Dias, allargando Regini a sinistra. La Fiorentina insiste, ma prima Benassi e poi Simeone perdono l'occasione per il pari.

FINALE — Al 27' Badelj, migliore tra i viola, smarca Chiesa davanti a Puggioni, bravissimo a respingere. Pioli tenta il tutto per tutto inserendo Babacar per Benassi e viola a 4 punte. Al 30' proprio Babacar e Pezzella non riescono incredibilmente a segnare dalla linea di porta. La Samp è alle corde, ma regge. Al 91' ancora Chiesa spreca in acrobazia sparando alto. La Fiorentina meriterebbe il pareggio che però non arriva e così sono gli ospiti a festeggiare volando a quota sei in classifica con i viola che restano ancora a zero. Dopo la sosta, a Verona, sarà già una sfida delicatissima per i ragazzi di Pioli.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Milan-Cagliari 2-1, Joao Pedro risponde a Cutrone.
Poi ci pensa Suso

Prestazione opaca dei rossoneri, in vantaggio al 10' con un
altro gol del bomber classe '98 e poi ripresi dai sardi al 56'.
Una magia su punizione dello spagnolo al 70' regala però una vittoria sudatissima


Paradossi del calcio. Un'estate passata a spendere oltre 200 milioni e a dannarsi per portare a Milanello un bomber da un gol a partita, e ti accorgi che il cannoniere ce lo avevi già in casa da quando era bambino e che la stella che ti risolve la serata era già in rosa e aspetta di rinnovare. Dopo il successo di Crotone, il Milan vince anche la prima di campionato a San Siro, ma per battere il Cagliari servono un gol di Cutrone - un altro, il quarto in sei gare ufficiali – e una magia di Suso, dopo il pari di Joao Pedro: finisce 2-1. Le buone notizie, però, per Montella e il presidente Li Yonghong, in tribuna, finiscono qui. Per la gestione della partita e il bel gioco si prega di ripassare.

L'HASHTAG DELLA SERATA — #cutronegol. Il centravanti a sorpresa di questo inizio di stagione dispensa lezioni su come seguire come telecomandato il pallone buono e spingerlo in rete. Dicono che Montella vada matto per il 19enne promosso dalla Primavera, ed è difficile dargli torto. Cutrone non sbaglia un movimento, sa difendere il pallone e leggere in anticipo le giocate dei compagni: sul cross pennellato da Suso al 10' del primo tempo, Patrick si libera della marcatura di Andreolli a centro area e taglia sul secondo palo bruciando Cragno. Movenze e giocata da Playstation. Punto di riferimento lì davanti, senso del gol da predestinato. A proposito di Playstation, andatevi a rivedere la punizione da tre punti di Suso: per lui non servono hashtag, le sue prodezze sono trendig topic già da una stagione.

DI COSA SI PARLERÀ — Del passo indietro sul piano del gioco rossonero. Montella dovrà rivedere qualcosa in mezzo al campo, dove due su tre hanno steccato. Calhanoglu senza passo né idee, Kessie stretto nella morsa di Barella e con il pari di Joao Pedro sulla coscienza: è lui a perdere un pallone sanguinoso all'11' della ripresa e "servire" al duo Farias-Joao Pedro il momentaneo 1-1. Più in generale, il Milan è ancora troppo poco maturo nella gestione dei 90': Rastelli e il suo Cagliari corto e senza punti di riferimento in avanti hanno i loro meriti (colpiscono pure un palo con Sau sullo 0-1), ma i rossoneri concedono il pallino del gioco troppo presto e di fatto non lo riconquistano più. Con parecchi brividi di troppo, come il contatto Bonucci-Joao Pedro, che Pairetto e il Var giudicano regolare: il capitano rossonero rischia tantissimo.

LA DOMANDA — La magia di Suso al 70' fa esplodere i quasi 50mila di San Siro e regala i 3 punti che servono per stare al passo delle big, ma con Kalinic (entrato nel finale) e Cutrone a disposizione e due terzini come Conti e Ricardo Rodriguez che sembrano soffrire nella difesa a 4, il 3-5-2 pare il vestito migliore per questo Milan. Ma Suso sull'esterno del tridente, con la libertà di cercare il fondo per i cross o di tagliare verso la trequarti, è l'unica certezza del momento: siamo sicuri che in una posizione più centrale renderebbe allo stesso modo?

Marco Fallisi

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Napoli-Atalanta 3-1: in gol Cristante, Zielinski, Mertens e Rog

La squadra di Gasp gioca un gran primo tempo, ma nella ripresa il
capolavoro del polacco e le giocate del belga ispirano la rimonta



Quando al Napoli vengono i cinque minuti (stavolta tra l'undicesimo ed il sedicesimo della ripresa) non ce n'è per nessuno, neppure per l'Atalanta di Gasperini, un tabù che gli azzurri hanno faticato non poco a sfatare. Il copione dello scorso anno, con i bergamaschi vittoriosi a Fuorigrotta, sembrava si stesse ripetendo, poi nella ripresa la storia è cambiata anche grazie alla freschezza atletica del Napoli che nel finale ha messo il sigillo con Rog in contropiede a dimostrazione del fatto che Sarri può contare - e sa gestire - una rosa ampia, giovane e di qualità. Nessuna sorpresa alla lettura delle formazioni con Ilicic preferito da Gasperini a Kurtic. L'ex palermitano si è spesso allargato a destra per contenere Ghoulam ma ha fatto pure da schermo su Jorginho. Due cambi negli azzurri rispetto a Nizza, dentro Maggio per lo squalificato Hysaj ed il propositivo Zielinski al posto di Allan. Applausi del San Paolo per Reina, blindato dalla società - salvo sorprese - e dai tifosi. Bello lo striscione della Curva A per le vittime del terremoto di Ischia.

