Censure negli anime giapponesi (cartoni animati)

Jimmy Andrix
00domenica 22 marzo 2009 13:56
Vi posto questo articolo non scritto da me ma da un sito che ho riportato in fondo per correttezza per render nota una cosa che l'Italia tenta in tutti i modi di nasconderci e proprio per questo l'ho postato nella sezione misteri... Buona lettura.


I cartoni animati arrivano sugli schermi italiani (ma non solo), per opera soprattutto di un’emittente, trasformati in più parti, con un adattamento che più volte sconfina nella censura. Questo problema riguarda tutti i cartoni, a prescindere dalla provenienza (per esempio, anche cartoni animati americani come "Batman", i "Simpson" e i "Griffin" hanno avuto delle censure nella versione italiana) ma un vero accanimento è svolto verso i cartoni d’origine nipponica, che spesso si trasforma in uno stravolgimento del tutto inutile della trama e dei personaggi.
Purtroppo non so se mai avremo il piacere di vedere una serie tv sulle nostre reti principali senza censure - ma in ogni modo negli ultimi tempi qualcosa sta decisamente cambiando - ma credo che sia giusto che siate almeno CONSAPEVOLI che su una rete nazionale non avete visto un cartone integro.
Ma cos'è che viene tagliato e censurato da questi cartoni? E perchè? Se immaginate che le scene tagliate riguardino solo o eventualmente sesso o violenza, in cartoni d'animati per bambini, vi sbagliate purtroppo.

Il perchè: I pregiudizi.

In Giappone (ma anche in altri Paesi) è opinione comune che esistano sia cartoni per bambini e sia non per bambini. Mi spiego meglio.
Le serie animate sono pensate e prodotte per uno specifico target d’età. Così esistono cartoni per bambini piccoli da età d’asilo, cartoni pensati per chi ha dai 6 ai 10 anni, fino ad arrivare a cartoni per chi ha più di 14 anni, per chi ne ha più di 18 e così via (come avviene di norma per i telefilm).
E’ logico perciò intuire che una storia pensata per un pubblico di quindicenni non potrà essere del tutto capita e adatta ad un bambino delle elementari, ma non sempre per via d’immagini violente, ma per punti della storia che non possono essere capiti da bambini piccoli.
Proprio per questo in Giappone ci sono cartoni per bambini di pomeriggio, e cartoni per i più grandicelli che vanno in onda di sera e di notte (come fa MTV in Italia, tra l'altro MTV non censura i cartoni e li manda in onda con le sigle originali), cosa che manca del tutto in altre reti italiane, come quelle di Mediaset.
Un esempio? Nell’episodio di un cartone intitolato originariamente “Acqua Age” e richiamato in Italia “Temi d’amore tra i banchi di scuola” la protagonista aveva le meustrazioni per la prima volta, e perciò se ne sentiva scossa, come avviene per milioni di ragazzine in tutto il mondo. L’episodio si chiudeva con la madre e la sorella maggiore che la rassicuravano, e con la protagonista che accettava questo cambiamento del suo corpo. Logico che, pur non essendoci di mezzo immagini violente o di sesso o imbarazzanti, non è una storia che un bambino può capire, invece una ragazzina di, diciamo, 13 anni può sentirsi emotivamente coinvolta nelle paure della protagonista, e magari può anche sentirsi rassicurata dalla fine dell’episodio.
In Italia quest’episodio è stato censurato dicendo e rimontando le scene in modo da far capire, non molto coerentemente a dir la verità, che la protagonista è scossa per via di un sogno premonitore, e il finale dell’episodio vede madre e sorella rassicurare la ragazzina assicurandole che alla sua età anche loro facevano sogni premonitori. Che senso ha tutto questo?

