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MILAN CLUB

Ultimo Aggiornamento: 04/02/2007 22:13
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(accendete le casse)


LA STORIA DEL MILAN
Informazioni prese da www.acmilan.com


La prima sede viene stabilita presso la Fiaschetteria Toscana di Via Berchet a Milano, nel 1899. Da quel momento ha inizio la gloriosa storia del Milan, che ha scritto memorabili pagine di storia calcistica, diventando - soprattutto negli ultimi quindici anni - uno dei club più forti e famosi nel mondo.

Il passato rossonero è ormai leggenda, come sono leggendari gli uomini che hanno contribuito a scriverlo: presidenti, allenatori e calciatori. Nomi di importanti personalità sportive si sono imposti nel corso della storia milansta, dall’inglese Alfred Edwards, che due anni dopo la fondazione ha conquistato il primo “scudetto” rossonero a Silvio Berlusconi, il presidente che ha vinto di più. Vittorie di immenso prestigio, ottenute in ogni parte del mondo testimoniano la forza e l’organizzazione di un gruppo senza eguali. Una grande società si riconosce dalle strategie attuate e dalla scelta degli uomini-guida, tra i quali giocano un ruolo determinante gli allenatori; la storia dei successi del Milan è legata anche alle sue panchine. Qui si sono seduti i più grandi tecnici del calcio italiano, come Gipo Viani, Nereo Rocco e Nils Liedholm, i maestri degli anni Sessanta, dai quali Arrigo Sacchi e Fabio Capello hanno raccolto l’eredità, basando la propria filosofia tattica e strategica su un calcio moderno, brillante e spettacolare.
Negli anni della gestione Berlusconi, Sacchi e Capello hanno vinto e trionfato, regalando stupende emozioni. Con Sacchi, il Milan ha vinto in quattro stagioni uno scudetto, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe Europee e due Coppe ntercontinentali consecutive; con Capello, quattro scudetti, una Supercoppa Europea e una Coppa dei Campioni, in cinque stagioni. Negli anni più recenti, dopo lo cudetto conquistato alla sua prima stagione in rossonero da Alberto Zaccheroni e la breve parentesi del tecnico turco Fatih Terim, la guida della squadra è passata a Carlo Ancelotti: il gradito ritorno di uno degli “invincibili” nella grande famiglia rossonera.

LA STORIA: DAL 1899 AL 1929

Il Milan Foot-Ball and Cricket Club viene ufficialmente fondato il 16 dicembre 1899 e la sua nascita viene resa pubblica solamente lunedì 18 in un articolo apparso sulla Gazzetta dello Sport. La sede viene inizialmente stabilita presso la Fiaschetteria Toscana di Via Berchet a Milano e la squadra viene iscritta dal Presidente, Alfred Ormonde Edwards, alla Federazione Italiana Football (F.I.F.) nel gennaio dell’anno successivo. La formazione disputa una sola partita contro il Torino alla sua prima stagione di attività ufficiale e, nonostante la sconfitta contro i granata, i rossoneri conquistano il loro primo trofeo, la “Medaglia del Re”, messa in palio da Re Umberto I. Nel 1900/01 il Milan conquista il suo primo titolo nazionale e la seconda Medaglia del Re, dove si ripete anche l’anno successivo. La squadra guidata da Kiplin guadagna, grazie ai successi in campo sportivo e al bel gioco, il consenso del pubblico tanto che il Milan diventa la squadra più seguita in Lombardia e conquista la prestigiosa “Palla Dapples” in tre stagioni consecutive (1904/05 - 1905/06 - 1906/07) anche se stenta in campionato: il secondo scudetto arriva solamente nella stagione 1905/06 e a questo si aggiunge subito il terzo la stagione successiva. In squadra spicca Van Hege, grande cannoniere con la straordinaria media di 1,1 gol a partita. Dopo travagliate vicissitudini societarie, la presidenza passa a Pietro Pirelli, a tutt’oggi il Presidente più “longevo” nella storia del Club. Il campionato 1914/15 viene interrotto prima della fine della stagione a causa della prima guerra mondiale e riprende regolarmente solo nel 1919. Unici fatti degni di nota in questo periodo sono l’inaugurazione dello Stadio San Siro e l’abbandono della presidenza da parte di Piero Pirelli dopo un ventennio ai vertici societari


