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Campionato di calcio Serie A stagione 2023/2024 di Award & Oscar FFZ

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2024 00:42
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Seguendo solo la nazionale scopro con stupore che Belotti riesce a segnare.



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Re:
Davide, 21/08/2023 09:42:

Seguendo solo la nazionale scopro con stupore che Belotti riesce a segnare.



Non sei tifoso di nessuna squadra?



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Di calcio tifo ovviamente la nazionale e mi interesso di tutte quelle notizie inerenti alla nazionale, ad esempio l'infortunio di Chiesa.
Non seguo molto il campionato di serie A perché lo trovo abbastanza artefatto e scontato e qui mi fermo per non sembrare supponente o peggio.
Nel 2002 ho tifato il Chievo e mi interesso di Hellas dallo scudetto dell'85. Non dico "tifo Hellas" perché non condivido la visione politica di alcuni tifosi.
Fermo restando che nel campionato di calcio la politica non dovrebbe proprio entrarci. 🤦‍♂️



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Re:
Davide, 21/08/2023 13:45:

Di calcio tifo ovviamente la nazionale e mi interesso di tutte quelle notizie inerenti alla nazionale, ad esempio l'infortunio di Chiesa.
Non seguo molto il campionato di serie A perché lo trovo abbastanza artefatto e scontato e qui mi fermo per non sembrare supponente o peggio.
Nel 2002 ho tifato il Chievo e mi interesso di Hellas dallo scudetto dell'85. Non dico "tifo Hellas" perché non condivido la visione politica di alcuni tifosi.
Fermo restando che nel campionato di calcio la politica non dovrebbe proprio entrarci. 🤦‍♂️



Purtroppo nel Campionato entra un po' di tutto, dalla mafia alla politica, quando girano i miliardi è così.
Io tifo Milan a causa di un imprinting infantile ma in definitiva amo lo spettacolo al di là del tifo e di tutte le magagne presenti dietro le quinte del calcio.



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Anche mio papà tifava Milan (ed Hellas). Si chiamava "Iulius Caesar" su BC. 🙂
Io sono emigrato all'estero da un po', per cui adesso non so più chi seguire. 😅



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Davide, 21/08/2023 13:59:

Anche mio papà tifava Milan (ed Hellas). Si chiamava "Iulius Caesar" su BC. 🙂
Io sono emigrato all'estero da un po', per cui adesso non so più chi seguire. 😅



Come dice Marco quello che conta è lo spettacolo: attaccare gli spazi, far scattare il fuorigioco, triangolare in area, dribblare di spalle, metterla nell'incrocio dei pali con un tiro a rientrare...l'immedesimazione è forte, c'è stata un'epoca in cui non riuscivo a restare seduto durante le partite! [SM=x4983510]





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Il Torino non sfonda il muro del Cagliari: è 0-0



La squadra di Juric comincia con coraggio il campionato e si presenta molte
volte dalle parti di Radunovic senza trovare la rete, rossoblù pericolosi con Nandez


Mario Pagliara

Torino e Cagliari stappano l'esordio in campionato preferendo non farsi male. Ne esce un pareggio senza reti e con poche emozioni, tutte concentrate nel primo tempo, mentre nella seconda parte della sfida è prevalsa la stanchezza e le due squadre sono diventate più prevedibili. Ranieri può festeggiare il primo punto per il suo Cagliari neopromosso su un campo difficile, mentre per Juric c'è un pizzico di delusione. Il suo Toro aveva tutto per fare di più contro questo avversario.

ILLUSIONE SCHUURS — Tocca dunque a Torino e Cagliari, e la partenza nella nuova Serie A è nel segno dei tridenti. Ranieri rinuncia al suo annunciato 4-4-2 per adeguarsi al calcio di Juric: 3-4-3 per i sardi, 3-4-2-1 come da protocollo per i granata. Vlasic più Karamoh alle spalle di Sanabria da una parte, Nandez, Oristanio perno centrale e Luvumbo dall'altra. Torino vive il suo primo pomeriggio di campionato avvolto in un'afa infernale: al fischio d'inizio, alle 18.30, ci sono 38,5 gradi. Buono l'impatto del Toro sulla gara: l'interpretazione del possesso è quella giusta (61% all'intervallo), discreta anche la pericolosità offensiva (tre occasioni in 45'), la personalità di Ricci e Ilic nel mezzo c'è nonostante la pressione di Sulemana e Makoumbou, la coppia di mastini di Ranieri. Nemmeno il tempo di prendere posto che Radunovic è chiamato a una grande risposta sulla girata di Sanabria bravo ad agganciare l'angolo battuto da Ilic (siamo al 3'). Dopo diciotto minuti, Schuurs dà l'illusione del gol quando svetta in area (su angolo di Vojvoda): va fuori di un soffio.