INIZIO DA...DEA — Solita Atalanta fastidiosa per il Napoli che ha provato a vincere i duelli individuali per allargare la difesa ospite. Gasp ha rischiato all'undicesimo sull'asse Insigne-Mertens, bravo Berisha a bloccare il diagonale del belga. Come nella passata stagione, bergamaschi in vantaggio su palla inattiva: Cristante svetta più alto di Maggio su azione d'angolo e di testa supera l'incolpevole Reina. Il copione tattico non è cambiato ed il Napoli ha provato, come sempre, a sgommare sulla corsia mancina dalla quale Ghoulam al 34' ha praticamente messo in porta Callejon, il cui tap in vincente è stato murato da Gosens. Fino a fine primo tempo Petagna ha continuato a battagliare con i centrali di Sarri, lasciando spazio agli inserimenti di Gomez e Ilicic (destro respinto da Reina al 36') ed il Napoli ha continuato a soffrire i piazzati (decisivo Maggio su Toloi al 40'). Pochi sbocchi, invece, per gli azzurri con Mertens chiamato spesso a fare più il regista avanzato che il centravanti. Quando il belga ha attaccato la profondità, Berisha lo ha soffocato in uscita bassa fuori area e così all' intervallo si è andati con l'Atalanta avanti uno a zero anche perché Reina ha respinto il colpo di testa di Hateboer, da buona posizione, su assist di Gomez, e Zielinski ha sparato a salve nel recupero (parata facile di Berisha).

CAMBI DECISIVI — Dentro De Roon e fuori Petagna negli ospiti ad inizio ripresa, nuovo modulo il 3-5-2. Una scelta opinabile e che alla fine si è rivelata deleteria. Atalanta comunque più coperta ma sempre viva grazie ad Ilicic. Napoli chiamato ad evitare troppi ricami per essere incisivo. Serviva un episodio agli azzurri e Zielinski ha pescato il jolly al minuto 11 con un destro magnifico dopo una respinta della difesa su calcio d'angolo: euro gol e San Paolo rianimato. A quel punto il Napoli si è sciolto, Sarri ha giustamente messo dentro Allan e dal piede del brasiliano è partita l'azione del 2-1, rifinita da Insigne di testa e finalizzata da Mertens con un tocco al volo di destro. L'Atalanta doveva tirar fuori tutto il suo coraggio e qualche soluzione dalla panchina, vedi Kurtic che è andato vicino al gol del pari al 20'. Il Napoli, di contro, si è messo a gestire - cosa che non sempre gli azzurri in passato hanno saputo fare - con Diawara davanti alla difesa e Rog dare sostanza alla mediana. Così Mertens ha potuto finalmente essere lanciato in contropiede, ma ha fallito il gol della sicurezza quando sarebbe stato opportuno mettere in ghiaccio il risultato. Geniale l'assist con il quale il belga si è fatto perdonare: tocco morbido per Rog quasi "no look" dopo una ripartenza micidiale. Per il croato è stato un gioco da ragazzi realizzare il 3-1 e chiudere la pratica. Napoli da corsa, Atalanta bella a metà.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Spal-Udinese 3-2: Borriello, Lazzari e Rizzo regalano la vittoria a Semplici

Dopo il pareggio contro la Lazio, gli emiliani tornano
a vincere nel proprio stadio, in massima serie, dopo 49 anni.
E' già crisi per il friulani



Giocate “Semplici” e di qualità: il segreto del successo della Spal nella sfida contro l’Udinese sta tutto nel cognome del suo allenatore. Leonardo Semplici ha plasmato una squadra dinamica e pratica, capace di due promozioni consecutive e, visto questo inizio di stagione, in grado di garantire ai suoi tifosi, emozioni e soddisfazioni. Tre a due il risultato finale: vittoria griffata Marco Borriello, perla della campagna acquisti ferrarese (all’esordio dal primo minuto con la maglia bianco-azzurra) e Manuel Lazzari, esempio di fedeltà ai colori sociali (quinta stagione in Emilia Romagna). Per gli ospiti, inutili la rete di Nuytinck (al 27’ della ripresa) e di Thereau (al 42’ su rigore). Ci pensa Luca Rizzo in pieno recupero a mandare in estasi tutta Ferrara.

ASSENTI INGIUSTIFICATI — L’Udinese subisce la seconda sconfitta consecutiva: difficile pensare a un inizio di campionato peggiore, non solo per i risultati ma anche per le trame di gioco espresse. Lente e prevedibili. Tutto il contrario rispetto al ritmo imposto dai padroni di casa, soprattutto quando la sfera giunge nella zona destra del terreno di gioco: Lazzari e Schiattarella si dimostrano un tandem difficile da contrastare per l’accoppiata Samir-Jankto.

APOTEOSI BIANCAZZURRA — Quarantanove anni di attesa per riassaporare la massima categoria e la Spal si accorge che la pietanza è succulenta e appetitosa. Merito degli ingredienti, mixati con maestria dallo chef Semplici: la grinta di Mora (autore del passaggio decisivo per Borriello), la sicurezza di Vicari in difesa, la spavalderia del giovane portiere Gomis (ben più di un “secondo” per la stellina Meret, attualmente infortunato). Primizie che si aggiungono alle geometrie di Viviani, al moto perpetuo degli esterni, al killer instinct di Borriello.

