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Campionato di calcio Serie A stagione 2022/2023 di Award & Oscar FFZ

Ultimo Aggiornamento: 12/06/2023 14:35
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Kostic fa piangere l'Inter:
la Juve sbanca San Siro e va a -7 dal quarto posto

La squadra di Allegri supera i nerazzurri
grazie a un gol del serbo:
la zona Champions è più vicina


Andrea Ramazzotti


La Juventus passa a San Siro e infligge all'Inter il nono k.o. in ventisette giornate di campionato. Inzaghi, che è ai quarti di Champions e che nelle semifinali di Coppa Italia sfiderà di nuovo Allegri, viaggia alla media di una sconfitta ogni tre gare: un ritmo non da qualificazione alla prossima Champions. Non a caso stasera è stato sorpassato dalla Lazio e resta terzo solo perché Milan e Roma sono in difficoltà. Diverso il discorso per la Signora ancora a -4 dal sesto posto, ma ora anche a -7 dal quarto. Naturalmente senza contare i 15 punti di penalizzazione: altrimenti sarebbe seconda da sola. Sul successo della Signora c'è l'ombra di un fallo di mano, non ravvisato neppure dal lungo controllo Var, di Rabiot in occasione del gol di Kostic, ma la prestazione di Brozovic e compagni resta deludente. La sosta permetterà a Inzaghi di recuperare gli infortunati, ma ad aprile, con 9 impegni ufficiali, serve un cambio di marcia per non gettare alle ortiche la stagione. Per la Juve, alla prima affermazione esterna contro una grande, è il quarto successo di fila. Non male...

IL DIAGONALE DI KOSTIC — Inzaghi, senza gli infortunati Skriniar, Bastoni e Gosens, ridisegna la difesa a tre (Darmian, Acerbi e De Vrij) e preferisce Brozovic a Mkhitaryan, fino a stasera titolare in tutte le gare del 2023. Allegri risponde con De Sciglio a destra (panchina per Cuadrado) e piazza Soulé alle spalle di Vlahovic tenendosi in panchina Di Maria e Chiesa, entrambi non al top. L'Inter inizia forte con Barella che si inserisce di continuo senza che Rabiot riesca a fermarlo: il centrocampista sardo prima spara da fuori, esaltando Szczesny che devia in angolo, poi su filtrante di Lukaku, trova ancora sulla sua strada il polacco. Vlahovic si batte davanti, a differenza di Lautaro che è invisibile. Passata indenne la mareggiata iniziata, la Signora va avanti grazie a un diagonale perfetto di Kostic, lasciato troppo libero da Dumfries e non chiuso in tempo da Darmian. La rete viene convalidata dopo un consulto al Var durato oltre quattro minuti: c'è il dubbio di un tocco di braccio di Rabiot che avvia la ripartenza fulminante degli ospiti, ma alla fine da Lissone arriva l'ok senza neppure bisogno dell'on field review. Anche domenica scorsa contro la Sampdoria il francese in scadenza di contratto era stato protagonista di un episodio contestato in occasione di uno dei suoi gol. La gara diventa una corrida, con tensione sugli spalti, ma anche contatti proibiti tra Bremer e Lukaku. Barella e Gatti vengono ammoniti e i padroni di casa, che si salvano su una conclusione debole di Soule, provano a schiacciare nella loro metà campo gli avversari facendo affondare anche Darmian e Acerbi. Allegri non si scompone perché il match è sui binari a lui graditi: chiede ai suoi di restare tutti dietro la linea della palla e di andare subito in verticale. E proprio su un'incursione sulla destra gli juventini vanno vicini al raddoppio, vanificato da una chiusura provvidenziale di Barella sull'ottimo Kostic. La produzione offensiva dell'Inter? Dopo la sgasata iniziale di Barella, solo un colpo di testa di Lukaku sul fondo. Oggettivamente troppo poco per chi vuole tenersi stretto il secondo posto in classifica. D'accordo i meriti di Bremer e compagni, che si difendono bene, ma i vice campioni d'Italia non velocizzano a sufficienza la manovra e il ritorno dal 1' in regia di Brozovic, con Calhanoglu mezzala, non dà gli effetti sperati.

LA SIGNORA TIENE — Le squadre rientrano con gli stessi uomini: l'Inter prova ad alzare la linea del pressing, ma non è rabbiosa o arrembante e la Juventus si copre senza scomporsi o andare in affanno. E quando i nerazzurri sfondano, ci pensa Locatelli a stoppare la conclusione quasi a botta sicura di Calhanoglu. Il numero 5 bianconero prova anche il tiro, ma Onana blocca in due tempi. Inzaghi toglie Dimarco, toccato duro, e inserisce D'Ambrosio, ma sostituisce anche l'ammonito Barella con Mkhitaryan. Il nazionale azzurro la prende malissimo: prima mastica qualche parola, poi allarga le braccia e scalcia qualcosa vicino alla panchina. Allegri risponde inserendo Chiesa per Soulé e l'ex viola ha il duplice compito di schermare Brozovic e di far male in ripartenza. Con Dumfries non in serata e D'Ambrosio non a suo agio sull'out mancino, i padroni di casa non hanno spinta sulle fasce e faticano a creare pericoli. Forse sarebbe stato meglio mettere D'Ambrosio nei tre dietro e piazzare Darmian sull'out mancino. L'Inter torna ad impensierire Szczesny con una punizione telefonata di Calhanoglu: dalla precedente conclusione nello specchio di Barella (al 18'pt) sono passati ben 53 minuti. Un'eternità per chi è sotto nel punteggio. E a niente vale il marcato possesso palla: la Juve sfiora il 2-0 con Chiesa, poi Gatti fa una chiusura importante su un cross di Dumfries che si risveglia improvvisamente. Gli uomini di Inzaghi si allungano e provano il tutto per tutto con Correa e Dzeko per Darmian e Lukaku: si passa al 4-3-1-2, mentre Allegri è costretto a sostituire Chiesa, di nuovo ko, con Paredes. Una botta di Mkhitaryan alta è l'ultimo brivido poi, dopo 7' di recupero, Chiffi fischia la fine e, mentre la Juventus festeggia, ci sono altre scintille con una mezza zuffa e il rosso a D'Ambrosio e Paredes.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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