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Campionato di Calcio Serie A 2019 - 2020. Tutte le partite - Calendario - Commenti.

Ultimo Aggiornamento: 02/08/2020 23:36
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La Fiorentina chiude con tre squilli.
La Spal saluta la A con una sconfitta

Sconfitta troppo pesante per i ferraresi che si congedano dalla A dopo tre anni
nel massimo campionato con la 28sima sconfitta stagionale dopo una partita dignitosa


Andrea Tosi


Uno stacco imperioso di Kouame poco prima del recupero seguito da un rigore di Pulgar a sigillare il risultato regalano alla Fiorentina gli ultimi tre punti della stagione. L’attaccante ivoriano, subentrato a inizio ripresa, batte tutti in elevazione sull’angolo calibrato da Pulgar. Poi lo stesso centrocampista cileno chiude i conti dal dischetto per un fallo su Chiesa.

FORNACE — È un 1-3 troppo pesante per la Spal che si congeda dalla A dopo tre anni nel massimo campionato con la 28sima sconfitta stagionale dopo una partita dignitosa. Nella fornace del Mazza, la squadra ferrarese in maglia dorata gioca una partita vera contro la Fiorentina che sembra già appagata della sua stagione. Il ritmo è subito intenso a dispetto del caldo. La Spal avanza e cerca la porta di Terracciano. Un tiro di sinistro con parabola a scendere di Fares scheggia la parte superiore della traversa dopo un’incursione di D’Alessandro murata da Ceccherini. Ma dopo il “cooling break” è la Viola a passare con un fendente mancino di Duncan liberato al tiro da un assist di Chiesa: la conclusione in corsa del centrocampista ghanese, al primo sigillo con la squadra toscana, tocca il palo interno e s’insacca. Poco dopo Duncan, che deve avere un conto aperto con la Spal (quest’anno ha infilato la squadra di Di Biagio anche col Sassuolo) ci riprova al volo ma stavolta Thiam può bloccare il pericolo. La reazione spallina è immediata e frutta il pari di D’Alessandro con una spaccata volante su centro di Valoti. L’1-1 all’intervallo è giusto.

RIPRESA — Nella ripresa la Fiorentina accentua la pressione ma nemmeno col cambio delle punte riesce a ritrovare il vantaggio, Una conclusione di Chiesa viene respinta da Missiroli quasi sulla linea. Thiam fa buona guardia nelle uscite basse e alte. Cutrone, subentrato per l’evanescente Vlahovic, ha una buona occasione ma calcia debole tra le braccia di Thiam che ringrazia per tanto regalo. Poi il finale raccontato in testa. Kouame e Pulgar fanno il tris e la Fiorentina finisce la sua corsa nella parte sinistra della classifica.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Svanberg scappa, Zaza lo riprende:
Bologna e Torino salutano con un pari

Rossoblù avanti con lo svedese, al primo gol in Italia.
Nella ripresa la punta granata firma l’1-1 con un tiro al volo spettacolare.
Per Mihajlovic sono 300 panchine in Serie A


Mario Pagliara


Bologna e Torino salutano con un pari giusto. Meglio i rossoblù nel primo tempo, più granata nella ripresa: finisce uno a uno, grazie al vantaggio di Svanberg e alla risposta spettacolare di Zaza nella ripresa. In questa calda notte di fine campionato, Sinisa Mihajlovic raccoglie la sua trecentesima panchina in Serie A, mentre il Toro archivia una stagione lunghissima (iniziata il 25 luglio con i preliminari di Europa League: un anno fa), da domani può avviare la programmazione della prossima stagione del rilancio.