E’ tutto qua il problema prinicipale: l'errata credenza e il pregiudizio, assai radicato in Italia (ma non solo per i cartoni e fumetti, ma anche per i videogiochi) che i cartoni siano tutti solo per bambini. Se solo si riuscisse a cambiare questo pregiudizio (non per nulla quando una persona grande guarda i cartoni gli è spesso detto “Non hai più l’età per queste cose!”) più di metà del problema sarebbe risolto.
La cosa più triste è che i responsabili italiani che comprano i cartoni animati, di solito sanno benissimo che gli anime sono divisi per fasce di età... ma il primo criterio di scelta di un titolo rimane solo uno: quanto può far guadagnare. Se un cartone come "Dragon Ball" (anime che non è per bamibini...) fosse stato mandato in onda in edizione integrale, magari in seconda serata o con il bollino giallo, i bambini si sarebbero poi fatti comprare dai genitori tutti i gadget (articoli di cancelleria, ovetti di cioccolato, giocattoli ecc...)?

Inoltre, ad aggravare la situazione, c'è anche da constatare che - mentre in Giappone i fumetti e i cartoni rappresentano una forma d'arte molto importante, di valore pari a quello dei film e della letteratura - spesso in Italia i cartoni animati sono visti come un sotto-prodotto culturale a cui non fare troppa attenzione (magari utile solo per tenere buoni i bambini....) e vengono sempre messi un gradino sotto a film, telefilm o programmi vari, a prescindere dal loro effettivo contenuto.
Quando invece molte serie animate sono di gran lunga superiori, per qualità e attenzione nello svolgimento della storia, a certi programmi, reality e film che la televisione italiana ci propina giornalmente.

Le censure più diffuse

La censura in assoluto più diffusa è anche quella che citano gli adattori per difendersi: il taglio di scene forti o attinenti al dolore e alle scene di nudo o semi-nudo.
E' giusto proteggere gli occhi dei bambini da scene più “forti”, e che queste non appaiano in prodotti dedicati a loro, e c’è anche una legge in proposito, ma nessuno ha costretto gli adattatori a trasmettere quei cartoni e a farlo in quegli orari.
Se avete già letto il paragrafo intitolato “Il perché: i pregiudizi” sapete già che in Italia tutti i cartoni vengono omologati per bambini, senza far caso al vero target per cui la serie è nata. In quest’ottica, è logico che cartoni pensati per un pubblico con più di 16 anni possano avere scene un po’ più “forti” rispetto a quelli per bambini dell’asilo, ma tagliarle per rendere il cartone visibile a bambini più piccoli non è rispettare la legge, è fare i furbi senza alcun rispetto per i telespettatori e per chi ha creato il cartone.
Senza contare che i telegiornali, su qualsiasi emittente, mandano in onda (all'ora di pranzo e di cena, quando i bambini sono a tavola con i genitori e guardano con loro il tg) immagini di morti, cadaveri, sparatorie e altri crimini, spesso con immagini di sangue, ferite e armi da fuoco. Tra l'altro si tratta di immagini reali, perciò molto più scioccanti di un disegno di fantasia. Ma, chissà come mai, lì nessuno si lamenta o censura...

Le semplificazioni e i cambiamenti alla trama e agli episodi: e qua siamo nella censura più pesante e penalizzante per una serie. Come detto prima, i cartoni possono essere per vari target d’età, e perciò è normale che esistano eventi più drammatici o realistici nei cartoni per i più grandicelli. Come succede per le scene, anche questi momenti della trama sono tagliati o cambiati. E quando sono sostituiti, che già per se è grave, raramente è fatto con coerenza, e spesso viene fuori qualcosa che non centra nulla con la storia principale.

I dialoghi aggiuntivi: s’inseriscono nelle manipolazioni sulla trama di cui parlavo prima, ma meritano un discorso a parte, i dialoghi che in Italia sono aggiunti o per spiegare qualcosa o per coprire scene silenziose.
Cosa c’è di scandaloso in qualche secondo di silenzio? Credo nessuno, succede anche nella realtà, eppure in Italia non è permesso. Per far un esempio, spesso nelle scene d’amore (come nel caso di due persone che si guardano negli occhi, o che si stanno per baciare) nella trama originale sono previsti momenti senza parole, magari con solo una bella musica di sottofondo. Invece gli adattatori italiani aggiungo in questi secondi asfissianti monologhi mielosi, spesso per spiegare (c’è n’è bisogno?) quello che sta avvenendo o sta per avvenire. Sembra quasi che gli adattori pensino che i telespettatori sono poco intelligenti, e bisogna spiegargli a menadito le cose.