VOLA MILINKOVIC — Nella parte centrale, quando il Toro prova ad alzare i giri, ci prova anche Ricci (25') dalla distanza ma senza fortuna. Il Cagliari è, senza dubbio, ben organizzato nonostante questo nuovo vestito consegnatogli da Ranieri per l'occasione. Si difende con puntualità, è molto concentrato nello svolgere il compito sui duelli uomo contro uomo, e prova a capitalizzare le due possibilità che gli capitano. La prima, minuto numero 16: Nandez prova il tiro a giro ma trova sulla sua strada un ottimo Milinkovic. La seconda, a un minuto dall'intervallo, quando Oristanio scappa via a Schuurs ma il suo diagonale muore sui tabelloni.

DUELLI — All'intervallo Juric lascia nello spogliatoio Karamoh, dentro Radonjic. Ranieri risponde all'ora di gioco inserendo Jankto e Shomurodov, poi entrerà anche Pavoletti. Poco prima, una sassata di Vojvoda (15') era stata sì potente ma imprecisa. Nella ripresa il calo delle energie diventa una conseguenza fisiologica del grande caldo. Con meno corsa, aumentano i duelli ravvicinati in tutte le zone del campo, ne risente la qualità su entrambi i fronti. Per ridare brio al Toro Juric pesca dalla panchina Linetty e Pellegri al posto di Ricci e Vlasic. Ma i granata ormai non riescono a sorprendere l'organizzazione del Cagliari.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Anche il Milan risponde presente:
Giroud e Pulisic stendono il Bologna

I rossoneri replicano subito ai successi di Inter, Juve e Napoli
con una buona prova archiviata nel primo tempo.
Il nazionale Usa protagonista con un gol e giocate illuminanti.
Emiliani troppo imprecisi in attacco


Alessandra Gozzini


Il Milan partito all’inseguimento ha già raggiunto le altre big in vetta: con ventiquattro ore di ritardo, i rossoneri si uniscono al gruppone di comando. Ritardo azzerato in fretta: dopo venti minuti dall’inizio della nuova stagione, Pioli era già avanti di due. Aveva già mandato in gol Pulisic e permesso a Reijnders di servire un assist. Dai nuovi acquisti subito segnali positivi, confermati in corso di gara.

MILAN IN SCIOLTEZZA — Le formazioni sono quelle annunciate: Milan con tre nuovi acquisti in campo dall’inizio, Bologna che punta Maignan con le incursioni di Zirkzee a cui si aggiunge il sostegno di Moro. Non si può dire che la partenza non sia lanciata: dopo venti secondo Lykogiannis stampa sulla traversa l’invito in profondità di Posch. Sul missile di sinistro Maignan sarebbe battuto e la difesa rossonera chiude poi l’azione in calcio d’angolo. Nei minuti successivi ci si chiede come il Milan possa sfondare la linea difensiva avversaria ed ecco presto servite un paio di risposte: dopo undici minuti Pulisic si libera sulla trequarti, si accentra e disegna un cross mancino sul secondo palo su cui si avventa Reijnders. Dell’olandese l’assist al volo per Giroud: Olivier riapre il conto dei gol chiuso all’ultima giornata della scorsa stagione. Milan avanti. Dopo il tentativo di reazione di Ferguson, ecco la seconda risposta rossonera. Ancora sull’asse Pulisic-Giroud: stavolta l’americano (sotto gli occhi del connazionale Gerry Cardinale in tribuna) avvia il triangolo, che Olivier porta avanti con il tacco e l’esterno ex Chelsea rifinisce con una conclusione perfetta da fuori area. E’ il raddoppio rossonero. Potrebbe esserci anche il tris: Skorupski stavolta si oppone al sinistro al volo di Giroud, al termine di un’altra azione manovrata in velocità del Milan. Una specialità che nel primo tempo ha messo in mostra più volte, con un gioco corale in cui i nuovi acquisti partecipano senza incertezze. Reijnders gioca in verticale, Pulisic crea e spazia, Loftus-Cheek copre: Pioli sembra aver già integrato tre dei nove nuovi. E il Bologna? Replica ancora con Ferguson dal limite dell’area e con il colpo di testa a lato di Posch, nel recupero.

AMMINISTRAZIONE — Nella ripresa Motta cambia subito: fuori l’inconcludente Moro, dentro Orsolini. Il Bologna è certamente più vivace: Ndoye colpisce il palo esterno dopo un quarto d’ora. Poi è Maignan a dire di no prima ad Aebischer (che cerca l’incrocio da destra) poi a Posch, che di tacco ci prova sulla successiva azione d’angolo. A metà tempo entrano Chukwueze e Okafor per il Milan, El Azzouzi nel Bologna. Il resto è amministrazione rossonera (con un lampo di Leao: palo in diagonale) e pochi tentativi rossoblù di riaprire i conti, anche con gli altri cambi. Pioli se ne va con buoni riscontri, raccolti soprattutto nel primo tempo: le accelerate di Theo, da mancino a incursionista centrale, la solidità di Thiaw (molto meno attento Tomori), l’eleganza di Reijnders, la sostanza di Giroud e la classe di Pulisic. Per la prima, può bastare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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SERIE A 2023/2023 1ª Giornata (1ª di Andata)

19/08/2023
Empoli - Verona 0-1
Frosinone - Napoli 1-3
Genoa - Fiorentina 1-4
Inter - Monza 2-0
20/08/2023
Roma - Salernitana 2-2
Sassuolo - Atalanta 0-2
Lecce - Lazio 2-1
Udinese - Juventus 0-3
21/08/2023
Torino - Cagliari 0-0
Bologna - Milan 0-2

Classifica
1) Fiorentina, Juventus, Napoli, Atalanta, Inter, Mialn, Lecce e Verona punti 3;
9) Roma, Salernitana, Cagliari e Torino punti 1;
13) Lazio, Empoli, Frosinone, Bologna, Monza, Sassuolo, Genoa e Udinese punti 0.

