I comportamenti a rischio
Se si considera come viene trasmesso il virus, si può dire che alcuni comportamenti sono più a rischio:
scambio di siringhe fra tossicodipendenti
rapporti omosessuali ( maschi, con numerosi partner)
ripetute trasfusioni ad es. emofilici ( oggi il sangue viene testato; però se il sangue del donatore viene prelevato nel periodo in cui, dopo il contagio, non si sono ancora formati gli anticorpi - periodo finestra - possono esistere ancora dei pericoli)
rapporti eterosessuali con numerosi partner
Appare inoltre elevata la diffusione dell'HIV nelle carceri. Ciò è dovuto alla crescente diffusione dell'uso di sostanze stupefacenti, con conseguente aumento dei detenuti per la micro-criminalità.
La riduzione del rischio di trasmissione sessuale dell'HIV si basa primariamente su scelte di vita e di comportamento:
avere rapporti sessuali strettamente monogamici (con fedeltà del partner)
usare il condom
selezionare i partner riducendo la frequentazione di persone con comportamenti ad alto rischio
avere rapporti che implicano un coinvolgimento affettivo
La presenza di lesioni delle mucose dovute a malattie sessualmente trasmesse inoltre possono facilitare sia la trasmissione dell'HIV che l'acquisizione. Le donne tossicodipendenti non dovrebbero utilizzare metodi anticoncezionali diversi dal profilattico, come gli estrorogestinici, lo IUD o il diaframma, poiché essi non permettono di prevenire l'infezione da HIV, non evitando il contatto sangue/sangue o sangue/liquido cervicovaginale-sperma. La trasmissione dell'infezione avviene prevalentemente intragruppo ma anche extragruppo, cioè in popolazione non tossicodipendente.
L'assistenza
Un malato di AIDS può essere assistito nell'ospedale diurno (Day Hospital), nelle case alloggio, oppure può godere di un trattamento a domicilio. IL cardine per l'assistenza a questi malati è però il ricovero ospedaliero, specialmente nelle divisioni di malattie infettive. Si ricorre al ricovero, in genere, all'insorgenza di una malattia AIDS-correlata.
La cura e l'assistenza sanitaria a domicilio consistono nella fornitura di servizi specialistici per la salute a casa del paziente piuttosto che nelle sedi ospedaliere.
Il principale obiettivo del trattamento a domicilio è quello di:
- ridurre il ricorso improprio al ricovero ospedaliero
- migliorare la qualità della vita del paziente
- indurre nel paziente un atteggiamento positivo
- alleggerire il carico assistenziale che grava sull'ambito familiare
- permettere al malato di non perdere il contatto con il proprio ambiente familiare
- permettere al malato di non perdere il contatto con il proprio ambiente e sociale
Caratteristiche cliniche dell'infezione primaria da HIV che possono comparire 10-20 gg dopo l'avvenuto contagio.
Le vie di trasmissione intra ed extra gruppo dell'infezione da HIV nei tossicodipendenti
uso promiscuo degli strumenti da iniezione punture accidentali di siringhe infette disperse
rapporti sessuali penetrativi non protetti e trasmissione materno-fetale
donazioni di organi, tessuti e materiali biologici
infezione occupazionale in seguito a manovre invasive
I primi anni di abuso di sostanze stupefacenti ed in particolare di eroina per via endovenosa, in assenza di informazioni che tendano a prevenire o ridurre i danni da tale pratica, risultano essere i più pericolosi per l'esposizione a patologie infettive di particolare gravità. Le persone con dipendenza cronica da eroina(DCE) costituiscono ad oggi il gruppo maggiormente interessato dall'infezione da HIV. Dal momento della sieroconversione allo sviluppo dei segni clinici di malattia legati all'immunodeficit possono passare molti anni e i tossicodipendenti con infezione da HIV devono essere seguiti costantemente per un lungo periodo di tempo sia dal punto di vista clinico che di laboratorio. Infatti la gestione delle problematiche mediche delle persone sieropositive in fase asintomatica con DCE riveste un’importanza cruciale, soprattutto per il riconoscimento in fase precoce di sintomi, in modo da instaurare tempestivamente i trattamenti per le infezioni opportunistiche e la terapia antiretrivirale. L'impiego al momento opportuno dei presidi terapeutici, infatti, incide in maniera significativa sia sulla qualità della vita che sulla sopravvivenza dei sieropositivi. La puntualità dell'intervento costituisce garanzia non solo di ridurre al minimo i rischi per il paziente di acquisire malattie derivanti dalla sua carenza di difese immunitarie, ma anche permette di instaurare un intervento di educazione sanitaria per i ridurre i rischi di contagio per la comunità.