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Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019: cronache, classifiche e... soprattutto commenti

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2019 00:22
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Grande partita! [SM=x611903]






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Serie A, Spal-Parma: 1-0.
Decide un super-gol di Antenucci

Gli uomini di Semplici vincono il derby emiliano e raggiungono Juventus e Napoli a 6 punti.
Gol-partita dell'ex Leeds all'inizio di ripresa. Nei ducali esordio di Gervinho



Il derby emiliano, inedito sui campi della serie A, va alla Spal. Con i 3 punti del Dall'Ara (al Mazza stanno proseguendo i lavori di restyling), Semplici raggiunge Allegri e Ancelotti a punteggio pieno. Il merito è tutto di Antenucci che all'inizio della ripresa si inventa un gol capolavoro, spiazzando Sepe con un gran tiro al volo all'incrocio. Nel Parma fa l'esordio Gervinho negli ultimi 20 minuti di gara. L'ivoriano è protagonista del forcing finale dei crociati, che sfiorano la rete con Ceravolo nei minuti di recupero.

INIZIO A RILENTO — Semplici schiera lo stesso undici che nella prima giornata ha espugnato proprio il Dall'Ara contro i "veri" padroni di casa bolognesi. Confermato il tandem Petagna-Antenucci davanti. Il Parma si presenta ancora una volta incerottato e ricco di incertezze. Dei 4 esterni destri d'attacco solo Alessio Da Cruz è disponibile dal primo minuto: Gervinho non ha ancora i novanta minuti nelle gambe, Ciciretti e Biabiany sono fermi ai box, Siligardi è stato escluso dalla lista per esigenze di rosa. D'Aversa affida l'attacco a Di Gaudio e Inglese, oltre che al giovane olandese. Primo tempo che viene archiviato senza grandi emozioni. Dopo un inizio di personalità degli scudati, la Spal alza il baricentro, con Missiroli che al 18' mette in pericolo la porta di Sepe con un'incornata poco angolata. Unica vera occasione della prima metà di gioco, che si conclude tra noia e ritmi lenti.

GOL DA CINETECA — La ripresa si apre con il capolavoro di Antenucci: al 49' cross dalla destra di Lazzari, l'ex Leeds si gira e la piazza all'incrocio alle spalle di Sepe. La difesa del Parma gli concede tanto spazio, ma il gesto è fantastico: spalle alla porta e palla nel sette. Meraviglia! D'Aversa prova a spronare i suoi, inserendo Ceravolo prima e Gervinho poi, ma il calo atletico degli scudati, riscontrato anche nella ripresa contro l'Udinese, si fa sentire. Nel finale l'ivoriano si carica la squadra sulle spalle, tentando il disperato forcing finale: al 90' mette dentro un cross basso che va sul secondo palo. Gomis non ci arriva, Da Cruz la sfiora e Ceravolo non trova la deviazione vincente: il Parma trova l'occasione più importante della partita proprio nel recupero. Troppo tardi per raddrizzarla.

STORIA DEL CALCIO — La Spal si aggiudica così il primo derby di A con il Parma. L'ultima sfida emiliana si era disputata 32 anni. Nella stagione 1985/1986 la Serie C mise di fronte due allenatori che avrebbero fatto la storia del nostro calcio: Giovanni Galeone sulla panchina dei ferraresi e Arrigo Sacchi su quella dei crociati. Un'era calcistica fa.

Matteo Zorzoli

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Serie A, Cagliari-Sassuolo 2-2:
doppio Pavoletti, Boateng pareggia al 98'

Tante emozioni e quattro gol alla Sardegna Arena.
L'attaccante sardo è incontenibile di testa, ma l'ex Milan salva i
neroverdi in dieci con un rigore contestato in extremis



Un Pavoletti incontenibile di testa, ma il Sassuolo si salva al 98’ contro il Cagliari. Boateng alla Sardegna Arena fissa il 2-2 finale al termine d’una partita divertente, combattuta e chiusa con una coda polemica per via del penalty concesso agli ospiti in extremis, dopo un consulto tramite la Var. L’ex attaccante del Genoa stava per siglare il primo successo della gestione Maran, grazie a due colpi di testa d’autore che però non hanno tramortito i neroverdi di De Zerbi, capaci di riacciuffare gli avversari due volte. C'è da giurare che quel rigore concesso quasi fuori tempo massimo farà discutere.

LE FORMAZIONI – Rispetto alla sconfitta di Empoli il tecnico Maran apporta alcune modifiche al suo undici. Debuttano dal 1’ Klavan e Srna in difesa, sull’out sinistro Padoin è preferito a Lykogiannis mentre a centrocampo Dessena sfila la maglia da titolare a Castro. In attacco Ionita agisce a supporto di Sau e Pavoletti. Cambia qualcosa anche De Zerbi, la difesa diventa a tre con l’innesto di Marlon, a centrocampo c’è Locatelli (e non Magnanelli), solo conferme in attacco dove Boateng resta il falso nove assieme a Berardi e Di Francesco.

PRIMO TEMPO – Avvio subito frizzante, le squadre si sfidano a viso aperto e dopo 9’, al termine di una bella giocata nello stretto, Sensi si ritrova solo davanti alla porta sull’imbeccata di Locatelli che sorprende la difesa di casa. La conclusione è poco angolata e Cragno si salva in due tempi. Passa un minuto e la gara si sblocca: Padoin rientra e crossa dalla sinistra, Pavoletti sovrasta Ferrari e s’avventa sul pallone spedendolo in fondo alla rete. I sardi avrebbero anche l’occasione per raddoppiare al 14’, ma Sau perde l’attimo giusto in ripartenza e viene recuperato da Marlon. Il Sassuolo non si scompone e prova a reagire con lunghe trame palla a terra, su una di queste Boateng conclude alto al volo, su un’altra i neroverdi protestano per un braccio in area di Cigarini. Ma le occasioni più nitide continuano a capitare ai padroni di casa, al 40’ Pavoletti svetta di testa sul corner battuto da Cigarini e sfiora il palo più lontano, al 45’ nasce un contropiede pericoloso, ma Dessena si coordina male e spedisce altissimo da buona posizione.


SECONDO TEMPO – Alla prima vera occasione della ripresa arriva il pari del Sassuolo. Sensi s’inventa un lancio telecomandato da centrocampo e imbecca Berardi, lesto a partire sul filo del fuorigioco: Klavan può solo inseguire, l’attaccante italiano con estrema freddezza supera Cragno e trova il suo 49° gol in serie A. La sfida resta accesa, in mischia al 63’ Sau non trova il guizzo da posizione ravvicinata, ma poco dopo ci pensa ancora Pavoletti. L’ariete sardo è letteralmente incontenibile nelle sfide aeree, sul calcio d’angolo battuto da Bradaric batte sia Magnani sia Marlon e gonfia la rete. De Zerbi prova a correre ai ripari inserendo Babacar al posto di Lirola, Berardi ci prova su punizione andando poco lontano dal bersaglio, ma la situazione si complica ancor di più quando Marlon finisce anzitempo sotto la doccia. Si disinteressa del pallone, colpisce Padoin e il secondo giallo è sacrosanto. Nel finale da segnalare anche la lunga interruzione per il brutto colpo ricevuto da Ionita, che resta a terra privo di sensi per qualche secondo ed è costretto a uscire in barella. Sette minuti di recupero, al 98’ il colpo di scena. Barella si oppone a un tiro con il braccio di poco largo e costringe l’arbitro a rivedere l’episodio al monitor, assegnando poi il penalty al Sassuolo: dal dischetto Boateng è freddissimo, inchiodando il risultato sul 2-2 finale.

