Campionato di calcio Serie A stagione 2023/2024 di Award & Oscar FFZ

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ilpoeta59
00mercoledì 15 novembre 2023 06:59
Sono molto affezionato a Mazzarri, forse perché mi ricorda i miei ultimi anni a Napoli. 💙

Gino Daniele 3.0
00giovedì 16 novembre 2023 17:38
binariomorto
00sabato 25 novembre 2023 18:18
Salernitana, rimonta e prima gioia con Kastanos e Candreva.
Alla Lazio non basta Immobile

Nel primo tempo il rigore del centravanti biancoceleste,
poi i padroni di casa due volte a segno nella ripresa.
Zaccagni infortunato


Stefano Cieri


La Salernitana rompe il ghiaccio. La formazione di Pippo Inzaghi conquista la sua prima vittoria in campionato e, forse, da qui inizia una nuova stagione. Vittoria meritata, ottenuta in rimonta, col cuore, ma anche con un atteggiamento tattico convincente. Ennesimo tonfo invece per la Lazio, il sesto di questo torneo. Sconfitta pesante e inspiegabile. È stata senza dubbio la peggiore Lazio della stagione, probabilmente la più brutta dell’intera gestione Sarri. Le assenze di Luis Alberto e Romagnoli, per quanto importanti, non la giustificano minimamente.


SBLOCCA IMMOBILE — La partita comincia al piccolo trotto, le squadre si studiano, la Lazio fa un possesso palla sterile che non trova sbocchi sia per i ritmi troppo lenti sia per l’atteggiamento tattico della Salernitana, molto guardingo. Inzaghi schiera i suoi con un 3-4-2-1 molto bloccato, con i due esterni di centrocampo, Mazzocchi e Bradaric, che si abbassano spesso sulla linea dei tre difensori (Daniliuc-Gyomber-Pirola). A centrocampo si forma così una specie di quadrato con Coulibaly e Bohinen più bassi e Kastanos e Candreva più alti, dietro l’unica punta Ikwuemesi. Sarri risponde con il consueto 4-3-3, in cui spiccano le assenze di Luis Alberto a centrocampo (lo sostituisce Kamada) e Romagnoli in difesa (c’è Gila, che torna a giocare in campionato dopo un anno). Per il resto è la solita Lazio, compreso Zaccagni che viene recuperato in extremis. La fase di studio dura una ventina di minuti, poi a uscire dal guscio non è la Lazio come sarebbe lecito aspettarsi, ma la formazione di casa. Che, vista la scarsa intensità dei biancocelesti, si fa vedere nella metà campo avversaria con apprezzabile coraggio. E produce anche due palle-gol importanti tra il 22’ e il 24’. Prima è Candreva con un insidioso tiro-cross a costringere Provedel ad una respinta non facile. Quindi è Bohinen a colpire la parte alta della traversa con una conclusione da fuori. La fiammata improvvisa della Salernitana serve però a svegliare la Lazio. Che da quel momento abbandona il proposito di dominare attraverso il fraseggio stretto, ma cerca la porta in maniera più verticale. Arrivano così le palle-gol di Anderson (si immola Gyomber per salvare) e Marusic (tiro-cross che danza sulla linea di porta). Il gol che sblocca la partita arriva al 43’ e lo realizza Immobile dal dischetto. Il rigore viene concesso da Prontera dopo che il var Pairetto lo invita a rivedere l’azione. L’arbitro non era infatti intervenuto sulla trattenuta di Gyomber ai danni di Immobile. Dopo averla guardata al monitor concede però il rigore che il capitano della Lazio trasforma.


RIBALTONE — La ripresa comincia con la sostituzione di Gyomber con Lovato. Mossa precauzionale quella di Inzaghi. Poco prima dell’intervallo Gyomber (ammonito in occasione dell’azione del rigore, rischia il secondo giallo per un’entrataccia su Marusic (che Prontera non sanziona con l’ammonizione). La Salernitana, andata all’intervallo col morale sotto i tacchi per il gol subito, scende in campo con tutt’altro spirito. La Lazio, invece, commette l’errore di ritenere la pratica già chiusa col gol di Immobile e resta vittima di quei black out che spesso la bloccano. Succede così che la squadra di casa prende il comando delle operazioni e non lo molla fino alla fine. Il gol del pareggio arriva al 10’ grazie ad una bella iniziativa di Mazzocchi sulla destra. Sul suo cross c’è il colpo di testa ravvicinato di Candreva che Provedel respinge in qualche modo, la palla finisce sui piedi di Kastanos che realizza l’1-1. La formazione campana insiste e potrebbe effettuare il sorpasso già al 14’. bella combinazione Kastanos-Candreva, l’ex laziale tutto solo davanti a Provedel tenta il tocco morbido, ma il portiere biancoceleste non si fa sorprendere. Candreva si riscatta però al 22’ con un gol incredibile dalla distanza. La sua botta prende un giro particolare e sorprende Provedel (che comunque qualcosa di più potrebbe fare). Il 2-1 è meritato perché in campo c’è una squadra, la Salernitana, che corre e insegue il suo obiettivo ed un’altra, la Lazio, che passeggia, è svogliata ed incapace di imbastire una qualsiasi reazione. L’unica palla-gol della ripresa arriva tra le due reti della Salernitana, grazie ad un assolo di Anderson sul cui traversone Zaccagni tira leggermente sopra la traversa da ottima posizione. Ma, dopo che va in svantaggio, la squadra di Sarri non produce nulla, a parte qualche velleitario tiro da fuori. A nulla servono i cambi. Il tecnico butta dentro prima Pedro e Hysaj (per Zaccagni e Lazzari), quindi Castellanos e Isaksen (per Immobile e Anderson) e infine Vecino per Cataldi, senza che l’inerzia cambi. Meglio i cambi di Inzaghi che consentono alla Salernitana di restare viva fino al termine (entrano Fazio, Legowski, Maggiore e Bronn, escono Daniliuc, Bohinen, Kastanos e Pirola). La squadra di casa tiene e conquista la prima sospirata vittoria.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 25 novembre 2023 23:18
Mazzarri vince al debutto con Kvara e Elmas:
Atalanta ko e Napoli terzo



Azzurri in vantaggio con un colpo di testa del georgiano,
pari di Lookman e prima del gol da tre punti del macedone:
scavalcato per ora il Milan in classifica


Andrea Elefante

Quasi 4.000 giorni dopo la sua prima volta con gli azzurri, un anno e mezzo dopo la sua ultima volta in Serie A, Walter Mazzarri riabbraccia il Napoli e una vittoria: sotto gli occhi dell’allenatore dello scudetto e oggi c.t. della Nazionale, Luciano Spalletti, la squadra campione d’Italia riparte con una vittoria sofferta ma cinica, approfittando di un “regalo” di Carnesecchi per rimettere la testa avanti proprio nel momento di maggior sofferenza, dopo aver rischiato più di una volta il gol del 2-1 dell’Atalanta. La squadra di Gasperini - un punto nelle ultime tre partite - riscopre così il tabù Gewiss, con la seconda sconfitta consecutiva dopo quella con l’Inter e anche quello degli incroci con le big, contro le quali in questo campionato ha fatto appena un punto (contro la Juve).

LE SCELTE DEL NAPOLI — Gasperini scioglie in extremis il nodo Koopmeiners: l’olandese gioca (era tornato dalla nazionale con un affaticamento che lo aveva tenuto in dubbio fino a stamattina), dunque affianca Ederson, per sostituire lo squalificato De Roon. Il trequartista è Pasalic, dietro De Ketelaere, preferito a Scamacca, e Lookman. A sinistra c’è Bakker e non Ruggeri, con la linea a tre difensiva prevista: Scalvini, Djimsiti e Kolasinac. Mazzarri per la sua prima in panchina opta per un 4-3-3 con Raspadori e non Simeone al centro dell’attacco e lancia subito Anguissa (rientrato da poco dall’impegno con la nazionale) e Zielinski, reduce da un’infiammazione alle vie respiratorie, ai lati di Lobotka. Per il resto tutto previsto: esterni offensivi Politano e Kvara, con Olivera sulla fascia sinistra e Rrhamani-Natan coppia centrale. In porta c’è l’ex Gollini, con Meret comunque recuperato e in panchina.

ATALANTA-NAPOLI PRIMO TEMPO — Per mezzora la partita è molto bloccata: grande attenzione tattica, ma soprattutto sembra che nessuno voglia rischiare, le letture difensive disinnescano qualunque tentativo di aggiungere qualità a giocate molto basiche. L’Atalanta non aggredisce il Napoli, non trova energie e spunti da De Ketelaere e Lookman per aprire spazi agli inserimenti di Koopmeiners e Ederson, e anche sulle fasce la spinta di Zappacosta e Bakker è intermittente e si spegne prima di produrre pericoli. Il Napoli ha più possesso di palla e idee, ma non va oltre un tiro cross di Olivera respinto da Zappacosta, mentre la Dea impegna Gollini con un colpo di testa di Pasalic al 22’. La partita, dopo l’infortunio di Zappacosta (trauma alla caviglia dopo un duello con Anguissa) si accende al 34’, quando un cross di Raspadori viene corretto in gol di testa da Rrhamani: Scalvini, nella sua zona, è praticamente fermo con il braccio alzato e infatti, dopo consulto con il Var, l’1-0 viene annullato per fuorigioco. Anche Mazzarri perde un uomo, Olivera, che si infortuna al ginocchio scivolando da solo, e con Juan Jesus al suo posto sulla fascia sinistra il Napoli passa: decisivo ancora un colpo di testa, stavolta di Kvaratskhelia su cross di Di Lorenzo. E sempre di testa l’Atalanta cerca, due minuti dopo, il pareggio con Koopmeiners, che su cross di Hateboer impegna Gollini sul suo palo. Ma in pieno recupero più clamorosa è la doppia chance del Napoli per raddoppiare, con tentativi ravvicinati di Zielinski e Di Lorenzo, murati a fatica da Carnesecchi e Scalvini.


