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Campionato di Calcio Serie A 2020 - 2021. Tutte le partite - Calendario - Commenti.

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    Marco_M77
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    00 07/12/2020 07:29
    Re:
    ilpoeta59, 07/12/2020 07:25:

    Grande Napoli! [SM=x611903]




    Grande? È stata una partita di allenamento!!!! [SM=x611828]



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    binariomorto
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    00 07/12/2020 23:55
    Pjaca e il Genoa spaventano la Fiorentina:
    Milenkovic salva Prandelli al 98’

    Tutte nel finale le emozioni:
    Maran respira, il serbo evita una sconfitta immeritata ai viola, comunque poco lucidi


    Filippo Grimaldi

    Finale-thrilling, finisce uno a uno al Franchi. Il Genoa a un passo dalla rinascita vera dopo il gol di Pjaca quasi alla fine della ripresa, ma il pari di Milenkovic al 98’ ha restituito la serenità ai viola, che parevano sprofondati nell’incubo. Era stato un gol pesantissimo quello dell’attaccante rossoblù. Poi, nel lungo recupero, la reazione d’orgoglio dei padroni di casa. Il Grifone comunque si rianima, anche se la classifica resta pericolosa. Prandelli respira. Due anni fa la sfida del Franchi, all’ultima giornata, con Prandelli sulla panchina rossoblù, fu decisiva per la salvezza del Genoa. Stasera è stata di nuovo quasi una gara da dentro o fuori. Il Genoa conferma le sue difficoltà, ma dopo quattro k.o. di fila in campionato questo pari è un timido segnale di risveglio. E, comunque, puntella la panchina di Maran.

    VINCE LA PAURA — Un primo tempo senza grandi emozioni, a riprova del fatto che entrambe le squadre abbiano puntato prima di tutto a non correre rischi. Al 2’ Pulgar impegna su punizione Marchetti in angolo, ma l’atteggiamento tattico della squadra di Prandelli (dove Ribery mostra una condizione fisica tutt’altro che ottimale) non produce grandi effetti nella fase offensiva. Il Genoa, da parte sua, supportato da un ottimo Goldaniga (nel ruolo di terzino destro), non riesce a spingere, nonostante qualche buona accelerazione di Luca Pellegrini a sinistra, che spesso avanza e si piazza quasi in linea con Shomurodov e Scamacca. Entrambi, però, poco precisi in fase di finalizzazione. Al 17’ la migliore occasione del Genoa nel primo tempo, con Goldaniga che innesca Scamacca, ma il suo colpo di tacco per Sturaro non porta alla conclusione, murata da Milenkovic. Sono i viola a tenere in mano il gioco, ma senza in realtà produrre nulla di concreto dalle parti di Marchetti. Maran deve sostituire l’infortunato Zapata con Ghiglione (che va basso a destra, con Goldaniga di nuovo centrale). Ribery (37’) calcia altissimo da buona posizione, poi su un cross di Biraghi, l’impreciso Vlahovic non inquadra la porta.

    VIOLA D’ASSALTO — Tutta un’altra storia nella ripresa. La Fiorentina alza il baricentro: Bonaventura e poi due volte ancora Vlahovic mettono paura a Marchetti, che poi deve uscire dal campo (sostituito da Paleari) dopo lo scontro con Bani nel finale del primo tempo. Pjaca rileva l’uzbeko Shomudorov, e al 25’ c’è l’episodio-chiave della gara, con il gol di Bonaventura – dopo una bellissima combinazione con Amrabat e Callejon – annullato dopo un consulto con la Var da parte dell’arbitro Doveri. Il centrocampista viola, infatti, s’è appoggiato su Lerager a inizio azione, facendolo cadere a terra. Il finale è tutto della Fiorentina. Amrabat calciando male facilita l’intervento di Paleari a terra (31’), ma Pjaca entra e la sblocca superando Dragowski dopo una bruttissima palla persa da Borja Valero. Partita finita? Macché: la reazione viola è veemente, e proprio sull’ultima azione della partita, su cross del solito Biraghi, Milenkovic riesce a battere Paleari dopo tre tiri di fila ribattuti. La strada, però, resta in salita per entrambe.

    Fonte: Gazzetta dello Sport
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    binariomorto
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    00 07/12/2020 23:56
    SERIE A 2020/2021 10ª Giornata (10ª di Andata)

    05/12/2020
    Spezia - Lazio 1-2
    Juventus - Torino 2-1
    Inter - Bologna 3-1
    06/12/2020
    Verona - Cagliari 1-1
    Parma - Benevento 0-0
    Roma - Sassuolo 0-0
    Udinese - Atalanta (rinv.)
    Crotone - napoli 0-4
    Sampdoria - Milan 1-2
    07/12/2020
    Fiorentina - Genoa 1-1

    Classifica
    1) Milan punti 26;
    2) Inter punti 21;
    3) Napoli(-1) e Juventus punti 20;
    5) Sassuolo punti 19;
    6) Roma punti 18;
    7) Lazio punti 17;
    8) Verona punti 16;
    9) Atalanta punti 14;
    10) Bologna e Cagliari punti 12;
    12) Sampdoria e Benevento punti 11;
    14) Udinese, Spezia e Parma punti 10;
    17) Fiorentina punti 9;
    18) Torino e Genoa punti 6;
    20) Crotone punti 2.

    (gazzetta.it)

    (-1) Penalità al Napoli e vittoria a tavolino (3-0) alla Juventus per il match Juventus - Napoli non disputato dai partenopei,
    salvo altre decisioni dopo il rigetto in appello del ricorso del Napoli.
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    binariomorto
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    00 13/12/2020 00:00
    Berardi-gol poi muro Sassuolo in 10:
    De Zerbi secondo. Ma che sfortuna il Benevento



    Emiliani subito avanti su rigore.
    A inizio ripresa rosso per Haraslin e dominio della squadra di Inzaghi,
    fermata da un super Consigli e dalla traversa


    Il Sassuolo torna a vincere e sale al secondo posto in classifica grazie a un rigore trasformato da Berardi, ma il Benevento avrebbe meritato il pareggio per il dominio del secondo tempo, soprattutto dopo il rosso a Haraslin.

    SUBITO BERARDI — Ancora senza Caputo e Defrel, Roberto De Zerbi lascia in panchina anche Boga e Raspadori e schiera Djuricic come "falso nueve". Pippo Inzaghi punta molto su Lapadula come boa centrale e sulla velocità di Caprari. Il primo tempo è un lampo del Sassuolo e tanta (a volte buona) reazione del Benevento. Al 7' incursione di Lopez e pallone toccato con un braccio da Tuia: rigore evidente e indiscutibile che l'arbitro Sozza decreta senza pensarci troppo. Dal dischetto trasforma Berardi, con freddezza. Il Sassuolo ha la partita in discesa, potrebbe gestirla a piacimento, invece il gioco non scorre fluido, anche per merito della squadra di Inzaghi, che ha una buona reazione, si propone e attacca, anche se non sempre con la necessaria lucidità. Molti palloni passano da Caprari, che sgomma e fa paura, ma alla fine o la giocata non è azzeccata o qualcuno del Sassuolo ci mette lo scarpino. Qualche angolo e niente più, il bottino di Inzaghi. Fino al 36', quando uno di questi corner frutta l'occasione migliore del Benevento: sulla sponda di Improta, Lapadula cerca di divincolarsi dal controllo di un difensore e con il tacco tenta la deviazione in porta; la palla finisce di poco a lato, con Consigli impietrito. Poco più tardi ancora un attacco degli ospiti sull'asse Improta-Lapadula, ma la conclusione poteva essere più ragionata. Il Sassuolo produce qualcosa di interessante nel finale di tempo, ma il tiro di Djuricic è "strozzato" e il Benevento non trema.

    ASSEDIO BENEVENTO — Dopo l'intervallo Inzaghi toglie Hetemaj e inserisce Insigne. Una manciata di minuti e il Sassuolo resta in 10: entrata durissima di Haraslin sulla caviglia di Letizia, che urla per il dolore. L'arbitro Sozza prima ammonisce lo slovacco poi, su suggerimento di Pairetto, corre a rivedere tutto alla Var e non può che cambiare la decisione: rosso sacrosanto. De Zerbi ne cambia tre in un colpo solo: dentro Boga, Raspadori e Ayhan; fuori Djuricic, Lopez e Toljan. Inzaghi toglie Ionita e inserisce Dabo. Al 59' il cross di Improta da sinistra taglia tutta l'area emiliana e Caprari arriva con un attimo di ritardo. La pressione del Benevento si trasforma in assedio e Consigli è super sulle conclusioni di Insigne e Caprari. Il Benevento strameriterebbe il pareggio, ma ancora Caprari - all'altezza del dischetto - si vede murato il tiro. Il Sassuolo riesce a respirare un attimo e cerca di riorganizzarsi, anche con l'uomo in meno. Improta spreca una occasione d'oro, Inzaghi mette anche Sau (fuori Barba) e si gioca il tutto per tutto con due punte centrali e due attaccanti esterni. Su cross di Caprari è decisivo Ferrari nel deviare in angolo. Poco dopo viene murato pure Lapadula. Entra anche Iago Falque che, con un sinistro a giro, timbra la traversa. La partita si chiude con una paratissima di Consigli su colpo di testa di Lapadula, un'altra parata su Improta e un salvataggio sulla linea di Muldur. Inzaghi sfortunatissimo, De Zerbi vince ed è secondo almeno fino a domenica.

