Caro Babbo Natale, sarai meravigliato di ricevere una lettera da me, lo capisco bene. Non mi pare di averti mai scritto prima. Le mie letterine di Natale erano per i miei genitori, da piccola... poi non le scrissi più.
O forse ricordo male, perché mi rivedo guardare con gioia e trepidazione la tua immagine appesa all'albero...
Ma vedi... c'era un piccolo Bimbo, là nella capanna, con la mamma e il papà, il bue e l'asinello... c'erano i pastori e le pecorelle. C'erano gli angeli che proclamavano cantando la sua venuta e suonavano trombe d'oro e d'argento.
E io ero felice, felice in modo diverso che per la tua attesa...
Non mi portavi doni il giorno di Natale, a quelli ci pensava la Befana che aggiungeva sempre anche dei bei pezzi di legna, per rammentarmi che avrei dovuto essere più buona.
Ma quest'anno ti scrivo, Babbo Natale, e ti chiedo queste cose:
- va a tagliare il pisello e le mani a tutti i pedofili del mondo e a
chiunque voglia stuprare e abusare degli indifesi; non ti posso chiedere di cambiargli la testa e il cuore, perché so che questo tu non lo puoi fare, devo chiederlo al Bambino;
- poi ti chiedo di andare da tutti coloro che hanno potere sugli altri, ad esempio i governanti, e trasformare per loro l'acqua e il cibo in denaro, in oro, così sperimenteranno la fame, la sete, e la paura.
- E per finire ti chiedo un regalo grandissimo, almeno per me: porta via la sfiducia, la tristezza e la solitudine a tutti i bisognosi, i vecchi, gli ammalati. Metti tutto in un sacco e vallo a buttare nella Fossa delle Marianne, che è così profonda da ingoiarselo per sempre.
Grazie, Babbo Natale!
Aurora