(gazzetta.it)
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Gruppo di testa molto affollato!!!! [SM=x4983510]



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Re:
Marco_M77, 22/08/2023 07:32:

Gruppo di testa molto affollato!!!! [SM=x4983510]



L'esordio delle neo-promosse si è concluso con 2 sconfitte (quella del Frosinone e quella del Genoa) e un pareggio a reti inviolate del Cagliari a Torino.
[Modificato da ilpoeta59 22/08/2023 07:48]





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Re: Re:
ilpoeta59, 22/08/2023 07:43:



L'esordio delle neo-promosse si è concluso con 2 sconfitte (quella del Frosinone e quella del Genoa) e un pareggio a reti inviolate del Cagliari a Torino.



Frosinone e Genoa le hanno prese di santa ragione, in casa per giunta!!!!!! [SM=x611823]



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L'Atalanta gioca un tempo e non riesce
a rimontare: il Frosinone vince 2-1



La squadra di Di Francesco al 24' è già avanti 2-0 con le reti di Harroui e Monterisi.
Nella ripresa Gasp cambia varie pedine, la Dea torna a girare, Zapata segna.
Ma non basta


Andrea Elefante

Non era stata (tutta) vera gloria quella dell’Atalanta che aveva debuttato in campionato dominando sul campo del Sassuolo: un netto passo indietro della squadra di Gasperini, non solo nell’efficacia offensiva, ma anche nell’approccio, nella solidità, nella concretezza dimostrati una settimana prima. Era stata vera gloria quella del Frosinone alla prima contro il Napoli: prima di crollare sotto i colpi di Osimhen, la squadra di Di Francesco aveva dimostrato idee, condizione atletica, capacità di soffrire: tutto confermato contro l’Atalanta, ma senza distrazioni ed errori difensivi che una settimana prima avevano pesato sul risultato. La vittoria di ieri, costruita su un primo tempo di grande coraggio e forza fisica e una ripresa di sacrificio e resistenza, è legittima e promette un campionato coraggioso. Tanto più visto l’impatto dei nuovi acquisti e la possibilità di completare ulteriormente l’organico nei giorni di mercato che restano. E che anche l’Atalanta potrà utilizzare per rifinire le forze a disposizione di Gasperini.

LE SCELTE — Di Francesco, rispetto alla formazione che ha preso al debutto contro il Napoli, fa un cambio obbligato (il portiere Cerofolini per Turati, squalificato) e due per scelta: subito dentro il neo acquisto Cheddira come terminale offensivo e anche Barrenechea. Il che lo porta a variare anche il sistema di gioco, consolidando il centrocampo: il 4-1-4-1 si rivela un’arma decisiva, con l’argentino davanti alla difesa, Gelli che si allarga sulla destra, ma sdoppiandosi in un lavoro preziosissimo che lo porterà ad alzarsi o accentrarsi, per aggiungersi a Mazzitelli e Harroui Gasperini invece modifica la squadra che ha vinto con il Sassuolo con Ederson (a Reggio Emilia entrato nella ripresa), che va in mezzo al fianco di De Roon: così è Koopmeiners ad avanzare subito alle spalle della coppia offensiva, ancora formata da Lookman e Zapata. Dunque De Ketelaere e Scamacca partono ancora dalla panchina.

PRIMO TEMPO — L’avvio del Frosinone è in fotocopia rispetto a quello di una settimana fa contro il Napoli ed è uguale anche il marcatore che apre la partita, stavolta dopo 5’. Romagnoli è la foto di una squadra che pressa altissimo, con aggressività, forza fisica e atletica: ruba palla a centrocampo a Lookman, con un blitz che diventa un suggerimento per Harroui che si trova quasi un’autostrada verso la porta e infila Musso, a difesa nerazzurra sbilanciata, ma anche svagata. Come si vedrà di nuovo neanche 20’ dopo, in occasione del raddoppio: su calcio piazzato decidono i due centrali difensivi, con opera di disturbo decisiva di Romagnoli e gol di scaltrezza di Monterisi, che brucia Koopmeiners e Zapata. E l’Atalanta? Neanche riordinando le idee trova mai davvero pericolosità, e dunque stavolta il Frosinone mantiene alta le linee del coraggio e dell’entusiasmo, senza accusare cali rispetto alla gara del debutto: al 17’ una buona combinazione Ederson-Koopmeiners trova Zappacosta che arriva in corsa sulla destra, ma tira altissimo; al 30’ ancora Zappacosta da centro area può mirare la porta, ma trova sulla sua strada il salvataggio provvidenziale di Monterisi. Nient’altro, anzi nel finale è ancora il Frosinone a impegnate due volte, seppur non grandi difficoltà, Musso, con tentativi di Baez e di Mazzitelli di testa.