NAPOLI-ATALANTA SECONDO TEMPO — L’ingresso di Ruggeri sulla sinistra, parallelamente alla crescita di Hateboer, annunciano un’Atalanta molto più arrembante sulle fasce, e anche più ispirata nelle giocate di De Ketelaere, trasformato rispetto al primo tempo. E già all’8’ la Dea raccoglie il frutto della sua aggressione: un cross dalla destra di Hateboer trova uno stacco di testa di Lookman, che svetta fra Di Lorenzo e Rrhamani. Da lì, c’è solo l’Atalanta: fra il 12’ e il 24’ sfiora il gol del sorpasso quattro volte, anzi al minuto 23 lo trova con una combinazione Pasalic-Koopmeiners-Pasalic, annullato però per fuorigioco dell’olandese. Prima un tiro al volo a colpo sicuro di Pasalic era stato respinto da... De Ketelaere e subito dopo Lookman aveva perso il tempo dopo palla regalata da Zielinski; dopo, al minuto 24’, ancora Natan aveva fatto muro su Koopmeiners e Gollini aveva bloccato un colpo di testa di CDK. Ma al 34’, il patatrac nerazzurro: Carnesecchi, invece di alzarla, indirizza una comoda respinta di piede in zona Cajuste, che può trovare tutta la difesa nerazzurra sorpresa e scoperta. La palla arriva a Osimhen e l’assist per Elmas è un invito troppo comodo per essere sbagliato, nonostante l’inutile tuffo riparatore di Carnesecchi. Inutile come il doppio ingresso di Scamacca e Muriel per De Ketelaere e Lookman: il Napoli non rischia più e in attesa della partita del Milan può sognare il terzo posto.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 25 novembre 2023 23:34
Theo segna su rigore, Maignan decisivo al 96':
brutto Milan, ma la Fiorentina si arrende



Il francese si guadagna e trasforma il penalty decisivo,
i viola reagiscono ma non sono incisivi sottoporta
e sbattono sugli interventi decisivi del francese,
l'ultimo su Mandragora in pieno recupero


Marco Pasotto

Non è grazie a vittorie come questa – brutta, sporca - che una squadra viene ricordata, ma è grazie a questa partita se il Milan ha appena scritto una pagina di storia: il club rossonero, per un po’ di tempo, potrà vantarsi di aver fatto debuttare il giocatore più giovane nella storia della Serie A: benvenuto fra i grandi, Francesco Camarda. A 15 anni e 260 giorni. E’ la notizia più bella della serata e accompagna splendidamente un successo che di splendido, in chiave rossonera, ha decisamente poco. Brillano più che altro i tre punti, vitali per restare in scia scudetto e per ritrovare una vittoria che in campionato mancava da oltre un mese e mezzo (7 ottobre). Un successo che è un buon genere di conforto anche in vista della sfida decisiva di Champions col Dortmund di martedì. Per altre buone notizie, prego ripassare: il Diavolo era incerottato e poco sciolto nella testa e nelle gambe, e si è visto. Ma è comunque riuscito a tenere a bada – con un rigore di Hernandez – una Fiorentina che fallisce l’aggancio ai rossoneri e si mangia le mani per gli ultimi venti minuti di partita trascorsi in piante stabile nell’area milanista senza riuscire a infilare Maignan.

LE SCELTE — Le uniche riflessioni di formazione che Pioli si è potuto concedere erano a centrocampo. Scelta caduta su Musah (squalificato in Champions), l’onnipresente Reijnders (davanti alla difesa) e Pobega. Il resto è stato tutto, troppo obbligato, specialmente davanti: spazio al tridente arrivato dal mercato estivo con Chukwueze, l’ex Jovic e Pulisic dirottato a sinistra sulle orme di Leao. Poi difesa tipo e in panca età media decisamente green tra Nava, Bartesaghi, Simic e il 2008 Camarda. Italiano ha risolto il grande dubbio di vigilia in attacco a favore di Beltran, ristabilito dai guai al costato. Al centro della trequarti l’ex Bonaventura con Sottil preferito a Brekalo sulla sinistra. Premessa: il primo tempo è stato di una bruttezza vergognosa. Altro che la sfida giochista Pioli vs Italiano. Quarantacinque minuti di noia quasi assoluta, e infatti il gol rossonero è arrivato in un recupero che aveva l’aspetto di un castigo agli occhi del Meazza. E invece è stato lì che si è acceso Jovic per la prima volta, e l’ha fatto con una luce potente: filtrante verticale sulla corsa di Hernandez, Parisi in ritardo che lo stende in area e rigore senza se e senza ma trasformato dallo stesso Theo.

RITMI BLANDI — Esultanza senza sorriso. Forse perché il francese quest’anno non sta carburando, appare spesso come senz’anima. O forse perché c’era ben poco da sorridere fino a quel momento e, in generale, a vedere questo Milan. Spento, abulico, senza idee, non proprio l’atteggiamento che ti aspetti da chi ha portato a casa due punti nelle ultime quattro uscite. Un Diavolo adagiato su ritmi dopolavoristici con l’ottima compagnia di una Fiorentina a cui evidentemente andava benone così. Sì, Jovic ha dato un piccolo saggio di cosa possono disegnare i suoi piedi e allora viene ancora più rabbia nell’osservare le condizioni generali del serbo: non presentabile, ora come ora (ma siamo a fine novembre: quanto tempo occorre per trovare la gamba?), a certi livelli. Medesimo discorso per Chukwueze, imbarazzante nella gestione della palla in alcuni momenti del primo tempo. Gli unici a metterci qualche idea encomiabile sono stati Pulisic e Reijnders: sul taccuino rossonero restano un destro di controbalzo del nazionale Usa e un colpo di testa di Pobega sui quali Terracciano sforna due interventi di alto livello. E la Viola? Si è infilata alternativamente su entrambe la fasce con Gonzalez – ispirato nonostante la fresca trasferta intercontinentale – e Sottil, ma è stata per lo più leggibile. Anche lei poco cattiva e davvero pericolosa solo una volta con Gonzalez (sinistro a giro alto di poco).

DIGA — Il gol ha rianimato il Milan, che è rientrato in campo nella ripresa più sciolto nelle gambe e nella testa, ma è stata una transizione tatticamente svagata, che ha aperto autostrade frequenti ai toscani. Nei primi cinque minuti Terracciano ha di nuovo protetto molto bene la sua porta (testa del redivivo Chukwueze, migliorato nella ripresa) e Beltran si è sporcato indelebilmente la coscienza sbagliando il controllo a tu per tu in solitaria con Maignan. Al quarto d’ora Pioli ha tolto Pulisic per Loftus-Cheek in modo da irrobustire la diga in mezzo al campo, ma il Milan – un po’ per scelta e molto per necessità – ha accettato praticamente un unico piano gara: difendersi e ripartire, possibilmente con velocità. Questo ha significato ritrovarsi la Fiorentina in area parecchie volte e, allo stesso tempo, qualche corridoio interessante in ripartenza. Lussuoso quello servito da Hernandez a Jovic, messo a tu per tu con Terracciano: il colpo del potenziale k.o. si è infranto – malamente e colpevolmente – sulle gambe del portiere viola. Jovic ha concluso la sua partita al minuto 82 e 54 secondi. La tacca sul cronometro che Camarda non dimenticherà mai, entrato con l’ovazione di tutto lo stadio. E ovazione finale anche per Maignan, che nel finale ha salvato un gol fatto su Mandragora. L’assedio viola è stato feroce, ma non ha bucato il muro rossonero.

Fonte: Gazzetta dello Sport
ilpoeta59
00domenica 26 novembre 2023 08:46

Mazzarri vince al debutto con Kvara e Elmas: Atalanta ko e Napoli terzo



Qualcosa mi dice che Mazzarri ci farà sognare! [SM=x611903]
Marco_M77
00domenica 26 novembre 2023 08:47
Re:
ilpoeta59, 26/11/2023 08:46:


Mazzarri vince al debutto con Kvara e Elmas: Atalanta ko e Napoli terzo



Qualcosa mi dice che Mazzarri ci farà sognare! [SM=x611903]



Forse volevi scrivere segnare???? 🤣
Pamela©
00domenica 26 novembre 2023 08:55
Re: Re:
Marco_M77, 26/11/2023 08:47:



Forse volevi scrivere segnare???? 🤣



Il poeta che sogna.....la campagna? Il mare???? No, un altro scudetto del Napoli!!!! [SM=x4983510]

binariomorto
00domenica 26 novembre 2023 15:20
Dossena gol, poi Maric riprende il Cagliari.
E il Monza va vicino al colpo: due traverse



Nel primo tempo dominano i sardi, nella ripresa cresce la squadra
di Palladino vicinissima al gol vittoria nel recupero con Ciurria


Francesco Velluzzi

Un tempo a testa. Non poteva che finire pari (1-1) il match dell’ora di pranzo tra Cagliari e Monza che muovono entrambe la classifica, ma escono tra i rimpianti. Il Cagliari di Claudio Ranieri per non averla chiusa nella prima parte, dominata dopo il vantaggio di un impeccabile Dossena, il Monza perché più concreto nella ripresa in cui ha colpito due traverse, segnato il primo gol straniero del suo campionato con Maric e stretto all’angolo i padroni di casa con qualità e ritmo.

IL PRE — L’attesa del lunch match si trascorre con i video mandati sul maxischermo dal Cagliari per sostenere nella settimana in cui si pone forte l’attenzione sulla lotta alla violenza sulle donne la campagna “Prendo un impegno” ideata dalla Fondazione Libellula. Poi i messaggi dei capitani all’ingresso in campo.

LA PARTITA — E si gioca. Ranieri non si fa fuorviare da Palladino che si pensava si mettesse a quattro dietro e gioca come il Monza: 3-4-2-1. Con Hatdidiakos insieme a Goldaniga e Dossena. Zappa e Augello sono sulle corsie in mezzo per contenere il gioco sulle fasce del Monza e dare una mano su Colpani e Dany Mota. Palladino gioca dietro con gli stessi schierati col Torino: D’Ambrosio, Caldirola e l’ex rossoblù Andrea Carboni. Pessina è in mezzo con Gagliardini,rilanciato Birindelli. Comincia forte il Monza che guadagna due angoli. Su uno svetta D’Ambrosio ma Scuffet risponde in angolo. Luvumbo risponde, ma debolmente. Al 9’ Viola si fa sentire e costringe Di Gregorio in angolo, ma poi va a battere e il Cagliari passa. Stacco di Goldaniga, DiGre respinge ma Dossena, pur trattenuto da Gagliardini (da rigore) riesce a spingerla dentro. Fino al 25’ c’è solo il Cagliari che chiude il Monza nella sua area tirando una serie di angoli (e qualche pallone di troppo resta nella Nord che non li restituisce, dieci palloni persi in curva sono davvero troppi). Di Gregorio si salva sempre come Dossena che compie due recuperi straordinari su Colombo e Colpani. Il centrale bresciano è dappertutto. Atletismo e posizione sempre al top. Al 38’ primo verissimo pericolo per il Cagliari. Birindelli, non impeccabile, dietro salta Makoumbou e calcia molto angolato, ma Scuffet ci arriva e manda in angolo. Il finale è di Marchetti, l’arbitro, che sbaglia parecchio: non fischia due falli al Monza, ammonisce Prati e poi grazia Gagliardini. Il Cagliari con 13 conclusioni a 6 e 9 angoli contro 4. Ma la ripresa sarà un’altra storia….

SECONDO TEMPO — E infatti è un’altra storia perché il Monza parte forte alla ricerca del pareggio. C’è solo Birindelli che becca il giallo da Marchetti che continua a sbagliare tanto (grazia Caldirola, da giallo). Al 7’ Dany Mota fa l’unica cosa di una partita non buona: colpisce la traversa in girata. Il Monza insiste, è sempre nell’area rossoblù. Colpani guadagna una bella punizione, ma la barriera devia in angolo. Al 12’ Palladino comincia con i cambi: dentro Mirko Maric e Ciurria e fuori Colombo e Birindelli. Dopo 4’ Maric segna il primo gol italiano dei brianzoli. Corner di Kyriakopoulos e il croato fa centro, il primo in A. Era nell’aria. Ma il Cagliari va all’assalto e un minuto dopo Viola entra in contatto con Andrea Carboni in area. Va giù, ma per Marchetti non c’è nulla. Ma soprattutto l’arbitro di Ostia non fischia più nulla. Palladino cambia ancora: Machin (subito ammonito) e Valentin Carboni per Mota e Colpani. Ranieri pure lui fa le mosse e passa al 4-4-2 con Oristanio per Goldaniga e Jankto per Viola e poco dopo energia tutta nuova in attacco. Pavoletti nel giorno in cui compie 35 anni e Lapadula per Petagna e Luvumbo. Ma poco cambia perché il Monza con un 3-4-3 più mobile crea ancora pericoli e il bravissimo Gagliardini (gran partita la sua) costringe a un super intervento in angolo Scuffet. Ma i cambi accendono ancora la sfida, per primo Azzi subentrato ad Augello che con due tiri cross crea scompiglio (di Gregorio in angolo),ma l’esterno serve pure una palla sulla quale il velo di Pavoletti manda al tiro Lapadula che calcia male (subisce pure forse un fallo che Marchetti naturalmente ignora) ma al 4’ minuto di recupero il Monza prende un’altra traversa, stavolta con Ciurria. Finisce giustamente 1-1.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 26 novembre 2023 23:10
Pazzesco Sassuolo: vince 4-3
nel recupero a Empoli con super Berardi

Partita pirotecnica al Castellani, ci sono polemiche
per il rigore concesso agli emiliani dopo un check del Var


Matteo Pierelli


Torna a fare magie Domenico Berardi e torna a vincere il Sassuolo, dopo un digiuno lungo ben due mesi. Al Castellani di Empoli è stata una partita pirotecnica, piena di gol ed emozioni, giocate pregevoli e capovolgimenti di fronte e risolta alla fine dal totem neroverde al 92’ con un destro implacabile che ha permesso agli emiliani di respirare e uscire dalla zona rossa della classifica. La squadra di Dionisi, grazie a questo 4-3 dalle mille emozioni, ha ritrovato il sorriso e non ci riusciva da fine settembre, ovvero da quando ha sbancato la San Siro nerazzurra. Quella di Andreazzoli, invece, si è nuovamente fermata dopo il colpo di Napoli e può mangiarsi le mani per le troppe amnesie difensive.

