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Campionato di calcio Serie A stagione 2023/2024 di Award & Oscar FFZ

Ultimo Aggiornamento: 29/04/2024 00:59
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Dominio Genoa per un'ora,
poi il Napoli pareggia con Raspadori e Politano



Vantaggio del Grifone nel primo tempo al 40' con Bani, raddoppio di Retegui al 56'.
Poi i due gol degli azzurri al 76' e 84'


Filippo Grimaldi

Garcia riparte, ma che fatica. Non bastano i gol di Bani e Retegui al Genoa per superare un Napoli che si risveglia nel finale e in otto minuti, fra il 76’ e l'84', acciuffa il pari con una prodezza di Raspadori e un gol-capolavoro di Politano, evitando il secondo k.o. di fila. Sfuma così il sogno-vittoria della squadra di Gilardino, che conquista comunque un punto pesante al termine di una gara controllata a lungo. Il Genoa vira su inedito 4-4-1-1, con De Winter al debutto assoluto in maglia rossoblù, terzino destro con Martin preferito a Vasquez sulla corsia opposta. Sabelli avanza a centrocampo, in attacco Gudmundsson gioca alle spalle di Retegui. Il Napoli ha iniziato al Ferraris il suo tour de force (7 partite in 23 giorni): Garcia lascia Politano in panchina. In attacco nel tridente a destra parte Elmas, davanti a Meret torna Mario Rui dall’inizio, con Ostigard che affianca Juan Jesus al centro della difesa. Garcia parla di partita seria a Marassi per portarsi via la vittoria, memore della sconfitta in casa con la Lazio prima della sosta. Aveva promesso cambi rispetto proprio alla gara con la Lazio e così è stato. Garcia chiede un Napoli cinico, perché ha tirato tantissimo nelle prime gare ufficiali, ma ha segnato poco, con il digiuno di Kvara che durava da tredici partite e 946 minuti.

RAGNATELA — L’avvio è a ritmi altissimi su entrambi i fronti. Dopo quattordici secondi Gudmundsson sgasa a sinistra e costringe Elmas al fallo: primo cartellino giallo della gara. Il Napoli risponde con Osimhen, ma Dragusin lo anticipa al momento del tiro. Riparte il Genoa, Sabelli sfonda sulla destra e l’islandese, sempre lui, spreca il pallone del possibile vantaggio, ma è fuorigioco. L’idea di Gilardino è chiara: reparti corti, difesa altissima, ritmo elevato, intensità in mezzo al campo e Napoli inevitabilmente frenato perché non riesce a sfruttare la sua qualità in mezzo per innescare il tridente, procedendo per linee orizzontali. Retegui è solo sul fronte d’attacco con Gud che fa l’elastico fra centrocampo e attacco. Il Napoli fatica in fase di costruzione, perché il Genoa tiene la difesa altissima e con i reparti così vicini la squadra di Garcia deve aspettare e patisce tanto vigore. Mario Rui non è preciso sulle discese di Sabelli, ma in generale la mediana di Garcia è prevedibile. Osimhen non pervenuto, prova a sfruttare le sue accelerazioni, ma Bani e Dragusin ne bloccano i rifornimenti. Al 39’ Retegui costringe Meret in angolo e sugli sviluppi del corner battuto da Gudmundsson, De Winter esce dal blocco di Anguissa, allunga per Bani che sottoporta batte Meret e appoggia in rete. Il check var convalida la rete, non c’è fuorigioco.

RISVEGLIO — Dopo l’intervallo Garcia mette dentro Politano (fuori Elmas), cercando profondità sulla corsia di destra, ma il canovaccio sino alla mezz’ora non cambia. Il Genoa sfrutta le lacune debolezze di un Napoli che si conferma troppo prevedibile. Lo aspetta, ne frena il vigore e riparte con contropiedi micidiali. E all’11’ arriva il raddoppio genoano con Retegui, che trova l’angolino alla destra di Meret su assist di Strootman, ma che errore Di Lorenzo e Mario Rui. Napoli in affanno, Garcia prova Olivera e Raspadori (fuori Mario Rui e Anguissa), Garcia passa al 4-4-2, ma i due gol di vantaggio aumentano le certezze del Genoa e il Napoli non riesce a muoversi con lucidità. C’è vigore, ma non la necessaria lucidità. Serve un’invenzione e arriva allora con il gran sinistro di Raspadori servito da Cajuste. Gli ospiti accorciano e poco dopo dalla destra Politano – assist di Zielinski – sorprende Martinez con una conclusione al volo. Due a due, il Napoli riparte, il Genoa chiude fra i rimpianti.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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17/09/2023 07:47
 
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Dominio Genoa per un'ora,
poi il Napoli pareggia con Raspadori e Politano



Poeta ha stato con il paté d'animo ieri sera!!!! 🤣🤣😂😂😅😅



La classe non si sciacqua!


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Re:
sconsigliata, 17/09/2023 07:47:


Dominio Genoa per un'ora,
poi il Napoli pareggia con Raspadori e Politano



Poeta ha stato con il paté d'animo ieri sera!!!! 🤣🤣😂😂😅😅



Si sarà svapato 100 ml di liquido nella sigaretta elettronica ma quello che mi preoccupa seriamente è il limoncello, ne avrà mandato giù un mezzo litro come minimo!!!! [SM=x3421071]



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Il Cagliari colleziona occasioni ma non sfonda:
l'Udinese strappa il pari



La squadra di Ranieri è più pericolosa, ma spreca troppo con Deiola, Dossena e Luvumbo. Tra i friulani è Lucca (al 79') ad avere la chance migliore, ma Radunovic lo ipnotizza


Francesco Velluzzi

Non cambia la situazione di Cagliari e Udinese. Finisce pari, senza gol, con gli stessi problemi e qualche progresso per due squadre che giocano a 32 gradi all’ora di pranzo e sicuramente patiscono. La tifoseria del Cagliari comunque applaude per il secondo punto preso in questo campionato. L’Udinese non perde ed è già qualcosa, ma perde altri due difensori: Kabasele ed Ebosse, infortunati. E questo sì che è un problema in vista della Fiorentina. La partita la fa più il Cagliari, soprattutto nel primo tempo, ma nella ripresa il possesso palla è quasi sempre friulano con la possibilità di concretizzare nel finale quando i rossoblù di casa sono stremati.