    Gasport

    Fonte: Gazzetta dello Sport
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    binariomorto
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    00 13/12/2020 00:06
    Messias show: il Crotone stende lo
    Spezia e conquista la prima vittoria

    La squadra di Stroppa grazie alla doppietta del brasiliano (a segno anche Reca e Eduardo)
    centra il primo successo ma resta all'ultimo posto con 5 punti.
    Per gli uomini di Italiano inutile la rete di Farias


    Alex Frosio


    Il Crotone si è messo a segnare e Stroppa finalmente conquista la prima vittoria in campionato. Affonda lo Spezia, migliore nel primo tempo ma disperso nel secondo, quando i calabresi la chiudono in fretta. Messias ancora una volta sopra le righe, e stavolta raccoglie quanto produce: doppietta e un gol annullato nel poker in cui figurano anche le prime reti italiane di Reca e Eduardo (4-1 il risultato).

    IL PRIMO TEMPO — Lo Spezia comincia come al solito, con il coraggio di una linea altissima. Brutta scelta, sembrerebbe dai prodromi. Messias corre bene in quegli spazi. Dopo appena due minuti fa ammonire Chabot dopo averlo saltato con il controllo a centrocampo. Al 7’ invece può correre partendo da lontanissimo e andare in uno contro uno con Terzi in campo aperto: il difensore dello Spezia temporeggia troppo, il brasiliano arrivato al limite sposta il pallone e infila all’angolo lontano. La squadra di Italiano sa che sono i rischi inevitabili ma insiste nel modo di giocare che ha scelto. E che produce dividendi. Il pressing alto porta infatti il Crotone all’errore in disimpegno: al 18’ Zanellato in costruzione bassa "vede" il terzo uomo libero ma sbaglia traiettoria, Farias la intercetta, stoppa e fulmina Cordaz. Anche questo errore dovrebbe essere considerato un rischio "accettabile" nella ricerca della costruzione bassa, e invece il Crotone ne accusa il peso. Così, anche per colpa delle assenze registiche (Cigarini, Benali), rinuncia presto al possesso per cercare subito il lancio in profondità. Lo Spezia ringrazia, costruisce, pressa: al 21’ Agudelo su Reca porta palla a Piccoli, che si beve Marrone e Luperto con un tocco ma poi non riesce a superare anche Cordaz. Stroppa prova a colpire negli spazi, in contropiede, e il suo Crotone ne devolve alla difesa due molto promettenti: uno al 34’ con Simy che cerca il dribbling invece di servire due uomini liberi alla sua destra, un altro al 37’ con Messias che stavolta nell’uno contro uno sbatte su Chabot. Le ultime due chance del primo tempo sono ancora dello Spezia: al 38’ Piccoli e Farias non mordono su un bel cross basso di Estevez, al 42’ Farias punta Magallan e calcia, centrale, tra le braccia di Cordaz.

    LA RIPRESA — Come d’abitudine, per non correre rischi disciplinari Italiano toglie l’ammonito Ferrer – sulla fascia di un Reca di gamba fresca – per mettere Sala. Mossa improvvida. Tempo che il nuovo terzino entri in partita e la gara è scappata, e su due suoi errori. Già al 47’ Reca chiama al tiro Messias e Provedel rimedia. Ma al 49’ il Crotone passa: lancio di Molina per Reca che finta il sinistro e si porta la palla sul destro, ingannando Sala che pure era suo compagno alla Spal, porta spalancata e 2-1. Primo gol italiano del polacco e poco dopo primo gol anche per Eduardo, alla prima da titolare. All’56’ altro errore di Sala, che non tiene la linea e lascia in gioco Pereira scattato su filtrante di Messias: facile l’assist e ancora più facile il tocco a porta vuota dell’accorrente Eduardo. Lo Spezia è smarrito: le linee di gioco si confondono e a poco servono i cambi. A referto soltanto una conclusione di Estevez al 79’ – quando Provedel ha già negato al diagonale di Molina il poker – e un sinistro senza denti di Verde al 92’. Il recupero serve però a Messias per mettere il punto esclamativo sulla partita con la doppietta, come aveva già fatto con lo scavetto al 86’, gol però annullato per fuorigioco: brucia Simy e Sala sullo scatto – al 96’! –, dribbla Provedel e deposita in rete. Quattro gol tutti insieme per il Crotone, che fino allo Spezia ne aveva segnati 6 e da quattro partite non trovava la porta avversaria.

    Fonte: Gazzetta dello Sport
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    binariomorto
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    00 13/12/2020 00:11
    Cinque gol, errori e prodezze. Ma l’Udinese inguaia il Toro con Nestorovski

    Belotti e Bonazzoli rispondono a Pussetto
    (ma il gol è viziato da un fallo su Meite non visto neanche dal Var)
    e De Paul, ma decide una rete del macedone.
    Nel finale traversa di Rodriguez


    Mario Pagliara


    L’Udinese sbanca l’Olimpico e inchioda il Torino al penultimo posto della classifica. Finisce 3-2 per i friulani questo anticipo dell’undicesima giornata di Serie A: la squadra di Gotti prende quota in graduatoria, trascinata dai gol di Pussetto (favorito dal doppio errore arbitrale di Massa in campo e Irrati al Var), De Paul e Nestorovski. Giampaolo non riesce ancora a vincere la sua prima partita di campionato in casa, presentando il Toro più brutto della stagione che si accende solo dal 21’ al 23’ della ripresa arrivando fino al temporaneo 2-2 di Belotti (centesimo gol in granata) e Bonazzoli. Troppo poco.

    SCENA MUTA GRANATA — Pur considerando tutte le difficoltà, di classifica, autostima e infortuni, con le quali il Toro sta facendo i conti in questo periodo, sarebbe stato lecito attendersi un avvio dei granata quanto meno all’insegna del furore, della voglia e dell’agonismo. Ciò che si presenta nella freddina serata torinese è un primo tempo dei granata di sola confusione tattica e ricco di errori tecnici: la squadra di Giampaolo è in continua sofferenza, in apnea e con almeno tre uomini (Linetty, Zaza e Meité) del tutto fuori dalla partita. Giampaolo continua sulla strada del 3-5-2, con l’adattamento di Vojvoda a sinistra come provato mercoledì e giovedì al Filadelfia. Ma nei primi 45’ non arriva mai uno spunto: è fino a quel punto il Toro più brutto della stagione.

    IL DOPPIO ERRORE ARBITRALE — Di fronte i granata si ritrovano un'Udinese disciplinata e tatticamente molto ben organizzata: a metà partita, la tenuta del campo dei friulani è ai limiti della perfezione. La squadra di Gotti non rischia nulla, ha ripetutamente la meglio sul centrocampo del Toro e senza un paio di recuperi provvidenziali di Nkoulou sarebbe passato in vantaggio molto prima. L’episodio che però spezza l’equilibrio arriva al 24’ ed è il frutto di un evidente doppio errore arbitrale. Massa in campo e Irrati al Var non riconoscono il netto fallo di Walace a centrocampo su Meité: è in questa circostanza che Meité perde palla, favorendo Deulofeu, assist per Pussetto che firma l’uno a zero per l’Udinese con il quale si va all’intervallo.

    SENTENZA DE PAUL — Al ritorno in campo, Giampaolo ne lascia tre sotto la doccia: fuori Nkoulou, Meité e Zaza. In campo rientrano con i compagni Izzo, Lukic e Bonazzoli. Tatticamente non cambia nulla (ancora 3-5-2), con Lukic nella posizione di mezzala destra. Il tentativo di dare la scossa naufraga dopo nove minuti, quando Pereyra serve l’assist a De Paul per il raddoppio. Sirigu fulminato, Toro gelato: al 54’ è sotto 0-2. All’ora di gioco Gojak sostituisce Vojvoda e i granata passano al 4-3-1-2 con Lukic avanzato sulla trequarti.

