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Serie A Campionato 2017-2018: cronache, classifiche e... tanti commenti

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2018 13:08
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Si ricomincia !

Tra poche ore, con gli anticipi della 1ª giornata, Juventus-Cagliari e in serata Hllas Verona - Napoli, riprende il campionato di calcio della massima serie, appunto la Serie A.
Si ricomincia col pensiero, a settembre, del match clou di qualificazione ai mondiali tra Spagna e Italia (che capeggiano il loro girone) che sarà lo spareggio tra le due formazioni per chi potrà accedere direttamente alle fasi finali vincendo il girone senza passare per l'insidioso meccanismo dei ripescaggi tipo play-off. Spagnoli favoriti per tutta una serie di motivi, non ultimo il più recente e scottante capitolo tra Italia e Spagna a livello di club che è stata la finale di Champions League a Cardiff persa (malamente) dalla Juventus contro i favoriti bianchi del Real Madrid, sconfitta che ha segnato l'estate e il mercato estivo dei torinesi con il clamoroso (ma non troppo) addio di Leonardo Bonucci, approdato per una cifra considerevole alla corte del Milan (ormai cinese a pieno titolo).

La finale di Cardiff, che ha spaccato lo spogliatoi della Juventus costringendo la società a prendere dolorose decisioni (a cominciare da quella di scegliere di tenersi l'allenatore e sacrificare qualche giocatore in rotta con Max Allegri), ha mostrato con dura ed impietosa realtà le crepe del gioco bianconero e qualche campanello d'allarme nel celebrato reparto difensivo, finora "nascoste" dal filotto di vittorie in campionato e in Coppa Italia; crepe che sono diventate voragini nel pre-campionato estivo e fatalmente tornate a galla nel primo impegno ufficiale della stagione, la finale di Supercoppa italiana, persa in modo rocambolesco all'ultimo minuto nei confronti di una Lazio ordinata ed efficace in tutti i suoi reparti nonostante le cessioni d'agosto.

Al contrario le rivali di sempre sono tornate in campo rafforzate nell'organico e nella mentalità di tornare in vetta dopo il lungo dominio bianconero. In particolare Inter e Milan hanno mostrato segni di grande crescita anche grazie agli acquisti del mercato estivo (in realtà ancora aperto) mentre il Napoli (che ha tenuto nel calciomercato un profilo più basso) si conferma già rodata e pronta alla battaglia, tanto da meritare i favori del pronostico, almeno per quanto riguarda l'inizio del campionato. Solo la Roma sembra avere ancora dei problemi d'assetto (e forse di uomini) e cerca una nuova identità dopo l'addio del suo capitano, Francesco Totti.

Quindi il campionato che sta per iniziare sembra essere meno scontato nel risultato finale dei precedenti, ed anche in Italia lo strapotere della Juventus sembra essere in forte discussione, sia per i meriti degli avversari che per demeriti (almeno momentanei) propri, a meno che una tra Napoli, Inter o Milan non faccia capire da subito di essere la vera favorita o di poter battagliare alla pari con la Juventus se i bianconeri avranno risolto in tempo i loro problemi di gioco manifestati dopo le ferie estive.
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20/08/2017 00:15
 
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Dimenticavo due cose importanti, anzi due debutti assoluti per il calcio italiano.
Primo, il Benevento in Serie A.
Secondo la moviola in campo (così sarà contento Biscardi).

Il "Var" è l'assistente addizionale, cioè Video Assistant Referee o più italicamente la moviola in campo. Debutto assoluto questo pomeriggio in Juventus - Cagliari col rigore assegnato al Cagliari e poi parato da Buffon.
Si può dire anche al femminila, la Var, ma così ci si riferisce alla tecnologia e non allo strumento.



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Juventus-Cagliari 3-0: gol di Mandzukic,
Dybala e Higuain, Buffon para rigore

Apre il croato al 13', poi la Joya e il portiere mettono in ghiaccio la partita prima del tris del Pipita.
Debuttano Matuidi, Douglas Costa e il 4-3-3


L'aveva invocata e l'ha subito testata. Gigi Buffon aveva benedetto nella prima intervista della stagione l'avvento della Var per spegnere le polemiche. Così è stato proprio lui, nella prima gara della nuova Serie A, a beccarsi il primo rigore contro. E a pararlo, lanciando la Juventus verso il primo successo stagionale: 3-0 contro un modesto Cagliari e via un po' di scorie e cattivi presagi lasciati dalla Supercoppa persa contro la Lazio.

TECNOLOGIA E PRODEZZE — La prima vera novità della partita si materializza a pochi minuti dall'intervallo: fallo di Alex Sandro su Cop, l'arbitro Maresca assegna il calcio di rigore dopo aver consultato le immagini. Signori e signore ecco a voi la Var, a lungo attesa e subito in azione. Siamo sull'1-0 per la Juventus, l'episodio potrebbe riaprire la gara, invece Farias si fa respingere il tiro da Buffon. Gol mangiato, gol subito: come nel più classico dei canovacci, pochi minuti dolo Dybala raddoppia con un sinistro niente male, pescato splendidamente da Pjanic; stop e tiro da manuale. Il dieci non gli pesa, almeno non si direbbe dopo i tre gol in due partite. Se la gara era partita subito in discesa però il merito è di Mandzukic, autore dell'1-0 dopo appena 12 minuti: su cross di Lichtsteiner il croato non sbaglia. Il Cagliari fa quello che può: si presenta col 4-4-2, pressa alto e cerca di sfruttare le sue armi. Diventa persino pericoloso poco prima dell'intervento della Var, quando sempre Farias costringe Buffon a salvarsi di respinta. La Juve controlla senza affanni e ancora senza nuovi acquisti tra i titolari: rispetto alla Supercoppa dentro Lichtsteiner e Marchisio, la condizione dopo una settimana non può essere schizzata al top ma non serve andare a mille per vincere una partita così.