LE RETI — Al 25’del primo tempo esplode lo stadio “Paolo Mazza” grazie al gol di Marco Borriello: sinistro che viene rimpallato da Danilo, destro che è una sentenza. All’ 9’ della ripresa, Lazzari raddoppia (rete convalidata con l’ausilio della Var): accelerazione di Schiattarella e tocco di Danilo che rimette in gioco il numero 29, rapidissimo a depositare la palla in rete. Poco prima della mezz’ora Nuytinck supera di testa Gomis sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Ancora la Var aiuta l’arbitro Valeri nel cogliere il fallo di Vaisanen su Lasagna. Thereau non sbaglia dal dischetto. Al 49’ Luca Rizzo, entrato a gara in corso, regala il 3-2 ai padroni di casa. “Semplici” brividi di gioia biancoazzurra.

Pietro Razzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
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SERIE A 2017/2018 2ª Giornata (2ª di Andata)

26/08/2017
Benevento - Bologna 0-1
Genoa - Juventus 2-4
Roma - Inter 1-3
27/08/2017
Torino - Sassuolo 3-0
Chievo - Lazio 1-2
Crotone - Hellas Verona 0-0
Fiorentina - Sampdoria 1-2
Milan - Cagliari 2-1
Napoli - Atalanta 3-1
Spal - Udinese 3-2

Classifica
1) Juventus, Inter, Napoli, Milan e Sampdoria punti 6;
6) Torino, Spal, Bologna e Lazio punti 4;
10) Chievo e Roma punti 3;
12) Genoa, Hellas Verona, Crotone e Sassuolo punti 1;
16) Udinese, Benevento, Atalanta, Cagliari e Fiorentina punti 0.


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Il Napoli è tra le 5 squadre a punteggio pieno, ieri abbiamo sconfitto l'Atalanta, la nostra "bestia nera".
Nel prossimo turno giocheremo contro quel Bologna che ieri (purtroppo) ha battuto i nostri cugini del Benevento, penso che invece noi i 3 punti li teniamo già in tasca. [SM=x611851]
Per quanto concerne le altre squadre capolista l'Inter e la Juve tengono partite facili, così non è per la Samp e per il Milan! [SM=x4983510]











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Juventus-Chievo 3-0, decidono Higuain, Dybala e l'autogol di Hetemaj

Terza vittoria su tre per Allegri: apre un autogol di Hetemaj,
nella ripresa il raddoppio di Higuain e il gol del numero 10, che cambia il match.


Compleanno bagnato compleanno fortunato. Il diluvio a Torino non ferma la partita e neppure la Juventus, che per festeggiare i 6 anni dello Stadium ha rifilato tre gol al povero Chievo. Se vinci così bene anche quando non convinci e ti mancano tanti giocatori, significa che la strada è quella giusta. Bastano un Dybala part time e un Higuain ancora non al top per la terza vittoria di fila in campionato (con 10 gol segnati).

REGALO GIALLOBLÙ — A Torino è la giornata delle novità (debutto dal primo minuto per tre: Szczesny, Matuidi e Douglas Costa) e dell'assenza dei senatori: fuori Buffon, Barzagli, Chiellini e Marchisio tutti insieme, non solo sparisce completamente la BBC (già menomata dalla partenza di Bonucci) ma in campo c'è solo un reduce dei sei scudetti di fila, Lichtsteiner, che da partente (lo voleva il Besiktas) si ritrova capitano. Era dal 2008 che la Juventus non si presentava in campionato senza lo zoccolo duro italiano. E' anche la giornata della partenza lenta bianconera, complici anche i tanti cambi: a riposo Dybala, Alex Sandro (fermato da un virus) Barzagli, Buffon, Khedira e Marchisio infortunati. Così la Signora fatica a immaginare trame di gioco e pure a metterle in pratica. Troppi passaggi in orizzontale, non c'è nessuno che taglia in mezzo al campo e per arrivare alla porta ci vuole un'eternità. Non a caso la Juventus riesce nell'impresa di portarsi in vantaggio senza aver fatto un tiro in porta: merito di Hetemaj, che al 17' devia alle spalle di Sorrentino una punizione di Pjanic. La Juventus si risveglia intorno alla mezzora, con un paio di accelerazioni che partono soprattutto da Pjanic, il migliore del primo tempo. Lui e Lichtsteiner sono gli unici a costringere Sorrentino alla deviazione in angolo. Il Chievo parte bene ma poi perde aggressività dopo l'inaspettato svantaggio. Su punizione ci prova Radovanovic (che poi farà il bis sempre da fermo nella ripresa, ma senza centrare la porta), Szczesny non fa rimpiangere Buffon, respingendo un tiro insidioso, e Benatia la butta in corner.

