00 25/10/2017 07:52


Io non sono irlandese e neppure americano, sono napoletano e vi posso raccontare cosa hanno rappresentato per me le festività dei morti fin da quando ero bambino.

Per festività dei morti s'intendeva tutto un periodo che cominciava con la fila allo sportello cimiteriale per richiedere (a pagamento) una maggiore illuminazione dei loculi.
La seconda fase prevedeva le grandi pulizie a cui partecipavano un esercito di donne armate di secchi, scope e pettegolezzi.
Ovviamente c'era tantissimo lavoro anche per imbianchini e marmisti, le persone più facoltose si facevano ristrutturare cappelle private e loculi.

L'approssimarsi dell'evento si avvertiva anche nelle aree lontane dai cimiteri in quanto i negozi di merceria allestivano scaffali di lumini e fiori finti, i fiorai invadevano marciapiedi e strade con esposizioni esagerate e i pasticcieri riempivano le vetrine di torroni.

Commercialmente parlando, l'evento coinvolgeva un po' tutte le attività ed in particolare i negozi di abbigliamento e quelli di generi alimentari.
La gente per fare bella figura durante lo "struscio" dei morti (al cimitero, in chiesa, dai parenti) comprava scarpe e abiti nuovi e chi invitava a casa amici e parenti (magari venuti da lontano) organizzava banchetti luculliani!

Con l'approssimarsi di Ognissanti le aree cimiteriali venivano chiuse al traffico e diventavano grandi mercati all'aperto di fiori, dolciumi, giocattoli e palloncini colorati.
All'epoca c'erano pure le bancarelle con le sigarette di contrabbando (ricordo le stecche esposte a piramide a mo' di torroni) e i tavolini per il gioco delle tre carte!

Recarsi al cimitero era un'occasione per incontrare persone e per farsi vedere, infatti non mancavano mai i politici e mi sembra ancora di sentire i miei parenti che dicevano: "Guarda, c'è l'onorevole Pinco Pallino", "Guarda, c'è anche il sindaco".

Le scuole restavano chiuse per diversi giorni proprio per favorire il ricongiungimento familiare e noi bambini eravamo felici anche per questo.
Il cimitero e la morte, visti da quell'angolazione non incutevano timore, anche noi napoletani riuscivamo (come i celti) ad esorcizzare la paura dell'ignoto! [SM=x5450077]