LA STORIA: DAL 1929 AL 1949


Il ventennio si rivela senza lode e senza infamia per i rossoneri che attraversano un periodo di assestamento. Nel 1936 la denominazione societaria cambia da Milan F.C. a Milan Associazione Sportiva e , dopo diversi avvicendamenti ai vertici societari, la Presidenza passa a Umberto Trabattoni che rimane in carica dal 1940 al 1954. La squadra ha alti e bassi di rendimento e i piazzamenti sono per la maggior parte a metà classifica: solo in rare occasioni il Milan arriva nei primi 4 posti. Lo scoppio della seconda guerra mondiale determina una battuta d’arresto al campionato a girone unico che riprende nella stagione 1946/47 con la squadra al quarto posto dietro il grande Torino, la Juventus e il Modena. Nelle due stagioni successive i rossoneri si classificano rispettivamente al secondo e terzo posto (sempre alle spalle del Torino Campione d’Italia): la ripresa è oramai alle porte

LA STORIA: DAL 1949 AL 1955

L’arrivo di Gunnar Nordahl segna l’inizio di una nuova epoca per i rossoneri che, per troppi anni, erano stati considerati incapaci di vincere un campionato. Insieme a Nordahl, capocannoniere del campionato 1949/50 con 35 reti, arrivano al Milan altri due svedesi: Nils Liedholm e Gunnar Gren che, insieme anche al portiere Buffon, rafforzano decisamente la squadra. Il 1950/51 è la stagione della conferma: i rossoneri conquistano il quarto scudetto e , a coronamento della storica stagione, anche la Coppa Latina. Negli anni successivi il Milan si piazza nelle prime posizioni di classifica e il “solito” Nordahl vince la classifica cannonieri nelle stagioni 1952/53, 1953/54 e 1954/55: in quest’ultima stagione, da capitano, cuce il quarto scudetto sulla maglia rossonera. Nel 1954 viene acquistato dal Peñarol un certo Juan Albnerto Schiaffino, detto il “Pepe”, che si rivelerà uno dei protagonisti degli anni a seguire.

LA STORIA: DAL 1955 AL 1960

Nella stagione 1955/56 il Milan tiene a battesimo la prima edizione della Coppa dei Campioni: viene eliminato dalla competizione in semifinale dal Real Madrid (che vincerà il trofeo) ma conquista per la seconda volta la Coppa Latina battendo in finale l’Atletico Bilbao per 3-1. Con l’arrivo di Gipo Viani alla guida della squadra il Milan vince lo scudetto nella stagione 1956/57: vera rivelazionde del campionato è Gastone Bean che, con i suoi 17 gol guida il reparto offensivo, vera punta di dimante dei rossoneri. Alla già competitiva rosa della squadra si aggiunge, nel 1958, José Altafini: dotato di ottima tecnica e scatto bruciante, il brasiliano conquista da subito il favore del pubblico di San Siro e, insieme al “vecchio” capitano Liedholm, a Cesare Maldini e al “Pepe” Schiaffino, indimenticabile regista di centrocampo, vince il titolo Italiano dopo un testa a testa emozionante contro la Fiorentina. L’ultima stagione di Schiaffino, uno dei pochi calciatori annoverato tra i maestri del calcio, vede un Milan non particolarmente brillante che, però, fa risuscitare tutta la propria forza e classe contro l’Inter: nel derby di primavera i rossoneri si impongono 5-3 con poker di reti di Altafini.

