Campionato di calcio Serie A stagione 2023/2024 di Award & Oscar FFZ

Pagine: 1, 2, 3, 4, 5, [6], 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18
binariomorto
00domenica 22 ottobre 2023 10:50
Garcia respira grazie a super Kvara: il Napoli si ritrova a Verona

Dopo la sconfitta con la Fiorentina gli azzurri tornano
al successo nonostante l'assenza di Osimhen


Vincenzo D'Angelo


Riecco Kvaradona, nel momento più importante. Senza Osimhen, il Napoli ritrova l’estro e i gol di Kvaratskhelia, mattatore al Bentegodi. Contro l’Hellas, gli azzurri tornano alla vittoria e danno un calcio alle tensioni delle ultime settimane, permettendo al tecnico Rudi Garcia di cominciare una nuova settimana – importantissima, soprattutto per il cammino in Champions - con più leggerezza. Finisce 3-1, con gol di Politano a stappare il match e poi con la doppietta del georgiano. Di Lazovic il gol della bandiera veronese.

LAMPI DI CLASSE — Parte meglio il Verona, col Napoli che appare contratto per via della pausa agitata: Meret deve respingere i tentativi di testa di Dawidowicz e Magnani su due angoli nel giro di un minuto. La posta in palio è alta, Garcia lo sa è punta su Raspadori centravanti al posto di Osimhen. Scelta azzeccata, perché con Jack si va di palleggio palla a terra, senza alzare il pallone. E in quel campo il Napoli è ancora maestro e si rivedono trame di spallettiana memoria. Raspa è ispirato e con due punizioni chiama Montipò alla risposta in tuffo. Ma al 27’ il Napoli passa: Raspadori dalla sinistra pesca con un lob morbido Politano, che al volo infila Montipò. E un minuto più tardi è Cajuste – ancora ben servito da Raspadori – a calciare centrale a tu per tu col portiere dell’Hellas. Un’incursione centrale di Serdar alleggerisce la pressione azzurra, ma prima dell’intervallo arriva il raddoppio: Politano si invola in ripartenza, allarga per Kvaratskhelia che salta facile Magnani in velocità e di sinistro infila il 2-0 Napoli.

RIPRESA CALDA — Baroni lascia negli spogliatoi Amione, Serdar e Ngonge per Terracciano, Lazovic e Bonazzoli e proprio l’attaccante in avvio di ripresa spaventa il Napoli con una bella incursione laterale, neutralizzata da Meret. L’Hellas prova a scuotersi, il Napoli a gestire e ripartire. Ed è proprio su un’altra ripartenza micidiale che i campioni d’Italia chiudono la gara al 10’ della ripresa: Politano lancia ancora Kvara in campo aperto, ingresso in area, doppia finta a piattone sul palo lungo. L’Hellas ha un sussulto d’orgoglio al 15’: Lazovic sfrutta una palla vagante (sfortunato rimpallo su Di Lorenzo) e fulmina Meret, riaccendendo la contesa.

RITMO — Spinto dal suo pubblico, il Verona prova ad assaltare la porta azzurra e ci vuole un super Meret (28’) a salvare in tuffo sul diagonale di Bonazzoli, bravo a dare la scossa offensiva alla squadra dopo il suo ingresso in campo. Simeone (entrato da poco) al 29’ non inquadra la porta da posizione vantaggiosa, poi è ancora Meret a neutralizzare Lazovic. La spinta dell’Hellas si esaurisce di fatto lì: al 90’ Montipò dice no di piede a Zerbin, nel recupero è Faraoni a mandare a lato l’ultimo pallone buono per l’Hellas. Il Napoli vince, riparte e ritrova convinzione: per Garcia (che saluta un’ottima prova anche di Cajuste) domenica c’è il Milan. Lì si capirà se il Napoli è ancora una squadra da scudetto. Il Verona, invece, si interroga: l’ultima vittoria alla seconda giornata, da lì solo due punti con due 0-0. Troppo poco.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 22 ottobre 2023 10:54
Tris Inter in casa del Torino:
Thuram e Lautaro a segno,
Inzaghi torna in vetta



Quarta vittoria in trasferta su quattro per i nerazzurri che in attesa
di Milan-Juventus di domani sera sorpassano la squadra di Pioli.
A segno la ThuLa e Calhanoglu nel recupero su rigore


Mario Pagliara

La tappa di Torino ridà il sorriso all’Inter: Inzaghi non fallisce il sabato sera sotto la Mole e si addormenta in vetta al campionato. Il tecnico nerazzurro firma il momentaneo sorpasso sul Milan, e ora può mettersi comodo sul divano (e senza pensieri) per godersi il big-match di domani tra i rossoneri e la Juventus. Un buon Toro fino a metà gara viene piegato nella ripresa dai gol di Thuram e Lautaro arrivati poco dopo il decisivo infortunio di Schuurs (si teme la rottura del ginocchio sinistro), episodio sul quale gira completamente la partita. Nel recupero il rigore di Calhanoglu chiude lo stadio sullo 0-3. Nel secondo tempo, i nerazzurri prendono completamente in mano il controllo della serata e legittimano pienamente il blitz torinese. Per i granata è la quarta partita di fila senza segnare, la terza sconfitta nelle ultime quattro giornate: classifica alla mano, sabato a Lecce sarà già un crocevia che il Toro non potrà fallire.

JURIC A 4 — Questo sabato sera torinese sarà ricordato a lungo, e dovrà essere messo a referto perché segna un colpo di scena nella carriera di Ivan Juric. Il Torino cambia modulo, ma non si accontenta di una leggera variazione al tema classico (il 3-4-2-1). Juric lascia tutti a bocca aperta, sorprendendo anche Simone Inzaghi, e disegna i granata con il 4-2-3-1. Davanti a Milinkovic, la coppia centrale è Tameze-Schuurs, Rodriguez fa il terzino sinistro bloccato, Bellanova quello a destra di spinta. Ricci e Linetty è la cerniera in mediana, per lanciare davanti il trio di trequartisti Seck, Vlasic e Lazaro a servire il centravanti Pellegri. In casa Inter non ci sono sorprese: si presenta al Grande Torino con il suo abito tradizionale, il 3-5-2. La completa rivoluzione tattica del Toro produce un crescendo nel gioco durante il primo tempo, anestetizzando la pericolosità nerazzurra e facendo mancare le sicurezze alla difesa interista nella prima metà della gara.

CRESCENDO TORO — In avvio, il baricentro pende più dalla parte di Inzaghi. Nella prima mezz’ora tre buoni spunti potenziali dell’Inter: all’8’ Lautaro non aggancia sotto porta l’invito di Calhanoglu; al 18’ il tiro di Thuram muore tra le braccia di Milinkovic; al 29’ la punizione a giro di Calhanoglu è splendida ma è fuori di un soffio. Il Toro non va mai in sofferenza, regge alla grande l’urto iniziale ed esce fuori con personalità nella seconda metà del primo tempo, soprattutto sulle fasce dove ha sempre la superiorità. Al 33’ Ricci scarica dalla distanza, Sommer è sulla traiettoria. La crescita del gioco dei granata è vistosa e sono proprio del Toro le due principali occasioni a metà gara: al 35’ il tiro a giro di un ottimo Seck chiama Sommer a un salvataggio in angolo. A due minuti dall’intervallo, Pellegri timbra di testa il cross di Bellanova, Sommer deve ancora intervenire.

SCHUURS, GINOCCHIO KO — Nella ripresa dopo tre minuti, il Toro perde Schuurs. Brutto infortunio al ginocchio sinistro: l’olandese è uscito in lacrime urlando dal dolore trasportato su una barella. La paura è che si sia rotto il ginocchio sinistro, circostanza che potrebbe significare anche la fine della sua stagione. La dinamica: Schuurs e Calhanoglu vanno a contatto di spalla a centrocampo, cadendo il difensore granata mette male la gamba sinistra a terra provocando una torsione innaturale del ginocchio. E’ stato subito trasportato con un’ambulanza in ospedale per gli esami.

DOMINIO NERAZZURRO — Nel Toro prende posto in difesa il 2002 Sazonov. Inzaghi poco dopo piazza tre cambi tattici: dentro Frattesi, Augusto e Dumfries per Barella, Dimarco e Pavard. L’Inter approfitta immediatamente del momento di riorganizzazione del Torino. Al quarto d’ora sblocca l’equilibrio: proprio Dumfries da poco entrato serve l’assist al centro dell’area per Thuram lasciato libero dal neo-entrato Sazonov. Di prima intenzione, Thuram scarica il diagonale che porta l’Inter avanti: è il suo terzo gol in Serie A. L’andamento della gara ha ormai preso tutta un’altra piega rispetto al primo tempo, l’uscita del baluardo Schuurs ha fatto crollare il castello costruito da Juric mentre l’Inter sale come un’onda e si prende il campo. Al 22’ ci pensa Lautaro Martinez a chiudere i giochi: angolo di Calhanoglu, torre di Acerbi e zuccata precisa del Toro. E’ il suo novantesimo gol in Serie A, l’undicesimo in questa stagione. Juric si gioca le carte Sanabria, Gineitis, Vojvoda e Ilic, ma non impensierisce mai l’Inter che si scioglie sulla distanza. Nel recupero Ilic mette giù Mkhitaryan in area: Calhanoglu dal dischetto chiude sullo 0-3. Vittoria pesante e importante per Inzaghi.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 22 ottobre 2023 10:58
Luis Alberto regala magie: colpo della Lazio in casa del Sassuolo

Primo tempo senza storia con le reti di Felipe Anderson e dello spagnolo.
Nella ripresa gli ospiti controllano, unico brivido il rosso a Provedel poi tolto dal Var


Stefano Cieri


Terza vittoria consecutiva per la Lazio. Dopo i successi ottenuti contro Celtic e Atalanta prima della sosta, la squadra biancoceleste sbanca pure il Mapei. Successo solare, ampiamente meritato e mai in discussione. Anzi, senza un Consigli in serata di grazia e senza i pali (tre quelli presi dai biancocelesti) il successo avrebbe assunto dimensioni ancor maggiori. La formazione romana è apparsa brillante, sicura di sé e capace anche di difendere molto meglio di quanto fatto in precedenza. Serata da dimenticare invece per il Sassuolo. Travolto dalla squadra avversaria sin dalle prime battute di gioco e mai capace di organizzare un qualche tipo di reazione.