DIECI E MODULI — Basta la buona vena di alcuni, in particolare Dybala, che oltre al gol colpisce una traversa a inizio secondo tempo, sfiora la quaterna a fine match e prima aveva mostrato di avere il piedino caldo anche su punizione. Sicuramente è più tonico di Higuain, che però nonostante il ritardo di condizione partecipa alla festa del gol: Khedira (entrato per Marchisio) per Alex Sandro e sinistro del Pipita per il 3-0. A questo punto c'è spazio anche per Matuidi e per qualche esperimento: 4-3-3 senza Higuain (che esce tra gli applausi, come l'ex Padoin), con il francese in regia, Dybala finto centravanti e Douglas Costa a destra per Cuadrado. La Signora c'è, non è ancora quella dei tempi belli ma ha dato comunque un primo segnale al campionato.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Verona-Napoli 1-3: Milik torna al gol, Pazzini accorcia su rigore

Autorete di Souprayen, un gol dell'attaccante polacco e
Ghoulam, la squadra di Sarri risponde così al 3-0 della Juve.
Per i gialloblu a segno Pazzini su rigore


Il Napoli passa a Verona senza neppure dover faticare troppo e grazie alla sua maggiore qualità oltre a qualche strafalcione degli scaligeri, cui non è bastato un finale tutto cuore. Per gli azzurri note positive dal solito Insigne ed anche da Milik, autore del raddoppio, che Sarri ha scelto, a sorpresa, al posto di Mertens. Per il tecnico azzurro quattro cambi rispetto al Nizza con il più difensivo Diawara al posto dell'ex di turno Jorginho. Spazio, inoltre, a Chiriches di fianco a Koulibaly con Zielinski preferito ad Allan. Sorpresa dell'ultim'ora nel Verona: Pazzini è partito dalla panchina con Bessa "falso nueve" e Zaccagni mezzala sinistra. Padroni di casa senza dunque un centravanti di ruolo.


ERRORI FATALI — Copione già scritto prima del via e Napoli bravo a pressare per provocare qualche errore di palleggio da parte del Verona. Così è nata la prima palla gol per gli azzurri: bel tiro di Insigne dal limite e risposta pronta di Nicolas. L'attaccante della Nazionale ha messo spesso in difficoltà Caceres (poker di conclusioni del 24 azzurro nei primi 30') ma comunque il Verona ha retto, fin quando ha potuto, grazie anche ai movimenti intelligenti di Bessa. Il vento, la pioggia ed il terreno imperfetto non hanno aiutato lo sviluppo del gioco. Il rischio corso da Hertaux dopo 26' ha rischiato di diventare letale per i suoi ma Callejon non ha sfruttato il buon assist di Hamsik calciando debole con il mancino. Peggio ha fatto Souprayen al 32' quando, complice una uscita a vuoto di Nicolas, ha fatto autogol con un tocco maldestro. Napoli avanti con un po' di fortuna ma bravo a sfruttare le topiche degli avversari. Da una punizione in area a favore, infatti, il Verona ha preso il contropiede dello 0-2: Diawara ha recuperato palla, Insigne ha servito magistralmente Milik ed il centravanti polacco di piatto destro ha sorpreso Nicolas. All'intervallo il Verona (solo un tiro in porta con Cerci) ha già imparato che in Serie A chi sbaglia paga dazio.

CAMBI DI MARCIA — Ad inizio ripresa niente cambi ma Cerci centravanti nel Verona con Romulo ala destra e Bessa riportato a centrocampo. Padroni di casa più pericolosi con Chiriches che ha tenuto in piedi la retroguardia azzurra. Dove non è arrivato il rumeno ci ha pensato Reina, miracoloso su Verde dopo 8'. Verona nel suo momento migliore ma privo di un riferimento offensivo e che ha rischiato di capitolare di nuovo su azione angolo (alto il colpo di testa di Chiriches) e su incredibile - e involontario - assist di Caceres per Milik (sinistro debole del polacco poi sostituito da Mertens). Appena è entrato il belga, Insigne si è esaltato ed al 17' il Napoli ha calato il tris con Ghoulam dopo una combinazione tra i due folletti azzurri ed una respinta corta di Nicolas su Mertens. Per Ghoulam, in attesa di rinnovo, primo gol in azzurro. A quel punto, la partita è andata in archivio con grande anticipo anche se l'errore di Hysaj, fallo da ultimo uomo su Bessa, ha dato a Pazzini - entrato poco prima - la possibilità di accorciare le distanze. Esultanza polemica per il Pazzo. L'assalto veronese nel finale ha prodotto un paio di occasioni pericolose senza però modificare il risultato che ha premiato, tutto sommato giustamente, il Napoli.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Re:
binariomorto, 20/08/2017 00.15:

Dimenticavo due cose importanti, anzi due debutti assoluti per il calcio italiano.
Primo, il Benevento in Serie A.
Secondo la moviola in campo (così sarà contento Biscardi).

Il "Var" è l'assistente addizionale, cioè Video Assistant Referee o più italicamente la moviola in campo. Debutto assoluto questo pomeriggio in Juventus - Cagliari col rigore assegnato al Cagliari e poi parato da Buffon.
Si può dire anche al femminila, la Var, ma così ci si riferisce alla tecnologia e non allo strumento.



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Innanzitutto do il benvenuto in Serie A alla squadra del Benevento, nostri cugini campani! [SM=x611868]

Per quanto concerne la moviola in campo sono assolutamente favorevole!
Sarà pur vero che taglierà un po' le gambe ai vari "processi" televisivi però penso che sia giusto dare a Cesare quel che è di Cesare, basta con i clamorosi errori arbitrali che hanno anche il difetto di esacerbare l'animo dei tifosi. [SM=x611915]







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Verona-Napoli 1-3



Credo molto nel Napoli perché è un vero collettivo, non è una squadra che ruota intorno all'uomo che deve segnare come quando c'erano i vari Cavani e Higuain, adesso è un insieme più armonico e il goal te lo puoi aspettare da tutti! [SM=x611903]





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Atalanta-Roma 0-1: decide Kolarov su punizione

Il serbo calcia sotto la barriera e trova l'angolo lontano:
i giallorossi vincono una gara complicatissima.
Nel finale Ilicic prende il palo da un metro


Un gol di Kolarov su punizione, basta il minimo sindacale alla Roma per espugnare Bergamo e riportare d'incanto un po' di serenità in più intorno alla squadra. Partita tutto sommato brutta, non certo scintillante come si poteva immaginare da due squadre costruite per giocare bene al calcio e divertire. Ma se la Roma è ancora un cantiere aperto, lo è anche l'Atalanta. E non è un caso che a decidere sia stata un episodio e cioè una punizione neanche poi calciata benissimo. Per la Roma una bella iniezione di fiducia, per l'Atalanta un piccolo stop ai sogni di gloria.