LA STORIA: DAL 1960 AL 1970

Mentre gli anni precedenti erano stati caratterizzati dal predominio di calciatori stranieri (Gre-No-Li, Schiaffino-Altafini), il decennio ‘60-’70 vede come protagonisti della storia rossonera calciatori italiani ma che acquisteranno, grazie alle proprie doti, fama a livello internazionale. Dalla Nazionale Olimpica di Roma ‘60 arrivano, infatti, Trapattoni, Trebbi, Alfieri e Noletti e un certo ragazzino di nome Gianni Rivera: a diciassette anni esordisce, proprio ad Alessandria contro la sua ex squadra, e il Milan vince 5-3. In campionato i rossoneri lottano per il titolo ma due sconfitte sul finire di stagione (contro Bari e Fiorentina) lasciano solamente l’onore del secondo posto. L’abbandono del calcio dato da Nils Liedholm e l’arrivo sulla panchina del Milan del “Paròn” Nereo Rocco segnano l’inizio di un nuovo corso, caratterizzato da successi in campo nazionale e internazionale. Si parte con uno scudetto (1961/62) ma il successo più emozionante, ancora vivo nei ricordi di tutti i tifosi rossoneri che hanno vissuto quel meraviglioso periodo, è la conquista della prima Coppa dei Campioni in una avvincente sfida allo stadio di Wembley, il 22 maggio 1963, contro il Benfica: i rossoneri alzano al cielo il meritato trofeo dopo aver sconfitto i portoghesi per 2-1 (doppietta di Altafini e gol di Eusebio). Resta mitica l’immagine di Cesare Maldini, il capitano, che alza la coppa insieme a Rocco. Il Milan non riesce a ripetersi nella Coppa Intercontinentale, e viene sconfitto dal Santos in un triplice incontro: andata e ritorno si concludono con il medesimo risultato (1-0) per le due squadre e, nella “bella” al Maracanà, il Milan perde 1-0. A fine stagione il Presidente Andrea Rizzoli lascia la società dopo 9 anni di presidenza e un palmares di tutto rispetto: 4 scudetti, 1 Coppa Latina, la prestigiosa Coppa dei Campioni e, fiore all’occhiello del Club ancora oggi, il Centro Sportivo di Milanello. Dopo una manciata di stagioni disputate al di sotto delle proprie potenzialità, il Milan si riscatta a partire dal 1967/68: lo scudetto numero nove cucito sul petto è il passe-par-tout per la Coppa dei Campioni della stagione successiva. Il punto di forza della squadra, l’asse Rivera - Prati, dà spettacolo al Bernabeu contro l’Ajax dell’astro nascente Cruijff e batte gli olandesi 4-1. Il portiere dei rossoneri è Cudicini che, dopo la semifinale contro il Manchester, guadagna l’appellativo di “ragno nero”. Anche la Coppa Intercontinentale arriva nella bacheca rossonera: la gara finale di ritorno contro l’Estudiantes al Bombonera di Buenos Aires si conclude con la sconfitta dei rossoneri per 2-0 che, in virtù del risultato di San Siro (3-0), si aggiudicano il trofeo. Gianni Rivera, con la sua classe innata e impareggiabile, regala al pubblico rossonero giocate sopraffine e conquista il Pallone d’Oro, il più prestigioso riconoscimento a livello personale per un calciatore, nel 1969 con una motivazione che la dice lunga: “in un calcio arido Rivera è l’unico che dà un senso di poesia”.


LA STORIA: DAL 1970 AL 1985

Il periodo è uno dei più bui della storia del Club e lascia al Milan solo poche soddisfazioni: in cima a tutte la conquista della Stella nel 1979, a testimonianza dei dieci titoli nazionali vinti. A questo si aggiungono tre Coppe Italia e una Coppa delle Coppe. Nella formazione campione d’Italia, guidata da Liedholm, gioca anche un giovane che diventerà presto uno dei protagonisti indiscussi della storia rossonera degli ultimi 15 anni e uno dei difensori più forti della storia del calcio italiano: Franco Baresi, che debutta con il Milan il 23 aprile del 1978, Verona - Milan 1-2. Questi anni sono anche caratterizzati da numerosi avvicendamenti sulla panchina e ai vertici societari: dopo essere stato uno dei protagonisti nella conquista della Stella, Gianni Rivera lascia definitivamente il calcio giocato ma rimane in seno alla Società con la carica di Vice Presidente. I primi anni ottanta sono, per i tifosi milanisti, anni da dimenticare dal punto di vista sportivo (due campionati in serie B) ma vedono anche l’esordio di una delle bandiere del Milan, Paolo Maldini, erede di Franco Baresi nell’indossare la fascia di capitano,che disputa la sua prima gara ufficiale il 20 gennaio 1985 (Udinese Milan 1-1).