SI GIOCA — Claudio Ranieri, ancora una volta, decide di mettersi a specchio con l’Udinese, quindi adotta il 3-5-2. della vecchia guardia resiste solo Dossena, messo al centro tra Witieska, il polacco, a destra e Hatzidiakos, il greco, a sinistra, Zappa e Augello sono i supporti in corsia. Ma le novità non sono finite: in regia debutta l’azzurrino 2003 tanto atteso e conteso Matteo Prati (sta fuori Sulemana), ma resta fuori pure Nandez, stravolto dalla lunga trasferta con l’Uruguay e c’è Deiola che fisicamente regge il confronto con gli armadi dell’Udinese e ha il compito di incollarsi al temuto Samardzic. Andrea Sottil, che gasa i suoi nel riscaldamento, dando il cinque a tutti, non ha tante alternative, ma a destra al posto di Ferreira, titolare nelle ultime due, torna Ebosele, in campo dall’inizio alla prima contro la Juve. E in effetti c’è più spinta, è lui che mette in crisi Augello. Ma è il Cagliari che parte più forte com Luvumbo che diventa un incubo per i colossi bianconeri. Al 12’ Deiola su cross di Zappa schiaccia di testa, ma fuori di poco. Grande occasione per il Cagliari. Al 16’ Perez in uno scontro di gioco a metà campo ha la peggio e deve ricorrere al turbante. Quattro minuti dopo Ebosele semina il panico, si beve due volte Augello, ma Radunovic (applaudito dalla Sud all’ingresso dopo l’errore di Bologna) è attento. Al 38’ Sottil perde un difensore, Kabasele. E ricorre al camerunese Ebosse (in teoria il titolare) che era fuori da febbraio col crociato rotto a San Siro contro l’Inter. Ma Ebosse regge pochi minuti, al 45’ è già ko. E Sottil non può perdere uno slot di cambi. Ma il difensore pasticcia e di conseguenza pasticcia Walace che perde un pallone sciagurato consegnato a Luvumbo che colpisce il palo, ma la palla rimbalza su Silvestri che la arpiona. Il Cagliari che ha il dominio, e ha neutralizzato anche l’altra mezzala invasiva Lovric, sfrutta bene le fasce e mette due palloni buoni per la testa di Dossena (su corner) e Deiola che, però non sono precisi. Nel lungo recupero (6’35”) concesso da un Doveri che guida con autorità si vede anche l’unico spunto di Thauvin che ne semina due ma calcia a lato.

SECONDO TEMPO — E infatti dagli spogliatoi Ebosse (il cambio per Kabasele era azzardato, visto l’infortunio) non esce e in campo va il 2004 Guessand. Si riparte con la saga dei colpi di testa sbagliati. Prima Dossena, poi Bijol. Poi Ebosele semina Deiola ma calcia male. Al 14’ Doveri estra il primo giallo, per Witieska, poi il secondo per Thauvin che placca Augello. In mezzo Ranieri deve fare il primo cambio: fuori l’esausto e positivo Pavoletti (che duello con Bijol) e dentro Shomurodov. Poi anche Azzi per Augello. Shomurodov l’uzbeko entra bene, prima scatta forte su un erroraccio di Kamara e poi serve una gran palla a Deiola che, ancora una volta spreca. Pure Sottil ricorre a cambi normali e non forzati al 27’: esce uno spento Lovric per Payero e cambio, previsto, in corsia destra con Ferreira per Ebosele. L’Udinese cresce perché più strutturata, il Cagliari è stanco. E infatti rischia di rimetterci le penne quando la classe di Thauvin pesca in area Lucca sul quale Radunovic è mostruoso e gli esce alla grande. Ranieri intuisce il pericolo e spende tutte le sostituzioni: dentro Nandez, Obert e Di Pardo. Fuori Zappa, Hatzidiakos e Prati. E a quel punto Sottil si gioca il jolly Pereyra che si allena col gruppo da martedì, ma a pallone gioca meglio degli altri e lo butta per Thauvin chiedendogli la giocata da tre punti. Non la ottiene, ottiene solo il rosso di Witieska che strattona Lucca ed esce per doppio giallo. Finisce così. Con un altro pareggio per entrambe.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Re: Re:
Marco_M77, 17/09/2023 10:10:



Si sarà svapato 100 ml di liquido nella sigaretta elettronica ma quello che mi preoccupa seriamente è il limoncello, ne avrà mandato giù un mezzo litro come minimo!!!! [SM=x3421071]



Dopo la sconfitta 5 - 1 nel derby hai ancora voglia di ridere? 🤣🤣🤣





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Il Frosinone non si ferma più:
pazza rimonta al Sassuolo, finisce 4-2



Pinamonti illude i neroverdi, poi la squadra di Di Francesco
ribalta la gara con Cheddira e Mazzitelli.
A segno anche Lirola


Giulio Saetta

E’ una festa giallazzurra allo Stirpe di Frosinone per la seconda vittoria in campionato e una classifica che proietta i ciociari al sesto posto a braccetto col Napoli. E che vittoria, una rimonta straordinaria sul Sassuolo avanti di due reti. Era la partita degli ex e non ha tradito le aspettative. Nel 4-2 finale, cinque sulle sei reti sono state firmate da vecchie conoscenze. Pinamonti (doppietta) ha vestito la maglia del Frosinone nel 2017-18, Mazzitelli (altra doppietta) in Emilia aveva giocato per due mandati, e infine Lirola che in neroverde di stagioni ne ha trascorse addirittura tre. Unica rete “nuova” quella del centravanti giallazzurro Cheddira, in tutti i sensi perché si è trattato della prima in Serie A. E il più importante di tutti, il tecnico Di Francesco che ha portato il Sassuolo per la prima volta in A nel 2012-13 e nelle quattro stagioni successive lo ha consolidato nella massima serie.

LE CONFERME — Formazioni senza sorprese. Rispetto al pari di Udine prima della sosta, Di Francesco è costretto a rinunciare ad Harroui, out per una botta al piede rimediata in allenamento. Al posto del marocchino, ex della sfida e uomo più in forma con già due reti segnate in campionato, sulla mezzala sinistra si abbassa Gelli e a sinistra del tridente di attacco la fiducia va a Baez. Al centro dell’attacco Cheddira, confermato sulla destra il giovane Soulé. Cerniera di centrocampo formata da capitan Mazzitelli, l’altro nuovo talentino arrivato dalla Juve Barrenechea e appunto Gelli. Anche Dionisi ha dovuto fare i conti con l’assenza improvvisa di Consigli: in porta c’è Cragno all’esordio in neroverde, ultima partita da titolare nel Monza quasi sette mesi fa. Variazione tattica rispetto alla vittoria contro il Verona ottenuta con il 4-3-3. Con Thorstvedt in panchina è 4-2-3-1: in mediana l’ex di lusso Boloca con Henrique, Bajrami al centro del tridente dietro Pinamonti e fiancheggiato da Berardi e Laurienté.