FELIPE-LUIS PER L'ALLUNGO — Il primo tempo vede una sola squadra in campo, la Lazio. I biancocelesti partono subito col piglio giusto, prendendo il controllo delle operazioni a centrocampo. La manovra è fluida, i ritmi giusti grazie ad una condizione atletica che sembra notevolmente migliorata durante la sosta. Sarri (che è in tribuna perché squalificato) lascia anche Zaccagni in panchina oltre all’altro acciaccato Immobile. Il tridente è così composto da Anderson, Castellanos e Pedro (per lo spagnolo è la prima da titolare quest’anno). Il centrocampo è quello annunciato (Guendouzi-Rovella-Luis Alberto), mentre in difesa c’è Patric accanto a Romagnoli con Lazzari e Marusic sulle fasce. In porta c’è Provedel (smaltita la contusione all’anca). Dionisi risponde con un 4-2-3-1 che vede davanti a Consigli la coppia di centrali Tressoldi-Ferrari ed i terzini Toljan e Pedersen (quest’ultimo preferito a Vina), in mezzo al campo ci sono Boloca a Racic, il trio di trequartisti è Berardi-Castillejo-Lauriente, davanti c’è Pinamonti. Il monologo laziale comincia subito con due buone opportunità non capitalizzate al meglio da Luis Alberto (in entrambi i casi il Mago calcia fuori, sulla seconda opportunità potrebbe far meglio). Sfiora il gol anche Guendouzi, prima che Consigli sfoderi due autentici miracoli nel giro di sessanta secondi: prima sul tiro a colpo sicuro di Anderson quindi sul colpo di testa di Romagnoli (la palla s’impenna e, ricadendo; va pure sulla traversa). Nonostante le tante palle-gol sciupate la Lazio non si demoralizza e insiste. Il gol che sblocca la gara arriva al 28’. Tressoldi pasticcia davanti alla sua area, Luis Alberto gli soffia il pallone, Castellanos lo porta avanti e lo porge ad Anderson che di prima fulmina Consigli. Il raddoppio arriva al 35’. Sul cross di Anderson a sbagliare stavolta è Boloca che invece di rinviare finisce per servire Lui Alberto che, davanti a Consigli, lo supera con uno scavetto. Il Sassuolo assiste senza riuscire ad imbastire un minimo di reazione. Berardi prova ad innescarsi in un paio di circostanze, ma predica nel deserto.

RIPRESA SENZA GOL — Nell’intervallo, per scuotere i suoi, Dionisi non va per il sottile e cambia ben tre giocatori. Escono Tressoldi, Pedersen e Racic, entrano al loro posto Erlic, Vina e Thorstvedt. Più che un rimescolamento tattico (i neroverdi continuano col 4-2-3-1 iniziale) i cambi, nelle intenzioni del tecnico, devono rianimare una formazione che nei primi 45 minuti è stata completamente passiva. La risposta di Martusciello (che sostituisce Sarri in panchina) non si fa attendere. Dopo otto minuti ecco i primi due cambi della Lazio. Escono Rovella (per Cataldi) e Pedro (per Zaccagni). Passa qualche minuti e i due allenatori attingono ancora alla panchina. Dionisi butta dentro Defrel per uno spento Castillejo, Martussciello richiama Guendouzi e inserisce Vecino. Attorno al quarto d’ora si susseguono due episodi che potrebbero prima chiudere definitivamente la partita e poi invece riaprirla. Al 12’, al termine di un’azione di contropiede della Lazio Cataldi colpisce il palo interno con un tiro da fuori. Cinque minuti dopo, al 17’, sul lancione di Toljan da centrocampo Provedel esce al limite dell’area per anticipare Berardi e dà l’impressione di finire fuori dall’area con la palla tra le mani. L’arbitro Di Bello non ha dubbi e sanziona il portiere con il cartellino rosso. La Lazio resterebbe in dieci a mezzora dalla fine. Ma il Var corregge la decisione del direttore di gara. Le immagini chiariscono che Provedel è rimasto dentro l’area. Niente rosso, quindi, e la Lazio resta in undici. Il Sassuolo prova lo stesso a rimettere in discussione il risultato, ma la Lazio tiene botta. Ci prova il nuovo entrato Thorstvedt con un bel tiro da fuori, ma Provedel para in due tempi. Le squadre si allungano e la formazione di Sarri può approfittare degli spazi che si aprono con le sue ripartenze. Vecino va a un passo dal 3-0 in due occasioni. Sulla prima Consigli si supera ancora per respingere il tiro da distanza ravvicinata. Sulla seconda l’uruguaiano calcia invece incredibilmente fuori a porta spalancata. Prima della fine c’è ancora tempo per un altro palo: lo prende Zaccagni con un colpo di testa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 22 ottobre 2023 15:47
Urlo Roma al 90' con El Shaarawy:
1-0 al Monza in 10 per oltre un tempo



La squadra di Palladino paga il secondo giallo a D'Ambrosio al 42'.
Lukaku e Azmoun fermati dai legni.
Rosso a Mou al 99', salterà la sfida con l'Inter


Andrea Pugliese

All’ultimo respiro, con il cuore in gola. La decide El Shaarawy al 90’, con un gol in mischia che regala alla Roma la quarta vittoria consecutiva (compresa quella col Servette in Europa League) e lascia più di un po’ di amaro in bocca al Monza. La squadra di Palladino ha giocato in dieci dal 42’ per il rosso a D’Ambrosio, ma ha tenuto fino alla fine, sfiorando anche il colpaccio. Per la Roma, invece, una vittoria importante per la classifica e per il morale, una vittoria sporca, di quelle che però alla lunga pesano eccome.

NOIA E MARCATURE — Mourinho conferma Cristante al centro della difesa, Palladino sceglie Machin come secondo trequartista. Fa caldissimo e si sente, con un ritmo compassato da entrambi le parti. La partita la fa soprattutto il Monza (54% di possesso palla a fine primo tempo), anche se la squadra di Palladino non riesce mai a creare pericoli ai giallorossi. Che per quasi tutta la prima mezzora sono rintanati nella propria metà campo, prendendosi anche qualche fischio sparso per l’atteggiamento. Del resto il Monza gioca uomo a uomo, togliendo l’impostazione ai giallorossi. Gli accoppiamenti sono: Colombo-Cristante, Colpani-Paredes e Machin-Mancini. Resta libero sempre Ndicka, come da piano tattico dei brianzoli, il peggiore con la palla al piede a costruire. E così la manovra giallorossa ne risente eccome, tanto che il primo tiro arriva al 27’ con Belotti, un calcio sbilenco che finisce quasi sulla bandierina del corner. Nel finale, finalmente per Mourinho, un paio di occasioni per la Roma, con Di Gregorio molto bravo a dire di no ai colpi di testa prima di Aouar e poi di Belotti. In mezzo la prima svolta, con l’espulsione di D’Ambrosio per doppia ammonizione, con il secondo fallo ingenuo, fatto a 60 metri dalla propria porta su Belotti.

DECIDE ELSHA — Dopo la festa nell’intervallo per i 50 anni in giallorosso di Bruno Conti, si riparte. Palladino cambia il Monza, dentro Andrea Carboni e Birindelli, con un 3-4-1-1 che diventa spesso 5-4-1. Lukaku ha subito una buona occasione (decisivo il recupero in extremis di Pessina), dall’altra parte Colpani sfiora il colpo da fuori con un tiro a giro di un soffio fuori. Oramai si gioca quasi sempre a ridosso dell’area del Monza, anche se poi l’occasione per passare ce l’ha ancora il Monza con Birindelli, su una ripartenza a campo aperto. Mou nel frattempo si è messo 4-2-3-1 per aumentare il peso della fase offensiva, ci provano ancora Aouar da fuori e Lukaku (palo esterno), ma è ancora Birindelli a mettere i brividi a Rui Patricio, con Mancini che poi salva su Vignato a botta sicura. Il finale è da cardiopalma: palo di Azmoun, gol in mischia di El Shaarawy, l’Olimpico che viene giù con Mourinho che esulta in ginocchio, le panchine che litigano tra di loro e Mou che prende il rosso al 99’ che gli farà saltare la sfida con l’Inter di domenica prossima. Poi il fischio finale, con il gol del Faraone a fare la differenza.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 22 ottobre 2023 21:12
Ferguson e De Silvestri lanciano il Bologna:
2-1 al Frosinone e 8° risultato utile di fila

Dopo il doppio vantaggio del primo tempo,
nella ripresa i laziali accorciano con un rigore
di Soulè prima di gettarsi in avanti per un pareggio
che Marchizza spreca pochi attimi prima del fischio finale


Matteo Dalla Vite


Sudatissimo, soprattutto nel secondo tempo, ma è l’ottavo risultato utile di fila che porta i rossoblù dentro un momentaneo settimo posto al pari della Roma: il Bologna – che ha perso solamente la prima di campionato in casa contro il Milan - riduce le velleità del Frosinone nel giro di tre minuti del primo tempo ma poi soffre un bel po’ perché la squadra di Di Francesco, inizialmente meno brillante delle precedenti rappresentazioni, diventa se stessa nella ripresa. Prima Ferguson, poi De Silvestri con un colpo di testa furbo quanto intelligente e ricco di tempismo hanno aperto la scatola del Frosinone che però ha vissuto una ripresa molto diversa rispetto alla prima frazione: un calo dei rossoblù ha permesso a Soulé di infilare un rigore (inizialmente non assegnato da Doveri) e accendere la ripresa, anche se alla fine Marchizza ha sprecato il 2-2 e il Frosinone è rimasto in dieci per il doppio giallo a Mazzitelli. Bologna momentaneamente settimo e al Frosinone non va tolto nulla del cammino fatto fino ad oggi: squadra che ha direttive belle e precise e che, al Dall’Ara, ha trovato il risveglio giusto solo nella ripresa.

BOLOGNA SHOW — Thiago sceglie la squadra annunciata da giorni (con Saelemaekers per la prima volta dal 1’), Di Francesco mette Oyono al posto di Lirola: il Bologna attacca col “Falso nove” Zirkzee e c’è ovviamente anche Matias Soulé, due ragazzi che considerano come naturali i colpi di classe. L’inizio di gara, davanti a oltre 26.000 spettatori (di cui 1500 da Frosinone), è un mezzo e mezzo, nel senso che nessuna prevale: il Bologna tiene palla, il Frosinone va a pressare alto per la riconquista anche con sei uomini. C’0è volontà di prevalere ma anche studio, parità di colpi, uno dei quali lo tenta Freuler (13’) con Turati assolutamente attentissimo. Saelemaekers è l’uomo aggiunto del Bologna: accentrandosi va a cercare giocate anche da sottopunta e a creare la superiorità numerica che dall’altra parte tenta di fare Soulé, guardato a vista e anche a uomo. La giocata del Frosinone arriva da Oyono al 17’: fatto fuori Calafiori in area, botta ma debole che Skorupski prende facilmente. Il vantaggio che sblocca arriva al 19’: azione continuata e ragionata del Bologna che parte da Orsolini, passa dal marcatore Ferguson, Zirkzee che cerca Freuler, palla-flipper che finisce a Saelemaekers, tiro e deviazione sottoporta dello scozzese al secondo gol. Passa poco e il Frosinone si squaglia: cross da sinistra di Lykogiannis, volo d’angelo a liberare di Turati che lascia aperta la porta per un colpo di testa da fuori area intelligentissimo di Lollo De Silvestri: 2-0 da incorniciare in 3’. In più, al 30’, Orsolini si infila in area con Turati che gli blocca il tragitto verso il 3-0. Il Frosinone reagisce al 32’ (colpo di Soulé da fuori area, alto di poco) e al 41’ con una punizione di Mazzitelli che Skorupski ribatte a lato.