LA GARA A SCACCHI — Gasperini, come previsto, è senza Spinazzola (solo che il terzino non è neanche in panchina, ma addirittura a casa in attesa della Juventus), mentre Di Francesco lancia Juan Jesus al centro della difesa, al fianco di Manolas. Dei sei acquisti estivi dei giallorossi (Karsdorp escluso, out per infortunio) in campo ci sono solo Kolarov e Defrel, gli altri tutti in panchina. Stessa sorte in casa Atalanta per De Roon, Orsolini, Cornelius e Ilicic, con Gasperini che deve rinunciare anche a Caldara e si affida ad un 3-4-3 che diventa 3-4-2-1 quando Kurtic a destra e Gomez a sinistra vengono a giocare più dentro il campo. Ne viene fuori una partita vissuta più sugli errori che sugli spunti, più sulle sbavature che sulle magie. Nella Roma De Rossi e Manolas sbagliano qualcosa in fase d'impostazione, dall'altra parte Cristante e Freuler non valgono la coppia Gagliardini-Kessie. Così è ovvio che il gioco stenti a decollare e i palloni per le punte si vedano di rado. I brividi iniziali li regalano Gomez (piattone parato da Alisson), Dzeko (stop e tiro al lato in corsa) e Petagna, che non riesce a concretizzare una bella iniziativa di Gosens. Poi la partita cala e si riaccende solo con una ripartenza di Bruno Peres che Defrel spreca al lato e un assist di Gomez sul rimorchio di Kurtic, con la conclusione dello sloveno però da dimenticare. Così il gol arriva al 31' con una punizione di Kolarov apparentemente innocua, ma efficace perché passa sotto la barriera che si alza. Poi niente più fino all'intervallo, se non una punizione lenta di Gomez su cui Alisson non ha difficoltà.

ERRORI E FORCING — La ripresa si apre con Petagna che dopo appena 4' ha la palla buona per pareggiare, ma gli capita sul destro e dal dischetto del rigore l'appoggia tra le braccia di Alisson. Poi è Defrel ad avere la palla del 2-0 al limite dell'area piccola di rigore, ma non riesce a chiudere il tap-in. Allora Gasperini decide di cambiare davanti un po' tutto, togliendo gli evanescenti Petagna e Kurtic ed inserendo Cornelius e Ilicic. E proprio il gigante danese al 18' si rende pericoloso di testa, con Kolarov che sbroglia quasi sulla linea di porta una situazione pericolosissima. La ripresa, per alcuni versi, è anche più brutta del primo tempo. Costruzione di gioco ridotta al minimo, fluidità di manovra quasi inesistente e tante interruzioni da ambo le parti. Insomma, si gioca a sprazzi, ma Roma e Atalanta sono ancora lontane dal prototipo di squadra scintillante che promettono di essere. Poi si fa male Bruno Peres e Di Francesco è costretto a mandare dentro Fazio, con Manolas che chiude da terzino destro. Al 42', però, l'Atalanta va ad un soffio dal pari e non si sa neanche come abbia fatto a non realizzarlo: cross di Gomez, Freuler corregge di testa e Ilicic di piatto spedisce sul palo a mezzo metro dalla porta. Il finale è tutta una mischia nell'area di rigore, ma il risultato non cambia più.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Bologna-Torino 1-1: Ljajic risponde a Di Francesco

Succede tutto nel primo tempo: apre la perla del gioiello rossoblù, il pari arriva
dai piedi del serbo (con la collaborazione di un Mirante non perfetto nell'occasione)


Di Francesco chiama, Ljajic risponde. E alla fine Bologna-Torino termina sull'1-1, risultato sostanzialmente giusto per quanto visto sul campo del Dall'Ara. Un punto a testa per Donadoni e Mihajlovic, che scelgono moduli speculari per la prima uscita stagionale: il 4-2-3-1. Tra gli emiliani c'è Poli sulla trequarti, posizione che il neo acquisto rossoblù aveva già occupato nel Milan allenato da Clarence Seedorf. Assieme all'ex Milan, Verdi e appunto Di Francesco a ispirare Destro. C'è una novità offensiva anche tra i granata, con Berenguer che completa il trio con Ljajic e Iago Falque ad assistere Belotti. È proprio del Gallo il primo squillo del match, con un colpo di testa terminato a lato. Sembra il preludio a una gara a forti tinte granata. Sembra, appunto.


PERLA DI SERATA — Perché di lì a poco arriva la perla di Di Francesco. Un gol speciale per una serata altrettanto speciale: sotto gli occhi del c.t. Ventura, il numero 14 rossoblù decide di regalare alla prima giornata di Serie A la rete copertina con un bolide mancino che si va a infilare sotto l'incrocio, dove Sirigu proprio non può arrivare. "Venivamo da una settimana difficile, ci voleva una reazione così soprattutto per i nostri tifosi - dichiara Di Francesco a fine gara ai microfoni di Sky -. Gol per il c.t. Ventura? Non sapevo fosse allo stadio, ma sono contento".

PARI LJAJIC — Il punto del vantaggio scioglie gli emiliani, impauriti dopo il k.o. di Coppa Italia per mano del Cittadella (0-3), e al contempo congela i granata di Mihajlovic. Rivitalizzati, però, dal numero 10: ci pensa Ljajic a mettere le cose a posto, costruendosi l'azione che lo porta al tiro dal limite sul quale Mirante non è perfetto e combina un mezzo pasticcio. Il sipario sul primo tempo cala sul risultato di parità.

RIPRESA DA... VAR — Nella ripresa la mole di occasioni diminuisce: Mirante si riscatta, almeno parzialmente, con un paio di interventi decisivi sullo stesso Ljajic e su Iago Falque, mentre lo scatenato Di Francesco rischia di far venire giù il Dall'Ara con un altro gol da sogno. C'è spazio, anche per il giallo Var: lo speaker dello stadio prima ne comunica il mancato utilizzo, poi il successivo ripristino. Giusto in tempo per far arrabbiare Mihajlovic, che lascia il campo protestando con Massa per un gol annullato (per fuorigioco iniziale di Belotti, che però aveva ricevuto dopo il tocco di Destro) a Berenguer a pochi minuti dal gong. Non c'è più spazio per cambiare ancora il risultato: Bologna e Torino cominciano la loro stagione con un pareggio.