Giorgio Coluccia

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Fiorentina-Chievo 6-1,
apre le danze un super-gol di Milenkovic:
primi tre punti per Pioli

La Fiorentina passeggia al Franchi e segna sei gol al Chievo.
La squadra di D'Anna non è mai realmente entrata in partita



La Fiorentina parte in sesta stritolando il Chievo grazie ad una bella prestazione di squadra. Impreziosita dalle giocate di uno straordinario Gerson e dai guizzi di Benassi e Chiesa. Niente da fare per il Chievo, sommerso da sei reti, ed ancora fermo a zero punti. Capace di restare in partita solo fino al secondo gol viola. Confermato il tridente della Fiorentina con Chiesa, Simeone ed Eysseric. In mezzo al posto dello squalificato Veretout gioca Fernandes. Nel Chievo non c'è Cacciatore (al suo posto Jaroszynski) mentre davanti sono confermati Stepinski e Giaccherini, i due marcatori contro la Juventus, oltre al rientrante Birsa. Parte meglio la Fiorentina con Benassi molto ispirato due volte al tiro. Al minuto numero otto i viola passano: Milenkovic sovrasta Giaccherini ai 25 metri, poi fa partire un destro potentissimo che si insacca all'incrocio dei pali. Primo gol in Serie A per il serbo.

ESORDIO CON GOL — Tre minuti più tardi Stepinski di testa si mangia il pari su cross perfetto di De Paoli. Poi è Birsa a testare i riflessi di Lafont che respinge come può. Per ritrovare la Fiorentina si deve attendere il minuto numero 36' con Chiesa che si vede respingere da un difensore il sinistro a botta sicura da centro area. Tre minuti dopo Seculin è strepitoso a salvare con il piede destro la conclusione ravvicinata di Simeone. Sul corner seguente Seculin salva nuovamente sull'argentino ma non può niente sul tocco di Gerson ad un metro dalla porta. 2-0. SENZA STORIA All'intervallo D'Anna cambia, fuori Hetemaj e dentro Obi. Un minuto della ripresa e la Fiorentina passa ancora con Benassi, bravo a girare di testa un cross dalla fascia di Simeone. Anche Pioli comincia a dar minuti alla propria panchina inserendo Norgaard per Fernandes. La contesa si chiude sostanzialmente qui anche se il Chievo prova ad accorciare le distanze e di emozioni ce ne saranno ancora tante. In contropiede è Chiesa ad andare vicino al quarto gol calciando alto da pochi passi. L'attaccante della Nazionale non fallisce però qualche minuto più tardi servito da uno straordinario Gerson, il migliore in campo, superando Seculin in allungo. Pioli concede la passerella proprio a Gerson e Chiesa, facendo esordire Pjaca ed inserendo Dabo.

NEL NOME DI DAVIDE — Al 75' il Chievo accorcia con Tomovic, bravo di testa su corner ad anticipare Pezzella e mettere dentro. L'ex viola esulta indicando il numero 13 con le dita, in ricordo di Davide Astori, venendo applaudito da tutto il Franchi. Al 90' Benassi impreziosisce la propria superba gara con il quinto sigillo viola prima che il Cholito nel recupero trovi la gioia personale, davanti al padre seduto in tribuna, chiudendo i conti per il 6-1 finale. Stravince quindi la Viola, crolla il Chievo che dovrà resettare morale e prestazione dopo la serataccia del Franchi. A proposito di Franchi. Domenica prossima la Fiorentina giocherà ancora in casa: alle 18 arriva l'Udinese.



Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Serie A, Frosinone-Bologna 0-0.
Inzaghi senza gol, Longo lo imbriglia

Sul neutro di Torino prevale il tatticismo.
I rossoblu giocano meglio nel primo tempo e sprecano con Dzemaili.
Nella ripresa meglio i ciociari, vicini alla vittoria con Chibsah



Nessuno squillo risuona nello Stadio Olimpico Grande Torino. Il tempio della fede granata, in quest’occasione scelto per fare le veci dello squalificato Benito Stirpe di Frosinone, resta senza spettatori e gol. Merito del tatticismo impregnante che avvolge la gara e, lentamente, la anestetizza, impedendo a Frosinone e Bologna di inventarsi il guizzo vincente. Le due squadre smuovono le proprie posizioni in classifica, compiendo un piccolo passo in avanti, senza però togliere in alcun modo i dubbi esistente già nel pre campionato.

LA CHIAVE TATTICA — Non ci sono grosse novità rispetto ai due incontri precedenti nei rispettivi schieramenti. Nel Frosinone, Brighenti prende il posto di Goldaniga, e c’è la novità Crisetig, rimpiazzando così Maiello, poi subentrato al posto dell’infortunato Hallfredsson dopo 10 minuti. Il Bologna cambia solamente l’acciaccato Palacio con Falcinelli. Stesso schema per Longo ed Inzaghi. Cambiano le filosofie dei due 3-5-2. Più conservativo e ragionato nel possesso palla dell’undici ciociaro, caratterizzato dalla cortezza della distanza tra difesa e centrocampo. Più offensiva e spigliata la formazione rossoblu, con Super Pippo a predicare continuamente velocità e verticalizzazione.

SPUNTO ROSSOBLU — I ragazzi dell'ex Milan sembrano assecondare inizialmente il proprio allenatore, uscendo dai blocchi di partenza con maggiore convinzione. Santander, scelto al posto di Destro nel tandem offensivo con Falcinelli, agisce da boa dell’attacco e crea spunti e sponde per i compagni, che sovrastano gli avversari nel gioco sulle fasce e a centrocampo. Il pressing avanzato è l’arma vincente della banda di Inzaghi. Al 16’, infatti, il forcing dei felsinei permette la ripartenza fulminea e mette Dzemaili davanti a Sportiello, ma lo svizzero sparacchia addosso al portiere gialloblu. Ben più complicato è l’intervento dell’estremo difensore sulla bordata di Poli sul primo palo al 32’. Il miracolo scuote il Frosinone, che si fa vedere in avanti con una conclusione di Perica, smorzato in angolo. I ciociari controllano la gara nell’ultimo quarto d’ora, senza mai pungere realmente.