    180 SECONDI PAZZESCHI — In una partita che si trascina via lentamente accade, d’improvviso, che arrivino tre minuti incredibili. Dal 21’ al 24’ della ripresa accade l’impensabile. Si inizia al 21’ quando Bonazzoli ruba palla a Samir e serve l’assist per il centesimo gol di Belotti in maglia granata in tutte le competizioni: 1-2. Passa un minuto e Bonazzoli esplode l’urlo del 2-2, dopo un delizioso assist di tacco di Belotti e un’altra esitazione della difesa friulana. Il Toro sembra aver cambiato l’inerzia della partita, ma sessanta secondi dopo Nestorovski inchioda ancora Sirigu firmando il 2-3. Granata tramortiti e sfortunati: nel finale una punizione di Rodriguez si ferma sulla traversa.

    Fonte: Gazzetta dello Sport
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    binariomorto
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    00 13/12/2020 00:15
    Lazio, altra frenata dopo la Champions:
    il Verona vince 2-1 e sorpassa Inzaghi

    Dopo il k.o. con l'Udinese, i biancocelesti perdono di nuovo in casa dopo l'impegno europeo.
    L'autorete di Lazzari apre il match. Pari momentaneo di Caicedo, gol vincente di Tameze.
    Nel finale padroni di casa a un passo dal pari


    Nicola Berardino


    L’effetto Champions frena ancora una volta la Lazio in campionato. La qualificazione agli ottavi fa svuotare le potenzialità della squadra di Inzaghi, ma il successo del Verona è nitido e consente il sorpasso in classifica sui biancocelesti, salendo a quota 19. Una altra prova d’applausi per la formazione di Juric contro una big del campionato. Il vantaggio con l’autogol di Lazzari prima dell’intervallo non è estemporaneo nonostante il pareggio di Caicedo nella ripresa. Il colpo di Tameze dà la spinta decisiva al Verona per incassare un successo meritato e inseguito con forza e attenzione.

    AUTOGOL — Inzaghi striglia la squadra durante il riscaldamento prima della partita sul prato dell’Olimpico per avere ritmi più intensi. Novità in difesa: out Patric, non al meglio Luiz Felipe (in panchina), spazio a Parolo sulla destra. A centrocampo, senza Luis Alberto causa noie muscolari, c’è Akpa Akpro nel ruolo di interno. In avanti, Caicedo dà il cambio a Correa che parte dalla panchina. Nel Verona in difesa entrano Magnani e Lovato con Dimarco avanzato a metà campo. In avanti si rivede Salcedo. Milinkovic tenta di graffiare con un paio di incursioni, ma il primo tiro a rete della Lazio è di Immobile. Al 14’ il bomber si libera bene in area, però conclude al lato da buona posizione. Replica del Verona con una ripartenza di Zaccagni che non viene conclusa felicemente da Salcedo. Si ferma Acerbi per problemi all’adduttore e al 28’ cede il posto a Hoedt: ulteriore modifica al pacchetto arretato dei biancocelesti. Al 38’ Reina è in guardia su un colpo di tacco molto pericoloso di Tameze. La Lazio accusa difficoltà in fase di impostazione e sposta sulla destra, con Lazzari, la corsia preferenziale per portarsi in avanti. Al 45’ il Verona va in vantaggio. Bella iniziativa sulla destra di Faraoni (proteste laziali per un contrasto con Milinkovic), pallone catapultato sinistra a Dimarco, sulla fiondata dell’esterno è decisiva la deviazione in porta da parte di Lazzari. Subito dopo la squadra di Juric potrebbe raddoppiare: Reina salva in uscita su Zaccagni.

    TAMEZE DECISIVO — Anche dopo l’intervallo la formazione di Inzaghi fatica a far fluire la manovra in fase offensiva. Nell’assalto frontale si avverte l’assenza di Luis Alberto. All’11’ la Lazio centra il pareggio contro il quarto gol in campionato di Caicedo. Su traversone di Lazzari, l’ecuadoriano si gira e fulmina Silvestri con un sinistro angolato. Si rilancia il Verona: Hoedt anticipa Faraoni, Reina argina Salcedo. Al 20’ Caicedo e Leiva cedono il posto a Correa ed Escalante. Due minuti dopo il Verona torna in vantaggio con Tameze, innescato da un pallone filtrato da un retropassaggio avventuroso di Radu, pressato da Salcedo. Protesta la Lazio ma l’intervento di Salcedo appare sul pallone: Abisso passa dal Var e convalida. Juric inserisce Colley al posto di Salcedo. Inzaghi fa entrare Fares e Pereira per Lazzari e Akpa Akpro. Nervosa la Lazio che però riassesta le strategie per l’assalto finale. Il pressing del Verona soffoca i biancocelesti nell’impostazione. Al 40’ irrompe in area Immobile, azione ingarbugliata, Fares non trova il colpo finale. Silvestri ribatte sul colpo di testa di Milinkovic. Faraoni fa muro sulla rasoiata di Immobile. Lazovic subentra a Zaccagni. Fares non riesce ancora a colpire a rete. Sette minuti di recupero ad alta tensione. Ma la Lazio non riesce ad agguantare il pari: Silvestri provvidenziale su Pereira. Il Verona festeggia tre punti ottenuti da una prova giudiziosa e di grande spessore tattico e temperamentale.

    Fonte: Gazzetta dello Sport
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    binariomorto
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    00 13/12/2020 23:57
    Pazza Inter.
    A Cagliari domina, va sotto ma
    nel finale trova la vittoria.
    È a -3 dal Milan



    Cragno si esalta, Sottil trova il gran gol al 42',
    ma nel finale Barella, D'Ambrosio e Lukaku riescono a ribaltare il risultato


    Davide Stoppini

    Rimonta, fantasmi scacciati e pure il piano B: ecco cosa c’era nel menu a pranzo dell’Inter a Caglari. Tre a uno per la squadra di Conte, che va sotto – dopo aver sprecato tantissimo – nel primo tempo con il gol di Sottil, ma poi nel secondo tempo – dopo il passaggio alla difesa a quattro, fa tre gol e trova la quarta vittoria consecutiva in campionato, lasciandosi alle spalle la delusione per l’eliminazione Champions di mercoledì.

    PRIMO TEMPO — L’Inter approccia il match come meglio non potrebbe. E infatti, tra il 9’ e il 15’, i nerazzurri hanno sui piedi cinque occasioni per passare in vantaggio. In serie: al 9’ doppia chance, prima grazie a una magia di Eriksen per Lukaku, murato da Cragno che poi è bravo pure sul sinistro dello stesso danese. Al 12’ un cross di Eriksen trova Bastoni in area, ma la girata al volo col sinistro finisce alta. Ancora Inter, solo Inter, il Cagliari sta a guardare. Al 14’ combinazione Lukaku-Sanchez, con conclusione del belga sulla quale Cragno dice ancora no. E il portiere di Di Francesco si esalta ancora al 15’, quando su cross di Darmian Sanchez di testa non riesca a batterlo, trovando la respinta con i piedi. Il Cagliari non riesce ad alzare il baricentro, al 22’ il destro di Rog dai 20 metri è quasi un alleggerimento. C’è sempre Cragno in copertina, con l’intervento più difficile del primo tempo: è il 24’, Sanchez entra bene in area leggermente defilato sulla destra, ma la conclusione è ancora fermata dall’estremo difensore dei sardi. Prodotto lo sforzo più grande, ma senza passare in vantaggio, l’Inter sembra quasi rifiatare. Ci riprova Barella al 38’ con una bella girata al volo di destro su cross di Darmian: destro a lato. Sottil è il più vivo dei suoi, in mezzo Marin e Rog danno battaglia. Al 42’, quasi all’improvviso, passano i ragazzi di Di Francesco. Faragò avanza sulla destra, mette dentro ma trova la respinta di De Vrij, il pallone finisce sui piedi di Sottil che viene murato da Skriniar. L’azione però non è finita: il pallone si impenna, Sottil si coordina benissimo e con il sinistro al volo trova l’angolo più lontano: Cagliari avanti, al primo tiro nello specchio di Handanovic. L’Inter accusa il colpo, un minuto dopo Perisic fallisce l’ennesima chance quando solo davanti a Cragno – ma un po’ defilato sulla sinistra – calcia malissimo sul fondo. Dall’altra parte, al 46’, il Cagliari va vicino pure al 2-0: Faragò per Zappa, tiro cross con Pavoletti che sotto porta fallisce il (non semplice) tap-in.