EMOZIONI E GOL — I toscani, ancora privi di Baldanzi, sono partiti con Bereszynski dietro a destra e Ranocchia in regia, preferito a Grassi. Dall’altra parte Dionisi ha messo dentro Viti terzino sinistro e Tressoldi centrale. Davanti confermato Pinamonti, con alle spalle il trio Berardi-Thorstvedt-Laurienté. Le squadre si sono affrontate a viso aperto con l’Empoli che dopo soli quattro minuti è passato in vantaggio grazie al rigore trasformato da Ciccio Caputo e concesso per un fallo ingenuo di Viti su Cambiaghi. Il Sassuolo ha cercato di reagire subito e dopo un tentativo di Berardi finito fuori ha trova il pari all’11’: su azione da calcio d’angolo il grande ex Andrea Pinamonti di testa ha trafitto Berisha. A quel punto la squadra di Dionisi ha preso in mano le redini della partita e ha schiacciato l’Empoli nella sua area, trovando il gol del raddoppio al 22’ dopo una bella manovra sfociata con il cross di Toljan dalla destra: Henrique di testa è stato bravo a battere Berisha. La partita è rimasta comunque aperta e piacevole con l’Empoli che alla mezzora ha trovato il gol del 2-2: Fazzini dal limite ha sorpreso Consigli, rimasto immobile su un rasoterra che non sembrava irresistibile. Il finale della prima frazione è stato a favore dei padroni di casa, che però non hanno trovato lo spunto giusto.

FINALE PIROTECNICO — Nella ripresa ritmi più blandi e squadre più guardinghe. La prima palla gol è per l’Empoli, ma il tiro a colpo sicuro di Cancellieri è respinto da Toljan. Dall’altra parte, al 57’, è Tressoldi ad avere la palla del vantaggio ma da due passi spreca una clamorosa occasione di testa. E’ il preludio al vantaggio della squadra di Dionisi, arrivato grazie al rigore perfetto calciato da Berardi al 66’ dopo il fallo di Cancellieri su Toljan appena dentro l’area (Sozza aveva fischiato punizione, il Var lo ha corretto). Lo stesso Berardi all’80’ ha preso un palo clamoroso con un sinistro da antologia. Così è arrivato il guizzo dell’Empoli con Kovalenko che all’86’ ha buttato dentro (con deviazione di Vina) da due passi una palla respinta della traversa colpita da Gyasi. Finita qui? Niente affatto: Berardi ha avuto ancora le energie per tirare fuori dal cilindro un gran destro che ha messo il sigillo su una partita che potrebbe far svoltare definitivamente il suo Sassuolo.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 26 novembre 2023 23:20
Monterisi gela il Genoa al 94': il Frosinone torna a volare

Botta e risposta di Soulé e Malinovskyi in quattro minuti.
Gli ospiti sprecano tanto, poi nel recupero arriva il colpo
vincente dei giallazzurri alla quinta vittoria casalinga


Giulio Saetta


Il Frosinone impone ancora la legge dello Stirpe battendo 2-1 il Genoa. Si tratta del sesto risultato utile di fila in casa, dove dopo aver perso la prima contro il Napoli ha inanellato cinque vittorie e un pareggio. I ciociari salgono a 18 punti in classifica, uno in più della Lazio, a -2 dal sesto posto coabitato da Fiorentina e Atalanta. La decide al 4’ di recupero ancora un difensore, Monterisi, a testimonianza del gioco totale di Di Francesco. Il tecnico del Frosinone un po’ a sorpresa manda in campo dall’inizio Bourabia per sostituire capitan Mazzitelli: prima da titolare per l’ex Spezia. Davanti ritorna titolare Cheddira, supportato dal trio di talentini Soulé-Reinier-Ibrahimovic. Scelte obbligate per Gilardino, in emergenza soprattutto in attacco con l’assenza di Retegui e Gudmundsson; debutto di Puscas dal primo minuto affiancato da Malinovskyi.

BOTTA E RISPOSTA MANCINO — Brivido per il Frosinone dopo 50 secondi dopo una palla mal giocata da Barrenechea che diventa preda di Sabelli a destra, cross basso per Puscas che a due metri dalla porta colpisce sporco favorendo il salvataggio di Okoli. Molto attivo Sabelli, che al 9’ crossa questa volta alto per Frendrup a centro area: piattone fuori di poco sul secondo palo. La grande densità a centrocampo ne fa una gara molto chiusa. Il Frosinone fatica a stanare il Grifone con il suo tipico movimento palla avanti-palla indietro. Ci vuole una giocata/errore individuale per sbloccarla. Ecco che al minuto 34 le due cose coincidono, quando Soulé esplode un sinistro da fuori che sorprende Martinez sul suo palo. Non passano 4’ che un'altra stoccata ristabilisce la parità: Malinovskyi da trenta metri col mancino trova una parabola impossibile che si infila sotto l’incrocio lontano, questa volta senza nessuna responsabilità del portiere. Si tratta del primo gol in campionato per il trequartista ucraino.

FIAMMATA FINALE — Nessun cambio all’intervallo. Partenza sparata del Frosinone che dopo una manciata di secondi arriva in porta con quattro tochi: lancio della difesa per Cheddira a centrocampo, sponda a smarcare sulla destra Oyono, palla in mezzo per Reinier che allarga sulla sinistra in area per Ibrahimovic, il quale di prima di piatto trova la respinta di Martinez. Da un gol sbagliato all’altro, è Thorsby al 12’ a fallire il classico rigore in movimento ciccando di destro solo a centro area un invito basso del solito Sabelli. Genoa ancora vicino al vantaggio al 22’ con una punizione di Malinovskyi che sbatte sulla traversa. Nella parte centrale della ripresa entrambe le squadre provano a colpire anche se sembra prevalere la voglia di non perdere. Ma al 4’ di recupero la fiammata decisiva giallazzurra ancora con un’azione tutta di prima: Barrenechea per Soulé, che stoppa e al volo e trova Brescianini sulla destra, palla a rimorchio per Monterisi che di sinistro trova il pertugio sul primo palo. Il difensore, al secondo centro in campionato, corre sotto la curva come il Frosinone corre in classifica.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 26 novembre 2023 23:32
La Roma fa festa con Dybala:
il 3-1 all'Udinese vale il quinto posto

Apre le marcature Mancini nel primo tempo,
nella ripresa il pari di Thauvin,
poi le reti dell'argentino ed El Shaarawy


Andrea Pugliese


Una vittoria sofferta, ma pesantissima, che vale il quinto posto in classifica. La Roma di Mou non si fa sfuggire l’occasione di mettere la freccia su Fiorentina e Atalanta, supera l’Udinese per 3-1 e scaccia i fantasmi che si erano materializzati fino al 36’ della ripresa. Quando a togliere le castagne dal fuoco ci ha pensato Dybala, regalando di fatto i tre punti ai giallorossi. Che fino a quel momento avevano anche sofferto un po’, rischiando anche qualcosa di troppo. Decisivo l’ingresso di Bove, che ha portato corsa ed energia al posto di un Paredes che è andato spesso a trotto lento. Per l’Udinese, comunque, una buona prestazione, in un nuovo corso che promette sicuramente un futuro più luminoso di quello che dice la classifica attuale.

SUBITO MANCIO — Si inizia a basso ritmo, da amo le parti. Ci si guarda, ci si studia, si cerca di capire come far male all’avversario senza rischiare però di farsi male da soli. Così per 15 minuti praticamente non succede proprio nulla, con la partita che non promette nulla di buono. Solo che la Roma ha il piede fatato di Dybala che da fermo costruisce traiettorie magiche, così Mancini sugli sviluppi di palle inattive ha due occasioni d’oro: la prima la spreca al lato di Silvestri, nella seconda (20’) non sbaglia e porta la Roma avanti. A sinistra Spinazzola spinge più di Karsdorp e su una delle tante iniziative offre a Pellegrini un bel pallone per raddoppiare, ma il capitano giallorosso (al rientro) calcia senza ferocia su Silvestri. E l’Udinese? Success lotta un po’ con tutti, Thauvin non si vede praticamente mai e Samardzic in mezzo non riesce mai ad accendere la luce. Così si vivacchia mestamente fino alla fine del primo tempo, quando lo stesso Success calcia fuori da venti metri. La prima vera iniziativa dell’Udinese (prima c’era stato solo un colpo di testa alle stelle di Bijol), mentre dall’altra parte Paredes spreca per timidezza un paio di possibili transizioni in cui la Roma avrebbe potuto davvero far male. Il primo tempo finisce così, con i giallorossi che per tutto il corso dei primi 45 minuti hanno provato ad appoggiarsi su Lukaku, spesso spalle alla porta per fare le giocate a “muro” per gli inserimenti da dietro dei compagni di squadra.

AL FOTOFINISH — La ripresa è subito più viva del primo tempo, con la Roma che in 4 minuti ha tre occasioni con Mancini, Pellegrini e Lukaku. Solo che la spinta iniziale dei giallorossi si esaurisce qui e pian piano esce l’Udinese. Thauvin si scrolla di dosso il terpore dei primi 45 e prima impensierisce Rui Patricio da fuori e poi la fa secco di testa, sfruttando al massimo l’incertezza del portiere portoghese (esco, non esco, chissà…). Allora Mourinho corre ai ripari, inserisce El Shaarawy ed Azmoun e passa al 3-4-3, per andare a caccia di una vittoria fondamentale per la rincorsa alla Champions. Ad avere la palla giusta però è ancora Thauvin, contratto in extremis da Lllorente in piena area di rigore. Dall’altra parte, invece, l’ingresso di Bove (al posto di un confusionario Paredes) porta energia in mezzo. E non è un caso che sia proprio lui a dare il via al gol del 2-1, al termine di una splendida giocata tutta di prima che coinvolge Azmoun, Lukaku e Dybala, con l’argentino che supera Silvestri in uscita. Mou allora torna 3-5-2, con Zalewski a fare la mezzala, Foti prende il solito cartellino rosso dalla panchina e Bove regala anche l’assist ad El Shaarawy per il 3-1 che chiude i conti. Con questi due salgono a 11 i gol segnati dalla Roma nell’ultimo quarto d’ora di gioco. Perché la Roma non muore mai…

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 26 novembre 2023 23:45
Vlahovic porta avanti la Juve,
l'Inter pareggia con Lautaro e resta in vetta a +2

Il ritorno al gol del serbo non basta ai bianconeri:
la squadra di Inzaghi mantiene la testa della classifica


Andrea Ramazzotti


Non bastano le "firme" d'autore di Dusan Vlahovic e Lautaro Martinez per decidere il derby d'Italia. Juventus-Inter finisce 1-1, con i nerazzurri che rimangono davanti in classifica rispetto ai bianconeri e le inseguitrici Napoli e Milan che accorciano il distacco. Come era lecito attendersi, sono gli ospiti a fare la partita, a tenere più il pallone e a creare più pericoli, ma la Signora concede poco, dimostra di saper soffrire e non fa scappare a +5 la diretta concorrente nella lotta per lo scudetto. Ai punti forse Inzaghi avrebbe meritato qualcosa di più, ma Allegri, che nella ripresa resta a secco di conclusioni verso la porta avversaria, tiene comunque botta. Un segnale importante considerando che il tecnico livornese non avrà gli impegni europei e potrà gestire meglio le energie. Il campionato era e resta apertissimo.