RIGORE E ROSSO — Nella ripresa, Di Francesco infila Baez e Cuni per Garritano e Cheddira e trova un rigore che fa discutere al 15’: in una sterzata in area, Beukema impatta Cuni, Doveri non dà nulla inizialmente poi Valeri lo richiama al Var e scatta un rigore che Soulé trasforma per il 2-1 alla sinistra di Skorupski. È un altro Frosinone già da qualche minuto, mentre il Bologna è rientrato dall’intervallo meno tosto di quanto abbia fatto vedere prima: Orsolini butta via una ripartenza al 23’, Ndoye si fa parare un conclusione ravvicinata da Turati, poi il Frosinone resta in dieci per il doppio giallo a Mazzitelli. Marchizza sfiora il 2-2 nel finale ma in conclusione il Bologna si mette in tasca l’ottavo risultato utile di fila che vale – momentaneamente – il settimo posto.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 22 ottobre 2023 21:16
Cagliari-Salernitana, quattro gol e un punto a testa: Dia salva Inzaghi

Succede tutto nella ripresa: a segno Luvumbo, d
ue volte l'ex Villarreal (la seconda su rigore nel recupero) e Viola.
Ma a recriminare è soprattutto Ranieri


Francesco Velluzzi

Succede tutto dal 34’ della ripresa. E finisce 2-2 tra Salernitana e Cagliari. Un pareggio che fa recriminare soprattutto il Cagliari, punito da un rigore decretato al monitor da Chiffi in pieno recupero che, chiamato da Marini da Lissone, punisce un fallo di mano di Viola e Dia (doppietta) salva i granata e il debutto di Pippo Inzaghi contro Claudio Ranieri. La Salernitana esce ugualmente tra i fischi del suo pubblico. Troppe cose non vanno, la squadra non ha fatto bene. Mentre il Cagliari fa un figurone, va avanti due volte con Luvumbo e Viola che ribalta le cose dopo il primo pari di Dia nel concitato finale e cede soltanto a un rigore che farà discutere parecchio. Il punto, è logico, serve più ai sardi che, come la Salernitana, non hanno ancora vinto in questo campionato. Ma la strada è quella giusta.

ATTESA — C’è grande attesa per il debutto di Pippo Inzaghi (che si presenta in giacca e cravatta) che qui ovviamente ricordano tanto per il grande passato da calciatore. Un esercito di fotografi. Il presidente Danilo Iervolino è arrivato allo Stadio, in treno con il presidente della Federbasket e consigliere granata Gianni Petrucci. Il presidente del Cagliari Tommaso Giulini, che ha appena denominato il centro di Assemini Crai Sport Center, invece non c’è.

IN CAMPO — Le formazioni presentano novità e inediti. Inzaghi mette in porta il francese Benoit Costil che non ha mai giocato neppure nel Lille e lascia fuori Ochoa tornato giovedì dalla Nazionale, l’unico granata finora sempre in campo. Rilancia l’esperto Federico Fazio, titolare solo con la Roma alla prima, non lascia fuori Kstanos, il terzo più usato da Paulo Sousa e si difende a quattro. In mezzo c’è Maggiore e non Bohinen. Torna dopo cinque partite Lassana Coulibaly. Claudio Ranieri stupisce ancora. Debutto assoluto per Marco Mancosu da trequartista. Dietro i due velocisti Oristano e Luvumbo. Dietro anche lui rispolvera un uomo d’esperienza, Edoardo Goldaniga, titolare pure solo alla prima a Torino. Nella difesa a quattro, in cui Scuffet viene confermato in porta, Nandez fa il terzino, come con l’Uruguay. Si gioca. Il calcio d’inizio è del Cagliari. Mancosu debutta spedendo il pallone fuori…. Inzaghi toglie la giacca immediatamente perché il clima è caldo. La Salernitana è sicuramente più viva, più aggressiva. La carica e la spinta del nuovo tecnico.

SECONDO TEMPO — Si riparte col Cagliari costretto a cambiare perché Nandez ha accusato un fastidio e Mancosu ha finito la benzina, visto che è la prima volta che gioca. Dentro Zappa e Viola. Tatticamente non cambia nulla. Inzaghi riparte con gli stessi 11 del primo tempo. Ma al 10’ cambia pure lui inserendo Stewart, che va a fare la punta centrale, per Cabral con Dia che gioca al suo posto. Fuori anche l’implapabile Kastanos e dentro Martegani. Ma è il Cagliari, che inserisce anche Jankto per Oristanio, a rendersi più pericoloso e a orchestrare meglio con i continui cambi gioco. Ma tra i tanti cambi, escono pure Candreva e “Lassana” ed entrano Tchaouna e Lebowski, quello che preoccupa è l’infortunio di Dossena che si arrende e cede il posto a Obert al centro della difesa rossoblù. E infatti il Cagliari, nonostante le perdite viene premiato perché al 34’ va in vantaggio: erroraccio di Martegani che perde ingenuamente palla, la conquista Jankto che serve coi tempi giusti Luvumbo, che stavolta non perdona. Ma la partita si accende in pochi minuti con Inzaghi che tenta il tutto per tutto e dopo aver provato il 4-3-3 passa al 3-4-3 con Ikwemesi al posto di Fazio. Ranieri inserisce Shomurodov per Luvumbo. E al 41’ i granata pareggiano con il solito Dia, tenuto in gioco da Obert. Lo serve proprio Ikwemesi. Sono i nuovi entrati ad accendere la sfida. Perché dopo 2’ il Cagliari mette nuovamente la testa avanti. E’ la testa di Viola pescato libero da Shomurodov. Ma non è finita: sono 5’ i minuti di recupero e al 2’ Chiffi deve andare al monitor per controllare un possibile fallo di mano di Viola in un contatto con Legowski. Rigore. Che farà discutere a lungo. Sul dischetto va Dia. Rete. Imprendibile per Scuffet. Nuovo pareggio. E al 52’ Ikwemesi ha addirittura la palla del 3-2. Con Chiffi che continua a far giocare. E fischia la fine soltanto dopo 11 minuti e 5 secondi di esagerato recupero.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 22 ottobre 2023 21:20
Lookman e poi Ederson affondano il Genoa: Atalanta al sesto posto

La rete del nigeriano viene annullata per tocco di mano, poi Marinelli al Var cambia idea.
Scalvini e Gudmundsson colpiscono il palo.
Miracolo finale di Carnesecchi su Puscas, poi Ederson raddoppia


Luca Taidelli


Un guizzo di Lookman a metà ripresa e il sigillo di Ederson in pieno recupero tengono l’Atalanta in zona Europa e condannano un Genoa generoso ma spuntato a una sconfitta che ci sta, anche per la pressione nerazzurra dopo un primo tempo molto meno intenso. A godersi la vittoria del maestro Gasperini sull’allievo Gilardino, in tribuna c’è anche Steve Pagliuca, azionista di maggioranza americano che battezza la quinta (Coppa compresa) sfida stagionale al Gewiss della Dea senza subire reti.


PRIMO TEMPO — Gasp punta sul tridente pesante con CDK e Lookman ai lati di Scamacca, ancora senza l’infortunio Retegui Gilardino a sorpresa affianca Ekuban a Gudmundsson, senza però rinuncare all’ex Malinovskyi. L’atteggiamento però resta molto prudente in quello che sarà un primo tempo molto bloccato con undici duelli individuali per frenare lo slancio della Dea, che pende molto (anche troppo) a sinistra sul binario Ruggeri-Lookman. Il nigeriano è il più attivo e cerca spesso Scamacca, braccato da Bani e sempre costretto a ricevere palla spalle alla porta. La fase difensiva del Grifone è attenta ed efficace anche grazie al sacrificio dell’ex Malinovskyi, che qui non avevano mai visto così operaio. Viene però a mancare la sua inventiva, con Ekuban che non riesce a dare profondità e Gudmundsson a svariare ma senza incidere. Squadre cortissime, si gioca in 30-40 metri e manca il guizzo che stappi il match, anche perché De Ketelaere soffre la garra di Vasquez e sembra tornato quello in versione Milan.

SECONDO TEMPO — Gasp non fa sconti e nell’intervallo sostituisce il belga con Miranchuk che inventa subito per il tacco di Scamacca, ma Leali si supera. E’ un’altra Atalanta, che subito dopo centra il palo con un colpo di testa di Scalvini. Il Genoa ora è meno ordinato nelle uscite, Lookman per due volte ha la palla giusta ma prima si fa rimontare da Dragusin e poi non la piazza abbastanza. La svolta al 23’ con Lookman che sul cross di Scamacca prima perde l’attimo, frenato da Bani, ma poi è rapidissimo a rialzarsi e segnare. Senza aiuto della mano, come credeva Marinelli, che prima annulla ma poi deve ricredersi. Curioso che appena prima del gol Gasp, arrabbiato per una palla persa dal nigeriano, avesse richiamato Muriel per prenderne il posto. Il cambio avviene subito dopo, insieme a quello Pasalic-Scamacca. La Dea gestisce, il Genoa oltre a una conclusione a fil di palo di Gudmundsson non riesce ad andare malgrado gli ingressi di Galdames, Puscas (murato da Carnesecchi in pieno recupero), e del 17enne Fini. All’ultimo respiro la chiude invece Ederson in contropiede.

Fonte: Gazzetta dello Sport
ilpoeta59
00domenica 22 ottobre 2023 22:30
Un pareggio Milan-Juve ci starebbe bene...ma anche la vittoria dei bianconeri. [SM=x4983510]
binariomorto
00domenica 22 ottobre 2023 23:50
Locatelli lancia la Juve.
Il gol dell'ex affonda un Milan in 10, Allegri a -2 dall'Inter

Ai bianconeri basta un destro deviato del centrocampista per strappare i tre punti.
Rossoneri con un uomo in meno per 50': espulso Thiaw per un fallo su Kean


Marco Pasotto


Meno spettacolare, ma altrettanto efficace. Manuel Locatelli, con un destro dalla distanza, combina al Milan ciò che aveva combinato alla Juve sette anni fa e consegna a Madama tre punti che somigliano tanto a lingotti d’oro: bianconeri terzi in classifica, a meno due dall’Inter e a meno uno da un Milan che si è visto centrifugare il match al minuto numero 40 del primo tempo con l’espulsione di Thiaw. Il messaggio della Juve alle milanesi, considerata l’importanza della partita e il valore dell’avversario di stasera, è assolutamente forte e chiaro: per lo scudetto aggiungete pure un posto a tavola, ci siamo anche noi. Era una partita in cui, in caso di sconfitta, entrambe avevano molto da perdere. Il Milan, oltre ad assistere alla vittoria di tutte le dirette concorrenti per l’Europa, ha smarrito la testa della classifica e pure un’abbondante razione di energie: andare mercoledì nella tana del Psg dopo aver giocato oltre un tempo in dieci non è il massimo della vita. La Juve invece vivrà un’altra settimana sgombra da altri impegni ed è facile immaginare che il botta e risposta sulla favorita per lo scudetto tra Pioli – compleanno amaro, il suo - e Allegri andrà ancora avanti.

LE SCELTE — Per Pioli tra squalifiche (Maignan, Hernandez), infortuni (Loftus-Cheek, Chukwueze, Sportiello) e rientri dagli infortuni (Kalulu, Krunic), non è stato facile arrivare a mettere insieme l’undici più indicato. Nessun problema davanti, con i titolarissimi – Pulisic, Giroud, Leao - e regia affidata nuovamente ad Adli, mentre dietro Florenzi ha virato a sinistra (dove ha dato forfait anche Bartesaghi) e in porta è andato Mirante: ultima da titolare due anni e mezzo fa, maggio del 2021). Non che Allegri abbia portato casse di champagne a Milano, vista l’assenza di Danilo e Alex Sandro (oltre al solito De Sciglio), ma quanto meno con il conforto di aver rimesso quanto meno fra i convocati Chiesa e Vlahovic. Il grande dubbio della vigilia in attacco si è quindi risolto così: accanto a Milik si è messo Kean (terza da titolare di fila), con i titolari della cattedra pronti all’uso. A sinistra Kostic preferito a Cambiaso, confermata la difesa a tre. Anche se sarebbe più corretto parlare di una linea a cinque, dal momento che la Juve si è comportata come da attese: nessuna sorpresa, nessuna pressione alta, ma paziente guardia al proprio fortino, con linee strettissime, in attesa di qualche varco invitante per ripartire. Osservato da sponda rossonera: scenario decisamente poco gradevole, considerata l’ormai annosa, scarsa efficacia del Diavolo nello scardinare gli avversari chiusi.

