|
18/09/2005 16:28 | |
N° 190 “THE STATEMENT”
Si sta verificando un gran proliferare di siti internet dedicati al wrestling. Quelli storici, quelli più nuovi ma non per questo meno degni di nota, quelli mediocri e per finire quelli a carattere rudimentale, dove trovare la parola “wrestling” scritta con una sola elle è già sintomo di miglioramento. Ma tra tutti questi siti, italiani ed internazionali, ve n’è uno solitamente ignorato e quasi mai sponsorizzato, ma che forse ad oggi è uno tra i migliori in assoluto: wweparents.com.
Per chi non conosce l’inglese, o per chi (purtroppo) non ha voglia di leggere, segue un breve sunto della fisionomia del sito. In breve wweparents.com è lo “scarica barile” della WWE. Dedicato ai genitori, è la summa di tutto quello che del wrestling non piace alla gente e per il quale la WWE si scusa. Innanzitutto una bella serie di simboli, nel dettaglio esplicati, volti a chiarire che tipo di programma offra la WWE. Al pari del nostro PEGI per ciò che concerne i videogames, anche in America esiste una simbologia che serve a chiarire i contenuti dei programmi. Senza entrare nel dettaglio, vi basti sapere che in ogni show WWE viene segnalata la presenza di scene violente e di linguaggio colorito, e che addirittura Raw è vietato ai minori di quattordici anni (Smackdown! no e non so perché, forse Batista fa meno senso di Gene Snitsky…).
In una specifica sezione, poi, la WWE sfrutta il proprio spazio per chiarire in anticipo dove le proprie storyline vanno a parare. Era successo per Eugene e per Hassan, e probabilmente succederà ancora. Inoltre la WWE concede largo spazio alle opere di bene che svolge così come agli interventi che i propri lottatori fanno in giro per l’America supportando le varie cause di cui spesso si occupa.
Ma la parte che preferisco è quella dedicata al cento per cento ai genitori.
“Siamo anche noi padri e madri e capiamo le vostre preoccupazioni…”
Con questo incipit si apre questo paragrafo importante della vita della WWE. Consci infatti del rischio di emulazione e delle reali possibilità di infortunio a cui i non professionisti vanno incontro, i dirigenti, gli azionisti, i lottatori e tutti gli altri si rivolgono ai genitori perché li “aiutino” nel preservare integre le menti ed i corpi dei propri pargoli. Il discorso è tanto semplice quanto reale: la WWE sa ed ammette di proporre un programma riservato a ragazzi dai diciotto anni in su, ma allo stesso tempo sa che sarebbe impossibile evitare a minorenni di seguire il wrestling. Allora, in poche parole, si rivolge ai genitori affinché si impegnino a spiegare ai figli a cosa stanno assistendo, educandoli di conseguenza.
La necessità di un sito come wweparents.com nasce da un effettivo problema, presente anche qui da noi: l’emulazione. I lottatori sono affascinanti, sono forti, non hanno paura di nulla e per questo diventano facilmente simboli da seguire ed imitare. Per fortuna ci sono ancora quelli che il wrestling preferiscono seguirlo sul divano, comodamente seduti mentre chi è capace si da da fare sul teleschermo. Poi ci sono quelli temerari e con una passione fuori dal comune, che o sbarcano oltreoceano per iscriversi a qualcuna delle tante scuole oppure si iscrivono presso le realtà nostrane, forse non agli stessi livelli ma comunque in costante crescita.
E poi ci sono quelli che più deliziano il mio diabolico palato, quelli che del wrestling non hanno capito una mazza e che, probabilmente, mai supereranno questo scoglio. Sono quelli che si infuriano se qualcuno parla male del wrestling, che partono ad inveire e a lanciare ataviche maledizioni verso qualsiasi giornalista osi scambiare un side-walk slam con un back bodydrop, quelli che appena sentono un ragazzino citare Eddie Guerrero o Rey Mysterio gonfiano il petto in segno d’orgoglio perché ehi, loro che sono furbi, hanno scaricato da poco un match del novantatré. Eh, scaricare è illegale, ma tutto vale se si tratta di debellare la grande minaccia dei piccoli fan in crescita.
Questi individui, ed ognuno si sarà trovato davanti almeno una volta ad un esemplare della specie, sono quelli che solitamente condannano il backyard. E giustificano le loro idee dicendo che loro sono più furbi, ed invece di lanciarsi dal tetto di una casa preferiscono emulare i vari lottatori in ambienti più “sicuri”. Palestre attrezzate? Scuole apposite? Naaaah, molto meglio.
I materassi, i letti, le piscine…
Applausi, grazie.
Ora, benvenuti nel mondo reale. Sebbene sia evidente che tra un materasso ed un marciapiede vi corra una grossa differenza, il problema emulazione rimane. Cadere su un letto non fa male? Certo, ma le possibilità di cadere fuori dal letto? Un bel materasso da palestra è largo e morbido? Certo, ma non è certo un pavimento stabile su cui muoversi. L’acqua del mare è così ampia che difficilmente si può caderne fuori? Certo, ma sotto l’acqua cosa c’è?
Ah, aspettate, fatemi indovinare. Sui letti si fanno solo le cose più semplici, quelle dove non serve spostarsi e basta cadere per terra, così nessuno rischia di cadere. E poi sui materassi state ben attenti a mettervi al centro, così da non correre il rischio di proiezioni inaspettate. E poi, in mare o in piscina, andate sempre “dove-non-si-tocca”, così non ci sono rischi.
Certo, ma immaginate questo. Vi trovate sul vostro bel materasso blu, avete catturato il vostro avversario e state per stenderlo con una bella DDT. Tutto è pronto, sentite già le grida della folla e vi sentite al settimo cielo. Fate per segnalare al vostro povero compagno di lasciarsi cadere quando vi scivola il piede. Cadete giù all’improvviso, e il vostro avversario con voi. Solo che mica se l’aspettava, il poveretto. Se ne stava lì in attesa dell’ok quando avete trascinato il suo collo giù per terra. Caspita, e se si è fatto male? Pure il collo, poi…
Ma questo non accadrà, vero? Perché voi state sempre attenti, mica correte dei rischi. E poi, tanto, se deve succedere succederà a qualcun altro, così potrete gonfiare il petto e dimostrare come si fanno le cose con cognizione di causa. Sapete quale differenza c’è tra voi, quelli furbi, e quelli che fanno backyard? Nessuna, sempre di idiozia stiamo parlando.
Ah, tanto per dire, lo sapevate che in un’occasione simile a quella descritta poco più in su Kurt Angle si è preso una bella commozione cerebrale? No? Era Summerslam 2000, il main event, un incontro a tre tra The Rock, HHH e Kurt Angle.
Ehi, adesso avete un altro match da scaricare! E chissenefrega se poi qualcuno penserà “quelli imitano il wrestling, allora è davvero pericoloso e da togliere dai palinsesti…”, tanto mica succederà a voi.
Eh, queste cose succedono sempre agli altri.
Ah… WWEPARENTS.COM. Mi stavo scordando di ripeterlo.
Fr now The Game’s over, a venerdì prossimo.
Mr. Money In The Bank
Alessandro "Triple S" Saracca
|