TANGO ARGENTINO — Il secondo tempo ha un avvio sonnacchioso ma quando entra Dybala (dopo meno di 10 minuti) tutto cambia: si torna al 4-2-3-1, con Sturaro alto a destra, e bastano pochi minuti per arrotondare il punteggio. L'argentino giovane scambia con Pjanic, l'argentino più anziano riceve e segna. Ennesimo gol di Higuain al Chievo (dopo la doppietta dello scorso anno) ed ennesima dimostrazione che anche quando il Pipita non è sprint sa come metterla dentro. Comunque la sensazione ricavata anche contro il Chievo è che questa squadra non possa prescindere da Dybala: lui e Pjanic sono il fosforo della Signora. Il numero 10 si esibisce in un colpo di tacco, sfiora il 3-0 in un paio d'occasioni e lo trova dopo l'ingresso in campo di Bernardeschi: l'ex viola lo serve, lui si libera di due avversari e beffa Sorrentino sul primo palo. Ottimo allenamento con vista Messi. E il Chievo? Sfortunato ma anche meno tignoso di quanto ci si aspettasse. Pucciarelli è troppo tenero, non a caso Maran lo toglie nel secondo tempo per mettere il vecchio leone Pellissier, che comunque per poco fa il 2-1 di testa). La difesa attempata regge per un po' ma alla fine naufraga, il centrocampo non è mal ma rende al di sotto delle aspettative. Niente da fare: per il Chievo lo Stadium resta un tabù.

Fabiana Della Valle

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La partita Sampdoria - Roma è stata rinviata per l'allerta meteo (livello arancione) lanciata con due giorni di anticipo per le piogge sul capoluogo ligure, temendo conseguenze drammatiche anche per il traffico cittadino e la sicurezza degli spettatori, anche se la serata di sabato ha visto solo piogge di non preoccupante intensità che di fatto avrebbero consentito un regolare svolgimento della partita.
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Inter-Spal 2-0: Icardi e Perisic in gol, Inter prima a punteggio pieno

I nerazzurri fanno 3 su 3 e agganciano in vetta la Juve a 9 punti.
A segno il capitano su rigore (assegnato dalla Var) e
l'esterno croato nel finale con un bellissimo tiro al volo



Non è stato un pranzo da sedici portate, ma alla fine i quasi sessantamila interisti si sono alzati con la pancia piena. E per chi da anni soffre sempre un po’ di fame, la sensazione è rassicurante. Chef Spalletti cucina un 2-0 da punteggio pieno: tecnologico nell’episodio decisivo, piccante nel 2-0 di Perisic, condito da altre occasioni (la traversa di Skriniar trema ancora), sostanzioso sotto il punto di vista della gestione del match.

COSA PIACE DELL'INTER — Oltre i nove punti la buona notizia per l’ambiente nerazzurro è che questa è già una squadra: ha fisionomia e idee chiare, solidità, giuste distanze e un po’ meno di pazzia rispetto al passato. Finché le gambe reggono va a recuperare palla appena dopo averla persa, ha un Gagliardini in crescita e uno Skriniar già certezza. In una giornata in cui i cross faticano a partire o non trovano Icardi, prova a passare per vie centrali, riuscendoci a tratti nonostante le due linee strette ferraresi.


I PROTAGONISTI — Al gol ci pensano Icardi, ed è il quinto in tre gare, e Perisic, che nobilita una gara in cui si era fatto notare per alcuni provvidenziali rientri con un gioiello. Lo scontro Vicari-Joao Mario è l’episodio che sblocca il match al 22’: Icardi premia, o meglio suggerisce, l’inserimento di Joao Mario con una delle tante sponde di prima. Vicari lo mette giù, appena oltre la linea. L’arbitro dà punizione al limite, dopo quasi 5’ (ne parliamo altrove) arriva la decisione del Var. Icardi ci mette meno a trasformare il rigore, incrociando il tiro. L’Inter gestisce e va vicina al raddoppio più di quanto la Spal non rischi di pareggiare (Gomis vola su Candreva). Il gol che chiude il match arriva con un sinistro al volo di Perisic su cross di D’Ambrosio: rinnovo festeggiato col botto.


COSA MANCA — Non è ovviamente una squadra perfetta, l’Inter: sarebbe difficile lo fosse adesso. Il triangolo centrale Borja-Gagliardini-Joao Mario manca a volte di velocità e capacità di andare in profondità, Dalbert ha faticato parecchio e mostrato meno, D’Ambrosio ha riscattato con l’assist qualche errore. Però le basi per costruire una stagione meno "avventurosa" ci sono.

COSA PIACE DELLA SPAL — Nonostante il k.o., la Spal ha confermato quanto fatto vedere ad agosto: difesa molto fisica, con chili, centimetri e dominio degli spazi aerei, centrocampo di corsa con un Lazzari velocissimo a destra, attacco con gente pericolosa per quasi tutte le difese di A, anche se oggi Paloschi è mancato in fase di conclusione (colpite male due palle buone). E parecchi schemi per colpire su calcio da fermo.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Serie A, Atalanta-Sassuolo 2-1: Gasp esulta con Petagna e Cornelius

Primi punti per la squadra di Gasperini, che rimonta lo svantaggio iniziale firmato da Sensi.
Gli emiliani sfiorano il pari nel finale ma Berisha chiude la porta



L’Atalanta respira, il Sassuolo recrimina. Una vittoria stentata e discussa per la squadra di Gasperini, che cancella quota zero in classifica solo grazie a un gran gol di Cornelius e a una rete quasi casuale di Petagna, molto contestato dal Sassuolo, rischiando nel finale il pareggio della squadra emiliana, alla seconda sconfitta consecutiva. Al di là delle recriminazioni arbitrali, la squadra di Bucchi solo in extremis è riuscita ad aumentare il suo peso davanti, confermando di non avere ancora trovato un’identità tattica definitiva e dunque limiti offensivi: il gol del vantaggio era stato in realtà un regalo dell’Atalanta.