OSSIGENO — Juve guardinga, Milan con la palla fra i piedi, ma una palla che non sempre è girata alla velocità giusta e quindi sono state spesso letture abbastanza facili per i meccanismi difensivi bianconeri. A centrocampo le forze si sono più o meno equivalse: meglio Rabiot di Musah, meglio Reijnders di McKennie, con l’olandese incaricato di togliere ossigeno ai ragionamenti di Locatelli. La pressione il Milan l’ha concretizzata soprattutto sulla sua fascia sinistra con Leao, che ha piazzato tre-quattro sgasate indigeste per Gatti e per un Weah poco incisivo e cattivo. Emozioni nel primo tempo? Pochine. Ai punti meglio il Milan, sì, più efficace e fluido nella manovra rispetto a quella bianconera zavorrata da troppi errori gratuiti in uscita, però sul taccuino rossonero nei primi 45 è rimasto un solo appunto: Leao che serve Giroud in area e Giroud che si gira – specialità della casa – liberandosi di Rugani e conclude nell’angolino lontano: Szczesny si allunga e compie il miracolo. Cose super, entrambe.

COPERTA CORTA — Il match cambia completamente spartito al minuto numero 40: Thiaw, fin lì impeccabile, si fa abbindolare ingenuamente da un contromovimento di Kean lanciato verso Mirante e lo abbatte. Mariani gli mostra il rosso e il Milan si ritrova con un tempo abbondante in inferiorità numerica. Pioli toglie Pulisic, decisamente sconsolato per il cambio, e inserisce Kalulu ripristinando gli equilibri difensivi, anche se la coperta ovviamente diventa corta. Kean al tramonto del primo round devia fuori per questione di millimetri. La ripresa inizia con un Milan all’arrembaggio per spiegare alla Juve che non è match da vittime sacrificali. Prima del quarto d’ora Allegri inserisce Vlahovic e Cambiaso per Kean e Kostic, Pioli replica con Krunic per Adli e Jovic per Giroud. Ma è una Juve che a questo punto deve obbligatoriamente alzare il baricentro, cosa che avviene anche se il vantaggio bianconero è assistito in buona parte dalla dea bendata: destro di Locatelli dalla distanza – qualcosa che Manuel a San Siro ha già esibito con profitto -, coscia di Krunic che devia e mette fuori causa Mirante. A un quarto d’ora dalla fine Allegri butta dentro anche Chiesa, ma ormai la partita è indirizzata. La Juve controlla e cerca di pungere, Mirante si fa trovare pronto, il Milan resta rabbioso ma stanco e non trova il guizzo per rimediare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
Marco_M77
00lunedì 23 ottobre 2023 07:22
Re:
ilpoeta59, 22/10/2023 22:30:

Un pareggio Milan-Juve ci starebbe bene...ma anche la vittoria dei bianconeri. [SM=x4983510]



Comunque grazie per il pensiero!!!! [SM=x1583484]
binariomorto
00martedì 24 ottobre 2023 13:12
Udinese, la crisi continua: solo 1-1 in casa col Lecce

Friulani in vantaggio con un rigore di Thauvin nella ripresa.
Per D'Aversa decisivi i cambi: e nel finale pareggia Piccoli


Pierfrancesco Archetti


L’Udinese si illude, si sente vicina alla prima vittoria in questo campionato, ma viene raggiunta all’83’ dal Lecce. Dopo il vantaggio di Thauvin (al primo gol in A) su rigore a inizio ripresa, sono i cambi di D’Aversa a riportare in parità la sfida: cross di Sansone, zampata da due passi di Piccoli, entrambi in campo da cinque minuti. E’ l’1-1 che poi non cambia più.

AVVIO STENTATO — L’Udinese aveva segnato soltanto quattro gol (fra cui un’autorete) in otto giornate, Sottil prova a cambiare davanti mettendo Success insieme a Thauvin. Pereyra e Samardzic sono gli interni, dato che all’ultimo istante c’è la il forfait di Lovric. Thauvin è il più pericoloso, nel primo tempo ci prova sempre con tiri da fuori area perché i padroni di casa faticano ad avvicinarsi a Falcone. Il Lecce comanda di più la partita, si affida ai rientri sul destro di Strefezza: il capitano in un paio di occasioni fa sibilare la palla vicino al palo, mentre un contropiede di Almqvist viene fermato in extremis da Pereyra.

GOL E APPLAUSI — Troppo brutto il primo tempo per essere vero, quindi l’Udinese a inizio ripresa si scatena: il cambio tra l’impaurito Ferreira e il rapido Ebosele fa aprire una breccia a destra. Prima Success mette alto su invito di Thauvin, poi Ebosele crossa ancora per la punta che non segna sulla deviazione di Falcone (respinge Baschirotto sulla linea), ma Gendrey stende Pereyra sul rimbalzo ed è un giusto rigore segnato dal francese. Dopo lo svantaggio, il Lecce fatica ad essere autoritario come nel primo tempo. D’Aversa passa anche al 4-2-3-1, inserendo Banda, ma gli ospiti anziché insidiare Silvestri, si devono rifugiare nei falli (tre gialli nel finale) per evitare i contropiede. Però l’allenatore ospite può giocarsi ancora due carte, Sansone e Piccoli. E sono quelle che cambiano la partita.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00martedì 24 ottobre 2023 13:16
Fiorentina, che occasione sprecata:
Caputo e Gyasi firmano il colpo Empoli



La squadra di Andreazzoli aveva finora realizzato una sola rete in campionato,
subendone 16: stavolta con un gol per tempo ha meritato i tre punti


Simone Battaggia

Altro che aggancio alla zona Champions. La Fiorentina cade pesantemente nel derby con l’Empoli, uno 0-2 netto che affievolisce il gran momento della Viola e nello stesso tempo accende le speranze di salvezza del club di Fabrizio Corsi. Per gli azzurri un gol per tempo, di Caputo nei primi 45 minuti e del neoentrato Gyasi nella ripresa, e una prestazione di grande autorevolezza, con una difesa solida (enorme Luperto), tanto pressing e rapide imbucate per la velocità dei tre davanti, Cambiaghi (quanta qualità), Caputo e Cancellieri. Andreazzoli vince la partita a scacchi con Italiano, soffocando i play viola con l’enorme lavoro dei vari Marin. Grassi, Maleh, e trovando con le imbucate in profondità la concretezza a rete che finora era mancata.

PRIMO TEMPO — In attacco Italiano rinuncia a Ikoné e schiera Nico Gonzalez a destra e Brekalo a sinistra, mentre Andreazzoli tiene in panchina Baldanzi, che non ha ancora recuperato il trauma distorsivo alla caviglia destra patito martedì scorso a Bolzano con l’under 21: nell’Empoli c’è Caputo centravanti, con Cambiaghi a sinistra e Caputo a destra. Se i numeri finora dicono che quello dell’Empoli è il peggiore attacco della Serie A, il primo tempo non lo dimostra affatto. Gli azzurri sono ben messi in campo, pressano, mandano in confusione una Fiorentina che ha dal solo Nico Gonzalez gli spunti più interessanti, mentre Kayode sembra confuso, Arthur e Duncan incidono poco, il lavoro a sinistra di Brekalo non porta frutto e al centro dell’attacco Nzola si vede davvero poco. L’Empoli attacca i portatori di palla e dà aria al contropiede, con imbucate pericolose: all’11’ Cambiaghi si allunga troppo la palla e grazia Terracciano. Un minuto dopo l’occasione più nitida della Fiorentina, con Nico Gonzalez che colpisce di testa impegnando Berisha e quando ribatte a rete viene chiuso da Luperto. La Fiorentina ci prova ancora con Duncan da fuori, al 18’ Quarta tenta addirittura la rovesciata (alta), ma è l’Empoli a essere più pericoloso: dopo che al 15’ Cancellieri aveva tirato alto di fuori, al 21’ Walukiewicz serve in profondità per Grassi, che dalla destra dell’area crossa per Caputo, puntuale per il tap-in dell’1-0 empolese. La Fiorentina prova a reagire, ha il pallino della gara ma sbaglia molto, non è concreta e perde palle sanguinose, che l’Empoli trasforma immediatamente in palle buone per il velocissimo trio d’attacco. Al 30’ Caputo libera Cambiaghi, e sul tiro a incrociare Terracciano deve superarsi. Al 46’ il Franchi gela: Kayode perde l’ennesima palla, l’Empoli costruisce un ottimo cross di Cancellieri da sinistra, con Caputo sul primo palo che gira in rete. Lo 0-2 viene però cancellato dal Var. L’arbitro Dionisi non viene nemmeno chiamato a rivedere le immagini: si nota infatti che il centravanti dell’Empoli colpisce la palla con il braccio destro.

SECONDO TEMPO — Dopo l’intervallo Italiano schiera Sottil sulla sinistra al posto di Brekalo, mentre Andreazzoli conferma gli undici. L’Empoli dai difende con ordine, Maleh corre come un dannato per infastidire i portatori di palla viola, così bisogna aspettare il 15’ per una concreta occasione viola, con il tiro di Bonaventura respinto in angolo. Il numero 5 viola ci prova anche al 20’, ma è impreciso. L’Empoli dà la sensazione di aver speso molto, ma resta ben coperto e approfitta di ogni occasione per rifiatare. Andreazzoli fa entrare Fazzini e Destro per Marin e Caputo, anche loro sono chiamati a coprire: l’Empoli si difende con nove uomini, la Viola fa girare la palla ma non trova spazi, così entrano Beltran per Nzola e Mandragora per Duncan. Al 32’ il Franchi protesta, Beltran gira a rete trovando Luperto, si invoca il rigore ma si riparte dal corner. E al 36’ firma l’assist per lo 0-2: Cambiaghi recupera palla e lo serve con uno splendido tacco, cross dalla destra per Gyasi che irrompe nell’area piccola e fulmina Terracciano. La partita pian piano si spegne, si vede in campo anche Baldanzi (e pensare che gli ospiti dovevano pagare la sua assenza), la Viola preme ma l’Empoli non mostra cedimenti. Berisha nel finale nega con un gran volo il gol a Gonzalez e allo scadere Destro tira fuori di poco il gol dello 0-3.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00martedì 24 ottobre 2023 13:17
SERIE A 2023/2024 9ª Giornata (9ª di Andata)

21/10/2023
Verona - Napoli 1-3
Torino - Inter 0-3
Sassuolo - Lazio 0-2
22/10/2023
Roma - Monza 1-0
Bologna - Frosinone 2-1
Salernitana - Cagliari 2-2
Atalanta - Genoa 2-0
Milan - Juventus 0-1
23/10/2023
Udinese - Lecce 1-1
Fiorentina - Empoli 0-2

Classifica
1) Inter punti 22;
2) Milan punti 21;
3) Juventus punti 20;
5) Napoli e Fiorentina punti 17;
6) Atalanta punti 16;
7) Roma e Bologna punti 14;
9) Lazio e Lecce punti 13;
11) Monza e Frosinone punti 12;
13) Sassuolo punti 10;
14) Torino punti 9;
15) Genoa e Verona punti 8;
17) Empoli punti 7;
18) Udinese punti 6;
19) Salernitana punti 4;
20) Cagliari punti 3.