I tagli alla colonna sonora originale: sono la conseguenza a cosa scritto sopra, mettendo dialoghi aggiuntivi si toglie del tutto la musica che è di sottofondo. Ma c’è anche un’altra ragione. Vengono spesso del tutto tolte le canzoni che sono cantate in giapponese o inglese. Forse perché i telespettatori potrebbero rimanere sconvolti nel scoprire che esistano altre lingue oltre l’italiano?

I tagli per fare spazio alla pubblicità: l’episodio di un cartone dura circa 20 minuti, ma può anche capitare che duri un po’ meno o anche qualche secondo in più. Che si fa in questi casi? Semplice, invece di lasciare la puntata integra, si tagliano quei pochi secondi in più. Può anche capitare che il cartone sia mandato in onda qualche minuto dopo rispetto all’orario prestabilito, vuoi per vari contrattempi dell’emittente. Bene, cosa si può fare per recuperare i secondi? Naturalmente non si può tagliare la pubblicità (magari inserendo qualche spot in meno) ma la soluzione è: tagliare a caso qualche secondo del cartone animato.
Questo capita sia alle sigle, sia al singolo episodio, senza naturalmente far caso a cosa si taglia. Purtroppo, è una cosa diffusa e sinceramente non trova alcuna spiegazione plausibile.

L’eliminazione d’ogni cosa che riguardi la società e coltura giapponese:
Nei cartoni giapponesi è normalmente tolto:
- i nomi dei personaggi. Quella di cambiare i nomi dei protagonisti è una censura diffusissima, a volte in nomi italiani, ma spessissimo in nomi americani o addirittura in nomi inventati di sana pianta dagli adattori.
- Tutto quello che riguarda il Giappone. Le insegne dei negozi, le lettere e ogni cosa scritta in giapponese viene eliminata e sostituita con brutti fermi immagini. E’ naturale che una persona che non sappia quella lingua non la capisca, ma invece che eliminarle sarebbe giusto tradurle. Stesso dicasi per quando appaiono bandiere, nomi di città, cartine e altro che riguarda questa nazione, che è puntualmente tolto (della serie "facciamo che non esiste"...)
- I riferimenti alla religione. In Giappone sono diffuse molte religioni. Capita a volte che i protagonisti del cartone vadano a pregare al tempio scintoista, incontrino o un monaco buddista o altro. Ebbene, questi riferimenti (a volte è capitato persino alla religione cristiana, ovviamente conosciuta in Italia) sono tolti.

Fonte:
Il Bazar di Mari
King White Wendigo
00domenica 22 marzo 2009 14:51
Re:
Jimmy Andrix, 22/03/2009 13.56:


Il perchè: I pregiudizi.

In Giappone (ma anche in altri Paesi) è opinione comune che esistano sia cartoni per bambini e sia non per bambini. Mi spiego meglio.
Le serie animate sono pensate e prodotte per uno specifico target d’età. Così esistono cartoni per bambini piccoli da età d’asilo, cartoni pensati per chi ha dai 6 ai 10 anni, fino ad arrivare a cartoni per chi ha più di 14 anni, per chi ne ha più di 18 e così via (come avviene di norma per i telefilm).
E’ logico perciò intuire che una storia pensata per un pubblico di quindicenni non potrà essere del tutto capita e adatta ad un bambino delle elementari, ma non sempre per via d’immagini violente, ma per punti della storia che non possono essere capiti da bambini piccoli.
Proprio per questo in Giappone ci sono cartoni per bambini di pomeriggio, e cartoni per i più grandicelli che vanno in onda di sera e di notte (come fa MTV in Italia, tra l'altro MTV non censura i cartoni e li manda in onda con le sigle originali), cosa che manca del tutto in altre reti italiane, come quelle di Mediaset.
Un esempio? Nell’episodio di un cartone intitolato originariamente “Acqua Age” e richiamato in Italia “Temi d’amore tra i banchi di scuola” la protagonista aveva le meustrazioni per la prima volta, e perciò se ne sentiva scossa, come avviene per milioni di ragazzine in tutto il mondo. L’episodio si chiudeva con la madre e la sorella maggiore che la rassicuravano, e con la protagonista che accettava questo cambiamento del suo corpo. Logico che, pur non essendoci di mezzo immagini violente o di sesso o imbarazzanti, non è una storia che un bambino può capire, invece una ragazzina di, diciamo, 13 anni può sentirsi emotivamente coinvolta nelle paure della protagonista, e magari può anche sentirsi rassicurata dalla fine dell’episodio.
In Italia quest’episodio è stato censurato dicendo e rimontando le scene in modo da far capire, non molto coerentemente a dir la verità, che la protagonista è scossa per via di un sogno premonitore, e il finale dell’episodio vede madre e sorella rassicurare la ragazzina assicurandole che alla sua età anche loro facevano sogni premonitori. Che senso ha tutto questo?