GRINTA CIOCIARA — Nella ripresa, il Bologna tenta nuovamente di imporre il proprio gioco, ma, eccezion fatta di un paio di inserimenti dell’esterno Dijks e per una staffilata di Pulgar dalla distanza ribattuto sulla riga di porta, non impensierisce il portiere avversario. I ragazzi di Longo aumentano il numero di giri e controllano la partita. Manca la fantasia per inventarsi la giocata vincente. Così le vere occasioni si materializzano solamente in contropiede, quando gli improvvisi cambi di fascia dei ciociari mandano in tilt la retroguardia rossoblu. Il più animato è Chibsah, che propizia svariati tentativi di ripartenza. Suo è l’assist smarcante per Ciano, ma l’attaccante del Frosinone spara altissimo sopra la porta di Skorupski. Tuttavia, il ghanese deve rammaricarsi per le due palle gol sciupate tra il 69’ ed il 76’. Nel primo caso, impatta malamente sul cross di Zampano, mentre nella seconda occasione non si presenta puntuale all’appuntamento con il passaggio perfetto del neo entrato Joel Campbell e sfiora il vantaggio. Più passano i minuti e più si consolida l’idea di un pareggio che, in fondo, non scontenta le due formazioni. Così è: pari e patta tra Longo e Inzaghi. Appuntamento alla prima vittoria rimandato, forse, alla prossima gara.

Federico Mariani

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Serie A, Genoa-Empoli 2-1: Piatek-Kouamé, poi Mraz.
Buona la prima per Ballardini

I rossoblù liquidano la pratica toscana con il primo sigillo in A dell'attaccante polacco.
Il secondo gol arriva dall'ex Cittadella...



Nella notte del ricordo dei morti del ponte Morandi, di un minuto di silenzio vero e carico di tristezza ancora attonita prima della partita e uno lunghissimo di applausi di tutto lo stadio quando è scoccato il minuto 43, dei 43 minuti di sospensione del tifo rossoblù in omaggio al numero delle vittime del 14 agosto, delle maglie del Genoa listate a lutto e degli striscioni rovesciati, in un’atmosfera ancora un po’ irreale per una partita di calcio, il calcio a Genova è andato avanti fra i brividi. E il Genoa, sotto gli occhi del presidente Preziosi tornato a Marassi dopo un anno e mezzo di assenza, ha debuttato in campionato con una vittoria firmata dalla coppia Piatek-Kouame: un successo figlio di un primo tempo quasi perfetto e una ripresa più votata al controllo di un Empoli molto diverso, perlomeno nei primi 45’, da quello del debutto in campionato. La squadra di Andreazzoli si è ritrovata troppo tardi e ha meritato la prima sconfitta (in campionato) del 2018, visto che l’ultima risaliva al novembre dell’anno scorso.

LE SCELTE — Ballardini per la prima ha confermato il 3-4-1-2 già scelto in Coppa Italia, con Pandev alle spalle della coppia Piatek-Kouamé: rinviato l’esperimento del doppio centravanti, visto il forfeit in extremis di Favilli. Anche Andreazzoli non ha cambiato squadra che ha vinto (alla prima di campionato contro il Cagliari): ancora Rasmussen al centro della difesa al fianco di Silvestre che sente aria di derby, Antonelli sulla fascia sinistra, Krunic-Acquah coppia di mezzali e Zajc trequartista puro dietro Caputo e La Gumina.

PRIMO TEMPO — Al Genoa sono bastati 18’ e due assist dell’ispiratissimo (e liberissimo) Criscito per mettersi in discesa la partita: dopo 6’ cross dalla sinistra per la prima sentenza in campionato (dopo le quattro in Coppa Italia) di Piatek che ha approfittato di un malinteso fra Rasmussen, più colpevole, e Antonelli per spezzare l’equilibrio con un piattone destro; dopo 18’ passaggio in profondità per Kouamé, che ha giustiziato Terracciano con un diagonale sinistro al bacio. Ma anche dopo il doppio vantaggio, il Genoa non si è limitato a gestire: ha sfiorato il 3-0 con un pallonetto di Spolli, ma soprattutto ha continuato a intasare qualunque spazio all’Empoli e a ripartire, con i tempi dettati da un Pandev inesauribile nelle due fasi, non a caso migliore dei suoi prima di uscire. Così la squadra di Andreazzoli ha continuato a soffrire e ad andare a sbattere contro la compattezza del muro difensivo rossoblù, nonostante i tentativi di spezzare quella ragnatela di Zajc, l’unico davvero pericoloso: non solo al 12’, quando con una punizione al veleno aveva sfiorato l’1-1 colpendo l’incrocio dei pali.

SECONDO TEMPO — L'Empoli nella ripresa ha cambiato se non altro l’approccio, se non la pericolosità, e si è capito già dopo 6’ quando Marchetti, su tiro di Zajc con deviazione al veleno di Spolli, si è dovuto salvare con una prodezza. Lette le difficoltà della sua squadra, Ballardini ha rinunciato a Pandev rinforzando il centrocampo con Mazzitelli e un 3-5-2 puro, arroccato intorno a Romulo diventato argine basso davanti alla difesa. Così per 20’ il Genoa ha lasciato il governo della partita all’Empoli, che però ha alzato solo il ritmo, non l’indice di insidiosità della sua manovra. E infatti solo a una manciata di secondi dal fischio finale ha trovato il 2-1, con Mraz che ha corretto in porta un cross basso di Di Lorenzo.

Andrea Elefante

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Inter-Torino 2-2: Perisic e De Vrij gol,
ma poi pari con Belotti e Meité

I nerazzurri sprecano due reti di vantaggio e i granata strappano il punto in trasferta.
Spalletti fischiato



Due facce della stessa partita. Lato A, dominio Inter. Lato B: riscossa Torino. L'Inter stecca anche il debutto a San Siro dopo il k.o. all'esordio in casa del Sassuolo. E ai punti è un 2-2 giusto, fatto di errori e prodezze, di mosse e contromosse. Di certo l'Inter sembra non aver perso il suo modo di essere "pazza", passando da una possibile goleada a un incredibile pareggio.

NUOVA INTER — In avvio è un'altra Inter rispetto a Reggio Emilia. E non solo perché Spalletti le ha cambiato l'abito, accelerando il passaggio alla difesa a tre. D'Ambrosio viene preferito a Miranda proprio per la capacità di poter scivolare in fascia e trasformare in base alle esigenze la difesa da 3 a 4, abbassando Asamoah. Ma la novità più interessante è la posizione di Perisic, che gioca in coppia con Politano alle spalle di Icardi, ma molto dentro al campo. E il fraseggio palla a terra sulla trequarti si nota subito: veloce, nello stretto, tutto di prima. Politano dopo una serie di triangoli arriva sul fondo (4') ma Sirigu in uscita bassa anticipa Icardi prima del tap-in vincente. Ma al 6' l’Inter passa lo stesso: Icardi viene a prende palla in fascia – così come vuole Spalletti – e mette i panni dell'uomo assist, servendo Perisic che di prima fulmina Sirigu. Per San Siro è una liberazione, per l'Inter pure. Che inizia a volare sull'entusiasmo e continua a esaltarsi sulla trequarti. Asamoah (15') ruba palla a Iago, pesca in area Icardi che libra con una sponda Politano, il cui colpo di testa viene bloccato in tuffo da Sirigu.

