Le dimissioni «verranno presentate al Consiglio superiore nell'ordinaria riunione di domani»
ROMA - Antonio Fazio si è dimesso. Il governatore di Banca d'Italia lascia così la sua carica, dopo gli scandali che l'hanno coinvolto e l'iscrizione al registro degli indagati. «La decisione autonomamente assunta con tranquilla coscienza, è volta a riportare serenità nel superiore intreresse del paese e della banca d'Italia».
È quanto si legge nel comunicato con il quale Bankitalia annuncia che «Antonio Fazio ha rassegnato le proprie dimissioni nelle mani del consigliere anziano». Le dimissioni, spiega una nota, «verranno presentate al Consiglio superiore nell'ordinaria riunione di domani. La decisione, autonomamente assunta con tranquilla coscienza, è volta a riportare serenità nel superiore interesse del Paese e della Banca d'Italia».
Dopo le dimissioni si è appreso che l'avvocato difensore Governatore il professore Franco Coppi, si è recato in procura a Milano dove ha incontrato il pm Francesco Greco e i due titolari dell'inchiesta sulla scalata ad Antonveneta, Eugenio Fusco, e Giulia Perrotti. Fazio è indagato per insider trading.
INTERIM - Secondo lo statuto di via Nazionale, sarà il direttore generale Vincenzo Desario a guidare la Banca d'Italia nel periodo che intercorrerà tra le dimissioni di Antonio Fazio e la nomina del nuovo governatore. Nomina che non arriverà subito, visto che il consiglio superiore, in calendario martedì, è convocato in seduta ordinaria e quindi non potrà indicare il nuovo governatore.
Il Governatore Fazio, si legge ancora nel comunicato (
post successivo) di Via Nazionale, «ha servito la Banca e il Paese per quarantacinque anni, dal 1960. Nel corso del suo lungo impegno, intreramente dedicato all'istituto, ha dato impulso alla ricerca economica e istituzionale». Nel servizio studi «ha costruito, negli anni sessanta, il primo modello econometrico dell'economia italiana, all'avanguardia a livello internazionale. Ha elaborato schemi originali di analisi monetaria applicati con efficacia per la stabilizzazione dell'economia italiana e del cambio negli anni settanta e ottanta».
20 dicembre 2005