Luigi Polce

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Crotone-Milan 0-3: apre Kessié, poi Cutrone e Suso completano la festa

Partita chiusa già nel primo tempo: rossoneri avanti al 4' grazie a un rigore dell'ivoriano,
decretato con la Var, che lascia i calabresi in 10.
Poi a segno la giovane punta e lo spagnolo



Il Milan festeggia il tris a Crotone e l'inizio della stagione rossonera in campionato, come già in Europa, ha il segno più davanti. Partita subito senza storia nonostante il turnover di Montella: come annunciato dentro Locatelli regista, Calhanoglu mezzala mancina e Cutrone centravanti. La partita del Crotone di Nicola, che aveva chiuso l'anno con un ritmo da Champions e sperava in una ripartenza più o meno simile, è difficilmente giudicabile: l'allenatore aveva perso Tonev poche ore prima della partita (dentro Trotta) e lanciato Mandragora per Izco. A indirizzare la partita già dopo pochissimi minuti è però un rigore causato da Ceccherini per fallo su Cutrone, che l'arbitro assegna ancora prima di avvalersi della Var. La tecnologia semmai lo assiste sui dettagli dell'episodio che tanto dettagli per il Crotone non sono: Ceccherini prima ammonito, viene espulso dall'arbitro una volta visto il caso alla moviola. Sul dischetto va Kessié, promosso rigorista da Montella, che segna il vantaggio rossonero dopo 6'. Poco dopo il quarto d'ora il Milan raddoppia con il primo gol in A del suo centravanti: Cutrone anticipa di testa la difesa avversaria e gira convinto alle spalle di Cordaz. Due a zero rossonero e Patrick che esulta con l'abbraccio ai compagni e a Montella, l'allenatore che lo ha lanciato. L'azione era stata avviata in verticale da Musaccho e rifinita benissimo da Suso. Jesus prima in versione assist man diventa poi finalizzatore nel tris milanista con un preciso diagonale: i ruoli si invertono e a servirlo con un passaggio all'indietro è ora Cutrone. Partita chiusa già a metà primo tempo. Nella cronaca finisce comunque il sinistro di Budimir e la pronta respinta in volo di Donnarumma. Nella squadra di Montella funziona tutto benissimo.

C'È SILVA — Nel secondo tempo Donnarumma smanaccia su Dussenne e Cutrone ci prova ancora servito da Kessié: ma i primi minuti stavolta trascorrono senza gol. Montella, forse ingolosito dal poker, lancia anche André Silva, che rileva Cutrone. Musacchio chiude bene su Budimir: il gruppo di Montella punge davanti e tiene dietro. I ritmi non sono ovviamente quelli forsennati del primo tempo e anche André Silva, alla prima conclusione, spara alto. Molto più preciso è poco dopo di testa su azione d'angolo: è bravo Cordaz a evitare in quarto gol milanista. Su un numero del 10 Calhanoglu il portoghese arriva di nuovo alla conclusione ma stavolta è troppo centrale. Nel Milan si rivede José Mauri, motivo di curiosità nel finale a velocità rallentata: l'ex giocatore del Parma impegna subito il portiere avversario con un tiro potente. Anche Donnarumma cerca altra gloria: alza bene sulla punizione di Barberis nel finale. Il Milan si diverte e soprattutto è concreto: il suo campionato inizia con tre gol e altrettanti punti.

Alessandra Gozzini

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Inter-Fiorentina 3-0: Icardi fa doppietta in 15'

Gran doppietta del centravanti in 15' (il primo su rigore) nella ripresa il tris di Perisic.
I viola si svegliano tardi



Doppietta di Icardi e gol di Perisic. Detta così, sembra non esser cambiato nulla sul pianeta Inter. Invece dentro il 3-0 rifilato alla Fiorentina ci sono molti elementi “spallettiani” che aprono la nuova era (titolari identici per otto undicesimi). Per Pioli, invece, confermata la necessità di avere più tempo per assemblare una nuova creatura che cambierà ancora da qui a dieci giorni.

CON BROZO — La prima Inter di Luciano Spalletti – all’esordio nel Meazza nerazzurro – è un misto di sorprese e conferme. Brozovic (trequartista) e Nagatomo (terzino sinistro) dal principio rientrano nella prima categoria, Icardi e Perisic nella seconda. Stefano Pioli (applaudito da tutto lo stadio al momento della lettura delle formazioni e destinatario dello striscione della Nord “Unico vero interista della scorsa stagione”) ritrova il campo che fu suo e sistema la Fiorentina con lo stesso modulo dell’ex squadra, un 4-2-3-1 il cui vertice ultimo è Simeone. Al 4’ Icardi si conquista un rigore vincendo il duello tra capitani con Astori che lo stende all’altezza del dischetto. Lo stesso Mauro va a battere e al 6’ porta in vantaggio i nerazzurri: per lui gol numero 79 in assoluto con l’Inter, agganciato Aldo Serena. Al 9’ i nerazzurri potrebbero raddoppiare. Nagatomo, ancora lui dopo il lancio per Icardi da cui è scaturito il rigore, consegna a Vecino un pallone da spedire in rete ma l’uruguaiano arriva con il destro molle sparando largo. Al 15’ Icardi dimostra perché è un vero numero 9. Perisic, spostato a destra, trova Mauro con un perfetto cross: il capitano anticipa Tomovic e gira sul secondo palo. Traiettoria perfetta, Sportiello non può nulla. Icardi sale a 80 gol assoluti in nerazzurro. La Fiorentina fatica ad attutire l’impatto interista e il destro di Benassi alto sopra la traversa è uno squillo troppo debole per giustificare la presenza viola. Al 25’ Brozovic vorrebbe partecipare alla festa ma il suo piazzato è intuito da Sportiello che devia in corner. Due minuti e la Fiorentina mostra qualcosa di concreto. Eysseric da sinistra indovina il cross per la testa di Simeone che costringe Handanovic al tuffo. Nella serata dell’allegria inizia a cadere qualche spreco nerazzurro. Al 29’ Perisic davanti a Sportiello preferisce cercare Icardi piuttosto che calciare, consentendo a Olivera di rinviare il problema. La pressione nerazzurra non lascia spazi di manovra alla Fiorentina se non sugli esterni dove Dias ed Eysseric provano ogni tanto ad accendere la luce. C’è tempo anche per la Var al Meazza. Al 39’40” Tagliavento indica con le mani la necessità di rivedere un contatto sospetto tra Miranda e Simeone. Dopo quasi due minuti, al 41’28”, la sentenza: niente rigore.