REMAKE — Del Toro non c'è traccia mentre l'Inter spinge per il raddoppio che arriva al 32', con un remake della punizione al 90' di Reggio Emilia, dove solo uno straordinario Consigli aveva evitato il pari ai nerazzurri. Stavolta la spizzata dell'olandese De Vrij sulla pennellata di Politano lascia Sirigu impietrito: 2-0 legittimo. Il Toro prova a quel punto ad affacciarsi nell'area nerazzurra: la prima conclusone è un "passaggio" di testa di De Silvestri verso Handanovic. Poi all'ultimo istante Iago su punizione sfiora l'incrocio.

RIBALTONE — Le urla di Mazzarri all'intervallo scuotono il Toro, che prova subito a impensierire Handanovic da fuori con Rincon (5'). È un segnale però, perché Mazzarri stringe Iago e Soriano molto più vicini a Belotti. L'Inter si abbassa e il Toro ne approfitta, riaprendo il match al 10' con il terzo gol stagionale di Belotti (dopo i due di Coppa), bravo a scappare alle spalle di D'Ambrosio sul lancio di Iago e a spalancarsi la porta solo con il controllo palla, che manda a vuoto Handanovic. È l'episodio che cercava Mazzarri per poter credere nella rimonta. E l'ex tecnico dell'Inter allora ci crede: fuori Soriano e dentro Ljajic per aumentare la qualità offensiva. La pressione del Toro diventa costante, tambureggiante. Al 23' viene premiata: Iago lavora un bel pallone in area, trova Aina, tiro respinto ma sulla palla vagante Meitè finta il destro e poi col sinistro trova l'angolino basso.

BRIVIDI FINALI — L'Inter è mentalmente alle corde. Spalletti prova a scuoterla inserendo Keita per Vrsaljko ma è il Toro ad avere una doppia potenziale occasione con Belotti e Iago. Perisic (31') prova a rispondere da fuori, sfiorando il palo. Ma è ancora il Toro a sfiorare il 3-2 con Ljajic (murato da Handanovic) e Belotti (colpo di testa a lato). La gara diventa divertentissima, con continui capovolgimenti di fronte. Icardi trova la prima conclusione al 38', ma Sirigu mura in angolo. Spalletti nel recupero inserisce anche Lautaro che fa in tempo a servire un bel pallone a Icardi che spara alto. Prima, però, era stato Perisic ad andare a un passo dal gol partita: missile da fuori e Sirigu che vola all'incrocio a dir di no. Una parte di San Siro fischia: no, questa pazza Inter ancora non decolla.

Vincenzo D'Angelo

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Serie A, Udinese-Sampdoria 1-0: Decide De Paul.
Blucerchiati sfortunati

I friulani si aggiudicano i tre punti grazie a un gran destro a giro del centrocampista argentino.
Gli ospiti si svegliano solo nella ripresa e recriminano per un palo di Defrel



Un tempo per parte, ma a portare a casa i tre punti è l'Udinese. I friulani hanno piegato la Samp grazie a 45' di grande livello e un gran gol di De Paul, bravo a sbloccare il risultato nelle battute iniziali. La squadra di Velazquez resta così imbattuta dopo il pari alla prima giornata sul campo del Parma, ma nella ripresa ha subito il prepotente ritorno dei blucerchiati, stoppati da un palo e dai provvidenziali interventi di Scuffet.

PARTENZA SPRINT — Piede premuto sull'acceleratore sin dall'inizio per i friulani, bravi a schiacciare gli avversari con un pressing costante e un baricentro molto alto. Per i blucerchiati è stata una affannosa, obbligati a contenere le scorribande di De Paul sulla sinistra e le incursioni di Fofana, con Lasagna a fungere da boa. Dopo il primo squillo di Fofana al 6', con un sinistro sventato in tuffo da Audero, i padroni di casa sono passati con un gran destro a giro di De Paul, per la prima volta in carriera a segno per due partite consecutive. Dopodiché monologo friulano, con Audero bravo a salvare i suoi al 16' , al 19' e al 26' sui tentativi di Lasagna, Behrami e Machis. Prima del riposo, invece, poca precisione da parte di Fofana, autore di due conclusioni potenti ma fuori misura. Da sottolineare soprattutto il primo tentativo del centrocampista, costruitosi una grande occasione dopo due dribbling secchi e un'incursione fino al limite dell'area.

REAZIONE — Tutta un'altra Samp nella ripresa, nonostante il primo tentativo sia stato ancora dell'Udinese con un destro dal limite di Mandragora. I blucerchiati hanno velocizzato la manovra e iniziato a spingere con efficacia sulle corsie laterali fino a sfiorare il pari con gran sinistro di Defrel al 52' che ha scheggiato il palo esterno. Poi è stato bravo Scuffet a dire di no a Bereszynski, Kownacki e Linetty tra il 72' e l'84', con un Udinese stanca stretta a ridosso della propria area. Intenso il forcing ospite negli ultimi 10 minuti, ma la difesa friulana ha retto anche con un pizzico di fortuna.

Gasport

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Roma-Atalanta 3-3: gol di Pastore,
Castagne, Rigoni (2), Florenzi e Manolas

Termina in parità all'Olimpico tra giallorossi e nerazzurri una partita dai mille volti.
Da segnalare l'uscita dal campo di Florenzi al 73' per un problema al ginocchio sinistro



Orgoglio Roma. E l’Atalanta fa i conti con Manolas. Finisce 3-3 all’Olimpico in fondo ad un match intriso di pathos. Dalla perla di Pastore dopo 74'' ai gol di Castagne e Rigoni (doppietta) in chiusura di primo tempo, fino alle risposte di Florenzi e del difensore greco: una bellissima sfida. Giocata dai padroni di casa con Pastore riportato dal 1’ alto a sinistra e dai nerazzurri in avvio addirittura con 8 giocatori diversi rispetto all’ultima sfida in Europa col Copenaghen.

MAGIA — Passano appena 74 secondi e Pastore accende la notte giallorossa con un magnifico colpo di tacco vincente su cross di Under: un acuto che è il condensato delle qualità dell’argentino, schierato nel suo ruolo congeniale di esterno alto a sinistra. Un colpo da biliardo (colpo di tacco spalle alla porta e pallone che carambola sul palo ed entra in rete) che manda in buca l’avversario e certifica una volta di più il talento dell’ex Psg. Eppure l’Atalanta, ferita nell’orgoglio, non si scompone e si lancia all’assalto della porta di Olsen accampandosi per lunghi minuti davanti al limite dell’area e provando la conclusione con Rigoni (in un’occasione al 5’ vicinissimo al pari approfittando di un passaggio sciagurato di Manolas) e con Ali Adnan, il cui tiro viene deviato in angolo da Fazio.

