LA RECENSIONE
Chi si ritrova "State of Decay 2: Juggernaut Edition" tra le mani ha la possibilità di giocare con
la campagna tradizionale o con
le espansioni del gioco.
Si, ma di che gioco si tratta?
Siamo al cospetto di un
survival horror in terza persona con ambientazione open world.
Gli zombies sopravanzano di gran lunga il numero dei vivi,
i superstiti dell'apocalisse devono
organizzarsi e combattere per non soccombere.
Lo spirito di squadra, il senso di comunità e la caratterizzazione degli individui sono
il perno intorno a cui gira questo titolo.
C'è tantissima
violenza da tirare fuori ma c'è anche bisogno di spremere le meningi se vogliamo rispettare il carattere gestionale di "State of Decay 2: Juggernaut Edition".
So bene che non è da tutti!
Molti videogamers si limiteranno a fare
un po' di casino in giro perdendosi gran parte di ciò che rappresenta questo gioco!
Per gli irriducibili della mattanza e per tutti gli uomini dal "grilletto facile" che non devono mai chiedere permesso prima di sparare ci sono comunque "Heartland:", "Daybreak" e "Independence", tre DLC a vocazione puramente shooter.
Il gameplay della modalità principale regala emozioni da film, l'intelligenza artificiale degli zombies è notevole e la suspense si taglia a fette con il coltello ma non è tutto!
Ci ritroviamo pure a fare i conti con una comunità da ricompattare, con compagni feriti da curare, con mezzi da riparare e tanto altro ancora.
Buona anche l'implementazione (in stile GDR) della
crescita dei personaggi, ampio spazio viene dato pure al
crafting e alla gestione delle risorse.
La guida degli autoveicoli è molto arcade, investire gli zombies è un vero spasso ma bisogna prestare attenzione perché i non morti hanno il brutto vizio di assaltare i veicoli non appena gli è possibile!
"State of Decay 2: Juggernaut Edition"
non ci lascia mai soli, obbiettivi e spiegazioni varie ci compaiono puntualmente sullo schermo.
La grafica che palesa tutto questo ai nostri occhi non è male, è senzamente dubbio (per dirla alla Cetto) uno scalino più su rispetto a quella vista nel primo capitolo di "State Of Decay".
Permane un leggero senso di
vintage, certamente non siamo di fronte ad un capolavoro ma tutto sommato l'impatto visivo tiene botta.
Una menzione d'onore per le musiche che ci accompagnano in questa straordinaria avventura, si tratta di una colonna sonora veramente ad alti livelli che sottolinea ed accresce il pathos.
In definitiva stiamo parlando di un buon titolo che pur non essendo esente da difetti merita di essere acquistato.
[Modificato da ilpoeta59 11/04/2020 19:36]