LA STORIA: DAL 1985 AL 2005

Dopo i diversi avvicendamenti sulla panchina rossonera che avevano caratterizzato il periodo precedente, ritorna alla guida della squadra Nils Liedholm. Nonostante ciò il comportamento del Milan in campionato e nelle coppe lascia a desiderare. La necessità di un cambiamento radicale si fa sempre più pressante tanto che, il 24 marzo 1986, Silvio Berlusconi viene nominato 21° presidente del Milan. Il Presidente decide di rifondare la squadra e si rivolge con decisione al mercato: arrivano nella stagione 1986/87 acquisti importanti come Donadoni, Bonetti, Galderisi, Massaro e Giovanni Galli che vengono affiancati a Hateley e Wilkins. Il Milan stenta in campionato ma si aggiudica lo spareggio per l’accesso alla Coppa Uefa con una rete decisiva del bomber Massaro che consente al Milan di battere la Sampdoria 1-0 ai tempi supplementari. Il 1987/88 è la stagione della riscossa: arriva in panchina Arrigo Sacchi, profeta della zona, del calcio totale, del pressing e della velocità e, con lui, gli olandesi Van Basten e Gullit insieme ad Ancelotti e Colombo. In prima squadra gioca anche Alessandro Costacurta, cresciuto nelle giovanili rossonere. La stagione del Milan comincia sulle ali dell’entusiasmo, sostenuto dai propri tifosi in maniera incredibile e ripaga l’affetto del pubblico con un campionato strepitoso. Penalizzata da alcune decisione prese dal giudice sportivo (il 2-0 a tavolino contro la Roma ne è l’esempio più lampante), la squadra reagisce alla grande e, dopo mesi di testa a testa con il Napoli di Maradona, compie il capolavoro proprio al San Paolo di Napoli: il 1° maggio 1988 il Milan conquista, sconfiggendo i partenopei 3-2, il suo undicesimo scudetto, il primo dell’era Berlusconi. Dopo Gullit e Van Basten, un altro olandese si aggiunge alla rosa della prima squadra, Frank Rijkaard: dopo il Gre-No-Li si ripete un trio di calciatori provenienti dallo stesso paese e, se è vero che la storia insegna, il fatto lascia presagire successi e vittorie. Così è: il Milan si impone in Italia, in Europa e nel mondo. La stagione 1988/89 è dedicata all’Europa: in Coppa dei Campioni il Milan supera i bulgari del Vitocha, gli jugoslavi della Stella Rossa, il Werder Brema e il Real Madrid. Nella finale di Barcellona, più di 100.000 tifosi si rendono protagonisti del più grande esodo calcistico della storia: il Camp Nou è rossonero e insieme a lui la Coppa dei Campioni. Con Arrigo Sacchi in panchina i rossoneri conquistano uno scudetto, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, due Supercoppe Europee e una Supercoppa di Lega. Il Milan di Fabio Capello, subentrato a Sacchi nella stagione 1992/93, è un Milan più votato ai successi nazionali: insieme al tecnico goriziano, già ex calciatore rossonero, la squadra conquista quattro scudetti (tre consecutivi), tre Supercoppe di Lega, una Coppa dei Campioni (nell’indimenticabile finale di Atene con il Milan nettamente sfavorito nei confronti del Barcellona di Cujiff) e una Supercoppa Europea. Il decennio 1986-1996 è senza ombra di dubbio il più prolifico per quanto riguarda il numero di trofei vinti dal Club; non solo, anche dal punto di vista della qualità del gioco, il Milan degli Immortali e degli Invincibili offre alla propria platea gare emozionanti, disputate ad altissimi livelli. La fine degli anni novanta non è però all’altezza dell’inizio: il Milan, sulla cui panchina si succedono diversi tecnici (Tabarez, ancora Sacchi e ancora Capello) ridimensiona il proprio peso in Italia e in Europa ed è solo con Alberto Zaccheroni che, nel 1999, conquista il sedicesimo scudetto, proprio nella stagione di celebrazione del centesimo compleanno della Società. Il resto è storia dei nostri giorni: l’arrivo di Carlo Ancelotti alla guida della squadra, subentrato in corsa a Fatih Terim, coincide con la riaffermazione dei rossoneri in Italia ed Europa: la sesta Coppa dei Campioni arriva nel 2003 in una finale italianissima contro la Juventus. A questa si aggiungono la Coppa Italia e la Supercoppa Europea. Nella stagione 2003/2004 la bacheca di via Turati si arricchisce con il diciassettesimo scudetto e con la Supercoppa di Lega sollevata a San Siro da Maldini il 21 agosto 2004.
La scorsa stagione ha lasciato un poco l'amaro in bocca a tutti i rossoneri, dai calciatori ai dirigenti a tutta la tifoseria: nonostante le ottime performance dimostrate nell'arco di tutto l'anno calcistico, i frutti raccolti non sono stati all'altezza delle aspettative. Nonostante ciò, la squadra in questa nuova stagione si è presentata al suo pubblico carica dei migliori propositi e determinata a collezionare altri importanti successi sia in Italia sia in Europa, forte anche degli acquisti estivi: Jankulovski, Vogel, Vieri e Gilardino si sono già ottimamente inseriti nel gruppo e hanno voglia di vincere insieme al Milan.






