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Ghostwire: Tokyo

Ultimo Aggiornamento: 01/11/2022 12:47
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LA RECENSIONE



Affascinante ma ripetitivo, sono questi i primi due aggettivi che mi vengono in mente!



I Tango Gameworks, sviluppatori di "The Evil Within", sono tornati con un'altro gioco horror, stavolta in prima persona.
Horror ma non troppo, diciamo che spesso la componente action prende il sopravvento trasformando il gioco in una sorta di shooter in prima persona (FPS).





"Ghostwire: Tokyo" è un sapiente mix di tanti elementi, in primis c'è la cultura orientale e poi ci sono il paranormale, l'azione, l'esplorazione...il tutto nella splendida cornice di una città pulsante di vita e ricca di misteri.





La trama ci narra di una città piovosa e marcescente attaccata da forze soprannaturali e sospesa in una bolla spazio-temporale, il nostro personaggio viene posseduto dallo spirito di un medium e combatte contro l'arcano usando a sua volta poteri paranormali.




La grafica di questo titolo è una vera gioia per gli occhi, Tokyo è riprodotta alla grande e tutta l'effettistica è da 10 e lode.







Visioni...

Sperando di non essere blasfemo, devo dire che a tratti le ambientazioni visionarie mi ricordano le opere del Maestro Salvador Dalí.





Il gameplay non è da meno e ci offre centomila cose da fare che nelle prime ore di gioco non mancano di stupirci salvo poi diventare un po' ripetitive con il passare del tempo.




Con le mani...

"Con le mani sbucci
Le cipolle
Me le sento addosso
Sulla pelle"





Ma quanto sono importanti le mani in questo gioco?
Direi che sono fondamentali perché con gesti intriganti e ipnotici il nostro alter ego ci può fare di tutto.
Solitamente nei giochi in prima persona le mani non vengono valorizzate abbastanza sebbene siano l'unica parte del nostro corpo che vediamo sullo schermo.
"Ghostwire: Tokyo" invece rende le mani il perno principale intorno a cui ruota il gameplay.






Ci troviamo in un open world e possiamo dirigerci dove ci pare a patto che le strade siano libere da una "nebbia" che si dissolve man mano che liberiamo i quartieri dal male.




Quarantaquattro gatti...

La figura del "mercante" è sempre presente in questo genere di giochi e a sto giro abbiamo a che fare con mercanti dalle sembianze feline.




Questo ed altri elementi tipici dei JRPG arricchiscono un gameplay molto incentrato sulla crescita del nostro personaggio.



Un pizzico di "Ghostbusters" non guasta mai!



Acchiappiamo gli spiritelli...

...ci godiamo il fascino della cabina telefonica con i vetri bagnati dalla pioggia...

...chiamiamo il Padreterno...

...e gli affidiamo queste povere anime dannate!


La storia non va esattamente così...ma così mi è venuta! [SM=x3421071]



I menù di gioco e la mappa sono user friendly ed estremamente dettagliati.




Tirando le somme "Ghostwire: Tokyo", nel bene e nel male, è un'esperienza da provare, parola di poeta!




[Modificato da ilpoeta59 01/11/2022 12:47]





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