LA PRIMA VOLTA DI MATTIAS — L’avvio ad andamento lento trae immediatamente in inganno. Perché il primo tempo di questo Bologna-Torino diventa un po’ alla volta anche godibile, nonostante si giochi il due agosto, nell’ultima giornata di campionato con due squadre senza più obiettivi di classifica. Mihajlovic e Longo votano per una serata di calcio quanto più spettacolare possibile. E lo si capisce dalle formazioni, è tridente contro tridente: Juwara e Barrow con Palacio da una parte, Verdi, Belotti e Zaza per i granata. Se il primo lampo, al quarto d’ora, è proprio del giovane Barrow, sul quale l’esordiente in questa stagione Rosati si fa trovare pronto, la firma sul primo tempo del Dell’Ara la pone un centrocampista svedese di bellissime speranze nato nel 1999. Storia del 18’: quando Mattias Svanberg raccoglie un pallone al limite dell’area del Toro, la sua conclusione supera Rosati. E’ il suo primo gol in Serie A, l’allungo che porta il match all’intervallo sull’uno a zero, nonostante un paio di buone incursioni di Verdi nel finale. Sulle quali Skorupski si fa trovare sempre presente.

ZAZA SPETTACOLARE — L’inizio del secondo tempo viaggia sul binario del sostanziale equilibrio. Ma il Toro sfodera carattere e ci mette un pizzico di voglia in più rispetto alla prima parte della partita. Così, dopo l’incursione di Juwara in avvio (49’: Rosati controlla), intorno all’ora di gioco i granata cominciano ad avere maggiore intraprendenza. E’ in questa fase che la partita ha una seconda scossa. La prima occasione è per Berenguer (65’), un minuto dopo Verdi pennella una palla invitante dalla trequarti sulla quale Zaza è perfetto nella coordinazione: il suo destro non lascia scampo a Skorupski. E’ l’uno a uno, il suo sesto gol in questo campionato (nono in stagione). Il Toro prova pure a vincerla, e si affaccia più volte con pericolosità nell’area emiliana. C’è il tempo per l’esordio del difensore del Torino Celesia (classe 2002), prodotto del vivaio granata, che si rende subito pericoloso. Finisce 1-1, ed è il risultato più giusto, con il quale si archivia questo campionato.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Super Sanabria regala la salvezza al Genoa:
Verona in gita, abbattuto 3-0

Il paraguaiano segna una doppietta.
In gol anche Romero (poi espulso, come Amrabat e Cassata) e per l'Hellas (e il Lecce) è notte fonda.
Nicola esulta, il Grifone resta in A. Rosso anche per il tecnico gialloblù Juric


Filippo Grimaldi


Missione compiuta per il Genoa, che pur chiudendo in nove uomini (espulsi Romero e Cassata) batte nettamente il Verona e manda all’inferno il Lecce, conquistando una salvezza sofferta e in bilico per i rossoblù sino all’ultima giornata: 3-0 il finale per la squadra di Nicola, ma il Verona è apparso quasi mai pericoloso e sopraffatto dalle maggiori motivazioni e dal ritmo imposto dai rossoblù.

TUTTO FACILE — Il triplo vantaggio già all’intervallo (doppietta di Sanabria e gol di Romero) dice tutto su una partita senza storia, con i rossoblù sempre padroni del campo, dopo il brivido iniziale per il gol sfiorato da Di Marco ad appena 87 secondi dal via. Da lì in poi è stato un lungo monologo degli uomini di Nicola, che a sorpresa ha preferito un centrocampo più muscolare lasciando in panchina Schone ed affidandosi agli uomini di maggiore esperienza. Eppure era sulla carta una partita ricca di insidie per i padroni di casa, che dovevano innanzitutto ritrovarsi sul piano mentale dopo il pesante k.o. di Reggio Emilia contro il Sassuolo.

PRATICA CHIUSA — E invece il paraguaiano Sanabria ha messo subito la partita in discesa per il Genoa, poi aiutato anche dalle notizie che arrivavano da Lecce. Il sudamericano prima della mezz’ora aveva già firmato la sua doppietta personale, consentendo così al Grifone di gestire la partita con assoluta tranquillità. Anche perché, va detto, il Verona non è mai sembrato davvero in partita, a parte qualche tentativo sino a metà ripresa, sulla spinta di Pazzini. La prova? Il primo gol rossoblù, con Veloso che non chiude sulla corsia di destra sul cross di Lerager, mentre l’ex Gunter si fa sorprendere dal colpo di testa dell’attaccante genoano. Undici minuti dopo (25’) Pandev lancia Sanabria sul filo del fuorigioco, che con un tiro a fil di palo sorprende Radunovic. Da lì in poi il Genoa ha alzato il ritmo mostrando di avere finalmente superato l’ansia per un risultato che pareva ormai blindato. E, prima dello scadere, Romero (44’) ha staccato altissimo di testa piazzando il gol del tre a zero che ha chiuso la sfida. In pieno recupero ancora l’argentino è stato protagonista di un contrasto troppo duro con Pessina, con il centrocampista del Verona costretto ad uscire in barella con il ginocchio sinistro k.o.