    RIBALTONE — Nel secondo tempo Conte cambia subito: fuori Perisic, ancora deludente, dentro Hakimi a destra con Darmian che va a sinistra. L’Inter riparte in maniera vigorosa, al 5’ è Skriniar a trovare la deviazione a centro area su assistenza di Darmian: pallone alto. Dopo 13’ finisce la gara di Eriksen: dentro Sensi. E poi anche Young per Darmian. E dopo neppure un minuto l’inglese va subito vicino al pareggio, con un sinistro sul palo lungo deviato in angolo da Cragno. Gara dal copione scritto, l’Inter palla a terra riesce a trovare la conclusione, come quando al 17’ Sensi innesca Sanchez, il cui destro è deviato in angolo. Altri cinque minuti ed è lo stesso Sensi a trovare la conclusione, dopo un inserimento centrale su cross di Hakimi. Primi cambi per Di Francesco: minuto 23 fuori Sottil e Faragò, dentro Nandez e Klavan, minuto 23, il Cagliari passa dunque a difendere a tre. Di qua Conte gioca il tutto per tutto: esce Bastoni, dentro Lautaro a 18’ dalla fine, con il passaggio alla difesa a quattro. E’ una partita a scacchi: Pavoletti non ne ha più, è il turno di Cerri, siamo ormai nell’ultimo quarto d’ora. E l’Inter sfiora ancora al gol con Sensi: destro deviato in angolo. Ed ecco l’1-1: corner di Sensi, Cragno respinge, dal limite dell’area Barella trova un destro al volo perfetto, proprio contro la sua ex squadra. Non cambia l’inerzia della gara, nerazzurri ora alla ricerca del ribaltone. Hakimi esce per infortunio, dentro D’Ambrosio a 7’ dalla fine. Ed è lui l’uomo del 2-1: cross di Barella sugli sviluppi di un angolo, sul secondo palo D’Ambrosio trova il colpo di testa che batte Cragno. Lo stesso portiere a 2’ dalla fine blocca il sinistro di Lukaku. Il Cagliari si butta in avanti. E a 100” dalla fine Cerri si divora il 2-2, dopo l’inserimento di Lykogiannis. Dentro Simeone, fuori Carboni, mentre nell’Inter Sanchez resta in campo nonostante un problema muscolare. Cinque minuti di recupero, al terzo dei quali Cragno su butta in area su corner. Ma così favorisce la ripartenza dell’Inter, Lukaku in campo supera proprio il portiere avversario a metà in campo e poi vola a porta vuota verso il 3-1. Lo Shakhtar è dimenticato.

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    00 14/12/2020 00:02
    Gomez fuori, ma Gasp abbatte la Fiorentina 3-0!
    L'Atalanta risale, Viola in ritiro

    La squadra di Prandelli resiste 44 minuti grazie a un Dragowski in
    grande forma, poi la Dea dilaga con Gosens, Malinovskiy e Toloi


    Marco Guidi


    Archiviato il passaggio agli ottavi di Champions, l’Atalanta dà l’avvio all’operazione rimonta in campionato, liquidando senza patemi la Fiorentina al Gewiss Stadium con un secco 3-0. La Dea, con la gara contro l’Udinese da recuperare, sale così a 17 punti, in attesa di affrontare in serie Juventus e Roma. Per la Viola, invece, è ancora notte fonda: i 9 punti in 11 giornate, di cui appena uno nelle quattro con Prandelli in panchina, sono lo specchio di una squadra in grave crisi d’identità. La società ha deciso per la linea dura: tutti in ritiro per provare a ritrovarsi.

    NIENTE PAPU — Gasp ripropone dieci undicesimi della formazione scesa in campo ad Amsterdam con l’Ajax. Unica variazione, Malinovskyi al posto del Papu Gomez. Un’esclusione, quella dell’argentino, che farà discutere, dopo i recenti screzi con il tecnico. Il Papu starà 90’ a guardare i compagni, ma sarà la gara contro la Juve a dire se vederlo seduto in panchina diventerà una consuetudine, portando magari a un addio a gennaio, o no. Prandelli sceglie invece un inedito 4-5-1, lanciando Venuti da terzino destro ed Eysseric largo a sinistra. Vlahovic unica punta. Solo panchina per Castrovilli e Ribery. L’ex di turno è Jack Bonaventura, che torna titolare da interno di centrocampo.

    A SENSO UNICO — Dopo 5’ di studio, l’Atalanta prende in mano decisamente il pallino del gioco. Al 10’, sponda di Djimsiti per Zapata che va a colpo sicuro in tuffo di testa, ma centra Dragowski, poi il tap in di Hateboer è rimpallato in corner da Biraghi. I calci d’angolo diventano una costante del primo tempo nerazzurro: saranno addirittura 9 nei primi 45’. Su uno di questi, al 19’, Dragowski alza sulla traversa l’incornata di Romero. La Fiorentina schiaccia parecchio la linea mediana sulla difesa, lasciando Vlahovic in balia della retroguardia di casa. Il giovane centravanti serbo si lamenta, non a torto, anche con i compagni, ricevendo di contro il rimbrotto di Prandelli. L’unico sussulto di Vlahovic è su invito di Lirola al 21’, il suo sinistro dal limite, però, è deviato in modo strepitoso da Gollini sulla traversa. Passato lo spavento, la Dea torna a macinare gioco. Al 29’ Dragowski è ancora bravo a intercettare il colpo di testa di Zapata su cross di Gosens. Dai e dai, alla fine la Viola capitola. È il 44’ e stavolta gli interpreti si invertono: Zapata va via di potenza a Pezzella e mette a rimorchio per Gosens, che con il sinistro da due passi non può sbagliare. Timide proteste viola per un tocco di mani del tedesco a inizio azione, non comunque nell’immediatezza della rete.

    RIPRESA — Caduto il muro, Prandelli perde anche Pulgar per infortunio: dopo l’intervallo ecco Castrovilli. La Fiorentina alza un po’ il baricentro alla ricerca del pareggio. Al 55’, però, Milenkovic stende Zapata al limite e il sinistro chirurgico di Malinovskyi su punizione disegna una parabola perfetta per il raddoppio. Sotto di due reti, gli ospiti provano il tutto per tutto con Ribery e Callejon al posto di Eysseric e Lirola. Ma la Viola ormai è in balia dell’avversario e al 63’ Toloi trova il tris sugli sviluppi di un corner, sfruttando l’abile sponda di Djimsiti. La prima conclusione della Fiorentina verso lo specchio della porta nella ripresa arriva solo al 67’, con il colpo di testa di Vlahovic, che si perde sul fondo. Mentre Gollini deve intervenire solo all’86’ sulla stoccata al volo di Barreca, entrato per Biraghi infortunato. Gasperini concede la vetrina anche a Manu Gyabuaa, giovane gioiellino della Primavera, all’esordio in Serie A. Il degno finale di una partita completamente a tinte nerazzurre.

    Fonte: Gazzetta dello Sport
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    binariomorto
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    00 14/12/2020 00:07
    Atto di forza Roma: Dzeko, Pellegrini,
    Veretout e Mkhitaryan annientano il Bologna 5-1

    Partita chiusa già nel primo tempo. In gol il bosniaco, Pellegrini, Veretout e Mkhitaryan.
    Due le autoreti, una per parte (Poli e Cristante). Tre i gol annullati


    Matteo Dalla Vite


    Pronti, via e la gara è durata un quarto d’ora: una Roma imperiale ha spazzato via il Bologna nei primi quindici minuti mettendosi subito sul 3-0 e agendo poi a piacimento nel resto della gara: per la squadra di Mihajlovic non ci sono giustificazioni. Forte e in scioltezza, la Roma ha piallato subito i rossoblù ma Sinisa (che ha fatto esordire anche Pagliuca junior) si chiede dove sia mai finita la rabbia che chiede sempre e che non ha nessun motivo di essere sparita così: un po’ è riapparsa nella ripresa ma l’assenza di 4 titolari (quale squadra al giorno d’oggi non deve rinunciare a pedine titolari?) non può reggere come alibi. L’apertura è stata rappresentata da un autogol di Poli su fuga di Spinazzola, poi dai gol di Dzeko (che raggiunge Amadei) e Pellegrini: i giallorossi hanno giusto sbagliato nell’autogol di Cristante (cross di Barrow) ma per il resto hanno piallato tutto e tutti, fino ad arrivare all’1-5 passando dal gol di Veretout al sigillo di Mkhitaryan.