(gazzetta.it)
ilpoeta59
00martedì 24 ottobre 2023 14:21
IL CALENDARIO CLICCA QUI
Marco_M77
00martedì 24 ottobre 2023 14:27
@poeta

Domenica 29 ottobre c'è la sfida diretta Napoli - Milan, avete l'occasione per accorciare la distanza di 4 punti che ci separa ma la distanza potrebbe anche lievitare a 7 punti. [SM=x4983510]
ilpoeta59
00mercoledì 25 ottobre 2023 07:40
Re:
Marco_M77, 24/10/2023 14:27:

@poeta

Domenica 29 ottobre c'è la sfida diretta Napoli - Milan, avete l'occasione per accorciare la distanza di 4 punti che ci separa ma la distanza potrebbe anche lievitare a 7 punti. [SM=x4983510]



È meglio se la tua squadra si fa una passeggiata sulla Caracciolo, lo stadio Diego Armando Maradona è pericoloso! 🤣
binariomorto
00sabato 28 ottobre 2023 13:27
Ci pensa ancora Gudmundsson:
il Genoa respira e inguaia la Salernitana

Due pali in avvio per il Grifone con Badelj
e Retegui che non rientra nella ripresa.
Al 35' il guizzo vincente dell'islandese.
Traversa di Mazzocchi nel finale


Filippo Grimaldi


Dopo quasi un mese il Genoa ritrova la vittoria a spese di una Salernitana che si sveglia tardi e non trova la forza di recuperare dopo il gol decisivo di Gudmundsson nel primo tempo. La sfida fra i due eroi di Berlino 2006, Gilardino e Filippo Inzaghi, premia il rossoblù, com’era successo nel campionato scorso quando il più grande dei due fratelli Inzaghi era venuto al Ferraris con la Reggina. Il suo lavoro inizia a dare frutti, ma servirà tempo per ridare stabilità ed equilibrio a un gruppo che incassa la quarta sconfitta esterna di fila e in campionato non vince da undici turni. Per il Genoa un sorriso a metà, perché ha ritrovato Retegui, assente dal 1° ottobre, uscito però nell’intervallo per il riacutizzarsi dell’infortunio patito a Udine.

CHE PARTENZA — Un avvio di gara a ritmo altissimo per il Genoa, in campo con il 3-5-2, che in trentacinque secondi, fra il 2’ e il 3’ di gioco, va vicino al gol prima con un colpo di testa di Dragusin servito da Gudmundsson (decisivo il riflesso di Ochoa) e poi con un’altra zuccata di Badelj che finisce sul palo alla sinistra del numero uno ospite. Ritmi altissimi, Salernitana in affanno, rossoblù ancora vicini al vantaggio al 16’ con Retegui, la cui girata improvvisa di sinistro termina ancora una volta sul palo. Lì il Ferraris ammutolisce perché l’italo argentino crolla a terra dolorante ancora una volta al ginocchio sinistro. Retegui riesce a ripartire, ma non è al meglio, tanto che nell’intervallo deve lasciare il campo, sostituito da Ekuban. Tuttavia la squadra di Gilardino insiste nella sua azione perché la Salernitana fa pochino in verità dalla mediana in su. Dia si fa vedere al 34’, ma il suo diagonale è bloccato a terra da Martinez. Sulla ripartenza il Genoa va a segno, grazie all’islandese Gudmundsson che lascia sul posto Gyomber e batte Ochoa, sfruttando l’assist di Malinovskyi.

LA REAZIONE — Tutta un’altra storia nella ripresa, perché la squadra di Inzaghi, che mantiene il 3-4-2-1, piazza Sambia a coprire la fascia destra (fuori Bradaric) e Bohinen rinforzo per la mediana (fuori Candreva) e così ha più equilibrio. Gli ospiti approfittano pure di un Genoa che abbassa il baricentro e paga (anche) l’uscita di Retegui. Ekuban lavora per la squadra, ma la sua efficacia sul fronte offensivo è molto limitata e il gioco rossoblù ne risente. Gilardino toglie Malinovskyi e Badelj, e si affida a Kutlu e Strootman, con Frendrup che si accentra per guidare il gioco rossoblù. Inzaghi vara a una Salernitana tutta avanti, dentro anche Ikwuemesi, con Tchaouna chiamato a spingere sulla destra. La Salernitana crede nel pari, ma dalla trequarti in su le manca l’idea giusta e l’uomo capace di tradurla in rete. Mazzocchi al 40’ centra la traversa di testa, ma sul cross di Sambia dalla destra era in posizione irregolare. Il Genoa soffre, ma resiste, Inzaghi chiede ai suoi maggiore compattezza fra i reparti e, a Dia e Ikwuamesi, di stare vicini per sfruttare la loro fisicità, contro un avversario che nella ripresa ha dovuto soprattutto pensare a difendere il vantaggio. Poi il recupero-thrilling: prima Gudmundsson è troppo egoista in contropiede e perde l’occasione per il raddoppio, poi Dia al 47’ calcia incredibilmente fuori di sinistro all’interno dell’area piccola (era però in fuorigioco). Finisce così: il Genoa riparte, la Salernitana annaspa sempre più nella zona rossa della classifica.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 28 ottobre 2023 17:20
Il Bologna scappa con Zirkzee,
il Sassuolo lo riprende con Boloca:
il derby finisce 1-1



L'olandese porta avanti i rossoblù con una splendida giocata,
poi il centrocampista romeno fissa il risultato con il primo gol in Serie A della sua carriera


Matteo Dalla Vite

Il Bologna mantiene l'imbattibilità (sono 9 gare di fila), il Sassuolo recupera la partita con Boloca dopo un gol da applausi di Zirkzee che aveva anche realizzato l'1-2 nella ripresa, poi annullato per fuorigioco di Orsolini. La morale del derby emiliano – non esattamente avvincente – è tutta qua. Il Bologna ha lasciato giocare il Sassuolo che ha tenuto più palla e riempito l’area con situazioni più massicce: l'1-1 finale è corretto perché – a proprio modo – sia Sassuolo che Bologna hanno comunque provato a vincere.


QUADRO ZIRKZEE — Rispetto alle formazioni annunciate, Dionisi mette Thorstvedt al posto di Racic mantenendo il 3+1 offensivo con Berardi, Bajrami e Laurienté dietro a Pinamonti; Motta deve fare a meno di Beukema nel riscaldamento e inserisce Bonifazi con conferma del duo svizzero in mezzo al campo (Aebischer-Freuler) e Saelemaekers a sinistra nel consueto 4-2-3-1. Al 2' si fa subito vedere il Sassuolo: imbucata centrale e colpo di Bajrami fuori di poco. Ma il Bologna è una palla un gol: lancio da zona difensiva di Aebischer (alla faccia dell'azione manovrata, comunque sempre cercata), palla a Zirkzee che si beve Erlic e Consigli appoggiando in rete lo 0-1 da giocatore mortifero ed elegante. Un dipinto olio su tela, dopo quello di San Siro, che è il terzo gol stagionale per l'olandese. Pinamonti, 18', ci prova spostato a sinistra: Skorupski è posizionato male, tiro a girare fuori di poco. Il Bologna ha abbassato le pretese, il Sassuolo fatica a trovare lo specchio. La prima mezz'ora è proprio così: il Sassuolo ferito gioca e conclude 4 volte verso Skorupski e il Bologna fa molto meno, fatica a imbastire anche per le coperture ora puntuali dei neroverdi. Al 28' Berardi chiede un rigore per colpo di Calafiori ma il fallo è al contrario e Giua non aveva evidenziato l'inizio-dell'azione viziata da un fallo di mano di un neroverde in mezzo al campo. Il Sassuolo, al tramonto del Lato A, arriva al pari: Boloca sgancia un tiro dal limite dell'area spostato a sinistra, diagonale che Skorupski vede male, 1-1 meritato perché il primo tempo il pallone lo ha portato proprio la squadra di Dionisi.


GOL ANNULLATO — Nella ripresa, Motta cambia De Silvestri con Posch mentre Erlic cerca di rifarsi per la dormita sullo 0-1 e ad altezza dischetto colpisce leggermente troppo col pallone che finisce sulla rete oltre la traversa. Dionisi infila Racic per Thorstvedt, Ferguson arriva vicino al gol (primo acuto personale) e Berardi pure ma c'è Skorupski che neutralizza uno dei tiri a giri dell'azzurro partendo da destra. Fino al 30’ il secondo tempo è abbastanza noioso, a ritmi contenuti, pochi spunti elettrizzanti: al 35' il Bologna cerca di alzare il ritmo, Orsolini si vede respingere un tiro da Consigli che favorisce Zirkzee: temporaneo 1-2 che però il "Saot" (il fuorigioco semiautomatico) annulla per iniziale "offside" di Orsolini. Il Sassuolo si avvicina al vantaggio: colpo di Volpato deviato da Kristiansen, Skorupski la prende col piede sinistro. Si fa male El Azzouzi ed entra Moro nel Bologna, Dionisi infila Defrel per Pinamonti e Pedersen per Vina: Zirkzee batte una punizione sulla quale Consigli fatica, poi il Sassuolo chiude la gara in attacco con Ferrari che spreca una situazione d'area colpendo male e alto. Ci hanno provato. Non ci sono riuscite, a vincere.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 29 ottobre 2023 00:12
Buongiorno-gol!
Il Torino rialza la testa e sbanca Lecce



Al rientro dall'infortunio muscolare che lo aveva fermato un mese fa,
il difensore decide la sfida in casa dei pugliesi.
Per i granata 3 punti dopo la striscia no di 5 partite senza vittorie


Mario Pagliara

Ci pensa la bandiera Alessandro Buongiorno ad illuminare la notte salentina dei granata. Il Toro torna a segnare (dopo quattro gare), e a vincere (dopo cinque), firmando a Lecce quel balzo auspicato da Juric alla vigilia. Per il tecnico croato è successo liberatorio e una boccata di ossigeno che vale oro: il colpaccio in trasferta assume un valore specifico di peso in virtù del momento di difficoltà che la squadra di Juric stava attraversando e perché immette nello spogliatoio un’abbondante dose di fiducia. Il Lecce, invece, frena ancora: D’Aversa non vince da cinque giornate nelle quali ha subito tre sconfitte e raccolto solo due pareggi.

KRSTOVIC PERICOLOSO — Sulla carta la serata sembra apparecchiata per gli attaccanti: Pellegri-Sanabria in maglia granata, il tridente Banda, Krstovic, Almqvist in giallorosso. Juric si mette con un “finto” centrocampo a cinque, perché Ricci è il jolly che spesso (e volentieri) si alza sulla trequarti, mentre D’Aversa si incammina sulla strada tracciata finora del 4-3-3. In avvio il Lecce non pare sorpreso dai cambiamenti tattici del Toro: Ramadani fa buona guardia davanti alla difesa, la difesa non concede nulla mentre il giro palla dei granata non sale né di ritmo né di qualità (forse condizionati dal fatto che Gineitis e Linetty sono già ammoniti dopo venticinque minuti). Nel primo tempo gioco non brillante sui due fronti, si vive soprattutto di episodi. E tra l’11’ e il 40’ il Lecce riesce a rendersi pericoloso quattro volte, trovando sulla propria strada un attento Milinkovic: Banda conclude tra le braccia di Vanja (11’), ancora Banda scarica a botta sicura ma il portiere granata stavolta si supera coi piedi (30’). Due minuti dopo show di Krstovic nel cuore della difesa del Toro, ne salta almeno due netti, poi Milinkovic è bravo a chiudergli lo specchio. Al 40’ Almqvist si invola ma Vanja chiude ancora la porta.