PARTITA A SCACCHI — Allegri sceglie Nicolussi Caviglia davanti alla difesa al posto di un Locatelli non al top, mentre in attacco spazio a Vlahovic e Chiesa. Inzaghi, privo dei difensori Pavard e Bastoni, schiera dietro Darmian, De Vrij e Acerbi oltre agli altri titolarissimi. Solo panchina per Frattesi. Le prime schermaglie sono con un tiro sbilenco di Cambiaso e una punizione insidiosa di Dimarco deviata da Thuram tra le braccia di Szczesny, ma la vera grande occasione iniziale è per Chiesa che da ottima posizione, su tocco di Rabiot, non inquadra lo specchio con il sinistro. La Juventus non sta tutta dietro la linea della palla come a Firenze, ma a volte alza il pressing per dare fastidio a un'Inter che prova a palleggiare senza paura con il regista Calhanoglu e Barella che si abbassa. La partita è tattica con McKennie che attacca e porta la pressione senza paura, mentre Chiesa si allarga a sinistra per giocare l'uno contro uno. Il primo squillo dell'Inter arriva con un colpo di testa di Lautaro, dopo un bel cross di Dumfries, ma poi ci prova anche Calhanoglu, la cui botta di destro termina di poco a lato della porta difesa da Szczesny.

DUSAN E IL TORO — Con il passare dei minuti i nerazzurri prendono campo e fiducia anche perché Nicolussi Caviglia, pur attento a schermare le linee di passaggio avversarie, non trasmette la sicurezza in Locatelli e l'impostazione dei difensori Gatti, Bremer e Rugani non può essere fluida. A passare in vantaggio però è la Signora: Vlahovic strappa un pallone a centrocampo a Dumfries, lo allarga per Chiesa e va a chiudere in rete con il piatto destro. De Vrij è spiazzato, Sommer è fuori causa e l'Inter per la prima volta alla tredicesima giornata non segna il gol dell'1-0. Il serbo, a secco dalla doppietta alla Lazio del 16 settembre, esulta in maniera polemica contro i suoi detrattori e li invita con il gesto della mano a continuare a parlare, mentre lo Stadium diventa una bolgia. La reazione nerazzurra è immediata e tipica della grande squadra: l'azione dell'1-1 nasce da Sommer, si sviluppa con Dumfries, poi con Barella che verticalizza per Thuram, cross al centro per Lautaro che firma il tredicesimo gol in campionato in altrettante giornate, il numero 27 in A del suo 2023 (totale nell'anno solare... 35). A parte il francese, tutti toccano il pallone una sola volta e nonostante ciò riescono a coprire tutto il campo perché Rugani sbaglia completamente l'uscita su Barella, Bremer non ferma Thuram e Gatti è in ritardo sul Toro. Per Allegri, che aveva visto la sfida incanalarsi sui binari a lui preferiti, un grande rammarico. L'impostazione della manovra nerazzurra sembra più armoniosa e continua, quella bianconera va a strappi anche perché, dopo il pari, il baricentro di Rabiot e compagni si abbassa. All'intervallo comunque è 1-1 a dispetto di un netto predominio degli ospiti sia nel possesso (67%) sia nelle conclusioni (7-3).

FISCHI PER CUADRADO — La ripresa inizia con le stesse formazioni e con l'Inter che continua a palleggiare di più, mentre Allegri muove le sue pedine soprattutto per provare la pressione. Thuram, servito da una bella combinazione tra Barella e Mkhitaryan, non trova il piazzato vincente, mentre Vlahovic fatica di più rispetto al numero 9 nerazzurro a ricevere palloni giocabili in zone pericolose del campo. Al quarto d'ora entra Locatelli per Nicolussi Caviglia con l'obiettivo di dare più personalità alla fase d'interdizione in mezzo. Inzaghi risponde dopo una manciata di minuti cambiando entrambi gli esterni: fuori Dumfries e Dimarco, dentro il fischiatissimo Cuadrado e Carlos Augusto. Le occasioni da rete latitano e la partita diventa ancora più tattica, con le due formazioni che hanno paura di scoprirsi. Allegri prova a dare la scossa sostituendo Chiesa e Vlahovic con Milik e Kean, mentre tra gli ospiti dentro Asllani per Calhanoglu, che non gradisce la sostituzione. Solo Cuadrado fa qualcosa per mettersi in mostra, gli altri si accontentano di un pareggio che lascia invariata la classifica e la lotta per il tricolore.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00lunedì 27 novembre 2023 21:09
Il Verona muove la classifica,
ma col Lecce arriva solo un punto:
finisce 2-2

Pugliesi due volte in vantaggio e due volte raggiunti:
apre un gran gol di Oudin, poi Ngonge, Gonzalez e pari finale di Djuric


Pierfrancesco Archetti


Il Verona sperava nella vittoria dopo cinque sconfitte consecutive, ma anche il pareggio, fra errori e risalite, dimostra che la squadra di Baroni ha trovato un po’ di carattere utile per provare a uscire dalla crisi. Il Lecce scappa due volte con Oudin e Gonzalez, ma non riesce a tenere sigillata la porta, viene ripreso da Ngonge e Djuric: anche a D’Aversa il pareggio non può dispiacere.

LE MOSSE — Baroni nelle ultime due stagioni aveva portato in Serie A il Lecce e poi aveva raggiunto la salvezza. Per interrompere la serie negativa del Verona, contro la sua ex squadra cambia abito tattico, partendo con il 4-2-3-1, spostando Terracciano a sinistra, Suslov trequartista con Ngonge e Mboula ai fianchi. L’Hellas inizia forte: Ngonge, il migliore, impegna Falcone ma dopo 20 minuti è il Lecce a salire di tono: crea quattro occasioni in breve tempo, Montipò è bravo a respingere con i piedi su Oudin e poi su Banda, ma fra questi due brividi i padroni di casa subiscono la rete di Oudin con un destro perfetto all’angolo, dopo errore di Hien.

PARITÀ — Il Lecce è senza Ramadani, Kaba e Almqvist: D’Aversa sistema in regia Blin, mentre davanti il tridente vede Krstovic centravanti con i veloci Sansone e Banda sui lati. Proprio quando sembra poter chiudere in vantaggio la prima parte, un pasticcio difensivo iniziato da Dorgu permette a Ngonge di presentarsi da solo davanti a Falcone per infilzarlo sul palo che il portiere avrebbe dovuto coprire. Dopo l’intervallo quindi Dorgu non si presenta, rilevato da Gallo, mentre Baroni dopo un’ora toglie Mboula per il rientrante Lazovic. Falcone vola per deviare una punizione di Ngonge, ma soprattutto è provvidenziale il tocco su una sassata di Duda al 63’. E’ ancora il Lecce però a portarsi in vantaggio: Gonzalez può avanzare indisturbato e tirare da lontano, c’è anche deviazione di Lazovic e gli ospiti vanno di nuovo in fuga. Ma il Verona non si arrende: Djuric di testa pareggia, su punizione di Terracciano. E l’Hellas spinge sempre più, però Falcone è miracoloso su Duda e il risultato non cambia, anche se l’ultimo spavento per i tifosi del Verona è un gol di Piccoli annullato però per fuorigioco di Banda.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00martedì 28 novembre 2023 00:04
Fabbian e Zirkzee decisivi con il Toro:
il Bologna raggiunge la Roma al 5° posto



Rossoblù a segno al 56' e nel recupero.
Nel primo tempo annullato un gol a Vlasic per fuorigioco
considerato attivo di Sanabria sulla traiettoria del tiro


Mario Pagliara

Bologna sogna ad occhi aperti, il Toro si morde le mani. Il bello di notte Fabbian manda in paradiso la squadra di Thiago Motta e accende ufficialmente il proiettore dei sogni di una squadra che si addormenta al quinto posto, in piena Euro-zona, a tre punti dal Napoli quarto e, quindi, dalla zona Champions. Il posticipo del Dell’Ara se lo aggiudica la squadra che segna per prima, allo scadere arriva poi il raddoppio definitivo di Zirkzee. Sullo zero a zero, nel primo tempo, il Toro un gol lo aveva anche segnato con Vlasic, annullato dal Var per un fuorigioco di Sanabria.

EQUILIBRIO — Una notte da tridente sui due fronti prometteva tanto, almeno nelle premesse. Thiago Motta disegna il suo Bologna con il 4-3-3, affidandosi davanti al trio “orizzontale” Ndoye, Zirkzee, Saelemaekers. Juric risponde con il tridente verticale: Vlasic ritorna nella posizione di trequartista puro, alle spalle degli intoccabili Sanabria-Zapata. Tanto potenziale offensivo finisce, però, quasi per neutralizzarsi, perché alla fine del primo tempo sul taccuino si annota un solo tiro dentro lo specchio ed è quello del Toro. La prima metà della serata del Dall’Ara scorre via sul binario dell’equilibrio: meglio il Bologna nei primi dieci minuti, nella zona centrale il Toro risale la corrente, si chiude la prima frazione con i padroni di casa che provano a rialzare la testa. Bologna e Toro si rispettano, e si vede. La posta in palio è già pesante, e allora ne viene fuori una partita abbastanza abbottonata nella quale Fabbian ci prova dalla distanza (2’: di poco a lato) e Buongiorno risponde con un’incursione di testa alta sulla punizione calciata da Ilic. Nel mezzo però c’è dell’altro.

L'EPISODIO — Già, perché nel mezzo c’è un gol annullato al Torino. E’ il minuto numero diciotto: Zapata lavora un pallone sull’angolo basso sinistro dell’area di rigore, riscodella al centro dell’area dove Aebischer offre di testa un involontario assist all’accorrente Vlasic. Il trequartista croato di Juric scarica un sinistro imparabile all’incrocio dei pali. Il Toro festeggia, l’arbitro Colombo si dirige verso il centrocampo ma la sua corsa è fermata dal collega Gariglio presente al Var. L’arbitro non va al monitor, si fida della segnalazione del Var che evidenzia come il tiro di Vlasic fosse stato deviato da Sanabria presente sulla traiettoria del tiro in posizione di fuorigioco, oltre la linea dei difensori del Bologna. Il gol viene così annullato. All’intervallo si va sullo zero a zero.