LE SCELTE — Nessuna sorpresa fra i bergamaschi, dato che Gasperini ieri aveva insolitamente annunciato la formazione. Dunque ritorno di Caldara al centro della difesa, prima da titolari per De Roon (per Freuler), Castagne (Hateboer) e Cornelius (Petagna), all’insegna di un turnover mirato all’esordio in Europa League di giovedì contro l’Everton. Non annunciato, ma ipotizzato, il cambio di sistema di gioco nel Sassuolo, dal "vecchio" 4-3-3, usato nelle prime due gare di campionato, al 3-5-2: un esterno offensivo in meno (Politano) e un centrale difensivo in più (Letschert, preferito a Goldaniga). In attacco Berardi più vicino a Falcinelli e alla porta. Ma qualche sorpresa anche nelle scelte di Bucchi: Sensi e non Missiroli, Mazzitelli e non Duncan (non al meglio) e sulla fascia sinistra fiducia a Adjapong, recuperato in extremis.

PRIMO TEMPO — Il gol beffa (o meglio: suicidio) subìto dall’Atalanta, che ha stappato la partita, è arrivato dopo mezzora scarsa di teorico dominio nerazzurro. Il primo vero avvicinamento della porta di Consigli era arrivato solo dopo 23’ (da Gomez a Ilicic, sinistro alto), per il resto la forte pressione della squadra di Gasperini aveva solo tenuto il Sassuolo nella sua metà campo, ma senza metterlo con le spalle al muro. Anzi: 5’ dopo, proprio lo sbilanciamento dei nerazzurri aveva causato l’harakiri di una ripartenza nata da una punizione a favore al linite dell’area avversaria, pasticciata da Ilicic. Palla capitalizzata da Berardi, fuga sulla destra di Lirola, tappeto rosso per l’inserimento centrale di Sensi, in vantaggio sul rientro di tutto gli avversari. Il merito dell’Atalanta è stato non scomporsi, e trovare il pareggio dopo 7’: un pizzico di fortuna (Ilicic non ha agganciato un pallone poi arrivato a Cornelius) e un colpo di classe del centravanti danese, che ha evitato l’opposizione di Magnanelli e poi Cannavaro, trovando da 15 metri un sinistro chirurgico sul palo di Consigli. Gol convalidato dopo consulto arbitrale, per sospetto fuorigioco dell’autore del gol.

SECONDO TEMPO — Nella ripresa era logico aspettarsi un’Atalanta più padrona del campo, dopo aver aggiustato la partita. Ma neanche il cambio (Kurtic per Ilicic) ha dato la scossa, arrivata semmai con l’infortunio di Gosens e l’inserimento del vivace Hateboer sulla destra (con Castagne dirottato a sinistra): l’olandese ha prima impegnato Consigli e poi mostrato la porta a Petagna che non è arrivato per un soffio su un suo cross dalla destra, ma il vantaggio dell’Atalanta è comunque giunto in maniera quasi casuale (palla messa in mezzo da Gomez e tocco svirgolato ma vincente di Petagna) e soprattutto molto discussa: sullo spiovente del Papu, Cannavaro non è potuto intervenire in quanto ostacolato da Kurtic, ma Manganiello non ha ritenuto di intervenire. Il vantaggio non ha sciolto l’Atalanta, che nel finale ha rischiato per due volte il pareggio: il subentrato Matri, vivacissimo, ha messo in porta Ragusa, che ha ritardato il tiro e si è visto chiudere benissimo lo specchio da Berisha, il quale si è ripetuto poco dopo cancellando un colpo di testa di Acerbi su cross di Lirola.

Andrea Elefante

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Cagliari-Crotone 1-0: Sau-gol, è festa grande nel nuovo stadio

Basta una rete dell'attaccante sardo per regalare ai ragazzi di Rastelli la prima vittoria stagionale.
Calabresi, al contrario, ancora senza acuti in campionato



La festa è completa. Il Cagliari debutta alla Sardegna Arena e ottiene i tre punti chiesti, i primi in campionato, a gran voce dal tecnico Rastelli alla vigilia. La firma sulla prima vittoria nel nuovo stadio la mette il bomber Made in Tonara Marco Sau che quest'anno vuole arrivare alla doppia cifra. Sau, al minuto 34 del primo tempo, conclude da attaccante freddo su un servizio illuminante di Joao Pedro che sorprende e infila la difesa del Crotone che stava salendo.

LE SQUADRE — La superiorità del Cagliari nel primo tempo è netta, la squadra di Rastelli è migliorata nel fraseggio sullo stretto e certe giocate anche a un tocco sono un piacere. Barella sembra davvero di un'altra categoria. Davanti Pavoletti si sbatte come un leone e solo una prodezza di Cordaz sul colpo di testa gli nega la gioia di un esordio da urlo. Il Crotone davanti non c'è, Trotta non pervenuto, Budimir lotta molto di più e le poche accelerazioni sono del vivace Stoian. Nessun pericolo per un Cagliari guidato dietro da un superbo Pisacane. Nella ripresa scende la pioggia e cala anche l'intensità del match che il Cagliari cerca di condurre in porto senza affanni. Manca il colpo del k.o., Nicola prova a cercare le soluzioni giuste, quella più azzeccata è disperata. E inserisce Crociata dietro il nuovo entrato Tumminello e Budimir. Ma il pareggio lo sfiora solo Barberis su punizione. Il Cagliari fa festa davanti ai suoi tifosi in un pomeriggio che passerà alla storia. Il lavoro di 200 operai entrati in campo prima del via, è la pagina più bella di 127 giorni di lavoro che hanno portato a un nuovo obiettivo e a uno stadio per tanti aspetti unico.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Serie A, Verona-Fiorentina 0-5: Viola travolgente

Avvio straripante per la squadra di Pioli (tre gol nei primi 24') che conquista la prima vittoria in campionato.
A segno Simeone, Thereau su rigore, Astori, Veretout e Dias nella ripresa



Un'ottima Fiorentina, un tragico Verona, una partita che è durata pochi minuti. Il pomeriggio del Bentegodi ha regalato cinque gol, molti sorrisi a Pioli e tante preoccupazioni a Pecchia e a tutto l’ambiente gialloblù. E’ vero che il doppio svantaggio iniziale ha complicato i piani del Verona, ma la squadra è stata anche incapace di reagire mentre i viola hanno prodotto un calcio lineare ed efficace andando molto spesso alla conclusione.