BUONGIORNO TORO — La squadra di Juric ha il merito di restare con la testa sempre dentro la partita. Soffre quando è il momento di soffrire, tiene botta, ma è bloccato nella produzione del gioco dalla tensione che, inevitabilmente, genera il momento. Al 39’ Ricci conclude per la prima volta verso la porta di Falcone, la palla vola alta sulla traversa. Nel momento migliore del Lecce, arriva il lampo granata. Il Toro non segnava in campionato da quattro giornate consecutive, e a rompere l’astinenza ci pensa il leader morale di questo gruppo, il difensore Alessandro Buongiorno, al rientro un mese dopo l’infortunio. Minuto numero 41: Linetty lancia Ricci che svirgola nel cuore dell’area, indovinando però un assist involontario per Buongiorno. E’ lo 0-1 per i granata: terzo gol per Buongiorno in Serie A in carriera, tutti e tre fuori casa, il secondo di questo campionato.

STRATEGIE — In avvio di ripresa, D’Aversa inserisce Oudin e Strefezza per provare ad avere maggiore brillantezza senza cambiare l’assetto tattico. Ma adesso è il gioco del Toro a crescere in pulizia e qualità: poco prima del quarto d’ora, Sanabria sfiora di testa il raddoppio su invito di Lazaro (palla alta) e un minuto dopo un assolo di Pellegri muore tra le braccia di Falcone. Dentro nel Lecce anche Sansone e Piccoli e passaggio al 4-2-3-1 per il tentativo di rimonta, mentre Juric - scollinata l’ora - si gioca la carta Zapata. Via via il Lecce scompare dalla scena, ad eccezione di sporardici sussulti di orgoglio, mentre il Toro controlla il vantaggio senza grande patemi. E, dopo sette minuti di recupero e dopo l’espulsione di Juric, festeggia una vittoria liberatoria.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 29 ottobre 2023 00:17
Cambiaso sfonda il muro del Verona all'ultimo secondo:
la Juve vince, vola in testa e sogna



I bianconeri non sprecano l'occasione per sorpassare,
almeno per una notte, la capolista Inter


Filippo Cornacchia

All’ultimo secondo – e dopo due gol annullati a Moise Kean dalla Var – la Juventus si prende la testa della classifica per una notte grazie a un insospettabile. Vlahovic, Chiesa o Milik? No, il timbro sul primo posto virtuale della Signora, in attesa dei risultati di Milan e Inter di domani, lo mette Andrea Cambiaso in pieno recupero. Un gol pesantissimo, da bomber d’area. Bianconeri di nuovo al comando in Serie A, almeno per poche ore, come non succedeva da 1182 giorni e dallo scudetto di Maurizio Sarri.

DUE GOL ANNULLATI A KEAN — Allegri riparte da Vlahovic in coppia con Kean. E l’attaccante della Nazionale, in gol all’andata e al ritorno lo scorso anno contro il Verona, ripaga immediatamente la fiducia del tecnico. Il primo tempo e l’inizio del secondo si trasformano in una sorta di Moise contro tutti e di Djuric, il centro-boa del Verona, contro Gatti, Bremer e Rugani. Kean prova in tutti i modi a segnare alla sua ex squadra e prima del quarto d’ora ci riesce con una straordinaria percussione personale. Talmente bella, da essere poi annullata dalla Var per un fuorigioco millimetrico del numero 18. Un tacchetto, massimo due, cancellano la prodezza dell’azzurro, che però insiste e sfiora il vantaggio in almeno altre tre occasioni: colpo di testa, deviazione nell’area piccola e conclusione violenta. Porta stregata, come per Vlahovic (incornata alta da buona posizione). E il Verona? Prima incassa i colpi come un pugile nell’angolo cercando conforto e respiro nella fisicità di Djuric, poi reclama un rigore per un presunto tocco di petto-braccio di Weah (verificato dalla Var) e infine, sulla sirena del primo tempo, fa vivere un brivido al pubblico bianconero con un gran tiro di Bonazzoli respinto ancora meglio da Szczesny. A inizio ripresa stesso film: Kean tarantolato e di nuovo a segno (stavolta di testa), ma ancora una volta il gol è annullato dalla Var per un fallo a inizio azione dello stesso Moise su Faraoni. L’azzurro si innervosisce, si fa ammonire, e alla fine Allegri lo sostituisce con Chiesa. Kean rientra subito negli spogliatoi, deluso: “Perché? Perché?”.


LA ZAMPATA DI CAMBIASO — Chiesa si presenta con il piglio giusto e dà la scossa alla Juventus con una serie di tiri. Nel momento di massima pressione è sempre Fede a tentare l’azione personale e a reclamare un calcio di rigore per la spinta ricevuta in area da Folorunsho. Allegri le tenta tutte e nel finale aggiunge a Chiesa e Milik anche Yildiz e il giovane turco sfiora il gol della serata. Quando lo 0-0 e lo scherzetto del Verona sembrano cosa fatta, ecco la zampata di Cambiaso (tap in dopo il palo colpito di testa da Milik) che vale la testa della classifica almeno fino a domani e ai risultati delle milanesi.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 29 ottobre 2023 21:13
Incredibile Cagliari! Sotto 3-0 col Frosinone,
la ribalta al 96' col timbro di Pavoletti



La squadra di Di Francesco scappa con la doppietta di Soulé e Brescianini.
Poi l'impresa dei sardi: Oristanio e Makoumbou accorciano.
E nel finale Pavoletti pareggia e segna il gol vittoria.
Per Ranieri è la prima vittoria in campionato


Francesco Velluzzi

È la svolta di una stagione? Forse sì. Perché quello che è successo alla Unipol Domus ha dell’incredibile. Il Cagliari rimonta dallo 0-3 e trionfa 4-3 col Frosinone. Una battaglia vinta con il cuore, con l’anima, con Claudio Ranieri. Ma soprattutto con un eroe che è il simbolo di questa squadra: Leonardo Pavoletti, l’uomo della provvidenza, quello che a Bari questa squadra l’ha riportata in serie A e che stavolta l’ha tolta dai guai con la collaborazione di Gaetano Oristanio, colui che ha riaperto la partita con i recuperi, gli strappi e le accelerazioni. E il gol. Per il Cagliari è la prima vittoria in campionato. Gli errori difensivi l’avrebbero condannato, la sfortuna (rigore sbagliato e palo) pure, ma la la forza d’animo l’ha riportato a galla quando era sommerso.

MAI RILASSARSI — Il Frosinone ha buttato via la più incredibile delle vittorie rilassandosi nel secondo tempo dopo i tre gol di vantaggio. E stavolta gli errori li ha commessi uno in fila all’altro. Anche con Barrenechea che ha regalato un pallone che Makoumbou ha arpionato riducendo ancora la distanza. Ma il Cagliari (24 conclusioni contro 9) non si è arreso e ha riaperto il suo campionato. Il Frosinone invece oggi capisce che ci sarà da soffrire fino alla fine e che una ripresa del genere non si può concedere.


TATTICA— A Cagliari fa ancora caldo. Maniche corte per tutti. L’arena è praticamente esaurita. Ranieri conferma la formazione che ha fatto bene a Salerno con la sola eccezione di Jankto per Oristanio. Il modulo è di fatto un 4-3-3 con Mancosu alla nove, Jankto a destra e Luvumbo a sinistra. Di Francesco cambia invece tanto rispetto a Bologna e non solo per la squalifica di Mazzitelli sostituito da Brescianini. Il suo dogma del 4-3-3 è sconfessato da un 4-2-3-1 che permette al talento Soulè di spaziare ancora di più sulla corsia di destra. Di punta gioca Cuni che era stato titolare solo con la Roma. Dietro di lui, oltre a Soulé, Reinier al centro e Baez a sinistra. Ma tanto si gioca tutto su Soulé. Dietro ci sono Lirola a destra, con Monterisi e Romagnoli al centro e l’imprescindibile Marchizza a sinistra.

SI GIOCA — Si parte e Soulé impegna subito Scuffet che manda in angolo. Il Cagliari prova a correre pure lui ma deve stare sempre in guardia. Soprattutto sull’argentino. Al 21’ Mancosu viene servito dopo uno strepitoso recupero da Makoumbou, ma il tiro finisce fuori di poco. Al 23’, però, il Cagliari va sotto: erroraccio di Dossena (il secondo in fotocopia) che serve Soulé, rapido scambio con Reinier e Scuffet è infilato. I padroni di casa reagiscono. Subito. Punizione per un'entrataccia di Romagnoli su Mancosu. Va sulla barriera il tiro del trequarti di Cagliari, ma il pallone finisce in area. Testa di Goldaniga, respinge Turati, ma sul proseguimento dell’azione la palla va sul braccio di Soulé. Pairetto va al monitor ed è rigore. Calcia Mancosu: traversa. Jankto spedisce fuori la ribattuta di testa. Sembra non sia giornata, insomma, per i rossoblù. Che su una ripartenza dei ciociari subiscono il secondo gol. Soulé parte indisturbato al centro, si beve Dossena e colpisce al 37’. Le sfortune non sono finite. Mancosu, imbeccato da Luvumbo, colpisce anche il palo. E al 42’ Nandez, forse il migliore, in uno scontro di generosità con Scuffet si stira e deve uscire.

SECONDO TEMPO — Ranieri non ha scelte: deve aumentare il potenziale offensivo. Fuori Deiola e dentro Pavoletti con passaggio al 4-2-3-1. Ma neppure il tempo di riprendere e il Frosinone chiude sostanzialmente la partita. Dopo 4’. Tacco di Lirola per Brescianini. Chi ha davanti? Dossena. Lo punta e con un tiro non irresistibile, ma molto angolato batte ancora Scuffet. E sono tre. Forse esagerato, ma il Cagliari paga le incredibili leggerezze difensive. Ora il Frosinone deve solo tenere e addormentare la gara. Dopo 11’ DiFra dà respiro a Baez e Cuni inserendo Garritano e Cheddira. E al 18’ Ranieri esaurisce tutti i suoi cambi: Viola per Mancosu, Oristanio per Luvumbo e Azzi per Jankto. L’idea è di inserire forze fresche per provare a recuperare. Il Frosinone, invece, prova a perdere tempo con un giocatore che finisce per terra dolorante ogni cinque minuti. I cambi a qualcosa servono perché Oristanio si danna l’anima, recupera palloni e al 27’ scambia con Pavoletti e segna il suo primo gol in A. DiFra cambia ancora: Oyono e Bourabia per Reinier e Lirola, ma dopo 4’ il Cagliari la riapre: Barrenechea è blando nel passaggio a Brescianini che si fa anticipare da Makoumbou che infila Turati: 2-3. Non è finita palla lunga su Pavoletti che va allo scontro con Turati e Monterisi. Pairetto fischia rigore, ma, richiamato dal Var al monitor, lo annulla.