SECONDO TEMPO — Gasperini si gioca subito De Ketelaere, al posto del deludente Lookman, e pure Zortea e quando sta per calare anche la carta Scamacca, al posto di Zapata, proprio il colombiano, al minuto 11, riapre la partita, ricevendo palla da Ederson e girandosi bene su Monterisi, per battere Cerofolini sul suo palo. L’Atalanta ha ben più di mezzora per cercare la rimonta, ma perde l’attimo per mettere con le spalle al muro il Frosinone, che accusa un inevitabile calo fisico, e consente alla squadra di Di Francesco di rifiatare. Le occasioni migliori sono comunque per la squadra di Gasperini, che almeno quattro volte potrebbe firmare il pareggio: con Scalvini (24’), non abbastanza killer su assist di Scamacca appena entrato; con un sinistro di De Ketelaere (30’); un colpo di testa di Scamacca, alto di pochissimo (39’) e al 42’ con un sinistro non abbastanza angolato di Koopmeiners, murato da Szyminski, entrato da poco al posto di Harroui, per saggia decisione di Di Francesco, che chiude con una difesa a cinque e quattro centrocampisti, chiudendo bene tutti gli spazi ai nerazzurri. E vanificando l’all in di Gasperini, che aveva speso anche Muriel, per un 3-4-3 con Koopmeiners mediano assieme a Ederson, De Roon arretrato sulla linea difensiva e il colombiano a sinistra nel tridente completato da Scamacca e De Ketelaere. Che a Gasperini servono presto al top della forma e spendibili da subito.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Colpani stende l'Empoli:
doppietta e primi 3 punti per il Monza



Il fantasista firma un gol-gioiello e raddoppia di testa.
Ancora una sconfitta per i toscani che sciupano diverse occasioni.
D'Ambrosio esce in barella


Matteo Brega

Un anno dopo l’ultima presenza allo stadio di Silvio Berlusconi (26 agosto 2022, Monza-Udinese) a celebrare l’occasione ci pensa Andrea Colpani, uno dei pupilli dell’ex presidente. Doppietta (un anno dopo anche dopo il suo primo gol in A) per regalare al Monza i primi tre punti del campionato contro l’Empoli che resta fermo a zero.

SOLO MONZA — Raffaele Palladino sceglie di adattare a sinistra Ciurria e lascia in panchina sia Kyriakopoulos sia Franco Carboni. Paolo Zanetti si presenta con il 4-2-3-1 con Haas e non Grassi davanti alla difesa. Trentaquattro secondi e Baldanzi si fa ammonire: sarà l’unico sussulto del primo tempo del gioiellino empolese. Il Monza imposta la partita come vuole e ci riesce. Possesso palla, ricerca della profondità con Mota prima punta e giocate rapide di Caprari e Colpani. Ciurria a sinistra non è Carlos Augusto ma è ficcante lo stesso. Dopo 9’ Cancellieri trova un diagonale largo di non molto. Ma è il tentativo isolato di un Empoli limitato. Merito del Monza. Dal 13’ iniziano le occasioni dei brianzoli. Prima Caprari fermato dal fuorigioco arriva davanti a Perisan, poi Mota di testa anticipa Ismajli e di testa spedisce fuori di poco. Al 20’ sontuosa traversa di Gagliardini con una sassata da lontano. Al 25’ Caldirola apre l’azione sulla sinistra con un tacco inatteso, libera la corsa di Ciurria che crossa al centro per Colpani il cui sinistro è fermato solo dall’intervento di Luperto. Poi ancora Mota, Colpani e Caprari: l’Empoli ha il fiatone. Al 45’ il gol del vantaggio brianzolo. Colpani controlla sul centrodestra, finta, si accentra sul sinistro e con il piede preferito scarica alle spalle di Perisan. La crescita del numero 28 è evidente ormai. E il primo tempo finisce qui. Dominio in pratica del Monza.