I CAMBI.. NON CAMBIANO — Si ricomincia con gli stessi protagonisti. In tutti i sensi: al 7’ cross dalla destra di Candreva, Icardi sul primo palo anticipa tutti e Sportiello devia in corner. Al 10’ primo cambio, dentro Cristoforo per Benassi. Il primo quarto d’ora della ripresa è dedicato alle sostituzioni: al 15’ entra Babacar per Simeone, poco dopo Joao Mario per Borja Valero. Il portoghese prende il posto dell’ex Fiorentina anche in campo, al fianco di Vecino davanti alla difesa. Al 20’ un sinistro di Perisic sfiora l’incrocio smuovendo l’esterno della rete. E’ il momento delle conclusioni da lontano: anche Babacar si cimenta al 25’ e Handanovic deve concedergli il calcio d’angolo. Al 26’ Spalletti irrobustisce la vetrina davanti alla difesa inserendo Gagliardini per Brozovic in maniera tale da liberare Joao Mario su terreni a lui sentimentalmente più graditi. La Fiorentina alza il baricentro, l’Inter può ripartire. Ma non la chiude al 30’ quando Icardi, lanciato a rete da Joao Mario, serve un goloso pallone a Gagliardini che lo cestina sopra la traversa. I toscani sono pure sfortunati al 33’ quando Veretout colpisce in pieno il palo con Handanovic fisso a terra. Una precisione da luna park se non fosse che qui la bambolina non corrisponde al gol. Un minuto e l’Inter mostra la differenza tra un centimetro a destra e uno a sinistra. Joao Mario pennella un cross per Perisic che sul secondo palo di testa può sdraiarsi e realizzare il 3-0. Pioli toglie Veretout e inserisce Zekhnini, una mossa pensata prima del terzo gol nerazzurro. Al 37’ Sportiello nega la tripletta a Icardi con una parata di riflessi su girata di prima intenzione dell’argentino. Mauro da lì a poco lascia il campo a Eder per una standing ovation più che meritata. Finisce senza altri sussulti con un 3-0 rotondo per i nerazzurri che iniziano con lo stesso passo della Juventus il nuovo campionato.

Matteo Brega

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Lazio-Spal 0-0: frenata Inzaghi, emiliani coraggiosi al ritorno in A

I biancocelesti si fanno fermare dai ragazzi di Semplici:
Immobile, Luis Alberto e Milinkovic sbattono contro un super Gomis.
Per gli emiliani palo di Viviani, esordio di Borriello


La Lazio sbatte contro il muro della Spal e non riesce ad andare oltre il pareggio. Punto meritato dalla squadra di Semplici, che è scortata da oltre duemila tifosi nel giorno del ritorno in Serie A dopo 49 anni. Spreca molto la formazione di Inzaghi, che probabilmente non ha ancora smaltito la gioia per il trionfo in Supercoppa di una settimana fa. Alla Lazio manca il colpo vincente, ma la Spal gioca con giudizio e attenzione senza alcun timore dall’inizio alla fine.

EQUILIBRIO — Secondo confronto stagionale fra le due squadre: amichevole il 22 luglio ad Auronzo, finita col 2-0 per i romani. Inzaghi conferma il 3-4-2-1, esaltato dal successo contro la Juventus. C’è Luis Alberto in regia al posto di Leiva, out per affaticamento. In avanti, ecco Palombi, al debutto in Serie A. Semplici deve rinunciare agli infortunati Meret, Grassi e Felipe: spazio a Gomis, Schiattarella e Vaisanen. In panchina Borriello e Salamon, freschi rinforzi. La Spal si libera subito dell’emozione dell’Olimpico: all’8’ una rasoiata di Viviani scheggia il palo. La Lazio prende le misure e comincia a carburare: al 20’ insidioso colpo di testa di Milinkovic a lato di poco. Emiliani sempre pronti a rilanciare l’azione: alla mezz’ora, un colpo di Schiattarella viene deviato da De Vrij in angolo. La squadra di Inzaghi infittisce la manovra offensiva: al 34’, Luis Alberto prova la soluzione dalla distanza. Replica della Spal: al 35’, incornata di Floccari controllata da Strakosha. Preme la Lazio: al 39’, Gomis smista in angolo una punizione radente di Luis Alberto. Ribatte la Spal: al 43’, Vaisanen cerca il bersaglio. Finale di tempo con una spettacolare girata di Immobile parata da Gomis.


SENZA SBOCCHI — Anche la ripresa parte con la Lazio imprecisa al tiro. Macina gioco la formazione di Inzaghi. Semplici cambia in difesa: al posto di Oikonomou, entra Cremonesi che va sulla sinistra mentre sulla corsia destra passa Vaisanen. E poi si gioca la carta Borriello che rileva Paloschi per dare nuove risorse in attacco. Anche Inzaghi rimodella la sua squadra con gli ingressi di Lukaku e Marusic che sostituiscono Palombi e Basta. I due subentrati vanno sulle fasce del centrocampo che così si schiera a cinque: Lulic si accentra, Milinkovic arretra mentre Luis Alberto si sposta in avanti a ridosso di Immobile. La Spal controlla con attenzione senza ansie. Semplici si sbraccia per far osservare le giuste distanze in copertura e per caricare i suoi giocatori. Al 33’ bella parabola di Luis Alberto che va fuori: la Lazio non riesce a graffiare. E al 36’ Gomis si supera respingendo una bordata di Lulic. Tre minuti dopo, il portiere emiliano sventa su capocciata di Milinkovic. Inzaghi innesta Caicedo, attaccante ecuadoriano al debutto in A, al posto di Lulic. Sbuca la Spal: Radu si oppone al tentativo a rete di Floccari. Si ferma Lazzari: Semplici ricorre a Mattiello. La Lazio ci crede sino all’ultimo ma la Spal sa arginare ogni assalto, conclude la gara in avanti e smuove subito la sua classifica tra gli abbracci finali.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
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21/08/2017 00:30
 
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Sampdoria-Benevento 2-1: Quagliarella decide con una doppietta

Gli ospiti al Ferraris se la giocano con sfrontatezza e passano in vantaggio
grazie alla rete di Ciciretti, i due gol dell'attaccante napoletano salvano Giampaolo


La sfida di Marassi tra la Sampdoria di Giampaolo e il Benevento neopromosso finisce con la vittoria dei padroni di casa per 2-1. Esordio storico per i ragazzi di Baroni alla loro prima volta in Serie A. La calda atmosfera del Ferraris, però, non impensierisce il club campano che scende in campo a giocarsela con sfrontatezza passando in vantaggio nel primo quarto d'ora. Di fronte al Benevento, però, un Quagliarella in splendida forma spegnerà il sogno degli ospiti con una doppietta. Il match inizia con un minuto di silenzio in memoria delle vittime dell'attentato di Barcellona.

LE FORMAZIONI — Baroni vuole lasciarsi alle spalle il brutto ko di Coppa Italia nel match con il Perugia e schiera un inedito 4-4-2 con Ciciretti e D'Alessandro esterni che danno al modulo un carattere sfacciatamente offensivo. Giampaolo deve fare i conti con alcuni importanti forfait: out Dodò e Viviano, fuori per scelta Schick, complici le voci di mercato che vorrebbero l'attaccante in partenza. Porta, dunque, affidata a Puggioni con Quagliarella, recuperato in extremis, e Caprari a guidare l'attacco, coadiuvati da Ramirez, preferito ad Alvarez per una maglia da titolare sulla trequarti.

