Le vie del contagio
L'acquisizione e la trasmissione dell'infezione da HIV da parte dei tossicodipendenti e degli ex tossicodipendenti riconosce due comportamenti a rischio prevalenti: l'uso della siringa o degli oggetti impiegati per la preparazione della droga in comune con altri tossicodipendenti infetti ed i rapporti sessuali non protetti con persone infette, sia di tipo eterosessuale che omosessuale. Tale via di infezione è stata recentemente evidenziata da studi epidemiologici come la modalità con cui si mantiene l'infezione nella popolazione generale. Vista l'assenza di terapie efficaci e le proporzioni che questa problematica sta assumendo, l'unica arma a disposizione per combattere la diffusione dell'infezione da HIV è la prevenzione del contagio mediante una scrupolosa e puntuale opera di educazione sanitaria con coinvolgimento dei soggetti con comportamenti a rischio.
Il virus si trasmette mediante liquidi biologici, quindi
- per via ematica: trasfusioni di sangue, emoderivati, scambio siringhe, aghi infetti
- per via sessuale: omosessuale maschile ed eterosessuale, più facile da uomo a donna, rapporto anale, vaginale, orale, lo sperma e le secrezioni vaginali, per rapporti sex non protetti dal preservativo
- per via verticale: da madre infetta al neonato o durante la vita fetale, o durante il parto, o con l'allattamento al seno.
Non si trasmette col sudore, lacrime, urine, feci e saliva, anche se il virus dell’HIV è contenuto in tali liquidi biologici, ma non in concentrazione sufficiente per essere contagioso e a meno che non esistano lesioni orali o gengiviti con conseguente perdita di sangue. Pertanto non esiste possibilità di contagio attraverso bicchieri, tazze, stoviglie e posate, biancheria, anche intima. Quindi i sieropositivi possono frequentare scuole, mense, piscine, docce, ecc. in comune con persone non infette. Una eccezione si può fare per i bambini inferiori ai tre anni: infatti è preferibile non mettere i bambini sieropositivi con età inferiore ai tre anni, in contatto con quelli non infetti, per evitare che i primi, con le difese immunitarie ridotte e deboli, contraggano tutte le infezioni di cui gli altri sono portatori.
Per i familiari di sieropositivi le norme igieniche da osservare sono di non scambiare col malato lo spazzolino da denti e qualsiasi oggetto tagliente, quale rasoio o forbicine. All'inizio dell'epidemia da HIV si parlava, erroneamente, di categorie a rischio in quanto gli omosessuali, i tossicodipendenti e i poli-trasfusi risultavano le persone più colpite dall'infezione. Col passare degli anni è aumentata la percentuale di persone che hanno contratto l'infezione attraverso rapporti eterosessuali. Oggigiorno si può parlare solo di comportamenti a rischio e non occorre appartenere a gruppi sociali particolari per contrarre l’HIV.