CROLLO GIALLOROSSO — In chiara difficoltà per il pressing alto portato dai nerazzurri letteralmente indemoniati, dai e dai, la difesa giallorossa si fa ribaltare in 3’: prima il tap in di Castagne al 19’ dopo il palo interno di Zapata, poi il tocco irresistibile di Rigoni su assist del centravanti colombiano (sfuggito a Manolas) sotto gli occhi del c.t. Roberto Mancini (presente all’Olimpico), suo tecnico la scorsa stagione allo Zenit. Un uno-due terribile che potrebbe anche diventare subito tris, se De Rossi non salvasse al 30’ su Pasalic lanciato a rete. Ma l’Atalanta è una furia e, complice ancora Fazio in ritardo in chiusura, chiude il primo tempo 3-1 grazie al secondo gol di Rigoni, servito da Pasalic, bravo ad infilzare sul primo palo Olsen. E in tribuna serpeggiano i primi malumori: cori contro il presidente James Pallotta e fischi che piovono sui giallorossi.

MOSSE DI FRANCESCO — La Roma non ci sta. E Di Francesco passa subito al 4-2-3-1 con i nuovi entrati Nzonzi e Kluivert rispettivamente davanti alla difesa e a destra nella batteria di trequartisti dietro a Dzeko centravanti. L’effetto è positivo, perché i giallorossi guadagnano metri di campo e costringono Gasp a rinforzare gli argini con Hateboer e De Roon. Niente da fare. La rabbia della Roma produce il gol dell’uomo che più ne incarna lo spirito, cioè Florenzi. Che al 15’ penetra al centro a cento all’ora e lascia partire un sinistro rasoterra imparabile per Gollini. Partita riaperta e in campo entra pure Toloi per proteggere il gol di vantaggio. L’area di rigore nerazzurra si trasforma comunque in un enorme flipper, col pallone che schizza da una parte e dell’altra e coi difensori atalantini che a malapena riescono ad allontanare le minacce giallorosse (Nzonzi e Dzeko pericolosi).

ULTIMO QUARTO D'ORA — La Roma preme sull’acceleratore negli ultimi 15’, anche senza Florenzi uscito dal campo dolorante al ginocchio sinistro e sostituito da Schick. I nerazzurri marcano a uomo e a tutto campo. Ma non basta. All’ennesimo assalto, sfruttando un piazzato di Pastore, Manolas al 37’ anticipa in mischia Toloi e riporta in parità la Roma. Un crescendo rossiniano di rara intensità. E Schick un minuto dopo si fa stoppare sul più bello da Gollini, provvidenziale con una respinta di piede sul tiro a colpo sicuro dell’attaccante. Una girandola di emozioni. E negli ultimi istanti Kluivert si divora l’occasione del possibile sorpasso: Castagne è decisivo in chiusura.

Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
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SERIE A 2018/2019 2ª Giornata (2ª di Andata)

25/08/2018
Juventus - Lazio 2-0
Napoli - Milan 3-2
26/08/2018
Spal - Parma 1-0
Cagliari - Sassuolo 2-2
Fiorentina - Chievo 6-1
Frosinone - Bologna 0-0
Genoa - Empoli 2-1
Inter - Torino 2-2
Udinese - Sampdoria 1-0
27/08/2018
Roma - Atalanta 3-3

Sampdoria-Fiorentina rinviata al 19/09/2018
Milan-Genoa rinviata al 31/10/2018

Classifica
1) Juventus, Napoli e Spal punti 6;
4) Atalanta, Roma, Sassuolo e Udinese punti 4;
8) Fiorentina(*), Genoa(*), Empoli, Inter, Parma, Torino, Bologna, Cagliari e Frosinone punti 1;
17) Milan(*), Sampdoria(*), Lazio e Chievo punti 0.

(*) Una partita in meno.
Sampdoria-Fiorentina rinviata al 19/09/2018 (per la tragedia di Genova).
Milan-Genoa rinviata al 31/10/2018 (per la tragedia di Genova).

(gazzetta.it)
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Il Chievo che ha tenuto testa alla Juve e poi si è fatto strapazzare dalla Fiorentina...la Spal che viaggia a punteggio pieno...quando si dice che il pallone è rotondo!!! [SM=x4983510]






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Re:
ilpoeta59, 28/08/2018 07.05:

Il Chievo che ha tenuto testa alla Juve e poi si è fatto strapazzare dalla Fiorentina...la Spal che viaggia a punteggio pieno...quando si dice che il pallone è rotondo!!! [SM=x4983510]





La Spal in testa con napoli e Juventus... Ma siamo su X-Files ? [SM=x611923]
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Milan-Roma 2-1: in gol Kessie, Fazio e Cutrone

In pieno recupero Cutrone regala a Gattuso i primi 3 punti della stagione.
A S. Siro gran protagonista la Var:
annullata una rete a Higuain per fuorigioco e una a Nzonzi per un tocco di braccio



All’ultimo respiro. All’ultimo assalto, all’ultimo passaggio filtrante, all’ultimo guizzo. Vince il Milan, la Roma s'accartoccia su se stessa al 95’ e va al tappeto. La risolve Patrick Cutrone servito da Higuain: 2-1, dopo che sembrava ormai pari e patta, anche con la Var. Davanti a Kakà, a Leonardo e Maldini, al presidente Scaroni e a Gordon Singer, i rossoneri combattono e ancora una volta non capitalizzano una situazione di vantaggio, mentre la Roma è costretta a un’altra rimonta per provare a salvare la pelle. Ma stavolta non basta. L’anticipo della terza di campionato si tinge solo di rossonero.

MILAN CARICO — Una pioggia di applausi aveva salutato già i primi 45 minuti del Milan, quando le squadre erano rientrate negli spogliatoi. Scrosciante come il diluvio che bagna il debutto a San Siro. Non è solo la soddisfazione per l’1-0 sul tabellone a gasare i tifosi del Diavolo: rispetto al match di sei giorni fa al San Paolo, il vantaggio del Milan è maggiormente supportato da indizi e prove circostanziate. In altre parole: primo tempo molto positivo per la squadra di Gattuso, che conferma l’undici di Napoli (a parte Calhanoglu per Borini) e ne ricava una partenza solida, compatta, convincente. Il turco s’accende a sprazzi ma illumina, cercando lo spazio che si forma tra Fazio – centrale destro nella difesa a tre con Manolas e Marcano – e Karsdorp, a cui mancano misure e riferimenti.

KESSIE GOL — Meglio anche Biglia, che incrocia spesso le traiettorie con Pastore, trequartista giallorosso a supporto di Schick e Dzeko. Il ceco ha sulla testa l’unica mezza chance romanista nella prima metà di gara: facile per Donnarumma. E Higuain? Ha una voglia matta, vuole il primo gol con la nuova maglia, ma trova sulla sua strada Olsen, come Suso poco più tardi. Quando sembra che il portiere svedese - che qui eliminò l’Italia dalla corsa al Mondiale - possa vivere un’altra notte immacolata a San Siro, però, la parità si rompe. Minuto 40: filtrante di Bonaventura per Rodriguez, Fazio è molle in marcatura e Marcano addormentato sull’inserimento di Kessie, l’ivoriano ne approfitta e insacca l’1-0 con cui si va al riposo.