IL GRAFFIO DI FABBIAN — Al decimo della ripresa, Thiago Motta lancia nella mischia Freuler (per Aebischer) e Lucumi (per Kristiansen). Passano sessanta secondi e la sfida si sblocca: Beukema indovina un corridoio centrale nel quale Fabbian si inserisce, saltando il tentativo di intervento di Tameze e Buongiorno e beffando anche il portiere Gemello in uscita sulla trequarti. Per il centrocampista di Thiago Motta è poi un gioco da ragazzi appoggiarla in porta facendo pendere la serata dalla parte degli emiliani. Il Bologna trova il gol nel suo primo tiro in porta, forse anche nel momento migliore del Toro sul piano del gioco. Juric corre ai ripari chiamando dalla panchina Pellegri (per Zapata), Gineitis (per Linetty) e Vojvoda (per Tameze). Poi entrerà anche Karamoh al posto di Lazaro, ma i granata non trovano la forza per rimettere in parità l’incontro. Nel finale è il Bologna a trovare il due a zero con Zirkzee.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00martedì 28 novembre 2023 13:28
SERIE A 2023/2023 13ª Giornata (13ª di Andata)

25/11/2023
Salernitana - Lazio 2-1
Atalanta - Napoli 1-2
Milan - Fiorentina 1-0
26/11/2023
Cagliari - Monza 1-1
Empoli - Sassuolo 3-4
Frosinone - Genoa 2-1
Roma - UUdinese 3-1
Juventus - Inter 1-1
27/11/2023
Verona - Lecce 2-2
Bologna - Torino 2-0

Classifica
1) Inter punti 32;
2) Juventus punti 30;
3) Milan punti 26;
4) Napoli punti 24;
5) Roma e Bologna punti 21;
7) Atalanta e Fiorentina punti 20;
9) Monza e Frosinone punti 18;
11) Lazio punti 17;
12) Torino punti 16;
13) Lecce e Sassuolo punti 15;
15) Genoa punti 14;
16) Udinese punti 11;
17) Cagliari e Empoli punti 10;
19) Verona punti 9;
20) Salernitana punti 8.

(gazzetta.it)
Marco_M77
00martedì 28 novembre 2023 21:38
È una gran bella sfida tra le grandi!!!! [SM=x4983510]
binariomorto
00sabato 2 dicembre 2023 00:23
Juve raggiunta nel recupero, ma ci pensa Gatti al 94'.
Allegri sbanca Monza e torna primo

Vantaggio di Rabiot, nel recupero succede di tutto:
pari di Carboni, poi il difensore segna al 95' e i bianconeri scavalcano l'Inter


Matteo Brega


La Juventus batte 2-1 il Monza grazie ai gol di Rabiot e di Gatti al 94’ e torna momentaneamente in vetta alla classifica in attesa dell’Inter. Illusorio il pareggio di Valentin Carboni che al 92’ aveva riportato la gara in parità.

PRAGMATISMO JUVE — Palladino sceglie di iniziare senza un centravanti di ruolo (in panchina Colombo, Maric e Mota Carvalho) utilizzando a sorpresa Ciurria in quel ruolo nel 3-4-2-1 supportato da Colpani e Machin. Allegri ripropone Nicolussi Caviglia regista per la seconda di fila e ritrova Alex Sandro in difesa (mancava titolare dalla seconda giornata) nel 3-5-2 classico. Al 9’ Fabbri fischia il rigore per la Juventus: Kyriakopoulos trattiene Cambiaso in area e per il direttore di gara è penalty e giallo per il greco. Lo tira Vlahovic all’11’ e Di Gregorio vola alla propria destra respingendo il tiro di Vlahovic e anche la respinta del numero nove bianconero. La gioia brianzola dura pochi secondi però. Dal corner seguente, battuto da Niolussi Caviglia, stacco formidabile di Rabiot che di testa segna l’1-0 per la Juventus al 12’. I bianconeri si rifanno vivi al 27’ con un destro di Chiesa che finisce sopra alla traversa. Al 30’ arriva il giallo anche per Bremer che stende Kyriakopoulos in corsa. La Juventus va vicinissima al raddoppio al 33’ ancora su calcio d’angolo. Palla sporcata sul primo palo, Gatti a un metro dalla porta alza incredibilmente fuori. Al 35’ è un destro di Rabiot dal limite a spaventare Di Gregorio che in due tempi evita il gol.

FINALE MOVIMENTATO — Palladino mette subito mano ai cambi a inizio ripresa: dentro Mota Carvalho e Colombo per Machin e Birindelli. Torna il centravanti di ruolo dunque dopo l’esperimento non riuscito del primo tempo. Si intravede un Monza differente quando al 9’ Ciurria serve in area Colombo che di prima gira verso Szczesny e non trova la porta di poco. Altri cambi in casa Monza: dentro Andrea Carboni e Pedro Pereira per Pablo Marì e Kyriakopoulos passando al 4-2-3-1. Allegri risponde al 25’ con Danilo e Milik al posto di Nicolussi Caviglia e Vlahovic. Il brasiliano sistemato davanti alla difesa si prende cura specialmente di Ciurria. Alla mezzora ci prova Pessina, ma il suo sinistro non gira abbastanza. Poco dopo entrano Kean per Chiesa e Valentin Carboni per Colpani. Tocca anche a Locatelli al 42’ al posto di Cambiaso: il regista fa scivolare McKennie in fascia destra. Al secondo minuto di recupero arriva il pareggio del Monza. Valentin Carboni si accentra da destra e lascia partire un sinistro a giro sul secondo palo che Szczesny non calcola bene. Al primo tiro nello specchio della porta i brianzoli trovano il gol. Ma non è finita. Discesa di Rabiot sulla destra, il francese riesce a crossare basso dribblando Mota Carvalho per Gatti che prima liscia e poi trova il 2-1. Finale movimentato con Valentin Carboni da fuori va vicino alla doppietta. La Juventus infila il nono risultato utile consecutivo e torna in testa alla classifica. Il Monza invece dopo due pareggi di fila perde: nelle ultime tre gare, due punti.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 2 dicembre 2023 22:42
Cancellieri risponde a Malinovskyi:
l'Empoli strappa un pareggio al Genoa

A Marassi rossoblu in vantaggio al 36'
con un gran sinistro del centrocampista ucraino,
al 67' rispondono i toscani con colpo di testa
dell'attaccante appena entrato


Filippo Grimaldi


Sorride solo l’Empoli, che trova al Ferraris un punticino utile soprattutto per il morale, dopo il rocambolesco passo falso casalingo con il Sassuolo. Per il Genoa il pari è amaro, perché dopo il vantaggio di Malinovskyi nel primo tempo non ha saputo trovare le energie per chiudere la partita, abbassando il baricentro nella ripresa e favorendo così il riscatto dei toscani, firmato da Cancellieri – primo gol stagionale – in un’azione avviata da Grassi e proseguita da Kovalenko. Sostituzioni dunque decisive per Andreazzoli, che non ha risolto certo i problemi, ma ha adesso buoni motivi per riaccendere la speranza, visto che per la prima volta i suoi sono riusciti a recuperare un risultato da una posizione di svantaggio. A Gilardino non è bastato il ritorno di Retegui lontano dalla migliore condizione dopo il lungo stop, in coppia con Messias. La strada è lunga, e l’uno a uno di oggi amplifica semmai le preoccupazioni in vista di un finale di girone d’andata tutt’altro che semplice.

PRUDENZA — Un primo tempo che ha stentato ad accendersi, anche se la squadra di Gilardino si è dimostrata in verità subito efficace sfruttando bene la spinta sulle corsie esterne di centrocampo con Sabelli e Vasquez – in posizione più avanzata -, che hanno frenato il gioco in impostazione dell’Empoli. Dopo 55 secondi Sabelli ha calciato alto da buona posizione, sfruttando anche il lavoro di Messias e le giocate di Malinovskyi, bravo ad aprire gli spazi. Gli uomini di Andreazzoli sono stati così costretti sino a metà del primo tempo a limitarsi al controllo di un avversario che faceva possesso palla, ma non riusciva a concretizzare. Né è servito il ritorno di Retegui, con l’italo-argentino un po’ frenato dal lungo stop. I toscani hanno provato a sfruttare un paio di buone iniziative di Maldini a sinistra, ma senza fortuna. Caputo è riuscito a scappare alla guardia di Vogliacco, senza però chiudere l’azione. Lì si sono improvvisamente accesi i padroni di casa, prima con l’incrocio dei pali di Messias (girata di sinistro), complice il rinvio di Ismajli (32’), prima del vantaggio rossoblù, con l’assist di Badelj a Malinovskyi – al secondo centro di fila - che da fuori area con il suo sinistro ha trovato il diagonale vincente, tagliando l’area e sorprendendo Berisha.

RISCATTO — La dote di un gol si è rivelata importante per il Genoa, ma non sufficiente a mettere in cassaforte la vittoria, perché la mossa di provare a gestire l’uno a zero dopo l’intervallo si è rivelata infruttuosa. Andreazzoli ha cambiato le carte, inserendo prima un ispirato Kovalenko al posto di uno spento Fazzini, alzando il ritmo, finché l’ingresso di Grassi e Cancellieri ha portato al gol del pari firmato dall’attaccante. Gilardino s’è affidato a Fini e Puscas per accendere l’attacco, ma il lungo assedio finale dei padroni di casa non ha dato esito.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 2 dicembre 2023 22:58
Rilancio Lazio con Pedro,
e Provedel salva il risultato al 91'.
Cagliari ko



La squadra di Sarri torna a vincere
in campionato dopo il successo in Champions.
Decisiva la rete all’8’ dello spagnolo.
E nel finale il portiere chiude su Pavoletti


Nicola Berardino

Dopo tre giornate la Lazio torna alla vittoria anche in campionato. Successo di misura e più sofferto del previsto contro il Cagliari anche tra i fischi finali dell’Olimpico. Cavalcando l’onda del 2-0 di martedì col Celtic che ha dato la qualificazione agli ottavi di Champion, i biancocelesti vanno in vantaggio già’ all’8’ con Pedro. La strada verso i tre punti sembra ancora più in discesa quando al 27’ del primo tempo i sardi restano in dieci per l’espulsione di Makoumbou. Ma la Lazio non riesce a concretizzare il raddoppio. Così nel recupero finale il Cagliari va vicinissimo al pareggio: Provedel si supera su colpo di testa di Pavoletti.