BUM-BUM PINA — Nemmeno tre minuti e Sassuolo due volte vicino al gol: percussione di Pinamonti sulla destra, palla a rimorchio per Boloca, il cui piattone viene respinto; discesa sulla sinistra di Vina che scarica su Bajrami, re passi verso il centro e tiro a giro sul palo lontano deviato in angolo da Turati. Prove generali del gol che arriva al 7’ ancora grazie a una percussione di Vina, dentro per Pinamonti che insacca col piattone sul secondo palo. Tutto molto facile. Dopo essersi fatta infilare due volte si scuote la catena destra del Frosinone: all’11’ Oyono imbuca per Cheddira murato da Consigli (ma in fuorigioco), al 13’ lo stesso esterno franco-gabonese trova il cross dal fondo ancora per Cheddira, che ti testa gira alto. Al 24’ nuova doccia fredda per il Frosinone, che sembrava aver trovato il modo di rimettersi nel match: altro pezzo di bravura di Pinamonti che dal limite dell’area in mezza girata al volo di destro capitalizza un invito di Toljan e infila ancora Turati all’angolino. Ci pensa poi Cragno al 30’ a stoppare la reazione dei padroni di casa con una gran parata in allungo su un colpo di testa di Cheddira. Al 45’ una cintura di Tressoldi su Cheddira rivista al Var permette al Frosinone di accorciare le distanze su rigore trasformato dallo stesso centravanti marocchino, che al 49’ segna la sua prima rete in campionato, e in Serie A.


SENZA RESPIRO — Gli aggiustamenti di Di Francesco nella ripresa sono Okoli, al debutto, per Monterisi in difficoltà su Pinamonti e in avanti Caso per uno spento Baez. Dionisi risponde con un triplo cambio al 7’, uno per reparto: Pedersen per Vina, Thorstvedt per Bajrami e Ceide per Laurienté. Al 13’ si infiamma lo Stirpe per una presunta trattenuta da rigore ancora di Tressoldi su Cheddira ma Prontera lascia giustamente correre, il contatto tra le braccia è lieve e non c’è incrocio di gambe. Al 21’ Castillejo fa il suo ritorno in Serie A prendendo il posto dell’ex Boloca, applaudito dai tifosi di casa. Da un capitano (ex, Boloca) all’altro: pareggio giallazzurro di Mazzitelli al 25’ che dal limite dell’area gira spettacolarmente in porta un angolo battuto da destra da Soulé. Passano 6’ e Mazzitelli si prende di prepotenza l’Mvp del match con la doppietta che completa la rimonta: un suo tiro da dentro l’area viene respinto da Thorstvedt ma la palla gli torna sul destro che stavolta non perdona. Ormai non c’è un attimo di tregua col Sassuolo sbilanciato alla ricerca del pari il Frosinone ha due occasioni per allungare ma prima il palo ferma Soulé e poi l’arbitro annulla una rete di Cheddira perché il pallone era uscito in fallo laterale. Nel finale miracoloso Turati che salva su un piatto basso di Castillejo e su una girata di testa di Toljan. Al 7’ di recupero è apoteosi giallazzurra con Cheddira che si invola in contropiede e serve al centro area Pirola tutto solo per il 4-2.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Il Lecce in 10 resiste all'assalto del Monza:
1-1 e pugliesi imbattuti come solo Juve e Inter



Ospiti avanti col rigore di Krstovic dopo 3'.
Al 24' il pari di Colpani. Rosso diretto a Baschirotto al 55'.
Nel finale espulso anche Caldirola per doppia ammonizione


Matteo Brega

Finisce 1-1 tra Monza e Lecce. I salentini si ritrovano quarti - e unici imbattuti in Serie A assieme a Inter e Juve - in attesa di Atalanta e Verona. I brianzoli invece si prendono un punto aspettando di ritrovare certi automatismi. Segnano Krstovic e Colpani (per il Monza tre gol su tre suoi). E le squadre chiudono in dieci per i rossi a Baschirotto e Caldirola.

PRIMO TEMPO A DUE FACCE — Colombo titolare e Caprari dietro di lui insieme a Colpani. Il Monza parte così avvolto nel tradizionale 3-4-2-1. Sfida dei 9 dunque, con Krstovic dall’altra parte punta centrale del Lecce che si sistema con il 4-3-3 puntando anche su Almqvist e Rafia. Non gioca Di Gregorio a causa di un colpo alla testa subito ieri in allenamento: questa mattina si è svegliato non in perfette condizioni e Palladino ha preferito schierare Sorrentino (al debutto). Il quale dopo 55 secondi sceglie malissimo come giocare una palla di piede. La scarica lenta su Caldirola, non reattivissimo. Almqvist lo anticipa e viene steso dallo stesso difensore. Cartellino giallo e rigore. Dal dischetto Krstovic non sbaglia, terzo gol in campionato per il montenegrino. Avvio shock dei brianzoli che dopo 3’ sono già sotto. Il Monza prova a mettere ordine dentro se stesso e al 5’ arriva già al tiro con Birindelli che schiaccia troppo il diagonale, palla larga. Il Lecce può organizzare meglio il pomeriggio, senza ansie. E senza pensare che vincendo a Monza sarebbe secondo con la Juventus. Brianzoli nervosi, specie Pablo Marì che deve seguire come un’ombra Krstovic: al 20’ il giallo arriva dopo averlo steso per frenare la sua partenza lanciata verso Sorrentino. Il Monza impiega 24’ poi arriva al gol. Azione nata da sinistra (Caprari steso e sostituito per un colpo alla caviglia destra) e rifinita da Colpani che scambia con Colombo. Il numero 28 sistema la palla morbida sul secondo palo con il sinistro. E’ 1-1 e la partita è come se ricominciasse. Dentro Mota Carvalho per Caprari e il Monza surfa l’onda. Gagliardini e Ciurria da fuori sfiorano la porta, è il Lecce che deve riposizionarsi ora. Colombo al 30’ butta un’occasione clamorosa dal limite dell’area piccola. Il primo tempo finisce in parità. Silvio Berlusconi, a cui è stato dedicato il suo seggiolino per sempre con una targa commemorativa, sarebbe stato soddisfatto della seconda parte di questi 45’.
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RIPRESA DA VAR — Si riparte con Andrea Carboni in campo per il Monza al posto di Pablo Marì (ammonito e in difficoltà). Il Lecce resta come in principio, con Rafia che cerca di allontanarsi il più possibile da Izzo, suo guardiano, nel ruolo di mezzala sinistra. Dopo 6’ Colpani sciupa una buona occasione strozzando il sinistro sul primo palo dall’interno dell’area. Il primo cambio di D’Aversa è Blin per Rafia, asfissiato dalla marcatura di Izzo a tutto campo. Pochi secondi e la partita cambia: rosso diretto per Baschirotto al 55’ che entra in maniera dura su Colombo, ma prima tocca la palla. Marinelli viene richiamato dal Var per rivedere la decisione e conferma il rosso diretto. Lecce in dieci per mezzora abbondante più recupero. Animi tesi da qui in avanti, con la panchina salentina che protesta per un intervento simile di Birindelli su Banda punito “solo” con il giallo. Al 67’ doppia occasione strepitosa che Mota butta via. L’attaccante calcia dall’interno dell’area una prima volta centrale, respinto da Falcone, e una seconda cercando l’angolino basso senza prendere lo specchio. Palladino cambia due pedine poco dopo: Pedro Pereira e Maric per Birindelli e Colombo. Da angolo al 69’ arriva il gol del sorpasso monzese. Corner lungo, palla rimessa dentro dal lato opposto che colpisce la traversa, Izzo serve Mota che trova un difensore lungo la traiettoria, la palla si impenna e Andrea Carboni in acrobazia mette dentro. C’è qualcosa da rivedere al Var e Marinelli procede: un fuorigioco rende vana tutta l’esultanza dell’U-Power Stadium. D’Aversa procede con le due sostituzioni in programma da qualche minuto: dentro Strefezza e Dorgu per Banda e Gallo. Al 76’ ancora Andrea Carboni vicino al gol, con la sua deviazione che viene salvata sulla linea di porta. Gagliardini all'81’ sfiora il gol dal limite. Un minuto e Mota spara ancora addosso a Falcone, bravo a rendersi utile ancora una volta. All'85’ il Monza resta in dieci: Caldirola stende Piccoli in ripartenza, secondo giallo e quindi espulso. Nove minuti di recupero, una mini-gara dentro alla gara e dopo 4’ Pongracic quasi in scivolata fa autogol. Un minuto dopo Gagliardini di testa la schiaccia troppo e la palla schizza sopra la traversa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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La Fiorentina vince in rimonta con Kouamè:
l'errore di Adopo condanna l'Atalanta

