Ash ha trovato un lanciamissili...un vero spasso!
Anche i lavoratori portuali non scherzano!
Il solito rito: liberare lo spirito che si deve impossessare di Sam ed evitare che il piccoletto venga ucciso...altrimenti lo spirito lo abbandona.
Ovviamente Sam resuscita puntualmente dopo pochi secondi, nel corso del gioco il nostro amico zombi fa finta di morire centinaia di volte!
Il boss di fine livello, un incrocio tra una rana pescatrice e uno scorpione...
Vi devo confessare che “Evil dead: regeneration” perde mordente con il procedere dei livelli.
L’atmosfera horror vissuta nella casa, nel manicomio, nell’obitorio e nel cimitero si stempera nell’atmosfera fantasy di ambientazioni popolate da grossi e stupidi mostri.
In generale la paura è sostenuta da sospetti, da indizi, da musiche ossessive, da rumori improvvisi…magari da un solo zombi che ti ritrovi davanti quando meno te lo aspetti.
Nei primi livelli “Evil dead: regeneration” fa bene questo lavoro, ti mette i brividi con fenomeni di poltergeist, con morti viventi che escono dai sepolcri, con invenzioni e colpi di scena veramente interessanti.
Purtroppo a partire dal livello della miniera il gioco si trasforma in uno sparatutto abbastanza scontato e ripetitivo.
Ripetitività a parte, ciò che lascia l’amaro in bocca è la mancanza di suspense, quella cosa per intenderci in cui sono maestri giochi come “Silent Hill”, “Resident evil” e “Alan Wake”.
“Evil dead: regeneration” è comunque un buon titolo che accontenta un po’ tutti ma secondo il mio parere non lo possiamo collocare nell’olimpo dei survival horror.