SHOW COLPANI — Il secondo tempo parte con Fazzini per Cancellieri e l’Empoli sistemato con il 4-3-3. La pressione toscana si fa sentire per una decina di minuti scarsi. Il tutto racchiuso in un minuto circa, il 4’, quando l’Empoli ha almeno tre occasioni. Prima Caputo si fa respingere da Di Gregorio, poi Birindelli salva su un tiro in mischia quindi arriva un tiro di Marin da lontano che scheggia la traversa grazie alla deviazione di Di Gregorio. Pressione infruttuosa, perché passano quattro minuti e il Monza raddoppia. Gagliardini apre, Ebuhei sbaglia l’intervento, la palla arriva a Ciurria che ha il tempo di scegliere come crossare e lo fa sulla testa di Colpani. Perisan non è perfetto e la palla entra in rete: prima doppietta in Serie A per il numero 28. La partita si spegne e i brianzoli potrebbero ampliare il margine con Caprari e Mota che avrebbero due buone occasioni per segnare. In tribuna accanto all’a.d. Adriano Galliani ci sono Paolo Berlusconi e Akpa Akpro, da ieri ufficialmente un nuovo giocatore del Monza in prestito con diritto di riscatto dalla Lazio. Zanetti prova a riaprire la partita inserendo Shpendi e Piccoli riportando l’Empoli al 4-2-3-1. E intorno alla mezzora ci vuole un super Di Gregorio a respingere un destro di Haas e un ottimo Gagliardini ad anticipare Baldanzi sulla respinta. Un sussulto subito placato dalla ripartenza brianzola chiusa con un destro velenoso di Ciurria di poco largo dal limite. Nel finale grande azione in velocità chiusa dalla scivolata fuori di poco di Vignato subentrato pochi minuti prima. L’Empoli spreca anche nel finale: errore di Pablo Marì, Piccoli si invola e non trova nemmeno lo specchio della porta. Finisce così 2-0 per il Monza, apprensione per l’uscita in barella di D’Ambrosio.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Pulisic ancora a segno,
Giroud ne fa due su rigore:
poker Milan al Torino



In gol anche Theo Hernandez, applaudito da tutto lo stadio al momento del cambio,
L'unico gol dei granata è di Schuurs


Marco Pasotto

Troppo Milan, se a funzionare nella stessa partita è sia il vecchio che il nuovo Diavolo. L’impasto gustoso tra chi è appena arrivato e chi c’era già si era intravisto anche a Bologna, ma stavolta ha permesso a Pioli di presentare un menù di altissima appetibilità che non ha praticamente permesso al Torino di sedersi a tavola.

I granata escono schiacciati sotto il peso massiccio di quattro gol e sono costretti ad assistere a un Milan che diverte e dà la nettissima sensazioni di divertirsi. Era da un (bel) po’ che in casa rossonera mancava questo genere di conforto. E tutto sotto gli occhi di Gerry Cardinale, che quest’anno pare non volersene perdere una. Il Milan ha comandato il match con Giroud, Theo e Leao (e pazienza se il gol deve ancora attendere), ma anche con Pulisic e Reijnders, e tutto sembra incastrarsi con grande naturalezza. Per merito della qualità di alcuni singoli e per merito delle novità tattiche di Pioli, ben trasmesse e ben recepite. Juric invece dovrà lavorare soprattutto per aumentare l’efficacia offensiva, che manca paradossalmente in misura maggiore rispetto a quella difensiva, nonostante la pesantezza del punteggio induca altri pensieri.

LE SCELTE — Pioli ha lasciato a casa anche stavolta tutti i giocatori – Caldara, Ballo-Touré, Saelemaekers, Origi e Traoré – che ballano tra uscite potenziali ed esuberi certificati, e ha confermato l’undici di Bologna. Quindi il Pu-Gi-Le – Pulisic, Giroud, Leao - in attacco e Loftus-Cheek, Krunic, Reijnders in mediana. Juric aveva due dubbi in settimana, sciolti in questo modo: Vojvoda preferito a Lazaro sulla fascia sinistra e Radonjic al posto di Karamoh accanto a Vlasic e a supporto di Sanabria. Il resto ha replicato l’undici disegnato col Cagliari, con Bellanova sulla corsia di Hernandez: binario dell’alta velocità andata-ritorno, in pura teoria, mentre la pratica è stata molto diversa perché il Milan ’23-24 usa i terzini come mediani aggiunti e le percussioni centrali di Theo sono state uno dei grimaldelli con cui il Diavolo ha perforato il Toro. Non è roba nuova, sono cose che Pioli chiede al francese da tempo. La novità semmai è la frequenza con cui succede e la specularità con il medesimo lavoro di Calabria. Volendo sintetizzare: in fase di possesso i terzini rossoneri si accentrano e alzano sulla linea mediana, mentre le mezzali si trasferiscono sulla trequarti. Movimenti che avevano dato risultati già a Bologna e sono deflagrati con potenza stavolta.

INSERIMENTI — Il Torino si è rintanato fin dai primi minuti sotto la pressione del Diavolo, nonostante un abbozzo di aggressività smarrita dopo un paio di giri di lancetta: troppo pericoloso andare in pressione alta di fronte ai guizzi di Pulisic – quasi una sentenza nell’uno contro uno – da una parte, quelli di Leao dall’altra, e gli inserimenti sempre intelligenti di Reijnders. Nel cuore del campo le coppie sono state evidenti ed “affiatate” fin da subito: Krunic-Vlasic, Reijnders-Ricci e Loftus-Cheek-Ilic. L’ha spuntata il Milan, soprattutto con il moto perpetuo di Reijnders che ha eliminato il fosforo di Ricci e asciugato i rifornimenti a Vlasic e Radonjic. Discorso a parte per Sanabria, con una serata nata sotto la cattiva stella e terminato dopo 22 minuti per un problema fisico. Al suo posto l’ex Pellegri. Il primo quarto d’ora è vissuto sotto le fiammate rossonere, che però sono state inconsistenti sotto porta: una girata di Giroud, una punizione di Hernandez. Tutto finito fuori, senza grandi emozioni. Il Toro ha provato sporadicamente a mettere fuori il naso, ma si è perso nell’ultimo terzo di campo. La sfida si è accesa davvero poco dopo la mezzora, quando il Milan è passato: Pulisic ha chiuso alla perfezione inserendosi sul secondo palo un’azione in profondità avviata da lui stesso e rifinita con saggezza da Loftus-Cheek. Verticalità: è il nuovo Milan, sì. Il Torino però ha avuto la prontezza di reagire subito – tre minuti dopo -, in pratica al primo vero tentativo: destro al volo “ciabattato” di Ricci che si è trasformato in un assist per Schuurs, lesto e abile a infilare Maignan. Il Toro però è rimasto in partita soltanto sei minuti, il tempo per il Var di richiamare Mariani al monitor per una mano di Schuurs in area. Rigore trasformato da Giroud, a cui si è aggiunto nel recupero il terzo gol rossonero in versione deluxe, con uno scavetto di Hernandez a tu per tu con Milinkovic dopo un doppio duetto con Leao.