NERVOSISMO E ROSSI — La ripresa non ha portato novità: Juric ha dato spazio a un effervescente Pazzini (lasciando fuori uno spento Di Carmine), mentre Borini ha preso il posto di Pessina. Ma era troppo ampio il vantaggio dei rossoblù (e troppo forti le loro motivazioni) per permettere al Verona di abbozzare una reazione concreta, anche quando al 16’ il Genoa ha perso Romero per doppia ammonizione (dura entrata su Pazzini a centrocampo), e l’arbitro ha allontanato per proteste anche Juric. Da lì in poi Nicola ha rinunciato a una punta (togliendo Sanabria e piazzando Goldaniga in difesa), ma il Verona non ne ha mai approfittato. A sorpresa, finale nervoso, con Cassata e Amrabat espulsi. Triplice fischio finale e il Genoa può esplodere di gioia, salvezza conquistata.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Il Parma si diverte, il Lecce scende in
Serie B con il solito festival del gol



Anche la vittoria non sarebbe bastata alla squadra di Liverani, visto il risultato del Genoa con il Verona


Il Lecce retrocede in Serie B, con la solita partita mezza matta, gagliarda in attacco, ma allegra in difesa. Non è un caso che i salentini chiudano il campionato da peggior retroguardia: non sono bastati i 52 gol fatti, 10° attacco del torneo, a salvarsi. Anche se prima ancora del rocambolesco k.o. al Via del Mare con il Parma (4-3 pirotecnico...), è il risultato di Genoa-Verona a condannare la squadra di Liverani. Servivano innanzitutto buone novelle da Marassi, non sono mai arrivate. Così la gara con il Parma resterà agli annali solo come un gradevole festival del gol, pur senza pubblico sugli spalti.

CIAO KULUSEVSKI — Liverani preferisce Dell'Orco, Tachtsidis e Saponara a Rispoli, Petriccione e Shakhov. D'Aversa, invece, rinuncia in avvio a Gervinho, rilancia subito dal 1' il rientrante Cornelius e schiera per l'ultima volta Kulusevski con la maglia del Parma. Lo svedese dal 2020-21 giocherà alla Juventus. L'inizio di gara è un canovaccio già visto nella stagione dei giallorossi. Come a Bologna, la squadra di Liverani va sotto di due reti. All'11' ci mette una mano, anzi un piede, quello di Lucioni, la cattiva sorte, perché sul sinistro di Hernani respinto dal palo, la palla sbatte contro il difensore di casa e finisce in rete. Il Lecce, che era partito lancia in resta, si affloscia e rischia di capitolare di nuovo subito dopo, ma Caprari sbaglia incredibilmente a tu per tu con Gabriel deturpando l'assist al bacio di Kulusevski. Per l'ex Samp l'appuntamento con il gol è solo rinviato al 24': stavolta è Hernani a regalare il pallone a Caprari, bravo dal limite a girarlo di prima sotto la traversa. Sotto di due reti e con brutte notizie in arrivo da Marassi, dove il Genoa è in vantaggio 2-0 sul Verona, il Lecce si libera di testa e ha una reazione d'orgoglio. Prima Mancosu liscia a due passi dalla porta il cioccolatino scartatogli da Lapadula, quindi in 5', prima dell'intervallo, pareggia la partita. Al 40' è Barak di testa a riaprire i giochi, su cross di Mancosu, mentre al 45' Meccariello firma il 2-2, incornando alle spalle di Sepe il corner di Falco. Nel frattempo, però, il Genoa va sul 3-0 e le speranze salentine sono ridotte al miracolo.