Per la Viola a segno anche Bonaventura e Martinez Quarta.
Nella Dea in rete Koopmeiners e Lookman.
Italiano torna a vincere dopo un punto nelle ultime due gare


Andrea Elefante


Una vittoria per uscire da un’impasse da un punto nelle ultime due partite: la Viola respira, riparte e scavalca in classifica la rivale a quota 7 punti. Una sconfitta per sue distrazioni, errori e colpe soprattutto difensivi: l’Atalanta riflette e frena di nuovo in trasferta - come a Frosinone - un terreno che un tempo era soprattutto di conquista. Finisce 3-2 alla fine di una partita bella nelle sue imperfezioni, condizionata dal caldo appiccicoso di Firenze, che alla fine ha premiato chi ha avuto più lucidità, o meno cadute di tensione, quando la stanchezza ha avuto il sopravvento. E La Fiorentina, alla distanza, ha avuto forse più resistenza, più carattere e più contributo dai suoi uomini offensivi: stavolta Gasoperini ha avuto poco, troppo poco, da De Ketelaere e il subentrato Scamacca e alla fine ha pagato.

LE SCELTE — Molte sorprese nell’undici scelto da Italiano: Parisi vince il ballottaggio con Biraghi per il posto da laterale sinistro, meno prevedibili le rinunce a Ranieri al centro della difesa (gioca Martinez Quarta assieme a Milenkovic) e ad Arthur in cabina di regia: la coppia davanti alla difesa è formata da Duncan e Mandragora, con Brekalo preferito a Kouamé e a Sottil per completare la linea a tre - con Nico Gonzalez e Bonaventura - alle spalle di Nzola. Dunque Italiano punta sia su Milenkovic che su Gonzalez, nonostante gli impegni in nazionale. Gasperini fa debuttare Carnesecchi in porta (anche Musso arriva dal viaggio oltre oceano per l’impegno con l’Argentina) e ripropone Toloi in difesa, assieme a Scalvini e Kolasinac: Djimsiti in panchina dopo tre gare da titolare. L’altro dubbio è risolto a favore di Lookman, con Scamacca destinato a entrare in corsa. Dunque una Dea senza centravanti di ruolo: davanti Koopmeiners gioca trequartista, con il nigeriano e De Ketelaere attaccanti larghi.

PRIMO TEMPO — Per quasi mezzora c’è quasi solo Atalanta: la Fiorentina è come anestetizzata, gioca sotto ritmo, fatica a salire perché Nzola è cancellato da Scalvini, Bonaventura è schermato bene da De Roon e Brekalo fatica ad entrare in partita. Il più pericoloso è Nico Gonzalez, ma è troppo solo e troppo isolato. Anche l’Atalanta ci mette un po’ a carburare, ma poi prende in mano la partita. Le mancano le illuminazioni di De Ketelaere che spesso sbaglia l’ultima giocata, Lookman cresce solo alla distanza, ma sulle fasce la Dea attacca con continuità e il moto perpetuo di Koopmeiners sgrana le linee viola. Proprio da un cambio gioco dell’olandese su Zappacosta nasce la prima chance nerazzurra, con doppia conclusione dell’esterno, la seconda deviata sopra la traversa da Terracciano. Il gol è maturo e lo segna, su assist da sinistra di De Roon, lo stesso Koopmeiners, con un sinistro angolato e agevolato dal controllo morbido di Parisi. L’Atalanta gestisce senza problemi, ma ha il torto di non affondare il colpo. E dunque di risvegliare la Fiorentina, che con il passare dei minuti prende campo e si ritrova definitivamente rivitalizzata al minuto 35. Il gol dell’1-1 arriva quasi inatteso, su punizione guadagnata da Gonzalez e calciata da Mandragora: è l’argentino a servire di testa l’assist per Bonaventura, che troppo solo in area aggancia e segna con un gran destro. L’inerzia della gara cambia all’improvviso, ora è l’Atalanta a sembrare quasi ipnotizzata: al 39’ serve Carnesecchi a respingere il possibile 2-1 di Quarta, che arriva 7’ dopo. Un cross dalla sinistra di Duncan trova l’argentino al centro dell’area, in anticipo su Scalvini che non gli impedisce lo stacco di testa decisivo. E’ il quinto gol di testa realizzato dalla Viola in questo avvio di campionato.