DIALOGO — Nella ripresa Juric ha provato a rimediare, inserendo Linetty (Ilic), Karamoh (Radonjic) e Lazaro (Bellanova), ma la reazione è stata pressoché nulla di fronte a un Milan sempre più accerchiante e insistente. Loftus-Cheek si è fatto murare il destro da ottima posizione, Pulisic ha spedito in curva dopo un fitto dialogo con Leao e Giroud, e poi al minuto numero 18 è di nuovo entrato in scena il Var. Medesime modalità del primo tempo: Mariani al Var e secondo rigore per i rossoneri (Schuurs su Leao) messo a segno da Giroud. Quattro a uno e match in archivio. Il Toro resta inchiodato a un punto, il Milan rimane a punteggio pieno e ora l’asticella si impenna: Roma, Inter, Lazio, Juve e Napoli nelle prossime otto uscite.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Duda e Ngonge abbattono la Roma:
Verona a punteggio pieno, Mou fermo a 1



Aouar accorcia le distanze nel secondo tempo,
poi Pellegrini colpisce una traversa su punizione,
ma i veneti (in 10 per l'espulsione di Hien)
reggono all'assalto finale dei giallorossi


Andrea Pugliese

Ancora un passo falso, ancora nessuna vittoria per la Roma di Mourinho. Peggio, stavolta a Verona arriva anche una sconfitta per 2-1, seppur a conti fatti immeritata. I giallorossi chiudono infatti con 16 tiri a 4, 12 angoli (contro uno, al 101’, dell’Hellas), un possesso palla del 72% e due traverse (Cristante e Pellegrini). Ad esultare però alla fine è il Verona, che frutta al meglio le amnesie difensive giallorosse e punisce con Duda e Ngonge. Alla Roma non basta la rete di Aouar per cambiare la partita. Troppi errori, ad iniziare dall’utilizzo di Paredes, che la fase difensiva sembra essersela dimenticata da un po’. Per i veneti, invece, prestazione di spessore di Djuric e Ngonge, ma molto bene anche Hongla e Hien (fino al rosso).

HELLAS AVANTI — Mourinho rinuncia ad Aouar, per dare più consistenza al centrocampo inserendo Paredes al centro e spostando Cristante a mezzala. Baroni, invece, sceglie Djuric come riferimento offensivo, arretrando Ngonge sulla trequarti. Neanche il tempo di ragionare che il Verona è già avanti, con Duda che approfitta di una respinta difettosa di Rui Patricio su Terraciano e di una dormitona di Lllorente sulla ribattuta. Allora la Roma prova a riorganizzarsi, ma la mossa di mettere Paredes e Cristante insieme non paga: l’argentino è lento nei recuperi, l’azzurro da mezzala non si trova (ma è lui a sfiorare il pari al 10’, traversa di testa su angolo di Pellegrini). Dybala e Pellegrini provano ad inventare qualcosa (il capitano sfiora il pari da fuori), Belotti lotta ma invano e Zalewski calcia su Magnani a botta sicura quando il pari sembrava fatto. La Roma fa costantemente la partita, Doveri prima dà e poi toglie (fuorigioco iniziale di Dybala) un rigore per un presunto fallo di mano di Hongla (che in campo sembra un leone) e in pieno recupero arriva il 2-0 dei veneti: sbilanciamente generale della difesa, con Lllorente a vuoto e Hongla che beffa Smalling nell’uno contro uno.