    TAMPONI LUNA PARK — Come annunciato, Sinisa si affida al ventunenne Ravaglia al debutto in Serie A: Da Costa in panchina quindi, e… Donnarummata di Mihajlovic che fece esordire Gigio al Milan (classe ’99 come Ravaglia stesso) a 16 anni e 8 mesi: al ragazzo non andrà benissimo Mbaye va a sinistra al posto di Hickey "raffreddato – recita il Bologna – in attesa di un nuovo tampone" ed evidentemente il primo non ha dato esiti certi: così sono addirittura nove i giocatori dei quali il tecnico del Bologna deve fare a meno, e come conseguenza c’è che la panchina è farcita di Primavera (Khailoti, Pagliuca baby, Vergani e Rabbi). La Roma in porta rimette Pau Lopez (Mirante è in panchina), in mezzo ha Veretout e davanti Dzeko con a sinistra Spinazzola che arma gli assalti giallorossi. Pedro è assente perché squalificato. La partenza è tutta della Roma che appunto in 15’ devasta un Bologna completamente sfasato: Spinazzola lascia lontano De Silvestri nello scambio di Mkhitaryan e poi vola a crossare quel pallone che, deviato da Poli, diventa l’10 giallorosso. Passano cinque minuti e Dzeko, trovato da Pellegrini, infila con facilità Ravaglia sul primo palo dopo essersi inghiottito Danilo; ancora 5’ e Pellegrini (lanciato da Spinazzola) mette lo 0-3 che al 24’ diventa 1-3 per deviazione di Cristante su cross di Barrow. Finita? Macché Veretout infila ancora Ravaglia (debutto infernale) dopo un’azione iniziata da Dzeko e portata avanti da Pellegrini e Mkhitaryan.

    PALO — Primo tempo devastante per il Bologna, con Sinisa che fa tre cambi alla ripresa: i rossoblù passano al 3-4-3, arrivano al gol con Dominguez poi annullato alla Var come l’1-6 di Pellegrini. Quattro gol annullati, 6 buoni e la partita è andata avanti con il Bologna fra il tramortito e la rincorsa e la Roma che ha dovuto cambiare Kumbulla (problema muscolare) con Smalling. Fra situazioni in cui la Var è stata necessaria (anche nel rivedere un fallo di Dominguez, prima punti col rosso e poi abbassato a giallo), la Roma ha sfiorato la sesta rete con Mayoral che ha preso il palo a porta vuota. Il titolo, da subito, è uno solo: non c’è stata gara.

    Fonte: Gazzetta dello Sport
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    00 14/12/2020 00:11
    Gattuso soffre Ranieri ma nella ripresa è ribaltone: Napoli-Samp 2-1

    Primo tempo sotto ritmo per gli azzurri che vanno in svantaggio al 20’ con Jankto che trafigge un distratto Meret.
    La svolta al rientro dagli spogliatoi, con Lozano e Petagna che di testa fanno gioire Gattuso


    Maurizio Nicita


    Dopo un primo tempo inguardabile il Napoli si rialza reagisce al meritato vantaggio della Samp e ribalta la partita grazie soprattutto a un Lozano imprendibile, modello Speedy Gonzales. E così gli azzurri rispondono alla vittoria dell’Inter, anch’essa in rimonta a Cagliari, e si presentano allo scontro diretto di mercoledì al Meazza con i nerazzurri avanti di un solo punto, che poi sarebbe quello tolto dal giudice sportivo non dal campo. La Samp fa quello che può bene per un tempo poi soccombe alla maggiore forza dell’avversario.

    GLI ASSETTI — Rino Gattuso cambia 5 uomini ma non il sistema: il suo 4-2-3-1 si appoggia sulla fantasia di Zielinski e non è un caso che nel classico 4-4-2 presentato da Claudio Ranieri Ekdal sia francobollato a uomo sul fantasista polacco per cercare di tenerlo spalle alla porta e togliergli visione di gioco. E in effetti, con una Samp che difende stretta e compatta gli unici pericoli vengono dai tiri dal limite di Zielinski, ma nulla che turbi Audero. Mentre in avanti l’esperto allenatore romano sceglie di affiancare Verre a Quagliarella, mossa che si rivelerà efficace.

    COLPISCE JANKTO — E così, pressando bene alto e sfruttando la lenta e prevedibile manovra azzurra, la Samp prende coraggio. Una girata di testa del solito Torsby su angolo mette già i brividi a Meret, ma poi al primo vero affondo manovrato passano i blucerchiati. È Verre ad abbassarsi per prendere palla nella trequarti e a vedere il corridoio giusto per Jankto che sulla corsa entra in area e con un sinistro sotto la traversa batte Meret. Il Napoli fa fatica a rialzarsi, mentre Verre, abile a trovare spazi fra le linee del Napoli, lancia profondo Candreva che con un diagonale impegna Meret. Solo a fine tempo gli azzurri si rendono pericolosi sveltendo un po’ la manovra. Mertens gira di testa l’unico cross di Ghoulam che arriva dal fondo e poi il belga scambia rapido centralmente con Insigne al tiro, ma in entrambe le occasioni Audero si fa trovare pronto.

    CAMBIO PASSO — È un altro Napoli quello che ridisegna Gattuso nella ripresa inserendo Petagna prima punta e Lozano esterno. È soprattutto il messicano a cercare la profondità, che nel primo tempo non c’era mettendo alle corde gli ospiti. E il gol arriva con Mertens che raddoppia Insigne a sinistra e mette in mezzo, dove proprio Lozano anticipa di testa e pareggia. Lo scatenato messicano poco dopo colpisce il palo con un destro dalla distanza. E poi confeziona anche il sorpasso con una percussione a destra e cross teso che Petagna impatta bene di testa. La Samp accusa il colpo e prova a reagire con un tiro dalla distanza di Candreva, sul quale Meret si allunga bene. Ma è il Napoli a tenere il pallino del gioco e a rendersi pericoloso ancora con Lozano e Mertens. Il finale è più nervoso, con La Penna che sventola gialli da ogni parte, ma la Samp non punge più mentre il Napoli vanifica un paio di occasioni in superiorità numerica. Ma i tre punti arrivano lo stesso.

    Fonte: Gazzetta dello Sport
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    00 14/12/2020 00:14
    Dopo 5 mesi riecco il Dybaldo: la Juve vince 3-1 in casa del Genoa

    Nella ripresa si sblocca l’argentino, poi pareggia l’ex Sturaro.
    Decisivo CR7 con due rigori guadagnati da Cuadrado e Morata.
    Il portoghese e la Joya non segnavano insieme nella stessa partita dal 4 luglio


    Fabiana Della Valle


    Dybala apre, Ronaldo raddoppia e la Juventus batte il Genoa 3-1. Cinque mesi dopo la storia si ripete: il dieci ritrova il gol in campionato dopo sette mesi, Cristiano festeggia con una doppietta dal dischetto la sua centesima gara in bianconero. E’ tornato il Dybaldo e Andrea Pirlo sorride, perché la sua Juventus trova la seconda vittoria di fila in campionato e anche quella continuità invocata dall’allenatore.

    MURO ROSSOBLÙ — La Juventus fa cinque cambi rispetto a Barcellona (Szczesny, Dybala, Bentancur, Rabiot e Chiesa) mentre il Genoa si presenta con quattro ex (Pjaca, Perin, Sturaro e Luca Pellegrini). Pirlo rinuncia a Kulusevski per inserire Bentancur accanto a Rabiot e piazza McKennie sulla destra con il compito di giocare tra le linee. Il primo tempo è un monologo bianconero, con la squadra di Pirlo costantemente nella metà campo dei rossoblù. Rabiot segna subito ma il gol viene annullato per evidente tocco di mano, poi ci provano due volte Ronaldo, McKennie (di testa) e Dybala. I bianconeri cercano di ripetere il canovaccio di Barcellona, reparti stretti e pallone che si muove velocemente. Il Genoa si limita a contenere (e ci riesce) nella speranza di poter ripartire con Scamacca e Pjaca, ma in realtà nel primo tempo succede una sola volta (su palla persa da Chiesa, che poi però si fa perdonare con un gran recupero). Il divario tra le due squadre è netto ed è già sorprendente che si arrivi all’intervallo sullo 0-0, ma la Juve in modalità campionato, senza la ferocia del Camp Nou, non riesce a scavalcare la muraglia eretta da Maran.