CHE FINALE — E no che non è finita. Perché le troppe perdite di tempo portano il Frosinone ai 7’ di recupero. E al 4’ di recupero Viola mette dentro un’altra palla sulla quale Romagnoli sbaglia il tempo e Pavoletti lo punisce con la sua specialità il colpo i testa: 3-3. È finita? Nemmeno per idea. Perché l’anima di questa squadra è il suo capitano, Leonardo Pavoletti che al 6’ di recupero firma la vittoria. Altra dormita della difesa del Frosinone sulla spizzata di Dossena in area e Pavoletti indisturbato in area segna stavolta di piede. Il recupero diventa ovviamente più ampio e i ciociari si buttano all’assalto: guadagnano l’ennesimo calcio d’angolo e stavolta è ancora Pavoletti che respinge sul colpo di testa di Okoli. Oristanio si invola per il 5-3 ma anziché tirare appoggia sull’esterno a un compagno. Ma stavolta è finita davvero.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 29 ottobre 2023 21:18
Il Monza segna e si spegne.
Lucca entra, fa gol e regala un punto all'Udinese di Cioffi

I bianconeri friulani, ancora a secco di vittorie,
rimontano lo svantaggio (a firma Colpani)
e portano a casa un pareggio nel giorno dell'esordio del nuovo tecnico


Matteo Brega


Gabriele Cioffi inizia con un pareggio in casa del Monza. Finisce 1-1 allo U-Power Stadium: al gol di Colpani risponde Lucca. I friulani agganciano l’Empoli, che giocherà domani, al terzultimo posto e restano comunque senza vittorie in campionato. Raffaele Palladino si deve accontentare di un punto che lo posiziona sullo stesso gradino di Lecce e Lazio (anche i biancocelesti in campo domani) ai margini della zona Europa.

ANCORA COLPANI - Tutto secondo le previsioni in casa Monza: privo di Izzo e D’Ambrosio in difesa, Palladino sceglie Andrea Carboni a completare il terzetto difensivo mentre davanti è Vignato a fare il trequartista insieme con Colpani. Cioffi, all’esordio, punta su Success in avanti a sorpresa al cui fianco c’è Pereyra. Il primo quarto d’ora vola via sereno, con una fase di studio prolungata. Scalda l’atmosfera un destro di Vignato al 13’, solo centrale, dopo uno stop morbidissimo. La risposta dell’Udinese arriva al 23’: punizione di Samardzic, il suo sinistro trova la testa di Bijol che gira alto sopra la traversa. Un minuto dopo stessa trama, solo che questa volta l’arcobaleno di Samardzic chiude l’arco nell’area piccola e Di Gregorio in tuffo sposta fuori il pallone. Il Monza passa al 27’: Andrea Carboni lancia Kyriakopoulos sulla fascia, il greco crossa di prima e trova Colpani con perfetta sincronia. Quinto gol in campionato (sui 9 complessivi) per il trequartista bresciano che potrebbe essere convocato da Luciano Spalletti a novembre.

IL PARI ALL’IMPROVVISO - La ripresa inizia con una grande occasione per l’Udinese. Al 6’ arriva un pallone sui piedi Zemura dentro l’area, Di Gregorio si butta sul pallone e riesce nell’impresa di respingere la conclusione. Cioffi dopo 10’ inserisce Ferreira e Lucca per Ebosele e Samardzic. Al 15’ tocca a Palladino: dentro Bondo e Mota Carvalho per Pablo Marì e Vignato. L’esperimento è Gagliardini prima difensore centrale e poi marcatore di destra nel terzetto. Tra i friulani entrano anche Lovric al posto di Payero e Camara al posto di Zemura. Al 21’ l’Udinese pareggia con Lucca all’improvviso. Da una rimessa laterale apparentemente innocua, la palla arriva fin sul secondo palo dove il centravanti è il più rapido a girare in porta. Rapido consulto con il Var e gol convalidato. Al 34’ dentro Maric per Colombo e Birindelli per Colpani. Birindelli a destra spinge più su, a fare il trequartista, Ciurria. Ed è proprio il numero 84 del Monza al 38’ a girare di sinistro verso Silvestri: gran tiro e grande risposta di Silvestri. L’ultimo cambio del Monza è Valentin Carboni, dentro al posto di Ciurria. Al 45’ è Valentin Carboni e chiamare Silvestri a un’altra parata determinante. Finisce così, con un punto a testa e tanti rimpianti in casa Monza.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 29 ottobre 2023 21:24
L'Inter paralizza la Roma:
Thuram-gol e Inzaghi torna primo.
Lukaku fantasma

I nerazzurri schiacciano i giallorossi che pensano solo a difendersi,
il francese decide a 10' dalla fine.
Mou paga la tattica rinunciataria


Andrea Ramazzotti


L'Inter batte anche la Roma, centra la terza vittoria in una settimana dopo la sosta per le nazionali e si riprende il primo posto solitario in classifica che la Juventus le aveva portato via ieri sera. Nel pomeriggio della grande contestazione all'ex Lukaku, fischiato dal primo all'ultimo minuto, il popolo nerazzurro esulta grazie al suo erede, Marcus Thuram che timbra il gol decisivo (il quinto nel 2023-24) sull'assist del solito Dimarco. San Siro ribolle di gioia per un'affermazione meritata: la Roma tira in porta una sola volta con Cristante nella ripresa e per il resto pensa solo a difendersi, con il belga annullato da Acerbi. Gli uomini di Inzaghi invece centrano anche due legni con Calhanoglu e Carlos Augusto e legittimano un inizio di stagione super con 10 affermazioni nelle prime 13 gare ufficiali (8 su 10 in A). Un passo da scudetto anche se la concorrenza non molla.

L'INTER NON SFONDA — Inzaghi va con i titolarissimi e, rispetto alla gara contro il Salisburgo di martedì, rimette nella formazione iniziale Acerbi, Barella, Dimarco e Thuram (in tribuna c'è il padre Lilian). Mourinho, che si vede la sfida dalla tribuna stampa, ha fuori sette elementi tra i quali Dybala, Pellegrini e Smalling, ma in attacco c'è Lukaku, ex fischiatissimo, accanto ad El Shaarawy. L'Inter parte forte, prova a schiacciare la Roma e dopo 6' una sassata di Calhanoglu dal limite si stampa sulla traversa, a Rui Patricio battuto. I padroni di casa tengono più la palla, la fanno girare e poi cercano lo scatto in profondità di Thuram che con un paio di sgasate crea pericoli. Anche Dumfries a destra incide: prima del quarto d'ora salta Zalewski e pennella per l'attaccante francese che si vede negare il gol da un riflesso di Rui Patricio con il piede. La Roma è in difficoltà soprattutto sul lato dove affonda l'olandese, ha Lukaku poco incisivo perché francobollato da Acerbi e si salva anche sul sinistro di Dimarco, di poco a lato. Inzaghi ordina spesso i cambi di gioco per allargare le maglie della difesa giallorossa, mentre in fase di non possesso non pressa sempre: a volte preferisce che gli avversari si alzino e lascino un po' di metri alle loro spalle per "colpirli" con una ripartenza. In attacco, però, la formazione di Mou è poca cosa: al 45' i giallorossi hanno zero tiri tentati (non accadeva dal 2004-05), i nerazzurri sono a quota 12 ma solo uno è nello specchio difeso dal numero uno portoghese.

IL TIMBRO DI MARCUS — La ripresa inizia con Darmian al posto dell'ammonito Pavard e con un colpo di testa di Thuram di poco sul fondo. L'atteggiamento tattico delle due formazioni è sempre lo stesso: l'Inter continua a tenere il pallone (65% all'intervallo), la Roma copre i varchi e, anche se Lukaku è poco servito, accenna il contrattacco. Mourinho vede ammoniti nei primi cinque minuti della seconda frazione sia Ndicka sia Paredes (era diffidato), ma non si scompone. Perché la sua squadra concede qualcosa senza però sbandare. La Roma si fa vedere per la prima volta dalle parti di Sommer con una punizione di Paredes ribattuta dalla barriera, ma il vero pericolo lo svizzero lo corre con un colpo di testa di Cristante che costringe l'ex Bayern a un bell'intervento. L'Inter risponde con un tiro da fuori di Mkhitaryan, deviato in angolo. I nerazzurri non hanno più il ritmo del primo round e la Roma si difende senza soffrire come nel quarto d'ora iniziale. Inzaghi capisce che deve cambiare qualcosa e lo fa ancora una volta con un'intuizione giusta ovvero inserendo Asllani e Frattesi per Calhanoglu e Mkhitaryan. Mourinho risponde con Celik al posto di Zalewski. L'Inter, che aveva cercato a lungo di sfondare a destra con Dumfries, va più spesso a sinistra da Dimarco e l'esterno mancino sforna prima un cross pericoloso (non concretizzato da Dumfries) e poi, su apertura panoramica di Asllani, serve a Thuram l'assist dell'1-0. San Siro esplode e il figlio di Lilian si abbraccia con Lautaro sotto la Curva Nord. Lukaku invece è impietrito a centrocampo. Mourinho getta nella mischia Aouar per El Shaarawy e Belotti per Bove; Inzaghi "spende" Carlos Augusto per Dimarco e De Vrij per Dumfries. Ora l'Inter si ritrae per gli ultimi 5 minuti più recupero di forcing romanista, con Azmoun al posto di Paredes. Carlos Augusto con un grande numero centra in pieno la traversa, ma senza il raddoppio San Siro deve trattenere il fiato fino alla fine, quando Cristante ci prova da fuori senza trovare lo specchio (93'). Poi inizia la festa dell'Inter, di nuovo capolista solitaria.

Fonte: Gazzetta dello Sport
Marco_M77
00lunedì 30 ottobre 2023 07:20
Napoli - Milan 2 - 2.....e vi è andata pure bene!!!!! [SM=x611830]
ilpoeta59
00lunedì 30 ottobre 2023 07:23
Re:
Marco_M77, 30/10/2023 07:20:

Napoli - Milan 2 - 2.....e vi è andata pure bene!!!!! [SM=x611830]



Adesso il vero problema è l'Inter!
Marco_M77
00lunedì 30 ottobre 2023 09:51
Re: Re:
ilpoeta59, 30/10/2023 07:23:



Adesso il vero problema è l'Inter!



Non penso che gli interisti mangeranno il panettone da primi in classifica!!!!
Pamela©
00lunedì 30 ottobre 2023 09:58
Re: Re: Re:
Marco_M77, 30/10/2023 09:51:



Non penso che gli interisti mangeranno il panettone da primi in classifica!!!!




Da qui a Natale l'Inter deve affrontare le grandi tipo l'Atalanta, la Juve e il Napoli ma non sottovalutiamo Lazio, Lecce, Frosinone...persino l'Udinese che già lotta per la salvezza potrebbe riservagli qualche brutta sorpresa!!!!
binariomorto
00lunedì 30 ottobre 2023 13:29
Napoli-Milan, 2-2 show:
la doppietta di Giroud illude Pioli,
Politano e Raspadori salvano Garcia

Pareggio denso di emozioni, con i rossoneri avanti di due reti
ma raggiunti dagli azzurri grazie a un secondo tempo gagliardo.
Nel finale rosso a Natan e colpo del clamoroso 3-2 sciupato da Kvara


Alessandra Gozzini


Il pareggio poteva essere un buon risultato per entrambe: per chi fosse uscito sconfitto si sarebbe aperta la crisi. Così però fa certamente più felice il Napoli: Garcia sotto di due gol a fine primo tempo osa con i cambi e fa pari in rimonta. Pioli avanti grazie alla doppietta di Giroud si fa riprendere e abbassa di molto il ritmo nella ripresa. Nessuno dei due allenatori si rilancia, ma nessuno dei due precipita.

SUPER GIROUD — Dopo 31’ minuti Giroud ha già sistemato una doppietta alle spalle di Meret: due gol di testa, colpevole la difesa azzurra (Rrahmani su tutti). Olivier alza le mani al cielo dopo il primo gol (su cross di Pulisic) e si lancia a terra dopo il secondo (perfetto suggerimento di Calabria): la rete ritrovata è una liberazione, dopo due mesi di tentativi a vuoto. Che il Milan fosse diverso dalla versione di Parigi si era intuito subito, fin dai primissimi minuti: Giroud dopo 2’ è il primo a concludere. Per la prima vera chance Napoli si deve quasi arrivare alla mezzora: sull’invito basso di Kvaratskhelia, Politano sbaglia a un passo dalla porta. Reijnders poco prima dell’intervallo alza sopra la traversa il possibile 0-3 rossonero, sul tiro di Musah è invece attento Meret.