PROVE DI RIPRESA — Nella ripresa Mourinho cambia tutto, mettendo dentro Aouar, Spinazzola ed El Shaarawy al posto di Llorente, Kristensen e Paredes e passando al 4-3-3. Dopo 4 minuti la Roma perde anche Zalewski (colpo al volto dopo uno scontro con Duda), ma in tre minuti crea le condizioni per riaprire la partita: Montipò prima si supera su El Shaarawy, poi dice no a Cristante ed infine esce a vuoto su Belotti in mischia, con Aouar che insacca il 2-1. Allora Baroni corre a ripari e mette più muscoli e corsa in mezzo con Serdar, per limitare le fonti di gioco avversarie, giocandosi poi anche la carta Bonazzoli per tenere alta la squadra e farla respirare. Ed infatti la Roma a conti fatti non costruisce più nulla. Poi però la partita può cambiare al 37’: rosso a Hien e traversa su punizione di Pellegrini. Gli ultimi brividi arrivano da un tiro di Cristante e da un colpo di testa di Aouar. Finisce così, con l’Hellas a far festa con la sua gente e la Roma a testa bassa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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27/08/2023 08:40
 
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La Roma di Mourinho è partita molto male!!! [SM=x4983510]





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La Fiorentina va sul 2-0
ma si fa rimontare dal Lecce.
Krstovic firma il pari



I viola giocano un ottimo primo tempo e segnano con Gonzalez e Duncan,
nella ripresa si riscattano i giallorossi, in gol con Rafia e poi col montenegrino


Giovanni Sardelli

Un tempo a testa e pareggio come logica conseguenza. Fiorentina e Lecce impattano al Franchi dopo che nei primi 45 minuti i viola sembravano poter vincere facilmente con due gol segnati ed un palo colpito mentre la squadra di D'Aversa non trovava ritmo e risposte. La pareggia Krstovic ad un quarto d'ora dal termine, centravanti classe 2000 appena entrato, con un bel colpo di testa. Triplo esordio dal primo minuto in maglia viola per Christensen, Parisi e Beltran, nel Lecce Strefezza centravanti con Banda ed Almqvist ai lati. Giusto il tempo di iniziare che la Fiorentina al terzo va in vantaggio con la specialità della casa già vista nella prima a Genova: corner, colpo di testa di Gonzalez (toccato anche da Ramadani) e palla all'angolo con Falcone battuto. Logica l'insoddisfazione di D'Aversa che la situazione l'aveva a lungo studiata in allenamento. Il gol non placa la Viola che somiglia decisamente di più a quella di Genova rispetto alla squadra vista a Vienna. Beltran mostra lampi di classe nel controllo, nel dribbling come nel passaggio. Proprio da un suo taglio in verticale nasce il secondo gol con Arthur che completa l'azione perfetta crossando per Duncan: testa del centrocampista e raddoppio servito. Gol numero 4000 nella storia della Fiorentina. A due dal termine Fiorentina vicinissima al terzo gol con un'altra azione perfetta in verticale grazie a Nico che serve perfettamente ancora Duncan il cui sinistro al volo colpisce la base del palo a Falcone battuto.

REAZIONE LECCE — D'Aversa cambia ad inizio ripresa, dentro Dorgu e Kaba, fuori Gallo e Gonzalez con l'avanzamento di Rafia sulla trequarti. Mossa che regala immediatamente i frutti sperati con Arthur che perde il pallone e Rafia che fa partire un tiro perfetto sotto l'incrocio. Partita riaperta e Lecce che giustamente ci crede. Al 55' è Pongracic ad inserirsi centralmente, tiro fuori. Viola che arranca ed Italiano sbuffa preparando i primi cambi. Dentro Brekalo per uno spento Sottil e Nzola al posto di Beltran, applauditissimo. Poi dentro anche Mandragora fra i viola e Krstovic nel Lecce. Proprio il numero 9 appena entrato trova il pareggio con un bel colpo di testa su cross perfetto di Dorgu. Incredibile per quanto visto nel primo tempo ma nell'aria invece per come si è strutturato il secondo. Il Var toglie un rigore assegnato nel finale ai viola, il forcing degli uomini di Italiano, parsi anche piuttosto stanchi durante un secondo tempo mal giocato, non porta frutti. Finisce con la gioia dei tifosi salentini ed il rammarico degli oltre 30mila viola che speravano in un esordio casalingo decisamente differente. Adesso l'attenzione si sposta a giovedì, contro il Rapid Vienna la Fiorentina deve subito dare un segnale alla stagione.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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28/08/2023 13:55
 
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Juve, non basta il solito Vlahovic:
un bel Bologna si prende un punto

Nell'esordio casalingo del campionato la squadra di Allegri subisce la rete di Ferguson
poi recupera nella ripresa con l'attaccante serbo, alla seconda rete in due match


Filippo Cornacchia


Un’incornata di Dusan Vlahovic salva la Juventus ed evita ai bianconeri la sconfitta casalinga contro il Bologna. Il secondo centro in due partite del serbo – e sarebbero potuti essere tre (una rete contro i rossoblù è stata annullata dopo controllo al Var) – permette alla squadra di Massimiliano Allegri di pareggiare la rete iniziale del rossoblù Ferguson, che regala così il primo punto del campionato agli emiliani che però non cancella la rabbia per il rigore negato.