    E’ TORNATO IL DYBALDO — Il fortino rossoblù resiste un’altra decina di minuti nel secondo tempo, poi crolla quando Dybala trova il suo primo gol in campionato: lancio di De Ligt, spizzata di McKennie e sinistro del dieci sul primo palo. La festa dura poco perché la legge dell’ex non perdona: cross di Luca Pellegrini e imbucata vincente di Sturaro, che già l’anno scorso fece male alla Signora. Il Genoa dopo il gol prende coraggio e ci riprova subito con Rovella, Pirlo risponde inserendo Morata al posto di Rabiot: ecco il tridente tanto invocato. Ma c’è sempre un ex sul cammino della Juve verso la vittoria: stavolta tocca a Perin, che s’oppone stoicamente alla zuccata di Ronaldo. Il 4-4-2 iniziale di Pirlo diventa un 4-2-4, con Chiesa sulla linea dei tre attaccanti. L’assalto bianconero produce i suoi effetti: calcio di rigore per fallo di Rovella su Cuadrado, che si vendica del portiere spiazzandolo dal dischetto. Finisce allo stesso modo anche sul secondo penalty (stavolta uscita di Perin su Morata): 3-1 e nessun patimento finale: l’effetto Camp Nou continua pure in Serie A.

    Fonte: Gazzetta dello Sport
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    binariomorto
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    00 14/12/2020 00:18
    Traverse, pali e un super Hernandez:
    il Milan acciuffa il Parma al 91'

    Hernani e Kurtic danno il doppio vantaggio agli emiliani,
    ma la doppietta di Theo permette ai rossoneri di evitare la sconfitta.
    In classifica l'Inter si avvicina a -3


    Marco Fallisi


    Nella giornata in cui le inseguitrici vincono in rimonta, il Milan lancia un messaggio potente: i giovani diavoli non muoiono mai, anche se adesso si fa tutto più complicato. La doppietta di Theo Hernandez, la prima in due stagioni rossonere, non serve a cogliere il nono successo in campionato, ma regala alla capolista un 2-2 che fino al minuto 91 della sfida con il Parma sembrava un mezzo miraggio. Pioli allunga la striscia di imbattibilità a 23 risultati in campionato e il suo Milan resta l’unica squadra senza k.o. nei cinque principali campionati europei dalla ripresa post lockdown a oggi. Il vantaggio su Inter, Napoli e Juve ora si è ridotto, ma questo pari può pesare parecchio in termini di fiducia e convinzione. Il Parma sciupa il doppio vantaggio a San Siro, ed è la seconda volta dopo il 2-2 con l’Inter di ottobre: Liverani può dirsi comunque soddisfatto da quanto messo sul campo dai suoi ragazzi.

    GOL E... LEGNI — Liverani disegna un Parma compatto, con un tridente che punta sulla velocità di Karamoh e di Gervinho e sulla fisicità di Cornelius. Pioli, privo di Kjaer, Ibra e Saelemaekers, ritrova Bennacer in mezzo e consegna le chiavi dell’attacco al trio Castillejo-Brahim-Calhanoglu, con Rebic centravanti. Ma il tecnico del Milan è costretto al primo cambio dopo tre minuti: dopo un contrasto con Cornelius, Gabbia deve uscire per un problema al ginocchio sinistro. Tocca a Kalulu, terzino sulla carta ma centrale all’occorrenza, come mostrato a Praga in coppa. E il 20enne francese, al debutto in Serie A, fa subito i conti con l’imprevedibilità di Gervinho, che al 13’ lo punta, lo porta sul fondo e pesca in mezzo all’area Hernani, ignorato dalla difesa rossonera: è 1-0 Parma. L’esterno ivoriano prova ad approfittare dello smarrimento milanista e al 19’ confeziona un bel cross – stavolta da destra, saltando Romagnoli – per Karamoh, che anticipa tutti ma di testa manda a lato. Gli sprazzi gialloblù finiscono qui, perché il Milan, pur faticando più del solito nella fluidità della manovra, si piazza con insistenza dalle parti di Sepe. Al 23’ i rossoneri trovano il gol – tocco di Castillejo su cross di Theo deviato da Diaz con il tacco – ma la Var annulla per fuorigioco dell’ex Villarreal. Il Parma fa densità e rimane basso davanti alla propria area, i giocolieri di Pioli non trovano varchi per sfondare ma quando passano mettono i brividi a Sepe, come la doppia traversa colpita prima da Brahim Diaz e poi da Calhanoglu nella stessa azione, al 39’: il tiro a giro dello spagnolo colpisce l’incrocio alla sinistra del portiere emiliano, la botta di controbalzo del turco si stampa sul lato opposto della porta. Il conto dei legni rossoneri sale a tre sei minuti dopo, quando la punizione di Calhanoglu colpisce il palo esterno.

    THEO THRILLER — Nell’intervallo Pioli rimescola le carte nel trio alle spalle di Rebic, alla ricerca di nuovi spunti per sorprendere meglio e soprattutto con più continuità gli uomini di Liverani: fuori Brahim e Castillejo, dentro Leao e Hauge. Calhanoglu ritrova le zolle centrali tanto care, ma la sostanza della sua serata sotto porta sembra non voler cambiare: al 5’ della ripresa centra ancora la traversa, questa volta con un destro potente a pochi passi da Sepe. E il Parma passa ancora, all’11’, e di nuovo grazie a un colpo di testa: questa volta Hernani si traveste da uomo assist, scodellando dalla destra un pallone che Kurtic indirizza nell’angolino dopo un inserimento perfetto. Milan alle corde? Non esattamente, perché due minuti dopo rompe l’incantesimo con Theo Hernandez, che su corner di Calhanoglu sbuca in mezzo alle maglie gialloblù e imbuca di testa il gol dell’1-2. Liverani inserisce Inglese e Cyprien per Cornelius e Karamoh, mentre il Milan paradossalmente finisce per rallentare e incartarsi su se stesso, senza riuscire a sfruttare l’entusiasmo per il gol di Hernandez. A 20’ dalla fine Pioli perde anche Bennacer (guaio muscolare) e chiama in causa Tonali. Proprio da una azione avviata sulla destra dell’ex Brescia nasce una buona occasione per Calhanoglu al 31’, ma Sepe è bravo ad opporsi sul destro potente del turco da fuori. Nulla può, però, il portiere del Parma, sul sinistro rasoterra che Hernandez infila al 91’ dopo una prima respinta del numero uno gialloblù su tiro di Rebic: il Milan pesca il jolly, la prima sconfitta può aspettare.

    Fonte: Gazzetta dello Sport
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    binariomorto
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    SERIE A 2020/2021 11ª Giornata (11ª di Andata)

    11/12/2020
    Sassuolo - Benevento 1-0
    12/12/2020
    Crotone - Spezia 4-1
    Torino - Udinese 2-3
    Lazio - Verona 1-2
    13/12/2020
    Cagliari - Inter 1-3
    Atalanta - Fiorentina 3-0
    Bologna - Roma 1-5
    Napoli - Sampdoria 2-1
    Genoa - Juventus 1-3
    Milan - Parma 2-2

    Classifica
    1) Milan punti 27;
    2) Inter punti 24;
    3) Napoli(-1) e Juventus punti 23;
    5) Sassuolo punti 22;
    6) Roma punti 21;
    7) Verona punti 19;
    8) Atalanta e Lazio punti 17;
    10) Udinese punti 13;
    11) Cagliari e Bologna punti 12;
    13) Sampdoria, Parma e Benevento punti 11;
    16) Spezia punti 10;
    17) Fiorentina punti 9;
    18) Torino e Genoa punti 6;
    20) Crotone punti 5.

    (gazzetta.it)

    (-1) Penalità al Napoli e vittoria a tavolino (3-0) alla Juventus per il match Juventus - Napoli non disputato dai partenopei,
    salvo altre decisioni dopo il rigetto in appello del ricorso del Napoli.
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    ilpoeta59
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    00 15/12/2020 07:08
    Siamo al giro di boa, la classifica è corta, il campionato è avvincente...peccato per gli stadi chiusi, il calcio senza pubblico è come Woodstock senza hippies! [SM=x4983510]





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    binariomorto
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    00 16/12/2020 01:13
    L'Udinese sbatte contro Cordaz: il Crotone strappa un punto

    Tanto possesso palla per i bianconeri, i calabresi però si difendono bene
    grazie anche a una buona prova del portiere che evita più volte la sconfitta


    Pierfrancesco Archetti


    L’Udinese ci prova di più ma non riesce a passare. Al Crotone sta bene il pareggio per il secondo punto conquistato in trasferta. Per i friulani è il quinto risultato utile consecutivo, salgono a quota 14, mentre gli avversari per due notti non sono ultimi da soli.