E’ tutto qua il problema prinicipale: l'errata credenza e il pregiudizio, assai radicato in Italia (ma non solo per i cartoni e fumetti, ma anche per i videogiochi) che i cartoni siano tutti solo per bambini. Se solo si riuscisse a cambiare questo pregiudizio (non per nulla quando una persona grande guarda i cartoni gli è spesso detto “Non hai più l’età per queste cose!”) più di metà del problema sarebbe risolto.
La cosa più triste è che i responsabili italiani che comprano i cartoni animati, di solito sanno benissimo che gli anime sono divisi per fasce di età... ma il primo criterio di scelta di un titolo rimane solo uno: quanto può far guadagnare. Se un cartone come "Dragon Ball" (anime che non è per bamibini...) fosse stato mandato in onda in edizione integrale, magari in seconda serata o con il bollino giallo, i bambini si sarebbero poi fatti comprare dai genitori tutti i gadget (articoli di cancelleria, ovetti di cioccolato, giocattoli ecc...)?

Inoltre, ad aggravare la situazione, c'è anche da constatare che - mentre in Giappone i fumetti e i cartoni rappresentano una forma d'arte molto importante, di valore pari a quello dei film e della letteratura - spesso in Italia i cartoni animati sono visti come un sotto-prodotto culturale a cui non fare troppa attenzione (magari utile solo per tenere buoni i bambini....) e vengono sempre messi un gradino sotto a film, telefilm o programmi vari, a prescindere dal loro effettivo contenuto.
Quando invece molte serie animate sono di gran lunga superiori, per qualità e attenzione nello svolgimento della storia, a certi programmi, reality e film che la televisione italiana ci propina giornalmente.

Le censure più diffuse

La censura in assoluto più diffusa è anche quella che citano gli adattori per difendersi: il taglio di scene forti o attinenti al dolore e alle scene di nudo o semi-nudo.
E' giusto proteggere gli occhi dei bambini da scene più “forti”, e che queste non appaiano in prodotti dedicati a loro, e c’è anche una legge in proposito, ma nessuno ha costretto gli adattatori a trasmettere quei cartoni e a farlo in quegli orari.
Se avete già letto il paragrafo intitolato “Il perché: i pregiudizi” sapete già che in Italia tutti i cartoni vengono omologati per bambini, senza far caso al vero target per cui la serie è nata. In quest’ottica, è logico che cartoni pensati per un pubblico con più di 16 anni possano avere scene un po’ più “forti” rispetto a quelli per bambini dell’asilo, ma tagliarle per rendere il cartone visibile a bambini più piccoli non è rispettare la legge, è fare i furbi senza alcun rispetto per i telespettatori e per chi ha creato il cartone.
Senza contare che i telegiornali, su qualsiasi emittente, mandano in onda (all'ora di pranzo e di cena, quando i bambini sono a tavola con i genitori e guardano con loro il tg) immagini di morti, cadaveri, sparatorie e altri crimini, spesso con immagini di sangue, ferite e armi da fuoco. Tra l'altro si tratta di immagini reali, perciò molto più scioccanti di un disegno di fantasia. Ma, chissà come mai, lì nessuno si lamenta o censura...

Le semplificazioni e i cambiamenti alla trama e agli episodi: e qua siamo nella censura più pesante e penalizzante per una serie. Come detto prima, i cartoni possono essere per vari target d’età, e perciò è normale che esistano eventi più drammatici o realistici nei cartoni per i più grandicelli. Come succede per le scene, anche questi momenti della trama sono tagliati o cambiati. E quando sono sostituiti, che già per se è grave, raramente è fatto con coerenza, e spesso viene fuori qualcosa che non centra nulla con la storia principale.