IL MATCH E LA VAR — Primo tempo ricco di emozioni con i novelli ospiti che a sorpresa se la giocano a viso aperto rendendo la vita difficile ai ragazzi di Giampaolo. Il primo colpo di scena arriva dopo soli 14 minuti con Ciciretti che firma con un fantastico sinistro a giro il primo gol del Benevento in Serie A, ed è sempre il giocatore romano che al 17esimo cerca il raddoppio con una palla deviata da Coda all'incrocio dei pali: miracolo di Puggioni e sospiro di sollievo per i padroni di casa. La Samp reagisce e sfiora due volte il pareggio con Quagliarella. Ma bisognerà arrivare a 5 minuti dal termine del primo tempo per assistere all'1-1 dei blucerchiati, con il benestare della Var: il solito Quagliarella questa volta non sbaglia e ribadisce in rete la conclusione di Praet respinta da Belec. A questo punto, però, il direttore di gara, Pasqua, si confronta con l'assistente VAR per sospetto fuorigioco dell'attaccante di Castellammare, infine convalida il gol. Dopo la pausa, il match riprende a ritmi altissimi con il Benevento aggressivo, placato solamente dal protagonista indiscusso del match: è il 56esimo quando Quagliarella, servito in area da Ramirez, con un sinistro mette a segno una doppietta dopo i 12 gol della passata stagione. I campani subiscono il vantaggio e calano di intensità, il tasso tecnico superiore dei blucerchiati adesso si fa sentire, Giampaolo ne approfitta e si gioca due cambi: Bonazzoli per Caprari e Linetty per Ramirez. Baroni, invece, cambia in difesa: entra Di Chiara, esce Letizia. I padroni di casa si fanno sempre più pericolosi e a 10 minuti dalla fine sfiorano il terzo gol con Silvestre: para Belec, in qualche modo, in due tempi. Il Benevento, però, ci crede continuando a rendersi insidioso dalle parti di Puggioni. L'arbitro concede 5 minuti di recupero, gli ospiti provano a pareggiare al 92esimo con Coda che calcia di sinistro, ma Puggioni para. Il risultato non cambia: Giampaolo si porta a casa i primi tre punti della stagione con l'ambizione di puntare un po' più in alto rispetto alla decima posizione dello scorso campionato, in attesa di sapere se potrà contare ancora su un elemento importante come Schick. Rocambolesco esordio, invece, per il Benevento di Baroni che ci crede fino all'ultimo minuto e dimostra di poter giocarsela anche nel calcio dei grandi.

Deborah Schirru

Fonte: Gazzetta dello Sport
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21/08/2017 00:34
 
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Sassuolo-Genoa 0-0, traversa di Biraschi

Rossoblù fermati dal legno colpito dal difensore al 15' della ripresa.
Neroverdi rimandati: Bucchi, al debutto, dovra rivedere qualcosa


In attesa delle giocate vincenti di Berardi e Politano, il Sassuolo ringrazia le parate di Consigli e regala ai suoi tifosi un deludente 0-0 casalingo contro il Genoa. Ospiti sempre più aggressivi con il passare dei minuti, neroverdi in totale blackout nel secondo tempo quando i liguri controllano il gioco e avanzano con crescente pericolosità. La traversa di Biraschi è ciò su cui può recriminare Juric, giunto a Reggio Emilia con un pronostico sfavorevole ma meritevole, almeno ai punti, di un successo.


MODULI SPECULARI? — Il 4-3-3, marchio di fabbrica del Sassuolo di Di Francesco negli anni passati, viene reinterpretato secondo il Bucchi-style: maggior aggressività sul portatore di palla avversario, tentativo di recupero alto del pallone, centrocampo meno rigido nella gestione di posizioni e movimenti. Juric, etichettato anch'egli come integralista del 4-3-3, si dimostra accorto nel variare il suo credo: Laxalt in linea con i difensori in fase di non possesso, Taarabt e Pandev più stretti alle spalle di Galabinov, sono gli accorgimenti del tecnico rossoblù per bloccare la manovra emiliana.

LA PARTITA — Dopo il primo forcing dei padroni di casa, arrivano i risultati sperati dall' allenatore ospite. Non è un caso se, all'intervallo, il Genoa ci ha provato tre volte (Galabinov, Lazovic e Veloso) contro il solo intervento di Perin su tiro di Berardi. Il primo sussulto della ripresa è targato Biraschi: il difensore colpisce la traversa a Consigli battuto. Duncan avrebbe sul destro la palla del vantaggio al 21' ma non trova la giusta coordinazione. Nota statistica interessante, l'ingresso in campo del baby Salcedo, classe 2001: ed è proprio il 15enne (ne compirà 16 ad ottobre) ad impensierire Consigli sul finire del match.

Pietro Razzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Udinese-Chievo 1-2: gol di Inglese, Thereau e Birsa

I clivensi giocano meglio per larghi tratti della partita.
Male Scuffet, colpevole su entrambi i gol del Chievo.
Nel finale forcing dei friulani ma Sorrentino chiude la porta.



A Udine l’usato sicuro si prende subito la scena. Il Chievo di Maran, all’esordio con gli stessi titolari della scorsa stagione Pucciarelli a parte, esce dalla Dacia Arena con tre punti preziosi grazie all’incornata di Inglese e a una magia di Birsa nel secondo tempo. Thereau, con il più classico dei gol dell’ex, non basta all’Udinese di Del Neri, apparsa un po’ tramortita dal feeling dimostrato dai clivensi in campo.

LA PARTITA — Il Chievo infatti è ben rodato e parte subito forte. I veneti chiudono nella loro metà campo gli avversari, che non riescono a tenere a bada Birsa e Inglese: proprio i due uomini più pericolosi di Maran confezionano il primo gol del match. Al 15' lo sloveno batte un angolo da sinistra, ben incornato da Inglese. Palla in rete, anche se va sottolineata la poca reattività di Scuffet. Il Chievo è in totale controllo del campo e fa pure vedere belle cose con la palla tra i piedi. Eppure l'Udinese riesce a rimanere aggrappata alla partita e la pareggia con il gol dell'ex: Cyril Thereau alla prima vera occasione buca Sorrentino con un bel rasoterra dal limite dell'area di rigore.