    GOL ANNULLATO — Il Crotone parte forte: un colpo di testa di Simy e una punizione di Messias, ben deviata da Musso, sono le prime opportunità, ma poi l’Udinese cresce di tono. Una percussione di De Paul viene girata in porta debolmente da Nestorovski; un gol di Pussetto, sempre imbeccato da De Paul viene annullato per fuorigioco. L’Udinese, che veniva dalle vittorie su Genoa, Lazio e Torino, ha dovuto rinunciare all’infortunato Nuytinck. Al suo posto in difesa c’è Becao. Le altre assenze per malanni meno recenti sono quelle di Okaka, Forestieri, Jajalo e De Maio. La coppia d’attacco è formata da Pussetto e Nestorovski. Quando quest’ultimo viene sostituito da Deulofeu l’attacco si anima maggiormente.

    OCCASIONI MANCATE — Perché nel secondo tempo le occasioni sono tutte dell’Udinese. Cordaz però è sempre attento su Nestorovski e su Molina, azionato dall’altro laterale Zeegelaar (18’ s.t.). Ma la migliore opportunità per i bianconeri arriva su una trama disegnata da Deulofeu che serve De Paul vicino alla porta. Anziché tirare, il numero dieci invita alla conclusione Pussetto che stanga sul portiere. Prima invece gli era stato annullata un’altra rete per fuorigioco precedente sul cross.

    CROTONE IN DIFESA — Il Crotone sabato aveva battuto lo Spezia nella prima vittoria del suo campionato. A Stroppa, in bianconero da giocatore all’inizio dell’era Zaccheroni, mancavano Magallan, Cigarini, Benali e Rispoli. È tornato Petriccione dopo la squalifica, mentre Messias viene arretrato a centrocampo. In attacco con Simy si rivede Riviere che non era titolare dalla prima giornata. Raccoglie poco e niente. Nel secondo tempo Messias torna in attacco, ma i rossoblù in verde combinano poco: nessun tiro e tanta difesa per portare a casa il punto.

    Fonte: Gazzetta dello Sport
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    00 16/12/2020 01:17
    Pippo Inzaghi rallenta Simone e la Lazio: a Benevento è solo 1-1

    Schiattarella risponde a un gran gol di Immobile, nella ripresa poco lucidi i biancocelesti.
    Nel recupero espulso lo stesso Schiattarella


    Nicola Berardino


    Lazio fermata dal Benevento. Finisce 1-1 la sfida del Vigorito tra i fratelli Inzaghi. Il punto per Simone riassume i rimpianti per una vittoria sfuggita dopo essersi portati in vantaggio con Immobile. Il punto per Pippo è una boccata di ossigeno dopo il k.o. col Sassuolo e premia la prova attenta e coraggiosa del Benevento, che ha sfiorato pure ila vittoria. La Lazio contava di tornare a vincere per dimenticare il flop dell’Olimpico con l’Udinese, ma soprattutto per ridare spessore e identità alla sua classifica. Tante recriminazioni per i biancocelesti in una prova incompiuta per molti aspetti.

    SCHIATTARELLA RISPONDE A IMMOBILE — Nel Benevento, la novità rispetto alla formazione opposta al Sassuolo è rappresentata dal ritorno di Insigne dal primo minuto, Nella Lazio, in difesa si rivedono dal via Luiz Felipe e Hoedt, che rileva l’infortunato Acerbi. Out Leiva, c’è Escalante in cabina di regia. Luis Alberto riprende il suo posto da interno, così come Correa torna ad affiancare Immobile nell’assetto di partenza. Campani vicinissimi al gol già al 6’: rimedia Reina con una doppia prodezza su Lapadula e poi su Glick. La Lazio srotola la fluidità della sua manovra con i guizzi di Luis Alberto e Milinkovic. Ma anche Escalante si fa valere in fase di impostazione: al 18’ lancio filtrante per Correa che manca il tocco a rete da posizione propizia. Al 22’, rapida incursione di Luis Alberto: tiro dalla distanza che timbra il palo. Passano tre minuti e una magia di Ciro Immobile sigla il vantaggio della Lazio con una zampata a volo sotto la traversa, su traversone di Milinkovic dalla destra. Settimo gol in campionato per il bomber biancoceleste, che porta il suo bottino stagionale a quota 12. Lazio molto determinata in fase di possesso e continuamente a caccia di varchi offensivi . Al 33’ nuova chance per Immobile, che non trova la spinta giusta di testa. Ripartenza Benevento: Lapadula calcia a lato. Al 42’ nuovo assalto di Luis Alberto, murato da Glik. Al 44’ Reina sventa su Caprari. Ma prima dell’intervallo, il Benevento raggiunge il pareggio con un sinistro di Schiattarella sugli sviluppi di un calcio d’angolo.

    DIFESE CHIUSE — Il Benevento riparte con Foulon al posto di Tuia. Avvio di ripresa aggressivo da parte dei campani. Simone Inzaghi all’14’ avvicenda Luiz Felipe con Patric. Due minuti dopo sull’altro fronte Improta rileva Insigne. Luis Alberto tenta il colpo dalla distanza. Correa arginato dalla difesa campana, attenta nel serrare gli spazi. La Lazio sconta qualche imprecisione di troppo nel chiudere la manovra. Al 26’ Pippo Inzaghi sostituisce Lapadula con Iago Falque e Caprari diventa prima punta. Gara a tutto campo. Benevento sempre più convinto nel fraseggio. Al 35’, tris sostituzioni nella Lazio: Cataldi, Pereira e Caicedo per Escalante, Luis Alberto e Radu. Subito dopo un doppio cambio tra i giallorossi: Di Serio e Dabo per Hetemaj e Caprari. Al 37’, bel pallone scodellato da Pereira per il colpo di testa di Milinkovic: alto. Subito dopo il brasiliano prova direttamente la conclusione ma non inquadra la porta. Al 46, brividi per i biancocelesti: Reina ribatte su Di Serio e poi Improta non centra il bersaglio. Nell’azione successiva, il portiere spagnolo ribatte su Improta. Poi viene espulso Schiattarella per un fallaccio su Correa. Finisce 1-1 tra l’abbraccio dei fratelli Inzaghi con i volti pieni di tensione per una gara viva sino all’ultimo istante.

    Fonte: Gazzetta dello Sport
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    binariomorto
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    00 16/12/2020 22:47
    Gollini e Szczesny parano tutto:
    CR7 spreca un rigore, bel pari tra Juve e Atalanta

    Nella ripresa Freuler risponde al gran gol di Chiesa,
    poi il portiere di Gasp si supera su Ronaldo e Morata


    Fabiana Della Valle


    No Ronaldo, no party. Anche gli infallibili ogni tanto sbagliano: Cristiano si fa ipnotizzare da Gollini e la Juventus sbatte contro l’Atalanta come era accaduto a luglio, nell’ultima sfida tra le due squadre giocate allo Stadium, quando il portoghese aveva fatto doppietta. Ma mentre quel 2-2 aveva il sapore dolce dello scudetto, stavolta l’1-1 è molto più amarognolo, perché interrompe la mini striscia di due vittorie di fila in campionato e rallenta i bianconeri nella rincorsa al primo posto: per la prima vittoria con una big occorrerà ritentare dopo la sosta con Milan e Inter. A tradire Pirlo è stato soprattutto il Moraldo (per Dybala solo pochi minuti nel finale): oltre a Ronaldo, in ombra anche Morata. Alla fine il pari sta stretto all’Atalanta, che soprattutto nel secondo tempo ci ha creduto di più.

    SVISTE E VANTAGGIO — Alla Juventus capita la prima grande occasione dopo 5’, ma Cristiano stavolta non è freddo: palla di Morata, che approfitta di una dormita clamorosa di Romero (su passaggio indietro di Djimsiti) e CR7 che tira inspiegabilmente alto da ottima posizione. Poco dopo altra possibilità per il vantaggio, ma la Juve sembra non volerne approfittare: palla di McKennie per Morata che serve ancora Cristiano, il portoghese stavolta viene fermato da Djimsiti e lo spagnolo di tacco la manda fuori. Il guardalinee non aveva sbandierato, ma il Var avrebbe comunque cancellato l’eventuale rete. L’Atalanta sbaglia parecchio e i bianconeri ne approfittano, portandosi in vantaggio con il primo tiro in porta: palla persa da Palomino, Bentancur (passato in cabina di regia dopo l’infortunio di Arthur) serve Chiesa che si libera dei difensori e confeziona un destro imprendibile: prima rete in campionato per l’ex viola.

    ATALANTA A DUE FACCE — Il gol ha l’effetto sveglia sui Gasperini boys, che cercano subito di far male con Zapata: il colombiano su imbeccata di Pessina costringe Szczesny un grande intervento. L’Atalanta del primo tempo ha due facce: svagata in difesa, aggressiva in attacco. Così il finale diventa un monologo bergamasco: dopo Zapata il più pericoloso è Malinovskyi. Nella ripresa è il turno del separato in casa Gomez, che dopo nemmeno dieci minuti sostituisce Pessina: segnali di pace tra lui e Gasperini? Poco prima la Juve avrebbe potuto raddoppiare se Gollini non si fosse immolato su Morata, lanciato a rete da McKennie (altra prestazione positiva): il portiere resta a terra e l’arbitro fischia prima che Chiesa tocchi il pallone (finito in porta). E invece da una palla persa (da Rabiot) nasce il pareggio di Freuler: gran tiro dopo un uno due con Gomez.