APRE PEDRO — Sarri può riavere in campionato Luis Alberto dopo un turno di squalifica. Nel tridente, rispetto alla gara di Champions con il Celtic, tornano titolari Immobile e Pedro. Ranieri innesta Azzi in mediana e Lapadula in avanti. All’8’ la Lazio sblocca il risultato. Lazzari approfitta di una disattenzione di Hatzidiakos e innesca Pedro che infila Scuffet. Primo gol in campionato per lo spagnolo. Il Cagliari si riorganizza. Girata di testa di Lapadula: a lato. Potrebbe raddoppiare la squadra di Sarri al 23’: una bella combinazione fra Isaksen e Immobile lancia al tiro Pedro, che però calcia addosso a Scuffet, pronto a parare in due tempi. Al 26’ Makoumbou atterra Guendouzi lanciato a rete. Dionisi prima ammonisce il centrocampista del Cagliari, ma poi richiamato dal Var va rivedere l’azione e decide per l’espulsione. Ranieri rimodella la squadra in inferiorità numerica. Doppio cambio tra i sardi al 32’. Sulemana e Luvumbo rilevano Hatzidiakos e Lapadula. Ranieri passa al 4-4-1. I rossoblu’ risentono delle difficoltà con un uomo in meno. Biancocelesti più disinvolti nella manovra anche se non trovano la giusta pressione per arrivare al raddoppio. All’intervallo con la Lazio in vantaggio per 1-0.
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SALVA PROVEDEL — Nella ripresa Sarri parte con Cataldi al posto di Rovella, mentre Ranieri fa entrare Oristanio per rilevare Viola. Guizzo di Isaksen per cercare di arrivare al tiro. Ci prova dalla distanza Cataldi. Diagonale di Immobile di poco a lato. La Lazio accelera. Spunto del Cagliari: botta di Prati fuori bersaglio. Si ferma Luis Alberto per fastidi alla gamba: all’11’ gli subentra Kamada. Sardi ben compatti in fase di copertura. Possesso continuato da parte dei biancocelesti. Al 25’ doppio cambio nella Lazio: Castellanos e Felipe Anderson sostituiscono Immobile e Pedro. E proprio Castellanos ha subito un grande chance, ma gli manca il tocco risolutivo in un’azione molto concitata. Poi l’argentino ci riprova su lancio di Isaksen ma Sulumena recupera deviando in angolo. Il Cagliari aumenta il ritmo. Al 38’ Ranieri cambia Goldaniga con Nandez, mentre avanza Zappa. Sarri fa entrare Vecino al posto di Isaksen, che esce tra gli applausi, spostando Kamada in avanti. Con l’ingresso di Pavoletti (out Prati) il Cagliari prepara l’assalto finale. Quattro minuti di recupero. Al 46’, prodezza di Provedel su incornata di Pavoletti. Lazio in forte affanno. Castellanos in ripartenza: a lato. L’ultima chance è per Oristanio. Tra i brividi finali la squadra di Sarri incassa i tre punti per riavviare la rincorsa in classifica.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 2 dicembre 2023 23:20
Milan, tre gol per scacciare la crisi:
si sblocca Jovic, Frosinone piegato

Primo gol in rossonero del serbo, poi Pulisic
(su lancio diretto di Maignan), Tomori e Brescianini.
Si rivede Bennacer, debutto in A col Diavolo
per Traore e altri minuti per Camarda


Francesco Pietrella


A volte conta l’utilitarismo. Perseguire ciò che serve, senza andare a caccia di spettacolo. Il manifesto è Luka Jovic: il serbo tocca una ventina di palloni scarsi, inizia nell’ombra, ma entra in due gol su tre e rende felici i circa settantamila di San Siro, che per una notte tornano a casa senza infortuni di alcun genere. Il Milan si sbarazza 3-1 del Frosinone e sale a 29 punti, a -4 dalla Juve e a tre lunghezze dall’Inter, di scena domani contro il Napoli. Una vittoria fondamentale per la classifica e per il morale, soprattutto dopo i tre schiaffi incassati contro il Borussia Dortmund.

LE SCELTE — La mini rivoluzione di Pioli parte dal centrale: accanto a Tomori gioca Theo, schierato per la prima volta in mezzo. Simic e Bartesaghi in panchina. Vince l’esperienza. Florenzi e Calabria sono i due terzini, Reijnders e Musah i mediani con compiti diversi, Loftus-Cheek il trequartista. Dietro Jovic, i soliti dell’ultimo periodo: Chukwueze e Pulisic. Di Francesco, che a San Siro ha vinto l’ultima volta con la Roma nel 2017, risponde con il 4-2-3-1: Oyono a uomo su Chukwueze, Bourabia e Barrenechea davanti alla difesa. Davanti c’è qualità: Soulé, Reinier, Cuni e Arjion Ibrahimovic, il diciottenne omonimo di Zlatan. Nessuna parentela, ma lo svedese se la ride in tribuna accanto a Giroud. Sorrisi tra vecchi compagni di squadra.

JOVIC — La prima mezz’ora sembra una gara a chi combina meno. Il Frosinone fa il suo gioco: manovra con i due esterni, cerca Soulé con insistenza e trova le sponde di Ibra, ma concretizza poco. Il Milan, invece, di superare il muro con astuzia e pazienza. Theo costruisce largo mostrando comunque le sue doti migliori: puntare l’uomo, cercare l’uno-due e andare dentro, lasciando Tomori e Reijnders a coprire il suo lato. Un paio di buone situazioni nascono da lui. La prima scossa arriva al 20’: destro svirgolato di Florenzi a lato. La seconda al 27’: sinistro di Chukwueze deviato in angolo. Il nigeriano arpiona il pallone e cerca il guizzo, ma Oyono lo contiene. Buona prova la sua: nel 2021 giocava in terza divisione francese, stasera ha arginato uno capace di segnare al Dortmund con una serpentina. Dopo un paio di affondi per parte, la grande chance capita sul destro di Cuni, che sfrutta un errore da matita rossa di Tomori ma conclude addosso a Maignan (42’). Neanche il tempo di appuntarsi l’occasione che il Milan va in vantaggio. Il gol è di Luka Jovic - il più discusso, il più criticato -, che scarica mesi di frustrazione con un sinistro secco e potente, come se volesse scrollarsi via di dosso settimane di malumori. Il serbo non segnava dal 27 maggio, 189 giorni fa. E forse la porta sotto la Nord gli porta bene: nel 2019 punse proprio lì sotto con la maglia dell’Eintracht, nell’unica stagione da fenomeno della sua carriera.

IL TRIS — La ripresa fa rima con chiusura. Il macht point del Milan è un tutto nei piedi dei due fuoriclasse in campo. Il primo è Maignan, bravo a effettuare un lancio di 70 metri più preciso di un Longines, il secondo è Pulisic, che invece controlla al volo e punge Turati con il destro (50’). Quinto gol in Serie A per lui, e secondo assist per Magic Mike in rossonero dopo quello per Leao contro la Samp (febbraio 2022). Il resto della gara è gestione: Di Francesco gioca due jolly offensivi, Caso e Kaio Jorge, ma il più ostico è sempre Soulé, che prende palla da destra, si accentra e calcia. Ma stavolta nessuna magia. E alla fine il Milan cala il tris: Theo costruisce, Jovic rifinisce di testa e Tomori segna a un metro dalla porta: 3-0 facile facile (75'). Il Frosinone si sveglia tardi: all’82’ Marco Brescianini - cresciuto nel settore giovanile rossonero - trova un bel gol su punizione dalla destra. Maignan e Theo si dividono le colpe. Finisce 3-1. Un paio di appunti finali: a una decina di minuti dalla fine Pioli ha regalato l’applauso di San Siro a Bennacer, di nuovo in campo dopo più di sei mesi, mentre Francesco Camarda, il quindicenne da record, ha trovato di nuovo spazio. La curva ha cantato anche per lui.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 3 dicembre 2023 22:11
Bologna raggiunto dal Lecce al 100':
Piccoli su rigore risponde alla magia di Lykogiannis

I rossoblù avanti nella ripresa grazie alla meravigliosa punizione del greco.
Nell'ultimo assalto giallorosso il portiere
Falcone viene trattenuto in area e arriva il pari


Francesco Velluzzi


Incredibile al Via del Mare. Non si può che cominciare così la cronaca di un pareggio che poteva sembrare annunciato a fine primo tempo, ma che invece diventa incandescente nei minuti di recupero, 5 che diventano altri 5 perché l’arbitro di provata esperienza Doveri concede un rigore, andando al monitor, al Lecce all’ultimo atto di una partita che i salentini di fatto avevano perso, colpiti al cuore da una punizione straordinaria di Charalampos Lykogiannis, spedito in campo da Thiago Motta a metà ripresa. Il Bologna sentiva già aria di Champions, controllava bene, e invece che succede? All’ultimo assalto il Lecce guadagna un calcio d’angolo che va a battere Sansone, ex avvelenato perché il Bologna non lo ha tenuto. A saltare nel mischione va anche il portiere Falcone che nella confusione in area viene buttato giù. Inizialmente sembra ci sia un fuorigioco di Dorgu, invece c’è un fallo netto di Calafiori sul portierone, peraltro bravissimo nel corso di tutta la gara e Doveri decide di andare a rivedere. Rigore. Il pallone scotta, ma scotta tanto. Roberto Piccoli, centravanti di riserva, buttato dentro al posto di un Krstovic che non segna più, si incarica deciso del tremendo compito e batte il bravo Skorupski al decimo minuto di recupero... Al Via del Mare è un tripudio, il Lecce, che nella ripresa era crollato, dopo un gran primo tempo, è vivo e conquista un punto speciale.

IL PRE — Il Lunch match della prima domenica di dicembre è “infastidito” dagli incidenti che hanno coinvolto una cinquantina di tifosi del Bologna che, a bordo di un autobus che li portava allo stadio dalla stazione ferroviaria, sono stati presi a sassate dai leccesi. Vigilia particolare anche per il tecnico Thiago Motta che rinuncia inizialmente al calciatore del mese (per l’Aic) Joshua Zirkzee, quattro gol nelle ultime sei gare e parte con Van Hoijdonk. Fuori anche Beukema. Comincia Krstiansen con Lucumi, Calafiori e Posh. Nel Lecce i dubbi erano soprattutto legati al centrocampo dove il ruolo di mezzala lo interpretano ancora Gonzalez e il talentuoso Oudin, insomma, promossi da Verona. Al centro torna al suo posto Ramadani. Prima del via la consegna delle maglie con i loro nomi da parte del vicepresidente del club Corrado Liguori ai familiari degli ex calciatori Lorusso e Pezzella, scomparsi tragicamente 40 anni fa. Il Lecce gioca con una maglia rossa dedicata a loro.

SI GIOCA — ll Lecce parte forte, guadagna subito due angoli e su un bel cross di Strefezza Dorgu calcia forte di sinistro, ma trova la risposta di Skorupski. D’Aversa chiede tanta pressione alta a Gonzalez e Oudin e Motta, invece, tiene molto basso Aebischer davanti alla difesa. All’8' Ndoye prova a fare l’Orsolini involandosi bene sulla destra, ma Falcone replica alla grande. Poi è praticamente solo Lecce con la squadra in maglia rossa che vuole assolutamente la vittoria, pressa e va sempre a recuperare palla, riuscendoci. Anche le seconde palle sono tutte rosse. Skorupski respinge con i pugni un gran tiro di Gonzalez al 24’, mentre al 30’ Banda mette dentro una palla sulla quale proprio Gonzalez, che la tocca, non arriva ben coordinato. Ci prova anche Banda, ma troppo semplice. Al 40’ dopo che Ndoye ha messo nuovamente paura a Falcone è il momento di ricordare Ciro e Michele, Pezzella e Lorusso. I loro nomi sono scanditi per più di due minuti splendidamente dalla Nord, il resto dello stadio applaude “la storia”. L’ultima cosa da segnalare prima di un colpo di testa alto di Posch è il cartellino giallo per Ramadani, costretto a trattenere vistosamente Ndoye che lo aveva saltato e scappava.