SCOSSA GIALLOROSSA — Di Francesco capisce che così non può andare avanti, manda in soffitta il 3-4-2-1 e passa al 4-2-3-1 inserendo l’ex El Shaarawy per Marcano. Per poco non trova subito il pari: se l’occasione di Higuain nel primo tempo era nata da una palla persa da Dzeko, stavolta è il Pipita a innescare involontariamente il bosniaco, che sfiora il palo con sinistro. E’ il preludio a una fase di partita più accesa, meno ordinata ma ricca di spunti. Anche Donnarumma, criticato dopo Napoli, si prende la sua ovazione uscendo alla disperata su El Shaarawy ben fuori dall’area. Al 59’, però, Gigio raccoglie la palla in fondo alla rete: non esce benissimo, El Sha controlla e scaraventa in mezzo, un rinvio sbilenco di Calabria trova Fazio che si fa perdonare e butta dentro l’1-1.

VAR E CONTRO-VAR — Passa appena un istante ed è già 2-1: Pipita in contropiede, salta anche Olsen e insacca, viene giù San Siro. Ma ha un piede in fallo. Troppo avanti. Var, come non detto, fuorigioco, abbiamo scherzato. E altra mazzata nel morale per il Milan in pochi minuti. Ma chi di Var ferisce, di Var perisce: all’80’ Nzonzi segna per la Roma sugli sviluppi di un corner, Guida convalida e poi attende il supporto video: controllo di braccio, niente gol.

PATRICK-GOL — Prima della fine, però, c’è tempo ancora per mille emozioni. C’è l’esordio di Castillejo, che si mette subito in mostra. E tra i vari cambi compare anche Cutrone, il ragazzo che in teoria doveva finire nell’ombra dopo l’arrivo di Higuain. In teoria. Perché invece, ironia della sorte, è proprio il Pipita a offrigli il pallone della gloria. Forse è nata una coppia, o almeno un’opzione tattica per i finali di gara. Di sicuro, è nata la prima vittoria del Milan.

Stefano Cantalupi

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Primi 3 punti per Gattuso, il Milan ha giocato bene!






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Higuain non ha segnato ma il goal del raddoppio per metà è suo, ha pennellato il pallone sul piede di Cutrone!!!!



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Serie A, Bologna-Inter 0-3: Nainggolan segna al debutto, poi Candreva e Perisic

Importante successo nerazzurro: arrivano i primi tre punti della stagione.
Senza Icardi, fuori per un problema muscolare, brilla il Ninja:
il suo gol sblocca la partita nel secondo tempo



Era l'uomo più atteso. Non a caso. Radja Nainggolan segna, l'Inter trova la prima vittoria in campionato: l'equazione non è automatica, ma viene quasi naturale. Il 3-0 è risultato pesante per Filippo Inzaghi e il suo Bologna, ma è la conseguenza di una partita giocata praticamente a senso unico, la cui unica (grande) difficoltà dell'Inter è stata quella di sbloccare il risultato. Riuscita nell'impresa a metà secondo tempo, poi è stato tutto semplice, con il raddoppio di Candreva (all'esordio stagionale, rimasto in nerazzurro dopo aver rifiutato la cessione al Monaco) e il tris di Perisic.


SORPRESA — Fuori Icardi per noie muscolari al quadricipite della gamba destra - Maurito ha provato nel riscaldamento, poi è andato è in tribuna -, con lo stesso Lautaro non al meglio, Luciano Spalletti punta sulla velocità di Politano e Keita, ma soprattutto sull'esordio di Radja Nainggolan nel ritrovato 4-2-3-1. Inzaghi invece costruisce un 3-5-2 dal baricentro molto basso: l'idea costante è la palla lunga a cercare la sponda di Santander per gli inserimenti - rari - dei centrocampisti. Passano 90 secondi e Skorupski la combina grossa: su un pallone alzato a campanile da Politano, il portiere del Bologna esce a vuoto, ma Perisic sorpreso non riesce a deviare in porta. È l'Inter che fa la partita. Al 6' una buona trama avviata da Gagliardini, passata dai piedi di Perisic e Keita, e conclusa dallo stesso Gagliardini (osservato anche dal c.t. Mancini in tribuna): tiro alto. All'improvviso, il Bologna: minuto 9, un cross proveniente dalla sinistra viene rimesso al centro da Danilo, Helander sul secondo palo a botta sicura si fa parare il colpo di testa da un super intervento di Handanovic. Poi la partita si risintonizza sul solito canale: Inter in controllo, ma troppo lenta nel far girare il pallone. Le uniche accelerazioni prova a regalarle Nainggolan, assai nervoso per qualche fischio dell'arbitro Di Bello. Al 22' ci prova Politano, uno dei più vivi dei primi 45 minuti: riceve palla da Keita al limite, controllo e sinistro alto. Neppure un minuto e un'occasione grande capita - un po' casualmente - sui piedi di Keita: difesa rossoblù addormentata, il pallone spiove al centro dell'area ma il senegalese fallisce la girata al volo con Skorupski in uscita. Di fatto è l'ultima azione degna di nota del primo tempo, che si chiude con un destro di prima intenzione di Nainggolan stilisticamente perfetto ma non pericoloso per il Bologna.


UN DUE TRE — Il secondo tempo riparte senza cambi. All'8' Dzemaili prova a sorprendere Handanovic: conclusione larga dai 25 metri. Il copione è il solito, Inter alla ricerca della giocata: ci prova Keita al 9', incursione e destro di prima intenzione che finisce sull'esterno della rete. I ritmi si alzano lievemente, squadre più lunghe: Dzemaili ci prova al 20' dal limite, conclusione larga al termine di un contropiede ben organizzato. È il momento chiave del match: minuto 21, Politano lavora un pallone sui 20 metri e serve dentro per Nainggolan, che si inserisce centralmente, controlla e calcia al volo di destro battendo Skorupski. Inzaghi costretto a cambiare, a questo punto: dentro Orsolini e fuori De Maio, Bologna con la difesa a quattro. E al minuto 28 Santander sfiora il pareggio: cross di Mattiello dalla destra, il centravanti anticipa sul primo palo e con la testa spedisce di poco a lato sul palo lontano. Ora è partita aperta, si gioca su due fronti. Al 31' Keita ha l'occasione di chiudere i conti, ma spreca da pochi passi con il destro dopo un pasticcio Mattiello-Danilo e l'assistenza di Perisic. Ancora sostituzioni: fuori uno stremato Nainggolan e Keita per Vecino e Candreva (Inter col 4-5-1), nel Bologna Inzaghi gioca la carta Destro. Va meglio all'Inter, che la chiude al 37': Perisic pennella per Candreva - all'esordio stagionale - che di prima intenzione batte Skorupski e dedica il gol alla compagna incinta. Il Bologna crolla, Inter gioca sul velluto e al 40' Perisic controlla dentro l'area e con il destro fa tris. Il resto è accademia.