PRIMO TEMPO — Pronti, via e la Fiorentina è avanti di due gol. Al 2’ Nicolas devia male un tiro di Benassi e Simeone realizza con un tocco semplice a porta vuota. Al 10’ Thereau trasforma con serenità il rigore concesso per fallo di Nicolas su Chiesa, ben lanciato da Benassi. Rivisto alla moviola, e quindi alla Var, resta qualche dubbio perché l’intervento del portiere del Verona inizia leggermente fuori area. E probabilmente il contatto che genera la caduta avviene prima del superamento della linea. Al di là di questo, comunque, la partita non esiste. Il Verona non riesce a organizzare una manovra decente e non fa mai tre passaggi di fila. La Fiorentina, invece, mette pressione sulla propria trequarti ed è brava a trovare sempre l’uomo smarcato vicino all’area gialloblù. Simeone sfiora il terzo gol, che viene realizzato da Astori su azione d’angolo al 24’. Chiesa manca il poker e poi la Fiorentina rallenta senza che il Verona riesca a rendersi pericoloso e a dare l’idea di poter entrare finalmente in partita. Gli applausi del pubblico gialloblù sono tutti per Kean, che inizia il riscaldamento prima ancora della fine del primo tempo ed entra dopo l’intervallo al posto di Ferrari mentre Romulo sostituisce Souprayen.

SECONDO TEMPO — La partita, però, non può certo cambiare. Nonostante la vivacità dei due nuovi entrati il Verona crea una sola grande occasione (gran riflesso di Sportiello su tiro al volo di Romulo) dopo che la Fiorentina aveva già segnato la quarta rete grazie a una splendida punizione di Veretout e prima della cinquina firmata da Gil Dias nel finale. E così i viola festeggiano la prima vittoria in campionato mostrando soprattutto una confortante crescita dal punto di vista tattico e della tenuta difensiva, che andrà però verificata contro avversari di ben altro spessore. Il Verona, invece, è già al bivio della sua stagione: sono passate solo tre giornate ma la situazione è difficile. E Pecchia è stato contestato dai tifosi durante e dopo la partita.

G.B. Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Lazio-Milan 4-1: Immobile tripletta,
Luis Alberto e Montolivo in gol

Il centravanti biancoceleste scatenato: tre reti e assist allo spagnolo.
I rossoneri segnano con il centrocampista, ma per un'ora sono in balia dell'avversario


Una Lazio straripante sorpassa il Milan e comincia a coltivare progetti da Champions. Protagonista Ciro Immobile: tre reti e un assist (a Luis Alberto) per il bomber esaltato anche dal gol segnato in settimana con la Nazionale. Ben sette centri nel suo ruolino di questo avvio di stagione. Ma il dominio della formazione di Inzaghi si è espresso in una prova di forte maturità e gran gioco. Il 4-1 finale congela le ambizioni del Milan, che non ha saputo reggere il confronto nello snodo decisivo della gara, cominciata alle 16 dopo il nubifragio che in mattinata si è abbattuto su Roma.

DOPPIO VANTAGGIO IN 4' — Inzaghi conferma la formazione che ha vinto contro il Chievo. Infortunato Felipe Anderson, non ancora pronto Nani, c’è la coppia Milinkovic-Luis Alberto a sostegno di Immobile. Montella inserisce Calabria per rimediare allo stop di Conti. Prima da titolare per Biglia, che torna da ex all’Olimpico dopo il divorzio di due mesi fa. Prima del via, l’ex capitano biancoceleste è andato ad abbracciare Inzaghi che era già in panchina. Dagli spalti arrivano invece fischi per l’argentino sin dal primo tocco di palla. Gran ritmo e continua ricerca del gioco contraddistinguono subito la sfida. Al 9’ Strakosha neutralizza una conclusione di Kessie innescato da Biglia in verticale. Al 14’ il portiere è pronto anche su una parabola di Borini. Al quarto d’ora Inzaghi deve rinunciare a Wallace, che esce in barella: probabile strappo muscolare. In difesa, entra Bastos. Al 17’ rischia Donnarumma su Bastos a un passo dalla porta dopo un corner di Luis Alberto. Due minuti dopo, è Bonucci a chiudere su Immobile. Gara molto tattica. La Lazio guadagna metri, cercando di sfruttare il versante sinistro. Proteste laziali per un contatto in area fra Luis Alberto e Musacchio. Risale il Milan: alta una punizione di Suso dai 30 metri. Partita senza un attimo di tregua. Al 38’ la Lazio va in vantaggio. Ci pensa Immobile a trasformare il rigore concesso da Rocchi per il fallo di Kessie su Luis Alberto. E al 42’ il bomber di Inzaghi raddoppia con una girata spettacolare su cross dalla destra di Lulic. Il 2-0 suggella il cambio di passo dato dai biancocelesti alla partita: dalla mezz’ora in poi, più decisa e intraprendente in fase offensiva.