SECONDO TEMPO — L’Atalanta aggredisce bene la ripresa e trova il gol dopo 8’. Lo fa con Lookman, che già in avvio di tempo aveva avuto la chance per segnare, cincischiando troppo prima di provare la conclusione e poi sbagliando un rigore in movimento, senza rimpianti perché il passaggio di Koopmeiners era arrivato quando il pallone aveva oltrepassato la linea di fondo. Ancora un assist di De Roon e il nigeriano ha colpito sul primo palo, con parziale complicità di Terracciano. Ma la Viola non patisce il colpo, anche perché l’Atalanta non trova la forza di chiudere il discorso. Aveva già rischiato prima del pareggio per un sinistro di Nico Gonzalez non lontano dal palo, lo fa di nuovo al 16’, quando Ruggeri non si capisce con Kolasinac e ancora l’argentino ha la palla del 3-2, ma la mette fuori con Carnesecchi che gli chiude bene lo specchio. Ancora il portiere della Dea decisivo al 28’, quando stende la manona su tiro velenoso di Brekalo, ma non può nulla nell’azione chiave, quella del definitivo vantaggio viola. L’azione parte da una palla persa da Adopo, appena entrato per Koopmeiners, proseguita da una percussione di Beltran e da un radente in area di Brekalo. Adopo è ancora incerto, la palla balla fra Ederson, che non interviene, e Kolasinac e in agguato c’è Kouame, il più veloce di tutti a punire un’altra incertezza della retroguardia del Gasp.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Doppio Dybala, Lukaku a segno:
la Roma ne fa 7 all'Empoli!
Zanetti a rischio

Rigore dell'argentino dopo un minuto.
Poi Sanches, un'autorete di Grassi e nella ripresa,
ancora la Joya, Cristante, Romelu e Mancini:
per Mou è la prima vittoria.
Toscani a zero punti dopo 4 giornate, con nessun gol fatto e 12 subiti


Andrea Pugliese


La Roma porta a casa la prima vittoria stagionale e cancella qualcuno dei fantasmi iniziali. Perché se è vero che l’Empoli non è un banco di prova attendibile e che serve sempre la controprova, è anche vero che il 7-0 con cui Mourinho si sbarazza dei toscani fa grancassa. Anche perché ha messo in mostra un Dybala luccicante, un Lukaku in crescita e un Renato Sanches preziosissimo. Anche se poi ad essere davvero prezioso è stato un giocatore spesso discusso come Cristante, che segna, regala un assist e causa l’autorete di Grassi. A conti fatti il modo migliore per cancellare il brutto avvio di campionato e lanciare una stagione tutta diversa.

DOMINIO GIALLOROSSO — Mou fa esordire Mdicka (qualche sbavatura sul palleggio) e deve rinunciare in extremis ad Aouar per un problema fisico, il che lo porta a riproporre il centrocampo con Cristante e Paredes, oltre a Sanches. Per Zanetti, invece, il forfeit di lusso è quello di Baldanzi (in campo solo al 15’ della ripresa), anche se poi l’Empoli piega le ginocchia quasi subito. Dopo 37 secondi, infatti, c’è la follia di Walukiewicz (fallo di mano su un pallone innocuo) ed il rigore trasformato da Dybala. Con la partita in discesa, la Roma la sistema all’8’ con Sanches, che di testa insacca un assist di Kristensen. Insomma, i fantasmi delle prime tre giornate vengono subito spazzati via dai giallorossi, che poi colpiscono anche un palo con Paredes (direttamente da calcio d’angolo) e piazzano il tris su una combinazione Lukaku-Cristante, con l’autorete di Grassi nel tentativo di salvare in extremis. Tra il secondo e il terzo gol, però, la squadra di Mourinho abbassa di molto i giri e allora l’Empoli prova anche a costruire qualcosa, anche se poi arrivano solo un paio di tentativi da fuori di Cambiaghi (a cui fa poi seguito un tiro di Bereszynski). Francamente troppo poco, anche perché la differenza di qualità in campo è troppo alta. Kristensen stavolta gira a dovere, Lukaku di sponda è una manna dal cielo per gli inserimenti da dietro e Llorente gestisce bene la difesa al posto di Smalling.

LA GOLEADA — Poi Mou lascia a riposo Sanches (dentro Bove), Zanetti prova a cambiare qualcosa con Ismajli e Bastoni. Ma la musica resta la stessa, con la magia di Dybala dopo appena dieci minuti della ripresa che manda in estasi l’Olimpico. Poi dal sinistro della Joya arriva un’altra pennellata d’arte, su punizione, ma stavolta è la traversa a negare all’argentino la tripletta. Insomma, di fatto continua ad esserci una sola squadra in campo, anche se poi prima un colpo di testa di Caputo (parato) e poi un tiro di Baldanzi da fuori (palo) mettono i brividi a Rui Patricio. Ma con 4 gol di vantaggio, il ritmo giallorosso inevitabilmente cala e la scossa arriva solo dalla curva (al 26’), quando appare il nuovo striscione dei Fedayn (ora Gruppo Quadraro), dopo il furto di quello storico da parte degli ultrà serbi della Stella Rossa. Prima della fine, però, la Roma torna ad alzare i giri del motore e c’è ancora spazio per il 5-0 di Cristante (staffilata da 20 metri sotto l’incrocio), per il gol più atteso di tutti, quello di Lukaku (su una ripartenza ben gestita da Belotti) e per il 7-0 di Mancini (di testa, su assist di tacco di Cristante). Finisce così, ora lo Sheriff in Europa League. Mentre la panchina di Zanetti, ancora a zero punti dopo quattro giornate (con nessun gol fatti e 12 subiti), è a serio rischio.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Sette a zero......mi fa pensare alle mie prime partite on-line di "eFootball 2024" con la squadra basic. 🤣



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Re:
Marco_M77, 18/09/2023 06:46:

Sette a zero......mi fa pensare alle mie prime partite on-line di "eFootball 2024" con la squadra basic. 🤣



Zero punti e zero goal in quattro giornate...l'Empoli non è partito male, diciamo che non è partito proprio!
[Modificato da ilpoeta59 18/09/2023 07:14]





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Come corre il Torino: super Radonjic abbatte la Salernitana



Gara a senso unico, con la squadra di Juric che domina sin dall'inizio e segna prima con
Buongiorno e poi due volte col serbo che si vede annullare anche una rete per fuorigioco


Mario Pagliara

A Salerno si è sbloccato il campionato del Toro: demolisce la Salernitana con un 3-0 maturato dopo appena cinquanta minuti. E il Toro ora prende l’ascensore in classifica: questa notte, la squadra di Juric si addormenta al quinto posto in condominio con il Napoli, il Frosinone e la Fiorentina. Domenica ospiterà la Roma, che affronterà guardandola dall’alto forte dei tre punti di vantaggio. Oltre il risultato e il gioco, migliorato nettamente nella ripresa, Juric ha ritrovato un Radonjic superlativo: segna una doppietta (e il terzo gli viene annullato per fuorigioco) dopo lo splendido gol che prima della sosta aveva messo k.o. il Genoa. Sousa, invece, riparte dopo la sosta con un mucchio di problemi in più: la prima vittoria stagionale non arriva (è alla seconda sconfitta di fila), ma da questa sera non filtrano segnali incoraggianti in vista del prosieguo del campionato. Senza Dia e Coulibaly la Salernitana ha un gap di qualità vistoso in questo campionato, e anche tutto il resto intorno fa accendere una serie di spie preoccupanti. Il presidente Iervolino valuterà nelle prossime ore se inviare la squadra in ritiro.