    PORTIERI PROTAGONISTI — La botta in testa però non provoca stordimento, anzi: Gollini non solo si riprende in fretta ma sale in cattedra prima parando un rigore all’uomo di ghiaccio Ronaldo (dopo fallo di Hateboer, uno dei peggiori, su Chiesa, una delle note liete della serata bianconera) poi fermando Morata in angolo e infine opponendosi a Danilo. Dall’altra parte Szczesny risponde con un miracolo a una mano su colpo di testa di Romero e poi con una respinta su Gomez: tra i migliori in campo ci sono sicuramente i due portieri.

    Fonte: Gazzetta dello Sport
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    00 16/12/2020 22:48
    Gollini e Szczesny parano tutto:
    CR7 spreca un rigore, bel pari tra Juve e Atalanta

    Nella ripresa Freuler risponde al gran gol di Chiesa,
    poi il portiere di Gasp si supera su Ronaldo e Morata


    Fabiana Della Valle


    No Ronaldo, no party. Anche gli infallibili ogni tanto sbagliano: Cristiano si fa ipnotizzare da Gollini e la Juventus sbatte contro l’Atalanta come era accaduto a luglio, nell’ultima sfida tra le due squadre giocate allo Stadium, quando il portoghese aveva fatto doppietta. Ma mentre quel 2-2 aveva il sapore dolce dello scudetto, stavolta l’1-1 è molto più amarognolo, perché interrompe la mini striscia di due vittorie di fila in campionato e rallenta i bianconeri nella rincorsa al primo posto: per la prima vittoria con una big occorrerà ritentare dopo la sosta con Milan e Inter. A tradire Pirlo è stato soprattutto il Moraldo (per Dybala solo pochi minuti nel finale): oltre a Ronaldo, in ombra anche Morata. Alla fine il pari sta stretto all’Atalanta, che soprattutto nel secondo tempo ci ha creduto di più.

    SVISTE E VANTAGGIO — Alla Juventus capita la prima grande occasione dopo 5’, ma Cristiano stavolta non è freddo: palla di Morata, che approfitta di una dormita clamorosa di Romero (su passaggio indietro di Djimsiti) e CR7 che tira inspiegabilmente alto da ottima posizione. Poco dopo altra possibilità per il vantaggio, ma la Juve sembra non volerne approfittare: palla di McKennie per Morata che serve ancora Cristiano, il portoghese stavolta viene fermato da Djimsiti e lo spagnolo di tacco la manda fuori. Il guardalinee non aveva sbandierato, ma il Var avrebbe comunque cancellato l’eventuale rete. L’Atalanta sbaglia parecchio e i bianconeri ne approfittano, portandosi in vantaggio con il primo tiro in porta: palla persa da Palomino, Bentancur (passato in cabina di regia dopo l’infortunio di Arthur) serve Chiesa che si libera dei difensori e confeziona un destro imprendibile: prima rete in campionato per l’ex viola.

    ATALANTA A DUE FACCE — Il gol ha l’effetto sveglia sui Gasperini boys, che cercano subito di far male con Zapata: il colombiano su imbeccata di Pessina costringe Szczesny un grande intervento. L’Atalanta del primo tempo ha due facce: svagata in difesa, aggressiva in attacco. Così il finale diventa un monologo bergamasco: dopo Zapata il più pericoloso è Malinovskyi. Nella ripresa è il turno del separato in casa Gomez, che dopo nemmeno dieci minuti sostituisce Pessina: segnali di pace tra lui e Gasperini? Poco prima la Juve avrebbe potuto raddoppiare se Gollini non si fosse immolato su Morata, lanciato a rete da McKennie (altra prestazione positiva): il portiere resta a terra e l’arbitro fischia prima che Chiesa tocchi il pallone (finito in porta). E invece da una palla persa (da Rabiot) nasce il pareggio di Freuler: gran tiro dopo un uno due con Gomez.

    PORTIERI PROTAGONISTI — La botta in testa però non provoca stordimento, anzi: Gollini non solo si riprende in fretta ma sale in cattedra prima parando un rigore all’uomo di ghiaccio Ronaldo (dopo fallo di Hateboer, uno dei peggiori, su Chiesa, una delle note liete della serata bianconera) poi fermando Morata in angolo e infine opponendosi a Danilo. Dall’altra parte Szczesny risponde con un miracolo a una mano su colpo di testa di Romero e poi con una respinta su Gomez: tra i migliori in campo ci sono sicuramente i due portieri.

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    Gollini e Szczesny parano tutto:
    CR7 spreca un rigore, bel pari tra Juve e Atalanta

    Nella ripresa Freuler risponde al gran gol di Chiesa,
    poi il portiere di Gasp si supera su Ronaldo e Morata


    Fabiana Della Valle


    No Ronaldo, no party. Anche gli infallibili ogni tanto sbagliano: Cristiano si fa ipnotizzare da Gollini e la Juventus sbatte contro l’Atalanta come era accaduto a luglio, nell’ultima sfida tra le due squadre giocate allo Stadium, quando il portoghese aveva fatto doppietta. Ma mentre quel 2-2 aveva il sapore dolce dello scudetto, stavolta l’1-1 è molto più amarognolo, perché interrompe la mini striscia di due vittorie di fila in campionato e rallenta i bianconeri nella rincorsa al primo posto: per la prima vittoria con una big occorrerà ritentare dopo la sosta con Milan e Inter. A tradire Pirlo è stato soprattutto il Moraldo (per Dybala solo pochi minuti nel finale): oltre a Ronaldo, in ombra anche Morata. Alla fine il pari sta stretto all’Atalanta, che soprattutto nel secondo tempo ci ha creduto di più.

    SVISTE E VANTAGGIO — Alla Juventus capita la prima grande occasione dopo 5’, ma Cristiano stavolta non è freddo: palla di Morata, che approfitta di una dormita clamorosa di Romero (su passaggio indietro di Djimsiti) e CR7 che tira inspiegabilmente alto da ottima posizione. Poco dopo altra possibilità per il vantaggio, ma la Juve sembra non volerne approfittare: palla di McKennie per Morata che serve ancora Cristiano, il portoghese stavolta viene fermato da Djimsiti e lo spagnolo di tacco la manda fuori. Il guardalinee non aveva sbandierato, ma il Var avrebbe comunque cancellato l’eventuale rete. L’Atalanta sbaglia parecchio e i bianconeri ne approfittano, portandosi in vantaggio con il primo tiro in porta: palla persa da Palomino, Bentancur (passato in cabina di regia dopo l’infortunio di Arthur) serve Chiesa che si libera dei difensori e confeziona un destro imprendibile: prima rete in campionato per l’ex viola.

    ATALANTA A DUE FACCE — Il gol ha l’effetto sveglia sui Gasperini boys, che cercano subito di far male con Zapata: il colombiano su imbeccata di Pessina costringe Szczesny un grande intervento. L’Atalanta del primo tempo ha due facce: svagata in difesa, aggressiva in attacco. Così il finale diventa un monologo bergamasco: dopo Zapata il più pericoloso è Malinovskyi. Nella ripresa è il turno del separato in casa Gomez, che dopo nemmeno dieci minuti sostituisce Pessina: segnali di pace tra lui e Gasperini? Poco prima la Juve avrebbe potuto raddoppiare se Gollini non si fosse immolato su Morata, lanciato a rete da McKennie (altra prestazione positiva): il portiere resta a terra e l’arbitro fischia prima che Chiesa tocchi il pallone (finito in porta). E invece da una palla persa (da Rabiot) nasce il pareggio di Freuler: gran tiro dopo un uno due con Gomez.

    PORTIERI PROTAGONISTI — La botta in testa però non provoca stordimento, anzi: Gollini non solo si riprende in fretta ma sale in cattedra prima parando un rigore all’uomo di ghiaccio Ronaldo (dopo fallo di Hateboer, uno dei peggiori, su Chiesa, una delle note liete della serata bianconera) poi fermando Morata in angolo e infine opponendosi a Danilo. Dall’altra parte Szczesny risponde con un miracolo a una mano su colpo di testa di Romero e poi con una respinta su Gomez: tra i migliori in campo ci sono sicuramente i due portieri.

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