I dialoghi aggiuntivi: s’inseriscono nelle manipolazioni sulla trama di cui parlavo prima, ma meritano un discorso a parte, i dialoghi che in Italia sono aggiunti o per spiegare qualcosa o per coprire scene silenziose.
Cosa c’è di scandaloso in qualche secondo di silenzio? Credo nessuno, succede anche nella realtà, eppure in Italia non è permesso. Per far un esempio, spesso nelle scene d’amore (come nel caso di due persone che si guardano negli occhi, o che si stanno per baciare) nella trama originale sono previsti momenti senza parole, magari con solo una bella musica di sottofondo. Invece gli adattatori italiani aggiungo in questi secondi asfissianti monologhi mielosi, spesso per spiegare (c’è n’è bisogno?) quello che sta avvenendo o sta per avvenire. Sembra quasi che gli adattori pensino che i telespettatori sono poco intelligenti, e bisogna spiegargli a menadito le cose.

I tagli alla colonna sonora originale: sono la conseguenza a cosa scritto sopra, mettendo dialoghi aggiuntivi si toglie del tutto la musica che è di sottofondo. Ma c’è anche un’altra ragione. Vengono spesso del tutto tolte le canzoni che sono cantate in giapponese o inglese. Forse perché i telespettatori potrebbero rimanere sconvolti nel scoprire che esistano altre lingue oltre l’italiano?

I tagli per fare spazio alla pubblicità: l’episodio di un cartone dura circa 20 minuti, ma può anche capitare che duri un po’ meno o anche qualche secondo in più. Che si fa in questi casi? Semplice, invece di lasciare la puntata integra, si tagliano quei pochi secondi in più. Può anche capitare che il cartone sia mandato in onda qualche minuto dopo rispetto all’orario prestabilito, vuoi per vari contrattempi dell’emittente. Bene, cosa si può fare per recuperare i secondi? Naturalmente non si può tagliare la pubblicità (magari inserendo qualche spot in meno) ma la soluzione è: tagliare a caso qualche secondo del cartone animato.
Questo capita sia alle sigle, sia al singolo episodio, senza naturalmente far caso a cosa si taglia. Purtroppo, è una cosa diffusa e sinceramente non trova alcuna spiegazione plausibile.

L’eliminazione d’ogni cosa che riguardi la società e coltura giapponese:
Nei cartoni giapponesi è normalmente tolto:
- i nomi dei personaggi. Quella di cambiare i nomi dei protagonisti è una censura diffusissima, a volte in nomi italiani, ma spessissimo in nomi americani o addirittura in nomi inventati di sana pianta dagli adattori.
- Tutto quello che riguarda il Giappone. Le insegne dei negozi, le lettere e ogni cosa scritta in giapponese viene eliminata e sostituita con brutti fermi immagini. E’ naturale che una persona che non sappia quella lingua non la capisca, ma invece che eliminarle sarebbe giusto tradurle. Stesso dicasi per quando appaiono bandiere, nomi di città, cartine e altro che riguarda questa nazione, che è puntualmente tolto (della serie "facciamo che non esiste"...)
- I riferimenti alla religione. In Giappone sono diffuse molte religioni. Capita a volte che i protagonisti del cartone vadano a pregare al tempio scintoista, incontrino o un monaco buddista o altro. Ebbene, questi riferimenti (a volte è capitato persino alla religione cristiana, ovviamente conosciuta in Italia) sono tolti.




Grendissimo post jimmy!!
Come non trovarmi daccordo con l'autore dell'articolo?!
Sinceramente di tutti i cartoni animati che ho visto trattati decentemente ne spuntano solo 2 o 3....
Berserk che trasmisero a mezzanotte appunto per i contenuti forti,senza tagliare ne sigla ne cartone!
Ken Il guerriero (fortunatamente non trasmessa da italia 1) che non venne mai censurato e sempre trasmesso dopo le 19 e che tenne le sigle originali della seconda serie.
Cito anche South Park per la saggia intelligenza di trsmetterlo dopo mezzanotte,ma critico per il fatto di mettere il bip sulle parolacce...allora che lo trasmetti a fare???