CUORE BUONGIO — C’è un vecchio adagio che non fallisce mai: dove non si riesce ad arrivare con il gioco, si può arrivare con il cuore. Il grande cuore è quello di Alessandro Buongiorno, il ragazzo cresciuto al Filadelfia e fatto in casa, capitano morale e del futuro del Toro (oggi la fascia è sul braccio del senatore Rodriguez). Al quarto d’ora, il coraggio di “Buongio” mortifica il buon avvio della Salernitana sul piano del gioco. Il tiro dalla bandierina nasce da una conclusione di Radonjic deviata da Lovato. Lazaro pennella l’angolo al centro dell’area, il colpo di testa di Zapata è intercettato ancora da Lovato che offre un assist involontario per Buongiorno (tenuto in gioco da Bohinen). Di sinistro il ragazzo entrato nel settore giovanile del Torino quando aveva sei anni e mezzo infila il secondo gol in Serie A (entrambi in trasferta: il primo il 3 maggio a Genova in casa della Sampdoria). Buongiorno festeggia sotto gli occhi di Salvatore Russo, uno dei collaboratori del c.t. Spalletti arrivato all’Arechi per lui.

IL BIS DI RADONJIC — Dia è tornato a Salerno e si guarda la partita dalla tribuna. Accanto al presidente della Salernitana, Iervolino, c’è Flavio Briatore. I granata di casa sono costretti ad inseguire, dopo aver interpretato leggermente meglio sul piano del gioco l’avvio di partita e dopo aver sfiorato di mettere una ruota avanti al decimo con Candreva: tiro a giro ribattuto in tuffo da Milinkovic. Juric schiera il Toro con un solo centravanti (Zapata), lancia Seck al posto di Vlasic perso al mattino, a Salerno, a causa di una violenta gastroenterite. Nell’undici del Toro c’è soprattutto Radonjic, reduce dallo splendido gol prima della sosta contro il Genoa. E dopo l’occasione di Mazzocchi (33’: di un soffio fuori), è proprio Radonjic a firmare il bis a distanza di due settimane: controllo perfetto al limite dell’area su invito di Seck, tiro a giro calibrato al millimetro imprendibile per Ochoa. Allo scadere del primo tempo, Cabral prova a riaprire la sfida fermandosi sul palo, poi sulla ribattuta Botheim spara incredibilmente in curva con la porta spalancata. All’intervallo, Juric è avanti due a zero su Sousa.

GARA CHIUSA — Il Toro riparte nella ripresa sul doppio vantaggio: la sensazione è che abbia prodotto la massima resa quasi con il minimo sforzo. Perché, forse, sono maggiori i demeriti della squadra di Sousa rispetto ai meriti dell’undici di Juric. E, infatti, in avvio di ripresa un altro errore di reparto (tra centrocampo e difesa) dei campani spalanca un’autostrada per Bellanova (lanciato da Seck). L’assist è preciso per Radonjic che al centro dell’area piazza la doppietta: al quinto minuto, Toro avanti di tre gol. E la partita è virtualmente chiusa. Con il risultato in cassaforte, il gioco del Toro si scioglie e sale nettamente di livello. Il Toro accompagna la gara verso la conclusione con un buon palleggio, trova il poker ancora con Radonjic (ma è annullato per il fuorigioco del serbo) e alla fine può fare festa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Il Bologna è sciupone,
Montipò para tutto e salva il Verona:
finisce 0-0

Meglio i padroni di casa nel primo tempo,
ripresa tutta rossoblù con tante occasioni da gol per gli ospiti,
sempre respinte dal portiere dei veneti


Vincenzo Di Schiavi


Il pari rende piacevole soprattutto la classifica del Verona. I veneti agganciano il gruppone a 7 punti, il Bologna è due gradini sotto, vista l’incapacità di concretizzare un secondo tempo di ottime trame. Nel primo però meglio i padroni di casa e allora lo 0-0 non fa torto a nessuno.

TRAME — Quello di Motta sembra più un tridente: Karlsson e Ndoye sono altissimi, in linea con Zirkzee. L’Hellas cerca subito la profondità con i lanci dei difensori e palleggia meglio dei rossoblù che scontano ritardi importanti a centrocampo. Il destro di Hongla è impreciso, ma scalda il Bentegodi. Il Bologna risponde con una discesa e destro di Ndoye, i gialloblù però hanno più gamba e sono abili a recuperare palla e a ribaltare in fretta. Alla mezzora l’urlo Hellas resta strozzato in gola: angolo, testa di Folorunsho, Hien trova il tocco vincente ma Bonazzoli è in fuorigioco attivo. Doig viene colpito duro e lascia il posto a Lazovic, niente cambia a livello tattico. Gialloblù più aggressivi, poi il gran destro di Karlsson su cui Montipò si supera, fa capire che il Bologna avrebbe le armi per colpire ma non ad intensità così bassa. Baroni furioso per un fallo su Bonazzoli si prende un giallo per proteste, poi si va a bere il the. Nulla di trascendentale, però meglio il Verona.

RIPRESA ROSSOBLÙ — Nel secondo tempo Ngonge si crea con tenacia un sinistro a giro che va alto, poi lievita Karlsson che prova a scuotere il Bologna. I rossoblù guadagnano campo col possesso, un destro velenoso dell’esterno olandese trova pronto Montipò. L’Hellas non ha più la “garra” del primo tempo, Karlsson spostato a destra diventa una spina nel fianco poi però Motta lo toglie (perché?) per Orsolini. Dentro anche Posch per De Silvestri. Baroni risponde con Djuric e Terracciano per Bonazzoli e Terracciano. Cambi finiti per il Verona. Un bel problema perché Dawidowicz e Magnani non stanno più in piedi. Bologna padrone del campo: un tacco splendido di Zirkzee mette Ndoye davanti alla porta ma l’esterno si divora il vantaggio calciando su Montipò. L’Hellas è tutto cuore e sofferenza. Motta inserisce Fabbian sperando nel colpo da biliardo visto col Cagliari. Dentro anche Moro e Calafiori. Gli ospiti spingono, Orsolini e Fabbian di testa bruciano due buone occasioni. Finisce 0-0.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Re:
Marco_M77, 18/09/2023 06:46:

Sette a zero......mi fa pensare alle mie prime partite on-line di "eFootball 2024" con la squadra basic. 🤣



Ci sono passato pure io! 🤣🤣🤣





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Re: Re:
ilpoeta59, 19/09/2023 07:35:



Ci sono passato pure io! 🤣🤣🤣



Vi eravate tuffati direttamente nella mischia???? Praticamente la squadra parrocchiale giocava contro il Real Madrid.🤣



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SERIE A 2023/2024 4ª Giornata (4ª di Andata)

16/09/2023
Juventus - Lazio 3-1
Inter - Milan 5-1
Genoa - Napoli 2-2
17/09/2023
Cagliari - Udinese 0-0
Forosinone - Sassuolo 4-2
Monza - Lecce 1-1
Fiorentina - Atalanta 3-2
Roma - Empoli 7-0
18/09/2023
Salernitana - Torino 0-3
Verona - Bologna 0-0

Classifica
1) Inter punti 12;
2) Juventus punti 10;
3) Milan punti 9;
4) Lecce punti 8;
5) Napoli, Frosinone, Torino, Fiorentina e Verona punti 7;
10) Atalanta punti 6;
11) Bologna punti 5;
12) Roma, Genoa e Monza punti 4;
15) Lazio, Udinese e Sassuolo punti 3;
18) Cagliari e Salernitana punti 2;
20) Empoli punti 0.

(gazzetta.it)
[Modificato da ilpoeta59 19/09/2023 20:10]
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L'Inter è partita alla grande, sta a punteggio pieno! [SM=x4983510]





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Cabral risponde a Romagnoli, è 1-1 tra Salernitana e Frosinone




Quarto risultato utile consecutivo per i ciociari,
Sousa rinvia nuovamente l'appuntamento con la prima vittoria in campionato


Matteo Pierelli

Un gol per tempo e la sfida tra Salernitana e Frosinone finisce in parità. Un risultato giusto, che sta bene alla squadra di Di Francesco, al terzo risultato utile di fila, mentre la Salernitana manca ancora l’appuntamento con la vittoria. Alla rete nel primo tempo di Romagnoli, ha risposto Cabral nella ripresa che se non altro ha evitato ai suoi una sconfitta che sarebbe stata pesantissima. La squadra di Paulo Sousa ha giocato un primo tempo deludente, ma ha mostrato una bella rezione nella ripresa contro un Frosinone che ha giocato a viso aperto fino alla fine.

LA CHIAVE — Paulo Sousa, ancora privo di Dia (dovrebbe tornare a Empoli mercoledì), lascia in panchina Bohinen e Legowski, al loro posto Maggiore e Martegani. Dall’altra parte Di Francesco lascia fuori Baez e butta dentro Brescianini. La Salernitana parte meglio ma è sfortunata: Cabral dopo dieci minuti prende in pieno la traversa con uno splendido destro in diagonale. Ma il Frosinone alla prima occasione passa in vantaggio: cross di Marchizza dalla sinistra, Romagnoli salta di testa fra Pirola e Lovato e mette la palla all’angolino. La rete subita stordisce la Salernitana, incapace di reagire. E’ come se la squadra di Paulo Sousa fosse bloccata. Così il Frosinone prende campo e i padroni di casa rischiano di prendere il secondo gol: Caso segnerebbe pure, ma il suo gol al 17’ viene annullato per fuorigioco. E al 24’ è Ochoa a salvare i suoi con una bella respinta di Cheddira che ha colpito di testa in mezzo all’area, con la difesa di casa immobile. Da lì in avanti la Salernitana cerca di sfruttare le corsie laterali, ma senza costrutto: a parte una conclusione di Candreva facilmente controllata da Turati, i campani non si vedono.


REAZIONE — Nella ripresa il pubblico di casa cerca di spingere i giocatori granata che in effetti fanno subito vedere di metterci qualcosa in più. Candreva ci prova con una grande girata al 51’ e subito dopo, su azione da calcio d’angolo battuto dallo stesso Candreva, la palla arriva a Cabral che con un diagonale preciso infila Turati. L’1-1 gasa la squadra di Paulo Sousa: Turati è bravissimo a salvarsi sul tiro di Maggiore deviato da Barrenechea. Poi il portiere del Frosinone dice di no anche al nuovo entrato Ikwuemesi che nel finale manca per poco il tap in vincente. Ma forse per il Frosinone sarebbe stata una punizione troppo pesante per quanto visto nei 90 minuti.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Estasi Lecce, batte 1-0 il Genoa e scavalca la Juve: è secondo da solo!



I salentini collezionano occasioni e sfondano all'83' grazie a un tiro da fuori di Oudin.
Liguri in 10 dal 36' per l'espulsione di Martin


Francesco Calvi

La vetta della classifica dista appena un punto, lo score stagionale segna tre vittorie e due pareggi. Al Via del Mare il Lecce di Roberto D’Aversa conquista il terzo successo interno consecutivo, grazie all’1-0 contro il Genoa nell’anticipo della quinta giornata. Per i liguri è fatale l’espulsione di Martin, fuori al 36’ per doppia ammonizione provocata da Almqvist, mentre i giallorossi esultano grazie all’ennesima invenzione di Remi Oudin, al debutto stagionale, acquistato in estate dopo il prestito dell’ultimo anno. Il francese aveva salutato il Lecce con un golazo contro il Bologna nell’ultima giornata del 2022-2023. Si è ripresentato allo stesso modo, dopo il trasferimento a titolo definitivo negli ultimi giorni di mercato.

L’INGENUITÀ DI MARTIN — Senza lo squalificato Baschirotto e l’infortunato Banda, D’Aversa schiera Touba titolare e rilancia Strefezza dall’inizio. Nella prima mezz’ora i salentini dominano sul piano del gioco, trascinati dai guizzi di Almqvist e dello stesso Strefezza sulle fasce. Al 9’, Gilardino deve fare già i conti con due ammoniti: De Winter sulla corsia di destra, Martin dall’altra parte. I giallorossi sprecano un paio di chance con il solito Krstovic, il Genoa non demorde e al 32’ crea la prima, vera occasione da gol: Gudmundsson entra in area palla al piede, cerca la porta ma Touba lo ostacola e devia in corner. Proprio nel momento migliore dei rossoblú, Martin si lascia nuovamente sfuggire Almqvist e rimedia il secondo giallo per gioco scorretto. Prima dell’intervallo un’incornata di Krstovic si spegne a pochi centimetri dalla porta difesa da Martinez, il primo tempo si chiude sullo 0-0 nonostante la superiorità numerica.

