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Serie A Campionato 2017-2018: cronache, classifiche e... tanti commenti

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2018 13:08
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Serie A, Atalanta-Sassuolo 2-1: Gasp esulta con Petagna e Cornelius

Primi punti per la squadra di Gasperini, che rimonta lo svantaggio iniziale firmato da Sensi.
Gli emiliani sfiorano il pari nel finale ma Berisha chiude la porta



L’Atalanta respira, il Sassuolo recrimina. Una vittoria stentata e discussa per la squadra di Gasperini, che cancella quota zero in classifica solo grazie a un gran gol di Cornelius e a una rete quasi casuale di Petagna, molto contestato dal Sassuolo, rischiando nel finale il pareggio della squadra emiliana, alla seconda sconfitta consecutiva. Al di là delle recriminazioni arbitrali, la squadra di Bucchi solo in extremis è riuscita ad aumentare il suo peso davanti, confermando di non avere ancora trovato un’identità tattica definitiva e dunque limiti offensivi: il gol del vantaggio era stato in realtà un regalo dell’Atalanta.

LE SCELTE — Nessuna sorpresa fra i bergamaschi, dato che Gasperini ieri aveva insolitamente annunciato la formazione. Dunque ritorno di Caldara al centro della difesa, prima da titolari per De Roon (per Freuler), Castagne (Hateboer) e Cornelius (Petagna), all’insegna di un turnover mirato all’esordio in Europa League di giovedì contro l’Everton. Non annunciato, ma ipotizzato, il cambio di sistema di gioco nel Sassuolo, dal "vecchio" 4-3-3, usato nelle prime due gare di campionato, al 3-5-2: un esterno offensivo in meno (Politano) e un centrale difensivo in più (Letschert, preferito a Goldaniga). In attacco Berardi più vicino a Falcinelli e alla porta. Ma qualche sorpresa anche nelle scelte di Bucchi: Sensi e non Missiroli, Mazzitelli e non Duncan (non al meglio) e sulla fascia sinistra fiducia a Adjapong, recuperato in extremis.

PRIMO TEMPO — Il gol beffa (o meglio: suicidio) subìto dall’Atalanta, che ha stappato la partita, è arrivato dopo mezzora scarsa di teorico dominio nerazzurro. Il primo vero avvicinamento della porta di Consigli era arrivato solo dopo 23’ (da Gomez a Ilicic, sinistro alto), per il resto la forte pressione della squadra di Gasperini aveva solo tenuto il Sassuolo nella sua metà campo, ma senza metterlo con le spalle al muro. Anzi: 5’ dopo, proprio lo sbilanciamento dei nerazzurri aveva causato l’harakiri di una ripartenza nata da una punizione a favore al linite dell’area avversaria, pasticciata da Ilicic. Palla capitalizzata da Berardi, fuga sulla destra di Lirola, tappeto rosso per l’inserimento centrale di Sensi, in vantaggio sul rientro di tutto gli avversari. Il merito dell’Atalanta è stato non scomporsi, e trovare il pareggio dopo 7’: un pizzico di fortuna (Ilicic non ha agganciato un pallone poi arrivato a Cornelius) e un colpo di classe del centravanti danese, che ha evitato l’opposizione di Magnanelli e poi Cannavaro, trovando da 15 metri un sinistro chirurgico sul palo di Consigli. Gol convalidato dopo consulto arbitrale, per sospetto fuorigioco dell’autore del gol.

SECONDO TEMPO — Nella ripresa era logico aspettarsi un’Atalanta più padrona del campo, dopo aver aggiustato la partita. Ma neanche il cambio (Kurtic per Ilicic) ha dato la scossa, arrivata semmai con l’infortunio di Gosens e l’inserimento del vivace Hateboer sulla destra (con Castagne dirottato a sinistra): l’olandese ha prima impegnato Consigli e poi mostrato la porta a Petagna che non è arrivato per un soffio su un suo cross dalla destra, ma il vantaggio dell’Atalanta è comunque giunto in maniera quasi casuale (palla messa in mezzo da Gomez e tocco svirgolato ma vincente di Petagna) e soprattutto molto discussa: sullo spiovente del Papu, Cannavaro non è potuto intervenire in quanto ostacolato da Kurtic, ma Manganiello non ha ritenuto di intervenire. Il vantaggio non ha sciolto l’Atalanta, che nel finale ha rischiato per due volte il pareggio: il subentrato Matri, vivacissimo, ha messo in porta Ragusa, che ha ritardato il tiro e si è visto chiudere benissimo lo specchio da Berisha, il quale si è ripetuto poco dopo cancellando un colpo di testa di Acerbi su cross di Lirola.

Andrea Elefante

Fonte: Gazzetta dello Sport
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