Quoto anche la parte sui nomi...che fastidio cazzo...per esempio nei cavalieri dello zodiaco...tutti hanno un nome...in italia no...
Phonix sarebbe ikki...pegasus sarebbe seya...toro sarebbe aldebaran...gemelli saga..e via dicendo...qua in italia invece devono trasformare tutto!!
MA PERCHE'????Che fastidio ti da lasciare i loro nomi??Inoltre non è meno stupido chiamare pegasus con un nome proprio??

bah...
(richard)
00domenica 22 marzo 2009 16:54
Si vede che l'originalita' da fastidio a piu' di qualcuno nel settore dei cartoons.
maldini
00mercoledì 25 marzo 2009 09:31
o hanno voluto semplificare il compito ai bambini di ricordare i nomi o commercialmente son + comodi i nomi da cavaliere che quelli nel personaggio

invece aprirei una parentesina sulla censura... ma li che censurano.. sono convinti che la striscettina di 2mm censuri molto una paginata di porno?
King White Wendigo
00giovedì 26 marzo 2009 14:59
Re:
maldini, 25/03/2009 9.31:

o hanno voluto semplificare il compito ai bambini di ricordare i nomi o commercialmente son + comodi i nomi da cavaliere che quelli nel personaggio



Non credo che i bambini degli altri paesi siano così evoluti e i nostri così deficenti dal non ricordarsi i nomi...vedi naruto e dragon ball,non sono normali ma li sanno tutti!!
Al contrario ti dò ragione sul fatto della commercializzazione più facile...è decisamente per quello!


invece aprirei una parentesina sulla censura... ma li che censurano.. sono convinti che la striscettina di 2mm censuri molto una paginata di porno?




Non ho ben capito il tuo discorso.. [SM=x1583489] [SM=x1583491]
Jimmy Andrix
00martedì 31 marzo 2009 22:21
Ho aperto il topic e sono sparito! Vi chiedo scusa!

Cmq sto leggendo un libro che parla proprio di come la cultura giapponese sia trascurata, se mi da delle buone informazioni le eleboro e le utilizzo per portare questo tema nella tesi della maturità.

Riguardo alla censura c'è da dire che in america stanno peggio di noi, in ONE PIECE censurano le armi da fuoco trasformandole in pistole a tappo ed eliminano la sigaretta i personaggi che fumano...
Tutto ciò è ridicolo.
King White Wendigo
00mercoledì 1 aprile 2009 12:22
che cazzata....come se in america non c'è violenza per le strade...cosa credono di preservare da un cartone?
Credono sia colpa di one piece ecc se per le strade di los angeles e altre ci siano sparatorie di continuo tra bande?
(richard)
00mercoledì 1 aprile 2009 20:01
Sono le solite americanate perche' si sentono i paladini della liberta' e della democrazia,almeno nell'apparenza!!
maldini
00venerdì 3 aprile 2009 12:38
si vabbè..... come se poi il resto della loro tv salvaguardasse i bambini ma dai...
e poi a 14 anni ti puoi comprare una pistola... non credo che i ragazzini che se la procurano guardano i cartoni
(richard)
00venerdì 3 aprile 2009 23:13
....ma è proprio vero che a 14 anni puoi comprarti una pistola?...a me sembra un paradosso!
King White Wendigo
00sabato 4 aprile 2009 14:21
in America puoi averla pure a 6,con tutta la gente che "spaccia" armi....
(richard)
00sabato 4 aprile 2009 23:49
capisco che sia facilissimo comprarla di contrabbando,ma legalmente è consentita la vendita di armi ai minori....non credo!?
Jimmy Andrix
00lunedì 6 aprile 2009 13:41
Ma no, di solito le pistole le comprano i padri e i figli le usano...
maldini
00lunedì 6 aprile 2009 14:06
si ovvio, però è vero anche che le danno molto facilmente anche agli adulti
in italia avere legalmente un arma non è così facile
Baldo@@
00sabato 16 maggio 2009 01:03
Interessante questo topic
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