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SCIOLTA LA FOSSA DEI LEONI


MILANO, 16 NOV - La 'Fossa dei Leoni', primo gruppo storico del tifo milanista, ha riposto bandiere e striscioni che da 37 anni accompagnavano la squadra. 'Siamo giunti - si legge su www.fdl.it - all' amara, ma orgogliosa decisione di scioglierci'. Alla base della decisione sembrano aver prevalso le divergenze, nate all' interno della curva rossonera dopo i fatti di Milan-Juventus, quando bandiere appartenenti agli ultras bianconeri dei Viking vennero esposte prima della partita


COMUNICATO DELLA FOSSA DEI LEONI
Informazioni prese da www.fdl.it


Non abbiamo voluto scrivere un comunicato in merito alla vicenda di milan juve perchè in queste occasioni non siamo soliti rispondere con questi mezzi ed anche questa volta non faremo alcuna comunicazione sui fatti, ci limitiamo solo a dire che un'esposizione di parte e di comodo puo' arrivare a far presupporre anche la piu' ignobile delle infamie, pur di accreditarsi una posizione di vantaggio, ma un'accusa ha bisogno di riscontri oggettivi e pertinenti, non puo' essere ambigua od evasiva perchè altrimenti è delazione.

Questa storia ha posto in evidenza punti di vista ormai inconciliabili all'interno della nostra curva e dopo avere discusso e riscontrato divergenze incolmabili ed insanabili, siamo giunti all'amara ma orgogliosa decisione di scioglierci e chiudere così la meravigliosa avventura della Fossa dei Leoni.

Non è nostra intenzione utilizzare questo comunicato per difenderci dalle accuse mosseci, perchè siamo certi che chi ha avuto l'onore di conoscere o di scontrarsi con la Fossa dei Leoni non puo' nemmeno immaginare che qualcuno possa
essersi reso responsabile di cio che ci viene addebitato.

Per 37 anni tutti i ragazzi che hanno fatto parte della Fossa dei Leoni hanno condiviso con essa
i valori e lo spirito dei fondatori, li hanno portati avanti con passione, con dedizione ed una
convinzione ineguagliabile, per tutte le generazioni succedutesi e mantenendo tra esse un filo conduttore
senza interruzioni di sorta.

Queste sono state le nostre fortune, le nostre forze e le nostre conquiste e tutti noi anche oggi,
in un giorno che mai avremmo immaginato, dobbiamo essere felici, orgogliosi e fieri d' avervi
fatto parte, perchè oggi finisce la storia della Fossa dei Leoni ma rimangono vivi
e saldi dentro ciascuno di noi quei valori e quello spirito che sempre ci hanno contraddistinto.