LA RIPRESA — Al rientro in campo, il Genoa corre ai ripari: dentro Vazquez per De Winter, Gilardino passa alla difesa a tre. Il Lecce cerca però con determinazione il vantaggio: ci va vicino con Almqvist - tiro di poco alto con una conclusione dal limite dell’area - e con una rovesciata di Krstovic al 62’. D’Aversa inserisce Dorgu e Oudin al posto di Gallo e Rafia, passa al 4-2-3-1 e punta forte sulle qualità di Almqvist, bravo a creare superiorità numerica e di nuovo pericoloso in due occasioni. II Genoa si ritrova schiacciato nella propria metà campo, eppure all’80’ la sua porta è ancora inviolata. I salentini si giocano il tutto per tutto e, nel finale, optano per il 4-2-4: Piccoli affianca Krstovic al centro dell’attacco, Sansone debutta al posto di Strefezza. La mossa è rischiosa, ma porta i frutti sperati: il Lecce preme sull’acceleratore e all’83’ Oudin, alla prima presenza stagionale, sigla l’1-0 con un tiro dalla distanza leggermente deviato da Frendrup. Nel finale il Genoa è stanco ma non si arrende e tenta di pareggiare con Puscas e Malinovskyi. Il Lecce non molla e, al triplice fischio, sogna ad occhi aperti: il match finisce 1-0 e, almeno per una notte, il club di Sticchi Damiani sarà secondo in classifica.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Al Milan basta un guizzo di Leao: 1-0 al Verona e Inter presa in vetta



Tre punti fondamentali per i rossoneri
dopo il tracollo nel derby e lo 0-0 con il Newcastle:
decide un gol del portoghese a inizio gara


Marco Pasotto

La partita della redenzione è arrivata subito. Il Milan che si libera del Verona e torna alla vittoria dopo lo sprofondo stracittadino e i rimpianti di Champions, lo fa sotto il segno di Leao. Che Pioli, vista l’assenza simultanea di Calabria ed Hernandez, ha pure promosso capitano.

Diciamo qualcosa che galleggia tra consegne di responsabilità, difesa del ragazzo dalle critiche e anzianità aziendale. Rafa ha deciso una partita complessa per Pioli, costretto dalle esigenze di infermeria a tornare alla difesa a tre. Un primo tempo filato via per lo più liscio, una ripresa decisamente più complicata, trascorsa sotto la spinta di un Verona che ha sempre cercato di giocarsela a viso aperto. Più pressione che occasioni vere e proprie, in realtà, per i gialloblù. Il fortino rossonero alla fine ha retto, mantenendo una tradizione che non ha mai visto l’Hellas vincente al Meazza nella sua storia. Match iniziato con 25 minuti di ritardo a causa di un nubifragio con grandine che ha parzialmente imbiancato il prato. Milan con il lutto al braccio per la scomparsa di Lodetti.

LE SCELTE — Pioli per individuare l’undici di partenza non si è limitato a far girare due o tre uomini, ma ha cambiato proprio l’impalcatura intervenendo tatticamente. Un turnover in realtà obbligato, come confermato dal tecnico nel prepartita, dal momento che Calabria ed Hernandez – contusioni muscolari per entrambi - non sono andati nemmeno in panchina. Assenze che in difesa si sono aggiunte a quella di Kalulu, scorticando il reparto. E allora – oltre a Sportiello fra i pali - dentro Musah a destra e Florenzi a sinistra nell’ambito di un nuovo 3-4-3 – anche in questo caso una necessità, più che una scelta - con una linea difensiva che ha visto il ritorno di Kjaer, affiancato da Thiaw e Tomori. Krunic e Reijnders interni di centrocampo e il “PuGiLe” davanti: dentro Pulisic, Giroud e Leao, Olivier riposerà un’altra volta. Baroni nel suo 3-5-2 ha tenuto in panca sia Djuric che Bonazzoli, affidando l’attacco a Ngonge e Lazovic, alla prima stagionale da titolare.

SPINTA — Di rifornimenti, però, là davanti l’Hellas ne ha messi a disposizione pochi, anche perché i veneti si sono trovati davanti un Milan in formato Newcastle: aggressività spinta, molta verticalità e ricerca veloce della porta avversaria. In più, il 3-4-3 ha liberato la spinta delle ali, che non si sono fatte pregare: sia Musah – al debutto da titolare in rossonero - che Florenzi hanno martellato a turno con efficacia, tenendo abbastanza bassi Faraoni e Terracciano. Un 3-4-3 in realtà spesso più tendente al 3-4-2-1, dal momento che Pulisic, in particolare, ha agito molto dentro il campo, svuotando la corsia destra a beneficio delle incursioni di Musah. Dall’altra parte Leao ha alternato movimenti da esterno puro, alla maniera classica, con inserimenti centrali. Come in occasione del gol. Minuto numero 8: Pulisic ha rubato palla a Hien – posizione di campo centralissima – e Giroud ha servito di prima Leao nello spazio: sgasata verso la porta di Montipò, infilandosi tra Magnani e Dawidowicz, e palla in buca col portiere in uscita. Tutti a fargli festa intorno: una liberazione.

RIFORNIMENTI — Bisogna dire che il Verona dopo il gol non ha cambiato atteggiamento. Ha provato a giocarsela fin dall’inizio, e ha proseguito con lo stesso copione. Il problema? Mancanza di lucidità e precisione all’altezza della trequarti, dove si è inesorabilmente smarrita la maggior parte dei palloni. Da qui l’assenza di rifornimenti per le punte. Sull’unica vera occasione veneta – testa di Folorunsho a pochi passi dalla porta -, Sportiello non ha fatto rimpiangere Maignan con una smanacciata decisamente complicata. Riflesso notevole e applauso liberatorio di San Siro: “evviva, abbiamo un vice Mike all’altezza”. Nella ripresa Baroni ha cercato di aumentare la potenza offensiva – dentro Bonazzoli, fuori Faraoni, con Lazovic dirottato in fascia – e i gialloblù in effetti hanno alzato il baricentro di diversi metri, schiacciando il Milan negli ultimi venti metri, culminati in una girata al volo di Bonazzoli (11’) fra le braccia di Sportiello. Al 20’ ennesima tegola sulla testa di Pioli: bandiera bianca per Krunic (guaio muscolare, sensazioni non belle), dentro Loftus-Cheek, ma anche Jovic per Giroud. Un secondo tempo di sofferenza per il Diavolo, che non è più riuscito ad aprire le ali e ha smarrito la verve di Pulisic, ma ha trovato la bella notizia dell’esordio in prima squadra di Bartesaghi – al posto di Florenzi alla mezzora -, Primavera aggregato ai grandi da questa estate. La pressione veneta però alla fine non ha portato pericoli particolari alla porta rossonera. Diciamo che il Milan, stanco dall’impegno di coppa, ha dovuto fare di necessità virtù: via in ripartenza, ma anche stavolta si deve mangiare le mani sottoporta. Pulisic e Musah si sono visti murare due ottime occasioni da Montipò. Sarebbe stato il gol che avrebbe chiuso i conti, cancellando gli ultimi minuti di sofferenza.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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