SECONDO TEMPO — Si ricomincia senza sostituzioni. Nell’intervallo Motta non ha fatto scaldare nessuno degli uomini della panchina. Ma è il Bologna che stavolta parte forte col solito Ndoye. Si sveglia anche Saelemaekers che lancia nel corridoio Van Hooijdonk che però calcia fuori di poco. Al 12' e 13’ arriva il momento dei cambi. D’Aversa ne fa uno, Piccoli per Krstovic (che si è sbattuto tanto), Motta addirittura quattro calando, ovviamente l’asso Zirkzee per Van Hooijdonk. Poi Moro per Fabbian, Freuler per Aebischer e Lykogiannis per lo spento belga Saelemaekers., Insomma, rivoluziona la squadra. Ma lo fa subito dopo anche il tecnico del Lecce che toglie l’esausto e un po’ pasticcione Banda per l’ex rossoblù Sansone e si copre un po’ di più con Blin per Oudin. Ma le sostituzioni servono al Bologna perché al 22' Ferguson si guadagna una punizione importante. Va in stile rugby lo specialista Lykogiannis che fa centro. Imparabile per Falcone e rossoblù in vantaggio. Esecuzione magistrale. D’Aversa tenta anche le carte Almqvist e Rafia.E passa al 4-2-3-1. Niente da fare. Il crollo nella ripresa è davvero inspiegabile. Poi il greco, servito da Ndoye si mangia subito dopo il bis. Il Bologna palleggia bene, esce bene, controlla senza problemi da grande squadra. Fino all’assurdo finale con il rigore concesso dopo essere andato al monitor da Doveri al 53’ per fallo su Falcone che all’ultimo corner era andato pure lui a saltare. Roberto Piccoli va a calciare e diventa eroe. Mentre Motta non si dà pace e continua a discutere con l'arbitro.

Fonte:Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 3 dicembre 2023 22:25
Fiorentina, tutto facile con la Salernitana: 3-0 con super Sottil



Viola a segno con Beltran al 6' su rigore, Sottil al 17', Bonaventura al 56'.
La traversa di Ikwuemesi in avvio di ripresa unico lampo granata


G. B. Olivero

Una partita che non è esistita. La Fiorentina ha aggredito la Salernitana dal fischio d’inizio, in poco più di un quarto d’ora ha segnato due gol e poi ha gestito la gara realizzando la terza rete nella ripresa, creando altre occasioni e concedendo una sola azione pericolosa agli avversari. Tutto troppo facile per i viola, tutto troppo complicato per i granata che sono apparsi molli e svagati nell’approccio: una cosa che non dovrebbe assolutamente accadere.

PRIMO TEMPO — Italiano cambia otto titolari rispetto alla partita di Conference contro il Genk di giovedì: fuori Christensen, Parisi, Mina, Quarta, Barak, Lopez, Kouame e Gonzalez, dentro Terracciano, Kayode, Milenkovic, Ranieri, Bonaventura, Arthur, Sottil e Beltran. Inzaghi, invece, risolve il dubbio tattico della vigilia scegliendo la difesa a tre. Ma la Salernitana crolla molto rapidamente. Al 2’ Beltran e Bonaventura sprecano una buona occasione in contropiede, ma al 6’ l’argentino riesce finalmente a sbloccarsi su calcio di rigore conquistato da Arthur grazie anche a un maldestro intervento di Pirola. Il primo gol in Serie A dà fiducia al centravanti viola che si propone spesso sia per andare al tiro sia per dialogare con i compagni. La Salernitana continua a sbandare e la Fiorentina va subito vicina al raddoppio (7’: colpo di testa di Ikonè deviato prima da Bradaric e poi da Costil). Il secondo gol arriva al 17’ ed è un gioiello di Sottil, che trova l’incrocio dei pali con un destro a giro. Ikonè spreca un contropiede che avrebbe potuto generare il tris, Costil salva sulla linea dopo una deviazione volante di Beltran. Il primo tempo della Salernitana si chiude senza alcun tiro e soprattutto con la sensazione di un’enorme difficoltà.

RIPRESA — Dopo l’intervallo Inzaghi manda in campo Dia al posto di Kastanos e un cenno di vita dalla sua squadra arriva nel giro di tre minuti: cross di Mazzocchi, colpo di testa di Ikwuemesi lasciato libero al limite dell’area piccola e palla sulla traversa. Non è un episodio sfortunato, ma un errore: da quella posizione bisogna segnare. E la Fiorentina punisce rapidamente lo spreco: Duncan sradica il pallone dai piedi di Bohinen, vince un contrasto con Coulibaly e innesca Sottil, il cui cross trova puntuale Bonaventura per una comoda trasformazione. Inzaghi evidenzia il suo malcontento sostituendo proprio i due centrali di centrocampo coinvolti nell’azione del terzo gol, ma ovviamente nulla può cambiare. Costil si oppone alle conclusioni di Ikonè e Nzola, Bradaric dà un senso alla presenza di Terracciano costringendolo con un bel tiro all’unica parata della sua giornata. La Fiorentina festeggia i 102 gol nell’anno solare (record per il club), la Salernitana resta ultima.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 3 dicembre 2023 22:40
Pioggia di gol tra Udinese e Verona:
Henry firma il 3-3 al 97'

Uno-due udinese alla mezzora con Kabasele e Lucca,
poi un rigore di Djuric al 37' riapre la gara.
Nella ripresa, spettacolare rovesciata di Ngonge,
ancora rete di Lucca e poi il gol di Henry che fissa il risultato


Alex Frosio


Una meraviglia da applausi di Ngonge, una doppietta di Lucca, l’Udinese due volte avanti e rimontata al 97’. È stata una partita dai tanti capitoli, tutti appassionanti, tra due squadre che avrebbero meritato la vittoria per motivi diversi, ma quella di Cioffi ovviamente ha più da rammaricarsi perché i tre punti sembravano ormai in tasca. Cioffi alla vigilia aveva escluso la presenza di Pereyra e invece al via c’è proprio il Tucu – a mezzo servizio e forse anche meno – invece di Thauvin a supporto di Success. Dopo cinque minuti però il centravanti si fa male, forse uno scatto troppo prematuro nel freddo e a freddo, e al suo posto entra Lucca. A Cioffi non va male con i cambi, perché al 16’ si ritrova avanti grazie a Kabasele, il sostituto dell’infortunato Bijol al centro della difesa: punizione di Samardzic e sul secondo palo spunta in spaccata il belga “mollato” in marcatura da Folorunsho. E alla mezzora il 2-0 è di Lucca, su un altro errore di sistema della difesa dell’Hellas: recupero alto di Perez, cross di Pereyra e il gigante bianconero fa un bel movimento tra il quarto e il terzo della linea veronese, con Terracciano – il quarto – che si accorge del taglio ma non segue Lucca, che in acrobazia devia in rete. Doppio colpo per il Verona, condannato da due amnesie ma non inferiore sotto il profilo del gioco. Il nuovo 4-2-3-1 di Baroni, inaugurato con il Lecce, stabilisce connessioni ad alta velocità tecnica tra Duda, Suslic, Ngonge e Lazovic.

RIGORE DEL 2-1 — L’Hellas torna in partita al 37’: fuga di Suslov a destra, appoggio a Ngonge che calcia sul braccio di Kabasele. Dal dischetto Djuric non sbaglia. L’Hellas si prende il pallone, l’Udinese deve difendersi. Ma sfiora il tris allo scadere su punizione di Samardzic, respinta in qualche modo da Montipò. Il Verona riparte alla carica e batte sulle fasce, dove Terracciano sale vertiginosamente di rendimento in coppia con Lazovic e di là Tchatchoua combina con Suslov. E sempre con Ngonge che lega. Al 16’, il fantasista belga si inventa l’incanto, ma tutta l’azione è bellissima: Terracciano duetta con Lazovic e serve Suslov che ha tagliato verso sinistra, cross morbidissimo al centro dove Ngonge si avvita in rovesciata tra quattro difensori dell’Udinese. Come Pelè in Fuga per la vittoria. Tutti in piedi. Anche i tifosi friulani restano a bocca aperta. Non l’Udinese. Cioffi immette Lovric e Thauvin per Ebosele e un Pereyra molto minore (destro al corpo di Montipò un minuto prima). Il campione del mondo francese al 27’ disegna la parabola perfetta per lo stacco imperioso di Lucca sul pessimo Amione: 3-2 Udinese. L’Hellas sbanda, Lovric scippa Amione e appoggia fuori, Thauvin colpisce il palo, Samardzic fugge e calcia centralmente. Baroni ricorre a tutto l’arsenale: dentro Bonazzoli, poi anche Henry. L’Udinese soffre, guadagna tempo, lo perde.

CRONOMETRO — I crampi a Silvestri allungano i cinque minuti di recupero. E quando il cronometro segna 51’40”, un immenso Ngonge crossa il pallone dell’ave maria, che Henry va a prendere in cielo. Tre a tre. L’Udinese vede sfumare di nuovo la prima vittoria in casa, l’Hellas puntella la panchina di Baroni: giusto così, perché per quel che si è visto, potrebbe essere nato un gran bel Verona.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 3 dicembre 2023 22:58
Kristensen ribalta il Sassuolo:
la Roma vince 2-1 e aggancia la zona Champions

Nel primo tempo emiliani in vantaggio con Henrique.
Nella ripresa i due episodi decisivi:
l'espulsione di Boloca e l'entrata del danese che procura il
rigore segnato da Dybala e poi firma il vantaggio definitivo


Andrea Pugliese


L’eroe che non ti aspetti, il vichingo che finora si era nascosto tra i ghiacciai dei ricordi. E invece a Reggio Emilia la Roma supera il Sassuolo e aggancia temporaneamente il Napoli al quarto posto, per la prima volta con un occhio diretto sulla Champions. E ad aprirlo per i giallorossi è stato proprio Rasmus Kristensen, che in 45’ si procura il rigore del pari e poi segna (con deviazione di Tressoldi) la rete della vittoria. Un 2-1 pesantissimo per la Roma, che cancellai fantasmi di una sconfitta che si stava materializzando fino alla follia di Boloca, che dopo 16’ della ripesa lascia il Sassuolo in dieci. Fino a quel momento, infatti, la squadra di Dionisi aveva tenuto bene il campo, giocando alla pari con i giallorossi.

DECIDE HENRIQUE — Mou lascia fuori Pellegrini e conferma Bove come mezzala, Dionisi si affida al solito 4-2-3-1, scommettendo su Laurientè a sinistra. Ne nasce una partita a lungo soporifera: ritmi bassi, passaggi scolastici, mai uno spunto o un colpo di genio per tutta la metà del primo tempo. Ci prova Dybala da fuori (tiro parato), risponde Pinamonti con un debole colpo di testa finito ampiamente fuori. Insomma, si scorre tra la noia generale fino al 25’, quando un tiro-cross di Berardi diventa l’assist perfetto per Henrique (anche grazie alla dormita di Ndicka), per il vantaggio del Sassuolo. E allora la partita un po’ si accende. Dybala continua ad abbassarsi sempre per andare a giocare palloni che non trova sulla trequarti, con il risultato che ad alzarsi al fianco di Lukaku è spesso Bove, non certo uno capace di far male negli ultimi 20 metri. Così la manovra della Roma è spesso sterile, non trova sbocchi, anche se si finisce con il giocare più dalla parte di Spinazzola che da quella di Karsdorp. In un’occasione però Lukaku riesce a fare il solito gioco a muro e serve Dybala, sul cui tiro a giro dal limite si supera Consigli. Dall’altra parte, invece, Boloca ed Henrique in mezzo girano palloni su palloni, ma poi Laurentiè e Berardi non riescono mai a costruire pericoli veri. Tranne nel finale di gara, quando il francese dà a Thorstvedt un pallone d’oro per il 2-0, ma il norvegese regala il pallone ad un incredulo Rui Patricio. Di fatto, però, il possesso palla della Roma (69%, mai così alto per i giallorossi) non porta frutti, anche perché i giallorossi sono molli (17-11 i duelli vinti dal Sassuolo).