SUPER BIRSA — La rete dei friulani però non taglia le gambe ai ragazzi di Maran che ricominciano subito a macinare gioco. La rete di Birsa arriva dopo appena 9 minuti nella ripresa. Il trequartista sloveno sorprende Scuffet fuori dai pali con un tiro a giro dei suoi. Il secondo schiaffo accende la reazione dell’Udinese. Del Neri butta nella mischia Samir e Perica al posto di Wague e Fofana, tra i più attesi ma abbastanza inconcludente. Ma il più attivo è Lasagna, tra i migliori dei suoi, che nel finale va vicino due volte al pareggio. Nel finale il calo fisico è normale ma Sorrentino, sempre affidabile quando serve, chiude la saracinesca e permette a Maran di sorridere.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
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SERIE A 2017/2018 1ª Giornata (1ª di Andata)

19/08/2017
Juventus - Cagliari 3-0
Hellas Verona - Napoli 1-3
20/08/2017
Atalanta - Roma 0-1
Bologna - Torino 1-1
Crotone - Milan 0-3
Inter - Fiorentina 3-0
Lazio - Spal 0-0
Sampdoria - Benevento 2-1
Sassuolo - Genoa 0-0
Udinese - Chievo 1-2

Classifica
1) Inter, Juventus, Milan, Napoli, Chievo, Sampdoria e Roma punti 3;
8) Bologna, Torino, Genoa, Lazio, Sassuolo e Spal punti 1;
14) Benevento, Udinese, Atalanta, Hellas Verona, Cagliari, Crotone e Fiorentina punti 0;


(gazzetta.it)
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21/08/2017 16:07
 
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Mi dispiace per il Benevento che ha esordito con una sconfitta sul campo della Sampdoria!

Bene tutte le squadre blasonate quindi ed in particolare la Juve e le milanesi che sono partite in quarta, da elogiare Chievo, Roma e Napoli che hanno vinto fuori casa! [SM=x1583472]





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Benevento-Bologna 0-1, decidono Donsah e la Var

Rossoblù avanti col centrocampista al 10' della ripresa e raggiunti da Lucioni al 98':
con l'aiuto della tecnologia, però, l'arbitro annulla il pari


Il Bologna rovina la prima storica gara casalinga di Serie A al Benevento e torna a casa con la vittoria dal Vigorito. Decide Donsah, un giocatore che da settimane è dato in partenza dall'Emilia. Suo il rasoterra che al 10' della ripresa decide la sfida, al termine di una partenza fulminea rossoblù, con i padroni di casa colpevolmente sbilanciati. Ma a decidere il match del Vigorito è l'utilizzo della Var, che al 98' cancella dello stadio per il gol del pareggio di Lucioni. Lo ha annullato per fuorigioco, due minuti dopo la sua realizzazione, l'arbitro Chiffi, sostituto negli ultimi 17' di partita (compresi i 10' di recupero) dell'infortunato titolare Calvarese. Un episodio che ha gelato il Benevento, che nel finale di partita aveva disperatamente cercato un pareggio che avrebbe meritato.

COLPO DECISIVO — Fino alla rete di Donsah i giallorossi avevano condotto il gioco, pur non riuscendo ad andare oltre qualche azione interessante grazie alla vivacità degli esterni. La squadra di Baroni è un cantiere ancora aperto e ha confermato di essere leggera in attacco. Gli uomini di Donadoni (costretto a due sostituzioni forzate in difesa nel primo tempo) hanno lasciato sfogare i padroni di casa, affondando senza pietà al momento cruciale. Dopo il vantaggio di Donsah, i rossoblù hanno gestito con maestria la situazione, abbassando il ritmo e lasciando pochi spazi al Benevento, generoso ma decisamente poco lucido. Nemmeno l'ingresso della terza punta Cisse, a 4' dal 90', ha cambiato il risultato, complice anche un grande intervento di Mirante su Ciciretti nel recupero. Poi Lucioni segna, i 15mila del Vigorito esultano per due minuti prima di scoprire che la Var ha cancellato tutto. E la festa diventa solo del Bologna.

Antonio Buratto

Fonte: Gazzetta dello Sport
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27/08/2017 00:27
 
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Genoa-Juventus 2-4: Dybala e Cuadrado firmano la rimonta.
Var protagonista

Rossoblù sul 2-0 dopo 8' (autogol Pjanic e rigore con Var di Galabinov), poi si scatena Dybala
(il secondo su rigore, anche qui con tecnologia), nella ripresa segna pure Cuadrado



Dejavu, autogol goffi e triplette, fallacci e raffinatezze, ma soprattutto lunghi minuti davanti a un monitor: in un sabato di ordinaria follia, Marassi non si è annoiato per la tempesta di emozioni. Alla fine dei conti, la Juve ha avuto il merito e la forza di riprendere una gara che sembrava morta e sepolta già prima di cominciare. Ma le meraviglie di Dybala e la perla di Cuadrado non possono nascondere sotto al tappeto la montagna di polvere accumulata a inizio partita. È l’ennesimo inizio-shock regalato al Genoa: in attesa delle fine del mercato, trascina molti interrogativi in casa bianconera.

CRONACA — "Bisogna fare meglio dello scorso anno dove abbiamo preso 3 gol in 27 minuti", disse Max alla vigilia. Allegri è accontentato: due gol in un amen, sette minuti di follia in un inizio irreale con Lazovic che asfalta Sandro e autogol dopo 18 secondi di Pjanic; poi nuovo rigore con Var, secondo in due giornate contro i bianconeri (stavolta, però, c’è il millimetrico fuorigioco di Galabinov, non notato dalla tecnologia, che rende sbagliata la decisione). A procurarlo e realizzarlo proprio il carrarmato bulgaro che bullizza Rugani per tutto il primo tempo. Non bastasse, in mezzo c’è pure un miracolo di Perin su tentato autogol di Gentiletti: troppo e tutto insieme, impossibile dare ordine razionale al caos. Eppure, ormai quando la Signora passa da qua, da questo stadio vestito da rossoblù, il copione è lo stesso. Prende tutto il vento in faccia, fatica a respirare, ma stavolta non annega, anzi rimette ossigeno nei polmoni con il gol del 2-1 di Dybala su assist di Pjanic.

RIMONTA — A questo punto, a differenza dell’anno passato, ci sarebbero i presupposti per una rimonta più rapida. In realtà, spesso la Juve è bucata in mezzo da un Grifone arrembante nelle ripartenze, neanche fosse il 2016. Certe voragini impongono ad Allegri di rimescolare le carte spesso: si usa un nuovo 3-4-3 da combattimento, avanzando Sandro e sfruttando la buonissima vena dalla Joya. Perin, però, mura tutto e ai bianconeri serve un’altra Var, la prima pro-Juve, per rimettere in piedi la gara. Stavolta sono necessari più secondi per decidere, ma nessun dubbio sul fallo di mano volontario di Lazovic su destro di Mandzukic. Così, prima di chiudere un pazzo primo tempo, Dybala dal dischetto segna il suo quinto gol in tre partite ufficiali.