ALTRO DOPPIO COLPO FATALE — La ripresa parte nel segno della Lazio. Al 3’ ancora Immobile protagonista. Firma la prima tripletta in biancoceleste finalizzando con stop e tiro in area un traversone di Lulic smistato da Parolo. Apoteosi per il bomber sotto la Curva Nord. E due minuti dopo il centravanti laziale scatta a tutta velocità per servire Luis Alberto che infila il quarto gol della Lazio: Inzaghi fa festa e Milan annichilito. Lazio a grandi livelli. Con orgoglio la squadra di Montella prova subito a rialzarsi. Strakosha vola per deviare un tentativo di Suso. Due cambi per ravvivare l’attacco: Calhanoglu per Cutrone e Kalinic per Borini. All’11’ i rossoneri colpiscono: Montolivo si inserisce su una conclusione di Calhanoglu e batte Strakosha. Il gol rilancia il Milan: Strakosha anticipa Kalinic. Inzaghi sostituisce Lulic, sommerso dagli applausi dell’Olimpico, e fa entrare Lukaku. La squadra di Montella si rovescia tutta in attacco. Ma la Lazio è sempre in agguato. AL 26’ Immobile si fa mezzo campo, arriva davanti alla porta, ma il tiro va sul fondo. Due minuti è Donnarumma a opporsi a un nuovo assalto del bomber laziale. Terza sostituzione nel Milan: Bonaventura rileva Suso. Replica Inzaghi con Luiz Felipe, brasiliano all’esordio in A, al posto di Radu. Il Milan macina gioco, ma la Lazio si muove con sicurezza (Lukaku ha la chance del 5-1). Espulso Parolo al 48’ per doppia ammonizione. E prima del fischio finale Immobile cerca la porta quasi da centrocampo. L’Olimpico festeggia il successo della Lazio con le note dei “Giardini di marzo” di Lucio Battisti, cuore biancoceleste che avrebbe amato molto la bella squadra di Inzaghi.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Udinese-Genoa 1-0, Jankto affossa Juric

Friulani avanti al 15' con il gol del centrocampista ceco, poi
l'espulsione di Bertolacci e l'infortunio di Lapadula azzoppano il Grifone.
Primo successo per Delneri



L'Udinese trova la prima vittoria (1-0), il Genoa s'inchioda vittima di un'improvvisa crisi d'identità. Non è stata una bella partita. Intensa sì, anche dura e nervosa, chiusa con un'espulsione per parte. Ma per lo spettacolo si prega di ripassare.

CHE BARAK — Jankto prima, la Var dopo decidono il primo tempo e lasciano il segno sulla gara. Già al minuto 15 l'equilibrio si rompe: cross (o tiro?) di Lasagna dalla destra, l'olandese Nuytinck colpisce la traversa, riprende Jankto e batte Perin. Il tutto nel giro di pochi secondi con la complicità della svagata difesa genoana. L'Udinese trova slancio dal vantaggio arrivato in tempi così brevi e comincia a imporre il suo gioco. Delneri decide per il 4-4-2 con De Paul schierato a destra ma libero di spaziare. Il Genoa soffre la forza dell'inedita coppia Behrami-Barak e non riesce a costruire spingendo, poco e male, solo sulla destra con Lazovic. Poi il secondo episodio che condiziona la gara. Al 36' brutta entrata di Bertolacci su Lasagna, l'arbitro Maresca grazia il genoano, fa riprendere il gioco e dopo un paio di minuti, su segnalazione del var Banti, lo sospende e va a rivedersi l'azione. L'intervento di Bertolacci è grave, gamba alta e piede a martello. Maresca cambia idea e mostra il rosso. A questo punto la partita svolta, anche perché si fa male pure Lapadula, costretto al forfait per un problema al ginocchio. In chiusura di tempo arriva, a sventare il doppio svantaggio, la paratona di Perin su punizione di De Paul.

TROPPO TARDI — Campo pesante e molti falli: ecco il secondo tempo. Behrami si meriterebbe un altro giallo per un intervento su Biraschi (costretto alla sostituzione) ma l'arbitro sorvola. Rossettini rischia di mandare in gol Lasagna, ma Perin salva. Poi è Pezzella, appena entrato, a incassare il rosso per una forbice su Omeonga: con l'uomo in meno, Delneri toglie Maxi Lopex e gioca con una sola punta. A quel punto, il Genoa comincia a rischiare qualcosa: Danilo salva davanti alla riga dopo un colpo di testa di Taarabt, che subito dopo tira da fuori sfiorando il pari. La reazione c'è ma arriva troppo tardi.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Serie A, Benevento-Torino 0-1, Iago Falque abbatte le Streghe

Buona prova della neopromossa, che dà filo da torcere ai granata
di Mihajlovic, soprattutto nel primo tempo con Ciciretti e Coda



Il Toro traballa, rischia di soccombere, reagisce e porta a casa i tre punti risolvendo la partita in pieno recupero. Un 1-0 a Benevento che non convince nemmeno Mihajlovic ma che consente ai granata di collocarsi, con la Lazio, al secondo posto dietro il duo di testa Juventus-Inter. Per i padroni di casa, ancora fermi a zero punti dopo tre giornate, resta l'amaro in bocca per le tante occasioni sprecate e per il gol subìto quando ormai lo 0-0 sembrava cosa fatta.