Grazie a tutti.
Fossa dei Leoni


[Modificato da ECTOR 26/11/2005 13.18]

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[SM=x611888] ect ti adoro!!! [SM=x611859]




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eheheh, almeno su questo andiamo d'accordo!
hai sentito anke il file midi ke carino? [SM=x611828]

cmq cerkiamo di tenerlo aggiornato con img notizie partite ecc cosi divventeremo un milan point [SM=x611829]

cmq cosa dici, si puo metterlo in evidenza come quello del napoli? [SM=g27828]
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no nn si può

si deve




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cominciamo a fare un riassunto...
TITOLO NAZIONALE



1901/02
1906/07
1907/08


SCUDETTO



1950/51 1954/55 1956/57
1961/62 1958/59 1967/68
1978/79 1987/88 1991/92
1992/93 1993/94 1995/96
1998/99 2003/04


COPPA ITALIA



1966/67
1976/77
1971/72
1972/73
2002/03


COPPA DEI CAMPIONI



1962/63
1968/69
1988/89
1989/90
1993/94
2002/03


COPPA DELLE COPPE



1967/68
1972/73


SUPERCOPPA EUROPEA



1989
1990
1995
2003


COPPA INTERCONTINENTALE



1969
1989
1990


SUPERCOPPA DI LEGA



1989
1992
1993
1994
2004

[Modificato da maldini 26/11/2005 23.07]





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HALL OF FAME

Ci sono tanti modi per scrivere la storia del calcio. Forse il più appassionante è quello di raccontare i campioni che hanno fatto la storia di una grande società. Ecco allora che uomini in carne ed ossa diventano simboli di intere epoche. Nello stesso tempo astrazioni come fuorigioco, dribbling, schema o contropiede si trasformano nell’accostamento naturale ad un nome e un cognome. E per chiudere il cerchio, si esce dal campo ricordando che quelli della domenica non sono solo miti o eroi: hanno come tutti noi una vita privata, una moglie, i figli, le speranze, i desideri, le piccole nostalgie di tutti i giorni. La storia del calcio consente ai tifosi di una squadra di identificare ogni decennio con un giocatore rappresentativo. E’ quello che abbiamo fatto con i grandi campioni del Milan. In questa galleria di ricordi li raccontiamo come calciatori, come espressioni di uno stile, come personaggi insostituibili nel passaggio da una fase all’altra della storia del club. I trofei e i successi ottenuti in rossonero, le dichiarazioni e le caratteristiche che li hanno accompagnati, non li lasceranno mai. Anche a scarpetta appesa al chiodo, anche al momento di intraprendere una vita normale dopo i fasti del calcio agonistico. Loro questo lo sanno e nel salutarli uno ad uno, ve li presentiamo come custodi della vostra passione e del vostro tifo.


Josè Altafini ; Carlo Ancelotti ; Franco Baresi ; Romeo Benetti ; Albertino Bigon ; Lorenzo Buffon ; Fabio Capello ; Fabio Cudicini ; Roberto Donadoni ; Carlo Galli ; Gunnar Gren ; Ruud Gullit ; Nils Liedholm ; Giovanni Lodetti ; Aldo Maldera ; Cesare Maldini ; Daniele Massaro ; Gunnar Nordhal ; Pierino Prati ; Luigi Radice ; Franklin Rijkaard ; Gianni Rivera ; Nereo Rocco ; Roberto Rosato ; Arrigo Sacchi ; Dino Sani ; Dejan Savicevic ; Juan Alberto Schiaffino ; Karl Heinz Schnellinger ; Angelo Sormani ; Mauro Tassotti ; Giovanni Trapattoni ; Marco Van Basten ; Giuseppe Viani ; Pietro Paolo Virdis ; George Weah

Tutto tratto da www.acmilan.com





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Weah era un grande!!!!!!
"Ciao a tutti belli e brutti" [SM=x611888]

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Il binomio Weah-Simone è stato incredibile, la coppia + straordinaria ke si sia mai vista [SM=g27811]




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Oggi alle 18 Chievo-Milan se nn sbaglio... [SM=g27818]
Se vinciamo la Juve prende paura!!! [SM=x611830]
dobbiamo batterli sti gobbi ladri [SM=x611830] [SM=x611830] [SM=x611830]

Forza Diavolo [SM=x611847]
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la vedo su Rosso Alice

spèrem [SM=x611822]




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Gila-Sheva, Milan spettacolo
Con una prestazione travolgente i rossoneri superano 3-0 il Livorno di Donadoni. Gilardino si conferma con una doppietta, Shevchenko, uomo assist e goleador, chiude il conto