RIMONTA — A inizio ripresa cambiano sia Pioli che Garcia. Per l’allenatore rossonero non è la prima sostituzione. Dopo venti minuti del primo tempo aveva perso Kalulu per infortunio. Kjaer non era nemmeno partito per Napoli: affaticamento muscolare dell’ultima ora. In campo va così Pellegrino, al debutto da titolare (e uscito prima della fine). Dopo 45’ resta nello spogliatoio Pulisic: contrattura. Garcia ne cambia tre in un colpo solo: subito Simeone, Olivera e Ostigard. Il nuovo Napoli riapre la partita con Politano dopo 5’: azione insistita e gol di potenza e precisione. L’esordiente Pellegrino lo lascia andare. La rimonta si concretizza dopo pochi minuti: punizione di Raspadori dal limite dell’area (fallo e giallo per Romero), che la fa girare alla sinistra della barriera. Difficile per Maignan vederla partire. Del pareggio azzurro è “complice” anche Theo: liscia sotto porta a conclusione di un’azione manovrata. Un errore che è lo specchio della sua partita e, finora, di gran parte della stagione. Va di poco meglio a Leao, che spreca tanto prima di inquadrare lo specchio e trovare la risposta di Meret. Rafa esce sul 2 a 2, così come Giroud (arrabbiati entrambi): Pioli toglie gli attaccanti titolari per provarci con Okafor e Jovic. Che, come spesso accaduto nelle altre occasioni (un paio di eccezioni per Okafor), producono poco. Una buona sponda di Jovic su cui Calabria tenta di inserirsi senza trovare la porta. L’ultimo assalto è rossonero anche grazie alla superiorità numerica: rosso a Natan a un minuto dalla fine. A nessuno dei due riesce più il guizzo vincente (Kvara ci va vicino nel recupero). La notte del Maradona si chiude in pareggio.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00lunedì 30 ottobre 2023 23:55
Scamacca show a Empoli:
due gol e un assist, l'Atalanta scavalca il Napoli



Per l'attaccante anche un palo, una traversa e una rete annullata:
toscani travolti e quarto posto per i bergamaschi


Andrea Elefante

Uno Scamacca devastante, proprio sotto gli occhi del c.t. Spalletti, presente in tribuna, mette la firma più chiara su un monologo assoluto dell’Atalanta, che anche grazie alla vittoria della Lazio sulla Fiorentina decolla fino al quarto posto. Per il centravanti contro l'Empoli due gol, un assist, due legni colpiti e e molto altro: irrefrenabile. Intorno a lui, una squadra che ha giocato a memoria, solidissima anche dietro, per smascherare i limiti di un attacco fermo a tre gol segnati (due nella vittoria del derby) in dieci gare. Troppo pochi per pensare di salvarsi senza brividi. E questo, per la squadra di Andreazzoli, è un grosso passo indietro rispetto all’ultima partita, che può pesare anche dal punto di vista psicologico. L’Atalanta, invece, vola verso la sfida all’Inter di sabato con una botta di fiducia non da poco. E una certezza: con uno Scamacca così, non deve porsi limiti.

LE SCELTE — Andreazzoli non cambia e dà fiducia ai protagonisti della vittoria di Firenze: complice l’indisponibilità di Baldanzi, replica anche il tridente offensivo con Cancellieri e l’ex Cambiaghi ad “accompagnare” Caputo. In casa Atalanta, dando per logici i rilanci dal 1’ di Scalvini e Scamacca, che a Graz avevano iniziato in panchina, Gasperini doveva sciogliere in pratica un solo dubbio, quello del secondo attaccante, al fianco del centravanti della Nazionale: confermato Lookman, preferito a De Ketelaere e Muriel, con Koopmeiners trequartista. Al posto di Zappacosta, influenzato, c’è Hateboer che torna dal 1’ dopo più di nove mesi.

PRIMO TEMPO — Testimoniato dal 60 % abbondante di possesso palla alla fine dei primi 45’ c’è un dominio assoluto dell’Atalanta, che schiaccia l’Empoli sotto tutti i punti di vista e potrebbe chiudere la frazione con più di due gol di vantaggio: strapotere fisico, qualità, dialoghi meccanizzati alla perfezione, lucidità nell’alternanza fra giro palla e affondi. Come dimostra il suo score c’è l’impatto sulla partita di Gianluca Scamacca, che promette - quando troverà anche continuità nell’aggredire i momenti della partita - di diventare ancora più devastante: il gol che apre il match, dopo 5’ su un passaggio in profondità di Lookman che diventa assist perché il centravanti inventa un colpo di tacco da paura per beffare Berisha; un palo dopo 17’, con un tiro mirato all’angolo più lontano; un gol di testa annullato per fuorigioco di Koopmeiners nella partenza dell’azione; il 2-0 sfiorato (colpo di testa su cross di Hateboer, parato da Berisha) e poi ispirato, con il passaggio vincente per la rasoiata di Koopmeiners, al minuto 29. Già 5’ prima l’Atalanta aveva sfiorato il raddoppio con Ruggeri, legittimando una superiorità totale, che l’Empoli riesce a spezzare appena una volta, con un’incursione di Cambiaghi interrotta da Ruggeri: Massimi, fra le proteste empolesi, non vede gli estremi per il rigore e la sala Var conferma la sua decisione.

SECONDO TEMPO — All’Atalanta manca solo il terzo gol per permettersi poi di gestire il gap con l’Empoli, che sembra partire con più convinzione, ma viene frustrato presto. Perché quel terzo gol arriva dopo 6’, e la firma è sempre quella: Scamacca sfrutta un recupero di De Roon su rinvio sballato di Maleh e scarica un gran destro che sorprende Berisha sul suo palo. Prima di uscire, il centravanti fa in tempo a sfiorare la tripletta con un gran tiro dalla distanza che si spegne sulla traversa, dopo aver già fallito il gol con la chance più facile, un pallone vagante in area, mirato altissimo con il sinistro. E l’Empoli? Nonostante le sostituzioni di Andreazzoli cambia poco: un po’ di vivacità in più data da Maldini e soprattutto Fazzini, ma è troppo sicura la gestione dei nerazzurri, tenuti vivi anche dalla gestione delle energie di Gasperini. L’unica occasione per l’Empoli è con una volata sulla destra di Cambiaghi, che però mira il corpo di Musso che respinge di petto. Il simbolo della solidità difensiva dell’Atalanta, che non rischia praticamente più di compromettere il settimo clean sheet su dieci gare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00lunedì 30 ottobre 2023 23:59
All'ultimo respiro:
il rigore di Immobile al 95' piega la Fiorentina.
La Lazio sorpassa la Roma



Più Viola nel primo tempo, con Beltran (rete annullata e palo),
meglio i biancocelesti nella ripresa, con le palle gol per Anderson e Luis Alberto.
Nel recupero mani di Milenkovic e Ciro decide il match dal dischetto


Nicola Berardino

Arriva al quinto minuto di recupero la vittoria della Lazio sulla Fiorentina. Su rigore ci pensa Ciro Immobile a firmare la terza vittoria di fila della squadra di Sarri in campionato. Per il capitano, subentrato al 32’ della ripresa a Castellanos, non ci poteva esser ritorno al gol più felice: non segnava dal 23 settembre, al Monza. Tre punti importantissimi per la Lazio che si porta a una lunghezza dalla stessa Fiorentina, appena tre gradini sotto il quarto posto dell’Atalanta. Impreca la squadra viola, al secondo stop consecutivo: punita all’ultimo giro dopo una gara che in più occasioni l’aveva portata anche vicina al gol.

IN EQUILIBRIO — Cambiano quattro ruoli nella Lazio rispetto all’undici schierato dal via contro il Feyenoord. In difesa al posto dell’infortunato Casale torna Patric e sulla corsia destra si rivede Lazzari. In mediana, tocca a Guendouzi. Al centro dell’attacco parte Castellanos: Immobile in panchina. Anche la Fiorentina ritoccata in ogni reparto rispetto alla formazione opposta al Cukaricki giovedì. Dopo il ko di Kayode va Parisi a fare il terzino destro mentre sull‘altra fascia c’è il recuperato Biraghi. In mediana e nella trequarti riecco Arthur, Duncan, Gonzalez e Bonaventura, rimasti ai box in Conference. Prima chance per la Lazio. Gonzalez perde palla in copertura, Guendouzi si avventa e smista un traversone radente che però non viene agganciato da Castellanos. Che al 12’ serve Luis Alberto nell’area piccola: la botta del Mago si infrange sull’esterno della rete. Un minuto dopo la Fiorentina va a segno con Beltran ma il gol viene annullato dopo un controllo Var da parte di Marcenaro perché l’argentino ha toccato il pallone col braccio. Al 17’ il centravanti viola di nuovo alla ribalta: con un colpo di testa timbra il palo. La Lazio aumenta il possesso palla. Felipe Anderson si invola sulla destra ma il cross è infruttuoso. Sul fondo un tentativo di Zaccagni. Castellanos innesca Luis Alberto, bloccato all’ultimo da Biraghi. Insidia per la Lazio al 38’: Provedel anticipa Gonzalez lanciato da Ikone. Prima dell’intervallo Fiorentina protesa all’attacco: i biancocelesti controllano.

IL TIMBRO DI CIRO — Italiano riparte nel secondo tempo con Mandragora che rileva Duncan. Sarri fa scaldare Cataldi e Kamada. Provedel di guardia su un tiro di Parisi. Alta una girata di Castellanos. Al 58’ prodezza di Terraciano su tiro ravvicinato di Felipe Anderson. Ammonito Sarri per proteste. Nella Fiorentina entrano Nzola e Barak per Beltran e Bonaventura. Sarri avvicenda Rovella con Cataldi. Gonzalez da posizione propizia angola troppo la conclusione. Nuovamente Terracciano in vetrina: salva su Luis Alberto. Lazio più aggressiva. Al 67' Vecino e Kamada rilevano Guendouzi e Luis Alberto: centrocampo biancoceleste integralmente ribaltato dalla panchina. Applausi dell’Olimpico per Immobile che comincia la fase di riscaldamento. Sull’Olimpico, intanto, si scatena un acquazzone. Doppia chance per Felipe Anderson: ribattuta da Milenkovic e poi alto. Maxime Lopez sostituisce Arthur- Al 77’ Sarri inserisce Immobile e Zaccagni per Castellanos e Zaccagni mirando alla svolta in attacco. Ranieri dà il cambio a Biraghi per rinsaldare la difesa. Ma la formazione avanza il baricentro del gioco. Ripartenza della Lazio: fiondata dell’ex Vecino a lato. Provedel para su Nzola. Gara a tutto campo e a ritmo sostenuto. Sinistro di Barak sul fondo. Provedel è pronto su un diagonale di Maxime Lopez. Quattro minuti di recupero. A 20 secondi dal termine Milenkovic intercetta col braccio una capocciata di Vecino. Marcenaro non ha dubbi e assegna il rigore, confermato pure dal Var. Dal dischetto Immobile infila Terracciano e sigla la vittoria della Lazio nell’apoteosi dell’Olimpico.

Fonte: Gazzetta dello Sport
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 22:37.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com