SECONDO TEMPO — Nella ripresa la gara ritrova misura e ragione: c’è un più di ordine nel ritorno al 4-2-3-1 bianconero. E c’è pure meno ardore genoano: Juric, abituato a squadre sporche e cattive, si era quasi stupito alla vigilia di avere un team "intelligente ed elegante". Il problema è che a ritmi umani come quelli del secondo tempo la Juve fa valere la qualità e l’innesto di Matuidi dà i chili che mancavano in mezzo. All’inizio Allegri era rimasto fedele alle abitudini, alla tradizionale prudenza nella gestione dei nuovi, ma col francese c’è ben altra solidità. A completare la rimonta, però, è una connection inattesa: Mandzukic fa il “verticalizzatore” e Cuadrado lo stoccatore. Il colombiano salta un uomo e la mette all’incrocio: un anestetico sul match. Barzagli è poi chiamato a sigillare la difesa e Juric affida la speranza a un Laxalt ispirato e all’ingresso di Lapadula, juventino di nascita e di cuore. Ma a prendersi gli applausi finali è sempre Dybala, che dopo la prima tripletta bianconera si porterà a casa la palla: un giorno, continuando così, ne avrà in mano una tutta d’oro. Per il momento, si può limitare ad essere il nuovo leader tecnico di questa squadra. Ma da solo non basterà sempre: Marassi ha detto quanto sia urgente un nuovo colpo dietro e in mezzo.

Filippo Conticello

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Roma-Inter 1-3: Icardi fa doppietta, gol di Vecino e Dzeko

Il bosniaco segna e i giallorossi colpiscono tre pali,
poi si scatena il capitano nerazzurro, sigillo dell'ex viola nel finale:
l'ex Spalletti si prende i 3 punti


Fischiato e insultato, ma trionfatore. Serata di grandi emozioni per Luciano Spalletti, cui l'Olimpico riserva una pessima accoglienza. Per 70' sembrano poco riconoscenti anche i suoi ex giocatori. Gol di Dzeko e tante occasioni sprecate (compresi tre pali) fino al primo morso del cobra Icardi che appunto nell'ultimo quarto di gara ha rivoltato la contesa come un calzino. Ancora Maurito e poi Vecino hanno poi chiuso il conto su due magie di Perisic per un incredibile 3-1.

SOLO 10' — Di Francesco sceglie Juan Jesus a destra e preferisce Perotti a El Shaarawy per completare il tridente offensivo con Dzeko e Defrel. Spalletti rispetto alla Fiorentina punta su una mediana più fisica, con Gagliardini ad affiancare Vecino e Borja Valero avanzato alle spalle di Icardi. L'Inter parte meglio ma nei primi 10' spreca due buone occasioni con Perisic e Candreva. Poi si mettono in moto i tre centrocampisti della Roma e l'aria cambia. De Rossi detta i tempi, Strootman non soffre Gagliardini e Nainggolan a destra è il solito assaltatore. E al 15' è proprio il belga, subito dopo un palo esterno di Kolarov con un sinistro da fuori, a pescare sul filo del fuorigioco - Skriniar scappa con un attimo di ritardo - Dzeko, freddo a controllare e a battere Handanovic da pochi metri. I nerazzurri accusano il colpo, i palleggi si sporcano e subentra anche un po' di nervosismo. Candreva rischia il rosso per un'entrataccia su Kolarov, Gagliardini perde un pallone sanguinoso al limite dell'area (ma Defrel spreca l'imbucata di Perotti) e Borja - che aveva iniziato bene facendosi trovare tra le linee - rifila una strana gomitata a Nainggolan. Il Ninja sembra avere problemi all'occhio sinistro, ma ci vede benissimo a giudicare dal palo pieno che centra al 39' con una sassata dai venti metri. Azione nata da sinistra, con l'Inter che su quella fascia - quella in cui si gioca di più - soffre la tecnica di Strootman, gli strappi di Perotti e le sovrapposizioni di Kolarov. Nell'unico sussulto nerazzurro dopo i 10' iniziali, al 43' è bravo Alisson a respingere in qualche modo il destro secco di Icardi, fino a quel momento non pervenuto. Andare all'intervallo sotto di un solo gol per la squadra di Spalletti resta comunque un buon affare.

PING PONG — Dagli spogliatoi non ritorna un Gagliardini ancora lontano dalla miglior forma. Al suo posto c'è Joao Mario, con Borja che si abbassa al fianco di Vecino. Il pallino però resta in mano alla Roma, nettamente in crescita rispetto a Bergamo sul piano atletico e capace di portare un gran pressing. Poco sembra spostare anche l'ingresso di Dalbert per Nagatomo. Quello che Spalletti guadagna in impostazione abbassando Borja sembra perderlo davanti, con Joao Mario molto meno incisivo di quello visto nella tournée asiatica di luglio. L'Inter resta comunque aggrappata a San Palo - il terzo di Perotti è clamoroso - e al 22' piazza il colpo che non ti aspetti. Break su lancio sbagliato di Juan Jesus, Candreva pesca Icardi al limite dell'area e l'argentino è gelido nel battere Alisson con un destro nell'angolino. Complice anche un inevitabile calo fisico, il match diventa un avvincente scambio tipo ping pong. Dalbert in acrobazia evita un gol fatto a El Shaarawy - appena entrato per Defrel -, poi Joao Mario e Perisic si mangiano il possibile 2-1 interista. La freddezza sotto porta ce la mette comunque il solito Icardi. Al 32' infatti Perisic salta finalmente Juan Jesus e la mette dietro per Mauro, bravo a girarsi e ad evidenziare i limiti di Fazio quando gioca in una linea a quattro. Il capitano dell'Inter è scatenato e Alisson un minuto dopo deve murarlo in contropiede. L'Inter ha più fondo e approfitta del calo della Roma, Icardi si inventa anche assist man ma Perisic non aggancia. Dzeko e Nainggolan però non mollano e Dalbert deve immolarsi di nuovo sul destro a colpo sicuro del belga. Di Francesco ci prova passando al 4-2-4 con Under per De Rossi mentre Cancelo rileva Candreva. L'ultimo acuto però è nerazzurro, con Perisic che trova magicamente il fondo e premia l'inserimento di Vecino.

Luca Taidelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
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