Davide Stoppini

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Parma-Juventus 1-2: gol di Mandzukic, Gervinho e Matuidi

Ancora a secco Cristiano Ronaldo. Traversa di Stulac, palo di Douglas Costa. Dybala in campo soli 10', i bianconeri sono in testa a punteggio pieno


Il deejay dello stadio Tardini nel prepartita manda a tutto volume la Marcia Trionfale dell'Aida – Giuseppe Verdi assieme alla musica da discoteca, è pur sempre sabato sera – ma nella terza vittoria della Juventus c'è poco trionfo. Più che una marcia, è stata una battaglia di trincea. Parma-Juventus finisce 1-2 con due gol spediti da Mosca: Mandzukic per il vantaggio e Matuidi per il secondo allungo, le due M della finale del Mondiale. Allegri va a 9 punti, abbastanza per una sosta da capolista, ma rischia di passare due settimane di pensieri come Cristiano Ronaldo, ancora senza gol, meno pericoloso rispetto alla "prima" col Chievo.

MANDZUKIC-GERVINHO — Non che ci sia qualcuno in ritardo - lo stadio è quasi pieno già per il riscaldamento – ma Mandzukic punisce chi non arriva puntuale: dopo meno di due minuti segna un gol strano. Su un cross da destra di Cuadrado, il suo colpo di testa rimpalla su Iacoponi e resta lì, per aria. Sepe non esce e Marione, solo solo, non si sottrae alla deviazione. Qualcuno pensa sia già finita, ma sottovaluta la grande anima del Parma e i problemi difensivi della Juve settembrina. I bianchi mettono in fila tre pericoli e alla fine pareggiano. Pericolo uno: una percussione di Gervinho, che apre le acque in zona-Chiellini, con salvataggio disperato di Cuadrado su Di Gaudio. Pericolo due e tre: due tiri di Stulac su cui la Juve si salva con la traversa e con uno Szczesny insicuro. Al minuto 33, il gol: Gervinho mette in porta un cross di Gobbi deviato da Inglese e apre il carnevale della famiglia in tribuna. Pensiero istintivo: la Juve, in dieci con Cuadrado infortunato a bordo campo, ha concesso ancora spazio, come una squadra distratta. Allegri lo sa e forse va all'intervallo felice, perché a fine primo tempo arrivano due pericoli… E il contropiede Gervinho-Rigoni, con Cuadrado pessimo in fase difensiva, mette decisamente più brividi di una giocata più tiro di Bernardeschi respinta da Sepe.

LA MOSSA DOUGLAS (E MATUIDI) — Il secondo tempo si apre con un paio di azioni made in Ronaldo e un tiro (alto) di Khedira dopo cross di Alex Sandro. La Juve però non segna, così Allegri va sul sicuro: dentro Douglas Costa, lo spacca-partite. Probabilmente è un caso, ma al 13’ Matuidi fa 2-1 con un gran sinistro sotto la traversa, alla fine di una azione di Alex Sandro nobilitata da un tacco di Mandzukic. La partita, ovviamente, così cambia ancora e da un lato la Juve rischia di allungare con Douglas Costa – grande palo a 20’ dalla fine – ma dall’altro il Parma si dimostra vivo. Un tiro-cross di Inglese, con Szczesny ancora incerto, fa vibrare di speranza il Tardini e nel finale lo stadio urla. Szczesny, però, rischia poco o nulla.

LA PARTITA DI CR7 — Cristiano ha cercato tanto il gol, più che nelle prime due partite, ma è rimbalzato contro i difensori del Parma, schierato con due linee davanti a Sepe. Ha giocato tanto al centro nel primo tempo e parecchio sulla sinistra nel secondo, soprattutto è sembrato sfortunato, fuori tempo, quasi prigioniero di una maledizione. È andato vicino al gol con un colpo di testa uscito di un nulla, poi non è arrivato su un tocco di Khedira e ha messo fuori un piatto per lui non complicato. Nel finale è entrato anche Dybala, alla seconda panchina consecutiva, che ha ricomposto il Dybaldo. Nel complesso però Paulo ha vissuto una partita numero 100 in A con la Juve anonima.

PARMA POSITIVO — Il Parma, in tutto questo, va a casa speranzoso: si temeva una goleada, è stata una bella partita. Soprattutto, D'Aversa ha avuto buoni segnali da un paio di uomini chiave. Stulac si è confermato calciatore di livello – "calciatore" in senso letterale, è uno dei migliori tiratori da lontano della Serie A – e soprattutto Gervinho ha giocato un'ora vecchio stile, come ai tempi della Roma. Il turbo, anche dopo il viaggio di due anni in Cina, è ancora attivo.

Luca Bianchin

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Serie A, Fiorentina-Udinese 1-0, la decide Benassi

Un gol del centrocampista viola regala i tre punti alla formazione di Stefano Pioli



Dalla ruota di Firenze esce il numero undici. Tali infatti sono le vittorie consecutive in A della Fiorentina al Franchi contro l'Udinese. Ma per issarsi a quota sei punti i viola hanno faticato da matti anche per la disposizione molto attenta della squadra di Velazquez. A far saltare il banco è stata una gemma di Benassi, terzo gol in due partite giocate in questo campionato, con un tiro al volo forte e preciso da posizione defilata. Alla sosta la Fiorentina arriva quindi con la pancia piena e il massimo bottino possibile.

INIZIO BLOCCATO — Pioli conferma la squadra che ha sommerso il Chievo con Edimilson Fernandes davanti alla difesa ed Eysseric a completare il tridente d'attacco con Chiesa e Simeone. Velazquez affida il reparto offensivo a Lasagna con De Paul a supporto, spedendo in panchina Teodorczyk. La Fiorentina è spinta dall'affetto dello stadio e prova a fare la partita, l'Udinese risponde in contropiede anche grazie alla velocità di Machis e Pussetto sugli esterni. Poche però le conclusioni. Il primo brivido arriva al 23' con la bella punizione di Eysseric dai 25 metri finita fuori di poco. L'occasionissima però arriva sul destro di Biraghi che a centro area spara alto servito da Eysseric.

MAGIA BENASSI — La ripresa si apre con un cambio in porta per la Fiorentina, con Dragowski al posto dell'infortunato Lafont. I viola aumentano la pressione ed al 52' sfiorano il vantaggio sugli sviluppi di un corner. Nè Pezzella nè Milenkovic riescono però a toccare il pallone a pochi passi dalla porta. Poi è Benassi, servito splendidamente in verticale da Eysseric, a calciare debole verso Scuffet. Velazquez allora cambia inserendo un altro attaccante, Teodorczyk, al posto di Pussetto. Spostando Lasagna a sinistra. Pioli risponde inserendo Pjaca per un buon Eysseric. Il muro ospite regge fino al 73' quando Chiesa vola via in contropiede dopo un corner dell'Udinese e serve Benassi. Il centrocampista della Nazionale si inventa un tiro al volo eccezionale che si infila sotto la traversa di Scuffet. Logica la reazione bianconera con la Fiorentina che difende il prezioso vantaggio ed è anzi Chiesa a sfiorare il 2-0 con un tiro a girare: Scuffet devia. Gli oltre quattro minuti di recupero non portano mutamenti e la Viola può godersi la seconda vittoria consecutiva. Tra 15 giorni, alla ripresa del campionato, la squadra di Pioli sarà attesa da un super test al San Paolo contro il Napoli. Prima sconfitta in Italia invece per Velazquez. Forse troppo rinunciataria la sua squadra, anche se molto abile ad interrompere le manovre avversarie. Con il Toro servirà qualcosa in più.