LIVORNO, 21 dicembre 2005 - Un Milan travolgente fa a pezzi i sogni del Livorno con una vittoria ineccepibile e non inferiore a quella ottenuta contro la Juventus. I toscani non possono nulla davanti allo strapotere rossonero che con una prova magistrale dominano quasi tutti i novanta minuti della gara. Difesa quasi perfetta e conferma per Gilardino che regala una doppietta nella quale Shevchenko, che segna la terza rete, mette sempre lo zampino.
Il Milan in difesa non ha le stampelle, ma poco ci manca. Sicuramente ha gli uomini contati, perché oltre agli assenti Maldini e Cafu, Ancelotti deve rinunciare anche a Stam. Difesa obbligata con Simic e Serginho laterali, Nesta e Kaladze centrali. Seedorf vince il ballottaggio con Ambrosini; in attacco Gilardino e Shevchenko garantiscono tenuta, anche perché Vieri e Inzaghi sono a casa. Livorno confermato, con la sola eccezione di Colucci al posto di De Ascentis, uno dei cinque centrali che devono fare muro e pressare sui rossoneri. Ma il Milan disputa un primo tempo eccellente, fatto di possesso palla e verticalizzazioni micidiali, alternate dalle devastanti progressioni di Serginho che mette sempre in crisi i livornesi. Il brasiliano trova in Seedorf un ottimo complice, abile l'olandese a spianare la strada alle folate del sudamericano.
C'è aggressività alle stelle su entrambi i fronti, ma il Livorno non trova i varchi che più gli aggradano. La chiave? L'aggressività del Milan sui portatori di palla toscani. Come in occasione del gol, dove Sheva vola e serve Gilardino, lesto a infilare con classe Amelia in uscita. A dare l'impulso ai padroni di casa è Lazetic, un sette polmoni di rara efficacia, abile nel risalire la corrente e servire palle in mezzo. Gli amaranto cercano insistentemente l'uno contro uno e i calci piazzati, cercando di cogliere i rossoneri impreparati e, guarda caso, in due occasioni, con Dida impacciato solo cuore e furore permettonio al Milan di mantenere il vantaggio, anche se i rossoneri mancano tre volte il raddoppio, prima con Kakà, poi con Sheva, quindi con Serginho.
La ripresa ha connotati scontati. Il Livorno pressa con il furore di chi deve risalire la corrente, mentre il Milan si scatena in contropiede. Ripartenze dolorose sulle ali di Seedorf o Kakà. L'olandese è micidiale quando, palla al piede, giganteggia negli spazi brevi e si beve la pianura: prima offre un palla a Gilardino che il bomber tocca male, permettendo a Colucci (che lascia il posto a De Ascentis) di far carambolare la sfera sul palo. Poi, quando dopo un tocco geniale di Sheva, mette al centro per Gila che questa volta non sbaglia a infilare il 2-0. Il gol permette al Milan di rallentare il ritmo e gestire la partita a suo piacere. Troppo per il Livorno che subisce anche il 3-0. Dopo l'ennesima sgroppata di Serginho, steso da Vargas al limite, Pirlo pennella per Sheva che in tuffo di testa capitalizza. Fuori Lazetic per Pfertzel e Cesar Prates per Paulinho, Donadoni cerca impossibili rimonte. Il Milan, che gestisce senza problemi, cambia invece Seedorf e Gilardino; dentro Ambrosini e Rui Costa. Kakà, che venerdì si sposerà a San Paolo, lascia invece a Jankulovski. Piccoli ritocchi per un grande segnale alla Juventus. Il Milan augura sì un Buon Natale, ma conferma che il peggio è passato. Come dire: anno nuovo, vita nuova.

(la gazzetta)




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Cerimonia in Brasile, lei e' Caroline CelicoMilan:

Kaka'si sposa il 23 dicembre(ANSA)

-MILANO, 21 DIC- Kaka', la stella del Milan, si sposera' in Brasile dopodomani con Caroline Celico. Il fantasista indossera' un abito di Giorgio Armani. Anche mamma, papa' e il fratello dello sposo, Rodrigo, hanno scelto abiti di Giorgio Armani, di cui il giocatore e' testimonial.© Ansa




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Il Milan torna seconda forza

I rossoneri si impongono 4-3 sul Parma dopo una gara rocambolesca: segna Cannavaro (papera di Dida), poi il Milan si porta sul 3-1. Marchionni riapre i giochi due volte, decide Sheva