REAZIONE TORO — Le principali azioni della partita vedono spesso il Benevento in avanti. Al 22' Ciciretti su punizione obbliga Sirigu alla deviazione in angolo, al 40’ su un tiro di Iemmello Molinaro salva sull’accorrente Coda. Il Torino reagisce nella ripresa e con Niang, al debutto con la maglia granata, mette sotto pressione la difesa beneventana. Nella ripresa per due volte Sirigu è protagonista prima su Cataldo e poi su Coda. E al 48', invenzione di Ljajic per Falque, tocco felpato e Belec è battuto.

BARONI — "Anche contro il Torino – afferma uno sconsolato Marco Baroni – abbiamo lottato giocando con una carica agonistica ineccepibile. Continuando di questo passo, sono certo che anche i risultati verranno a nostro favore".

Antonio Buratto

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Bologna-Napoli 0-3: decidono i gol di Callejon, Mertens e Zielinski

Il Bologna ha tre limpide occasioni per passare in vantaggio, poi nella ripresa il gol
di Callejon fa decollare la squadra di Sarri, a segno anche con Mertens e Zielinski


Vincere senza mostrare il suo solito calcio per il Napoli è un inedito ma quello che arriva da Bologna è anche un segnale al campionato perché superare i felsinei al Dall'Ara rischiando due o tre volte la capitolazione e passando in vantaggio alla prima vera occasione è sintomo di maturità da parte degli azzurri. La squadra di Sarri ha così eguagliato il suo primato di vittorie consecutive in A (8 di fila tra la scorsa stagione e quella attuale) e raggiunto in vetta Juventus e Inter. Il Bologna, invece, deve masticare amaro per il risultato ma gonfiare il petto per la prestazione. Risultato penalizzante per Donadoni, ma in favore di Sarri ha giocato la qualità del tridente oltre all'apporto fondamentale di Zielinski, subentrato ad Hamsik.

SORCI VERDI — Napoli con qualche novità alla lettura delle formazioni: dentro Chiriches al posto di Albiol (fin quando al 43' il rumeno è dovuto uscire per un problema alla spalla sinistra), confermato Jorginho in regia (preferito all'ex Diawara) e solito tridente taglia small. Bologna d'assalto in avvio sia per lo schieramento che per l'interpretazione. Donadoni ha scelto di giocarla con le stesse armi di Sarri, provando a rubare l'idea al collega: pressing alto finché dura e finché è possibile, con Palacio poco dietro Destro e non solo guardiano di Jorginho. Anche così è nato il cambio di gioco che ha portato Verdi all'uno contro uno con Hysaj: pericolosissimo il mancino in diagonale dell'ex empolese e palla fuori di un soffio (minuto 6). Il pupillo di Sarri ha fatto vedere i sorci...Verdi agli azzurri e ha sfiorato il gol su punizione al 10': miracoloso Reina nel deviare sulla traversa. Di contro Helander ha visto i sorci verdi (con la minuscola) con Mertens e ha rischiato il doppio giallo dopo meno di un quarto d'ora (Giacomelli ha valutato bene però un contatto sospetto sulla trequarti). Brava la squadra arbitrale ad annullare il gol di Masina al 18', con il tocco del terzino in fuorigioco sul destro al volo di Verdi. Il Napoli, un po' sonnacchioso, ha spinto come al solito soprattutto dal lato sinistro con Insigne e Hamsik (piatto debole tra le braccia di Mirante al 33') oltre che con Mertens, sempre fastidioso per Helander (proteste azzurre al 34' per un contatto in area). Zero a zero all'intervallo e tutto rinviato alla ripresa.

I SOLITI TRE — Nel secondo tempo lecito attendersi un Napoli diverso ed in effetti gli azzurri hanno iniziato con altro piglio. Il Bologna sapendo di dover soffrire si è rintanato cercando di ridurre gli spazi per le triangolazioni degli attaccanti ospiti. Il classico contropiede sull'asse Verdi-Destro ha mandato quest'ultimo al tiro con Reina ancora bravissimo al quarto d'ora e Koulibaly poi decisivo nel salvare sul successivo rimpallo. Sarri ha chiesto a Zielinski il necessario cambio di passo e ha sostituito nuovamente Hamsik. In realtà, però, sono stati - come sempre o quasi - Insigne e Callejon a confezionare il gol del vantaggio del Napoli, a quel punto di certo non meritato. Solito assist sontuoso di "Lorenzinho" e solito taglio dello spagnolo alle spalle di Masina, colpo di testa vincente tra le gambe di Mirante dell'ex madridista. Alla prima occasione, dunque, azzurri avanti e difficoltà psicologica raddoppiata per il Bologna. Donadoni ha provato a reagire con i cambi anche rinunciando a Destro e Palacio. Il Napoli ha scelto di gestire inserendo Diawara (ma è stato soprattutto Albiol a rivelarsi prezioso sui calci piazzati per i padroni di casa). Difficile comunque far gol a Reina, due reti subite nelle prime cinque gare stagionali, molto più semplice per Mertens rubare il pallone ad un inguardabile Pulgar e raddoppiare con il mancino da posizione ravvicinata. Così il fenomeno belga ha messo la parola fine al match con leggero anticipo prima del tris firmato da Zielinski, ancora decisivo con il suo ingresso in campo (per il polacco secondo gol consecutivo). Da Bologna arriva una brutta notizia per le rivali scudetto degli azzurri: il Napoli sa, anche, essere cinico.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
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