IL VICHINGO DELLA ROMA — Le mosse di Mou allora sono Kristensen e Azmoun (i due fuori dalla lista Uefa), con il portoghese che di fatto passa al 3-4-2-1. Aumenta il potenziale offensivo giallorosso, meno il numero di idee. L’occasione per il pari arriva lo stesso, grazie ad uno svarione difensivo generale del Sassuolo, ma Lukaku da solo davanti a Consigli calcia sul portiere emiliano. Dall’altra parte, invece, Pinamonti e Laurienté si ostacolano a vicenda in area su un pallone ghiottissimo, mentre Azmoun non sfrutta un’altra chance dorata. Insomma, ora si gioca di più, anche perché le squadre sono più lunghe dei primi 45’. Al 16’ Boloca fa un’entrata folle su Paredes, Marcenaro prima gli dà il giallo, poi con l’aiuto del Var passa al rosso. E allora Dionisi passa al 4-3-2 (dentro Racic), mentre Mou per accrescere la fase offensiva mette dentro anche Pellegrini ed El Shaarawy, giocando con 5 giocatori offensivi tutti insieme. E il pari arriva su rigore di Dybala, per un fallo ingenuo di Erlic su Kristensen. Che poco dopo diventa l’eroe della serata, con un tiro che beffa Consigli a causa della deviazione di Tressoldi. Sembra finita, ma Racic ha per due volte la palla del 2-2 (prima su un erroraccio di Paredes, poi su tiro da fuori), mentre Consigli dice di no a Pellegrini. Finisce così, con Mourinho ad abbracciare i suoi per una vittoria pesantissima per la Champions.

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 3 dicembre 2023 23:20
L'Inter spaventa il campionato:
tris al Napoli con Calha, Barella e Thuram.
E la Juve torna dietro

I nerazzurri si confermano primi a +2 sui bianconeri,
prima sconfitta per Mazzarri dopo il ritorno in panchina


Filippo Conticello


Ci sarà pur stato un motivo se in 17 anni l’Inter in questo stadio aveva vinto una misera volta. E ci sarà un motivo se adesso i nerazzurri rompono con prepotenza il tabù e vanno via da Napoli con un 3-0 che suona minaccioso per ogni rivale di A. Inzaghi si riprende la vetta come meglio non poteva, opera il controsorpasso sulla Juve con una partita intelligente e di grande qualità soprattutto tra i centrocampisti, e manda un messaggino proprio al collega Allegri che sgomita là davanti: la sua squadra ha imparato dagli errori, ha una rosa abbastanza profonda per resistere a due nuovi infortuni (De Vrij e Dumfries) e brama davvero la seconda stella sopra ogni cosa. Il Napoli, invece, volenteroso e impreciso, è punito forse oltre i propri demeriti, ma subisce l’effetto contrario: Mazzarri sta ridando un’anima ai campioni di Italia, ma precipitando a -11 la vetta adesso sembra davvero una chimera.

L’AVVIO — Dopo il grande minestrone portoghese, Simone Inzaghi torna a usare i titolatissimi: si rivede l’artiglieria pesante che ha giocato a Torino, fuori soltanto gli infortunati Pavard e Bastoni. Dumfries è recuperato dall’ultimo affaticamento, che gli ha impedito perfino di viaggiare per Lisbona, mentre davanti riecco riconnettersi la ThuLa. Mazzarri riabbraccia, invece, la sua vecchia casa napoletana dopo 10 anni e per questo nuovo debutto deve partire senza Zielinski: inizia Elmas da mezzala al posto del polacco acciaccato. A parte Natan, costretto a traslocare a sinistra vista la morìa di terzini, la squadra di Walter può sprigionare al massimo la sua potenza offensiva col trio davanti Politano-Osimhen-Kvara. Proprio il macedone fa subito capire che aria tira con un destro tagliente che obbliga Sommer a volare: è solo la prima di una serie di interventi del portiere svizzero sui continui cross napoletani. La squadra di Mazzarri gioca all’inizio con più intensità rispetto a un’Inter timidina. Nonostante tutto, i nerazzurri avrebbero pure trovato il gol con Thuram (annullato per fuorigioco di una spalla del francese), ma l’emergenza difesa si complica quando pure De Vrij si accascia e alza bandiera bianca: l’olandese è il terzo centrale che va k.o., a tradirlo un risentimento muscolare all'adduttore della gamba sinistra.

CALHA CAMBIA TUTTO — Già al 18’ Inzaghi deve quindi lavorare di fantasia e per tamponare la perdita manda in campo Carlos Augusto: stavolta non è Dimarco a slittare indietro, ma è proprio il brasiliano a fare da braccetto. Le ambizioni di un buon primo tempo di Mazzarri si infrangono su una traversa tonante di Politano, bravissimo a lavorare la palla col mancino, mentre Osimhen pare ancora lontano dalla pantera che fu. Così, visto che il Napoli non capitalizza il suo miglior momento, la squadra di Simone riesce a mettere la testa avanti con fare sornione, senza quasi dare nell’occhio. Aumenta il baricentro e giusto un attimo prima del tè pesca un gol inatteso: dopo un cross la palla viene addomesticata da Barella e poi finisce sul piede caldo di un Calha, fin lì sottotono e impreciso. Il turco colpisce in maniera perfetta, batte Meret e spacca in due la partita esattamente a metà del tempo.

IL RADDOPPIO — La rete di Calha modifica gli eventi, cambia totalmente l’inerzia della seconda metà: la squadra di Mazzarri deve affannarsi per recuperare e così lascia campo alle spalle per ripartenze velenose della ThuLa. L’occasione per il pari al Napoli arriva comunque al 58esimo quando Acerbi colpisce Osimhen in area - senza fallo secondo l'arbitro -, poi Sommer fa l’ennesimo grande intervento su sinistro potente di Kvaratskhelia. Ancora una volta, non sfruttando l’occasione davanti, la squadra campana viene punita dietro. Lo 0-2 interista arriva da una sanguinosa palla persa da cui si innesca la ripartenza di Inzaghi: il cannibale Lautaro per una volta è in vena di assist più che di gol, così serve Barella che slalomeggia in area e segna una rete bellissima.

IL TRIS — È la mazzata finale su Osimhen e soci a cui non danno particolare energia neanche gli ingressi di Raspadori e Zielinski. Tutto diventa improvvisamente facile per i nerazzurri che alla fine raccolgono una cattiva e una brutta notizia: vanno via da Napoli con un altro infortunio (Dumfries out per un risentimento muscolare ai flessori della gamba sinistra) e trovano lo 0-3 con Marcus Thuram a porta vuota su assist di Cuadrado, entrato proprio al posto dell’olandese. Il punteggio è troppo rotondo, forte, ma il messaggio dell’Inter al campionato è altrettanto potente.

Fonte: Gazzetta dello Sport
Marco_M77
00lunedì 4 dicembre 2023 07:07
Per i napoletani due brutte mazzolature in champions e in campionato, Mazzarri parte con il piede sbagliato! [SM=g6168407]
ilpoeta59
00lunedì 4 dicembre 2023 07:19
Re:
Marco_M77, 04/12/2023 07:07:

Per i napoletani due brutte mazzolature in champions e in campionato, Mazzarri parte con il piede sbagliato! [SM=g6168407]



Lasciamo perdere, sto amareggiato come se avessi bevuto una bottiglia di Petrus. [SM=x1583484]

Marco_M77
00lunedì 4 dicembre 2023 07:45
Re: Re:
ilpoeta59, 04/12/2023 07:19:



Lasciamo perdere, sto amareggiato come se avessi bevuto una bottiglia di Petrus. [SM=x1583484]




Consolati ripensando ai tempi della serie C (campionato 2004/2005)......adesso giocate contro gli squadroni e qualche sconfitta ci può stare. [SM=x1583491]
binariomorto
00martedì 5 dicembre 2023 14:12
Super Zapata e Sanabria fanno esultare il Toro:
3-0 all'Atalanta, Dea in crisi



I granata celebrano il 117° compleanno dominando il posticipo.
Due volte a segno l'ex Duvàn e il paraguaiano su rigore al 56'.
Per i bergamaschi un solo punto nelle ultime 4 gare e Djimsiti ko


Mario Pagliara

Nella serata più difficile, fiorisce il Toro più bello della stagione. Travolge tre a zero l’Atalanta, va in gol con i suoi due centravanti (doppietta di Zapata, nella ripresa Sanabria su rigore), riprende il cammino legittimando la vittoria pienamente sul piano del gioco e della corsa. L’Atalanta di Gasperini appare quasi sorpresa dall’ottima serata dei granata, certamente non trova mai la chiave per arginarli. Bel salto in alto in classifica della squadra di Juric, rimessasi nella scia del treno per l’Europa ora distante tre punti. I granata si fanno un bel regalo all’indomani dei 117 anni del club.

GOL DELL'EX — L’occasione era troppo ghiotta per farsela sfuggire. Alla prima serata da avversario, dopo cinque anni trascorsi a Bergamo, Duvàn Zapata consegna in largo anticipo la strenna natalizia al suo ex allenatore Gian Piero Gasperini. Così Torino-Atalanta che è già un romanzo ricco di intrecci, rapporti, amicizie, corsi e ricorsi, si arricchisce di un nuovo capitolo: è il minuto ventidue quando i granata di Ivan Juric legittimano la supremazia territoriale tenuta per larga parte del primo tempo. L’azione che sblocca la partita vede una partecipazione di molti calciatori del Toro: si parte da Bellanova sulla destra, si passa alla coppia Ilic-Vojvoda che recupera dall’altra parte, poi Vlasic rifinisce e Zapata si costruisce lo spazio giusto in mezzo a Scalvini e Ruggeri firmando poi il colpo dell’uno a zero. E’ il secondo gol torinista di Duvàn, il terzo in campionato in questa stagione: si è bloccato dopo due mesi abbondanti.

LE MANI DI VANJA — Torino e Atalanta non deludono le aspettative, e per tutto il primo tempo offrono uno spettacolo godibile, ricco di agonismo e condito da diverse buone giocate. A metà gara molto meglio il Toro, disegnato da Juric con il doppio trequartista dove stavolta c’è l’arretramento di Sanabria accanto a Vlasic alle spalle dell’unica punta Zapata. Gasperini si mette quasi a specchio: quasi perché i trequartisti Miranchuk e Lookman tendono ad allargarsi spesso, favorendo il rientro del falso nove De Ketelaere. E proprio il belga ha la palla del potenziale pari, sette minuti dopo il vantaggio di Zapata. Un errore in disimpegno di Tameze mette CDK davanti a Milinkovic, ma il portiere granata in uscita gli chiude la porta e salva il risultato.

SANABRIA FREDDO — A inizio ripresa, Gasperini si gioca le carte Holm e Muriel, ridisegnando l’Atalanta con una punta di ruolo. Al sesto della ripresa, Scalvini tira la maglia di Buongiorno in area mentre il Toro batte un calcio d’angolo. L’arbitro Piccinini non sanziona nulla in presa diretta mentre Buongiorno protesta. Poi al direttore di gara arriva la segnalazione di Irrati dal Var: Piccinini va a rivedere tutto al monitor a bordocampo e assegna il rigore al Toro, il primo dell’intero campionato. Dal dischetto Sanabria è freddo e fa due a zero. L’Atalanta prova a rientrare con Pasalic a dieci dalla fine ma trova sulla traiettoria la manona di Milinkovic. Nel recupero arriva il tris ancora di Zapata: è festa Toro.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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