RIPRESA — Chissà se il risultato di Marassi lo sapevano anche nello spogliatoio del Lecce all'intervallo. Fatto sta che i padroni di casa partono scarichi alla ripresa. Il Parma di D'Aversa, invece, cambia uomini (entra Dermaku all'intervallo, poi poco dopo anche Regini e Siligardi) e continua la sua onesta partita. Al 52' Barillà gira sul secondo palo dove Cornelius, tutto solo, infila Gabriel. La partita è piacevole, la banda di Liverani continua a suonare anche se la barca affonda verso la Serie B, il Parma si diverte in contropiede e le occasioni da gol fioccano da una parte e dall'altra. Subito dopo, infatti, Mancosu sfiora il palo in diagonale e Gabriel tiene in piedi il Lecce con una super parata su Caprari. Al 67' Inglese, entrato al posto di Cornelius, cala il poker su preciso lancio di Barillà, sfruttando un errore di posizione di Lucioni, in serata decisamente no. Neanche 120 secondi dopo, Lapadula riapre nuovamente la gara, riprendendo la palla respinta dal palo sul colpo di testa di Shakhov. È il 3-4, che resterà invariato sino al fischio finale, nonostante le praterie concesse al neo-entrato Gervinho da una parte e agli ultimi, disperati assalti dall'altra.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Il Sassuolo sbatte contro Musso, colpo Udinese con Okaka



Tante le occasioni per gli emiliani, ma il portiere ospite para tutto,
mentre su una fiammata di Lasagna l’ex Roma decide il match


L’Udinese di un super Musso disinnesca la macchina da gol Sassuolo e si prende i punti con una fiammata di Lasagna che consegna un babà a Okaka, messo in porta da solo. Gara piacevole, anche perché non c’era più nulla in palio. La squadra di De Zerbi chiude comunque all’ottavo posto, complice il crollo del Verona a Genova.

MANCA SOLO IL GOL — De Zerbi sceglie Traorè per sostituire Boga nel tridente con Djuricic e Berardi alle spalle di Caputo. Gotti lascia le chiavi della squadra a De Paul, con Okaka e Lasagna in attacco. Il match scorre fluido, con gli emiliani al solito propositivi (bene Musso su Toljan, Caputo e due volte Traorè) ma anche troppo disinvolti dietro. Come dimostrano la traversa di Larsen e il gol di testa che si divora Samir, solissimo a centro area sulla pennellata di De Paul.

FIAMMATA — Nessun cambio nell’intervallo, uguale anche il copione. Possesso palla dei padroni di casa e ospiti pronti a fare male in ripartenza. Proprio su una di queste, al 53’ Lasagna scherza Peluso e mette al centro per Okaka che deve solo appoggiare in porta il vantaggio friulano. De Zerbi ci prova con Haraslin e Raspadori per Traorè e Djuricic, ma è Berardi a sfiorare il pareggio con una gran girata che esalta il solito Musso, felino nel mandare la palla sulla traversa. Nel finale va vicino al gol pure Raspadori, ma non è proprio serata.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
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SERIE A 2019/2020 38ª Giornata (19ª di Ritorno)

01/08/2020
Brescia - Sampdoria 1-1
Atalanta - Inter 0-2
Juventus - Roma 1-3
Milan - Cagliari 3-0
Napoli - Lazio 3-1
02/08/2020
Spal - Fiorentina 1-3
Bologna - Torino 1-1
Genoa - Verona 3-0
Lecce - Parma 3-4
Sassuolo - Udinese 0-1

Classifica
1) Juventus punti 83;
2) Inter punti 82;
3) Atalanta e Lazio punti 78;
5) Roma punti 70;
6) Milan punti 66;
7) Napoli punti 62;
8) Sassuolo punti 51;
9) Verona, Fiorentina e Parma punti 49;
12) Bologna punti 47;
13) Udinese e Cagliari punti 45;
15) Sampdoria punti 42;
16) Torino punti 40;
17) Genoa punti 39;
18) Lecce punti 35;
19) Brescia punti 25;
20) Spal punti 20.

(gazzetta.it)

Spal matematicamente retrocessa in Serie B con 4 turni di anticipo.
Brescia matematicamente retrocesso in Serie B con 3 turni di anticipo.
Juventus Campione d'Italia, per la 9ª volta consecutiva, con 2 turni di anticipo.
Lecce retrocesso in Serie B.
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