Giovanni Sardelli

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Serie A, Atalanta-Cagliari 0-1:
decide la punizione (deviata) di Barella

All'Atleti Azzurri d'Italia i bergamaschi sbattono contro il muro sardo.
E gli uomini di Maran si ritrovano con 3 punti pesantissimi grazie al
gol del centrocampista aiutato dalla deviazione fortuita di Pasalic



È il Cagliari la bestia nera dell'Atalanta. La squadra di Gasperini esce malissimo dalla prova della maturità, dal dopo Copenaghen dove ha perso ai rigori l'accesso ai gironi di Europa League. E incassa la prima sconfitta del suo campionato battuto da una punizione velenosa del gioiellino rossoblù Barella, deviata in rete da Pasalic. Il Cagliari ha battuto due volte nello scorso campionato i nerazzurri e lo ha fatto ancora alla prima occasione in questo. Troppo frastornata l'Atalanta, ancora intontita dall'effetto Europa League. Incapace di imporre il suo gioco, di dare ritmo e gas nè col solito modulo, nè con quello più spregiudicato (4-2-3-1) del secondo tempo quando il Gasp ha tentato il tutto per tutto inserendo prima il Papu e poi Barrow. Il Cagliari ha costruito una ragnatela perfetta, ha chiuso le fasce, come aveva chiesto Maran limitando Rigoni con uno straordinario Padoin e tamponando con Bradaric e Ionita il gioco nerazzurro.

LA PARTITA — Gasperini ne cambia sei rispetto a Copenaghen, soprattutto per necessità. Rinuncia inizialmente al Papu Gomez che è stanco. Ma paga tanto. In verve, fantasia, pericolo. Pasalic è impalpabile, incapace di dare qualità e profondità alle punte. In difesa l'unico superstite è Masiello (Varnier, Palomino e Toloi sono fuori gioco). Maran ha quasi completato la rivoluzione voluta dalla società. Col Milan potrà tornare dopo la squalifica Joao Pedro e il Cagliari avrà lui al posto di Ionita. Intanto è stato messo fuori anche il regista Cigarini, sostituito dal croato vice Modric e vice campione del mondo Filip Bradaric che non ha la sua autorità in regia, ma è più mobile e gioca sempre a un tocco. Padoin sembra di nuovo padrone della corsia, dietro a sinistra.

SEGNA BARELLA — L'Atalanta ha il pallino, ma non crea particolari problemi ai rossoblù che sono attenti con Srna (che campione) e Padoin sulle corsie e contengono e punte di casa con Klavan un gladiatore sempre attento a chiudere in area. Il Cagliari riparte spesso bene, Sau si divora un gol su pennellata di Barella, ma il gol decisivo lo realizza in finale di tempo su punizione proprio Barella, fresco di chiamata da parte di Mancini, dalla trequarti, deviata incolpevolmente da Pasalic, ma con Berisha che è un po' avanti. Gasp dopo l'intervallo butta subito nell'arena il Papu per Djimsiti cambiando modulo, il fortino del Cagliari resiste anche a qualche sgasata di Zapata che ai sardi non riesce proprio a segnare. Cragno, anche lui da domani a Coverciano, è attento su due tiri del Papu che non fa altro, mentre finisce fuori l'unica bella conclusione di Gosens. Anche Maran, inserendo Dessena per Ionita, si cautela col 4-4-2 e Farias, appena entrato, può colpire, ma Berisha, che non giocava dal 2 agosto, gli dice di no.

Francesco Velluzzi

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Serie A, Chievo-Empoli 0-0:
emozioni solo nella ripresa, ma finisce senza reti

Dopo un primo tempo soporifero la sfida di Verona si accende nel secondo tempo.
La Var annulla un gol a Caputo per fuorigioco



Una partita dai due volti. Chievo-Empoli finisce 0-0 e regala emozioni solo nella ripresa, portandosi dietro la paura e le incertezze di due squadre che ancora devono sistemare alcuni meccanismi. Soprattutto il Chievo di D’Anna, abile nel tenere la porta inviolata dopo i 9 gol incassati nei primi 180’, ma a lungo inoffensivo nonostante l’innesto di Birsa sulla trequarti e l’ingresso di Giaccherini nella ripresa per vivacizzare il reparto. Dopo la sconfitta di Genova l’Empoli torna da Verona con un punto, senza aver mai rinunciato ad attaccare e a creare pericoli con i suoi interpreti migliori, da La Gumina a Zajc passando per il gol annullato (dalla Var) a Caputo a causa di un netto fuorigioco.

PRIMO TEMPO - Nel Chievo, senza Cacciatore ed Hetemaj, c’è Birsa trequartista, dal 1’ gioca Djordjevic al posto di Giaccherini, mentre in difesa Tomovic si sposta a destra e Bani va a fare il centrale con Rossettini. Spazio al 4-3-1-2 anche per l’Empoli, in campo ci va l’undici annunciato con Zajc a supporto di La Gumina e Caputo. La prima frazione non riserva emozioni particolari, sono gli ospiti a fare più possesso palla, portandosi pericolosamente dalle parti di Sorrentino con i tentativi di La Gumina e di un Zajc piuttosto ispirato. Dopo soli 13’ Andreazzoli deve far fronte alla grana legata all’infortunio muscolare di Antonelli, che lascia il posto a Pasqual, mentre il Chievo non riesce mai a trovare il guizzo giusto e davanti l’intesa non è delle migliori, nonostante l’innesto di Birsa per dare più incisività.

SECONDO TEMPO – La ripresa è molto più accesa, i gialloblù ripartono con un altro spirito, sono più propositivi e spaventano Terracciano prima con Rossettini (al 50’) e poi con Rigoni, il cui rasoterra velenoso viene sventato in due tempi dal portiere ospite. La risposta toscana non si fa attendere, al 57’ La Gumina si mangia letteralmente il vantaggio: solito spunto di Zajc sull’esterno e palla nell’area piccola per l’ex Palermo, che spara sul petto di Sorrentino da posizione ravvicinata. Poco dopo l’ora di gioco dentro Giaccherini, ma al 74’ il Bentegodi si ammutolisce per un attimo quando un rimpallo fortunoso premia Caputo e la palla rotola in rete: Valeriani non sbandiera il fuorigioco, serve l’intervento del Var per annullare il vantaggio. Nell'Empoli si fa male anche Maietta, sempre per un guaio muscolare. Altre occasioni da entrambe le parti nel quarto d’ora finale, ma il punteggio non cambia. Un punto a testa prima della sosta.

Giorgio Coluccia

Fonte: Gazzetta dello Sport
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