MILANO, 8 gennaio 2005 - Grazie al 4-3 sul Parma il Milan supera l'Inter in classifica e la Juve nella hit dei gol segnati. Ossia si porta al secondo posto (a 9 punti dai bianconeri) e a 42 reti all'attivo, due in più della capolista. Non solo, trova la via del gol per la ventunesima gara consecutiva e regala ad Ancelotti l'ottavo successo (oltre a due pareggi) nella gara d'apertura dell'anno solare. Per il Parma invece è l'ottavo k.o. in 9 trasferte, nonchè la diciannovesima gara esterna consecutiva in cui subisce almeno una rete.
Stam dà forfait all'ultimo per un attacco influenzale, al suo posto gioca Simic. Anche nel Parma dello squalificato Morfeo c'è una novità, con Couto in campo e Bonera in panca. Per il resto la partita è quella che ti aspetti: Milan padrone del campo, a dettare tempi e ritmi della gara, con un Parma che solo grazie a Marchionni riesce a mettere fuori il naso, di tanto in tanto. Però c'è anche il lato nero della medaglia: il Milan gioca dalla sua tre quarti in su ma senza metterci la necessaria aggressività, e dunque finisce col dimostrarsi lezioso e inconcludente. Al minuto 24 l'episodio-chiave del primo tempo, e presumibilmente della partita: Bresciano batte un calcio d'angolo dalla sinistra, Dida para ma perde il pallone, Cannavaro, appostato sotto rete, è lesto a deviare alle spalle del brasiliano. Il Parma è in vantaggio, il Milan non ci sta.
E cambia registro, ribaltando la situazione (e chiudendo la partita) in nove minuti. Al 27' su un sinistro di Kakà Cardone ci mette la punta del piede deviando irreparabilmente alle spalle dell'esordiente Guardalben; al 29' Gilardino realizza il suo dodicesimo centro personale, festeggiando il gol nonostante sia un ex, come del resto aveva anticipato alla vigilia; al 36' infine Kakà segna la prima rete da ammogliato e fissa il risultato sul 3-1.
Nella ripresa il Milan perde verve e concentrazione, e il Parma può tornare se non a sperare almeno a giocare. Finchè al 25' trova anche la via del gol grazie a Marchionni, abile a infilare in velocità la retroguardia rossonera. Il Milan si dà un nuovo scrollone e gioca la carta del possesso palla per tenere il Parma alla larga da Dida. La gara si fa più tesa, poi è ancora il Milan a tenere le distanze: assist di Rui Costa (entrato al posto di Kakà), Shevchenko con la coda dell'occhio vede Inzaghi a bordo campo e di destro anticipa Guardalben. E' il 36', ma non è finita. Al 40' infatti c'è ancora gloria per Marchionni, che sigla così una doppietta e regala al Parma il brivido di un forcing finale in cui ha tutto da guadagnare e nulla da perdere. Nella tensione del finale Beretta viene espulso per proteste a tempo scaduto, poi anche Mazzoleni dice basta e il Milan può tirare un sospiro di sollievo.

gazzetta.it




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intanto ke siamo 4 punti avanti...





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MILAN - BAYER 4 - 1 [SM=x611907]

Superpippo segna
Sheva sbaglia il rigore
Sheva si fa perdonare segnando il 2-0
goal del bayer su errore di dida
inzaghi segna
kakà fa il goal x sfizio personale [SM=x611829]


[SM=x611926] olèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè
[SM=x611830] [SM=x611830] [SM=x611830] [SM=x611830]
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e stasera vi aprimo come una cozza

VIUUUUULENZAAAA

rubbentini pezzi di merdaa




Immagina Kurt Cobain e Billie Holliday senza la robba
Hendrix e Morrison senza LSD
Prova a immaginare Vasco senza la coca
la vita spericolata e la voce sporca


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VIULENZAAAAAAAAAAAAAA [SM=x611830]
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12/03/2006 22:31
 
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0 a 0 e a recriminare come prevedibile è il milan

vabbè, intanto siamo gli unici ke con la Juve nn hanno perso e ke hanno vinto [SM=g27811]




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Arrivederci Demetrio Albertini




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