STADIUM GELATO — In partenza la Juventus negli uomini è più o meno la stessa del 3-0 di Udine. Eppure nel primo tempo ritmo e occasioni sono diverse. A parte una girata iniziale – e fuori misura – di Vlahovic, un diagonale deviato di Weah e una punizione laterale di Fagioli, è la squadra di Thiago Motta ad avere le chance migliori. Se Ndoye spreca la palla del possibile vantaggio (22’), due minuti dopo Ferguson non perdona e il Bologna gela i 38 mila dell’Allianz Stadium. Lo scozzese, liberato da un’ottima giocata di Zirkzee tra gli incerti Bremer e Alex Sandro, batte Perin. E sempre Ferguson, poco prima della mezzora, va vicinissimo al raddoppio.

POGBA&VLAHOVIC — E’ un’altra Juve nella ripresa. Chiesa guida la riscossa con uno strappo dei suoi sulla sinistra e dopo 7 minuti Vlahovic fa esultare lo Stadium con una girata ravvicinata. I festeggiamenti vengono, però, spenti dal Var che annulla la rete per un fuorigioco di Rabiot. Neanche un gran tiro di Weah sorprende il reattivo Skorupski. Così Allegri dopo una ventina di minuti si gioca la carta Pogba, al debutto stagionale e osannato dai tifosi bianconeri. Assieme al francese il tecnico livornese manda in campo anche Iling Jr. L’inglese rischia grosso in area su Ndoye, il Bologna reclama il rigore ma l’arbitro Di Bello lascia correre. Ma poi Iling Jr, servito in fascia da Pogba, si fa perdonare a dieci minuti dalla fine con un cross perfetto per la testa di Vlahovic, che incorna dove Skorupski non può arrivare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Retegui affonda la Lazio: vola il Genoa, Sarri perde ancora

Il bomber rossoblù trova il primo gol in Serie A e regala tre punti importanti a Gilardino.
Cadono ancora i biancocelesti, fermati dalla traversa colpita da Immobile nella ripresa


Nicola Berardino


La Lazio resta a zero. Contro il Genoa la squadra di Sarri bissa la sconfitta di Lecce. Il primo gol in A di Mateo Retegui al 16’ del primo tempo fissa il risultato. Vana e inconcludente la rincorsa dei biancocelesti, che scontano un approccio soft alla gara ma poi non riescono a trovare la spinta giusta per riacciuffare il risultato. Smuove la classifica con una vittoria preziosa il Genoa, che con tenacia e lucidità sa custodire il vantaggio. Così Gilardino può festeggiare il suo primo successo in A da allenatore.

SUBITO RETEGUI — Sarri, alla centesima gara da tecnico biancoceleste, inserisce Casale e il centrale è l’unica novità rispetto alla formazione di Lecce. In panchina Sepe, il nuovo secondo portiere, arrivato dalla Salernitana. Brucia ancora il 4-1 subito dalla Fiorentina, così Gilardino riassesta il Genoa passando alla difesa a quattro con Sabelli e Vazquez sulle corsie esterne. In mediana. spazio a Strootman. Nella trequarti, al fianco di Gudmundsson, c’è Malinoskyi al debutto in rossoblù. Prima della gara ricordato Vincenzo D’Amico, fantasista della Lazio scudetto del 1974, scomparso il primo luglio. Il Genoa si sgancia subito: colpo di testa di Retegui parato da Provedel. La Lazio scatta all’attacco puntando sul palleggio. Al 12’, incursione di Vazquez sulla sinistra: parabola a rientrare che timbra il palo. Quattro minuti dopo il Genoa passa con il primo gol in A di Retegui, pronto a insaccare sulla respinta di Provedel a una botta di Frendrup. La Lazio accusa il colpo, la squadra di Gilardino si mostra più agile nella manovra. Biancocelesti in difficoltà nelle verticalizzazioni. Alla mezz’ora proteste laziali per Immobile spintonato in area da Dragusin. La formazione di Sarri non riesce a trovare sbocchi a rete. Intervento di Bani su Zaccagni in area: Marinelli non riscontra irregolarità. Sei minuti di recupero. Tiro di Kamada deviato in angolo. Assedio laziale, ma il muro rossoblù regge. All’intervallo con l’1-0 per la squadra di Gilardino. Fischi dei tifosi laziali.

GENOA BLINDATO — Nella ripresa la Lazio prova a dare più intensità alla manovra. Tentativo di Zaccagni deviato in angolo. Martinez smanaccia una traiettoria calibrata di Luis Alberto. Aumenta la pressione biancoceleste. Ripartenza rossoblù: insidioso traversone di Frendrup non raccolto da Retegui. Replica la Lazio: pallonetto ravvicinato di Immobile che colpisce la traversa. Al 21’ Sarri fa entrare Luca Pellegrini, Vecino, e Isaksen al posto di Marusic, Kamada e Felipe Anderson. Triplo cambio anche nel Genoa: Ekuban, Thorsby ed Hefti rilevano Retegui, Strootman e Malinovskyi. La Lazio non trova il ritmo per rendere più profonda la manovra. Sarri sostituisce Cataldi con Castellanos: attacco a quattro punte. Dalla distanza ci prova Vecino: Martinez è di guardia. Ancora Vecino: capocciata fuori. Incornata di Castellanos a lato. GiIardino avvicenda Sabelli con Martin. Ekuban va vicino al raddoppio: fiondata a lato. Cinque minuti di recupero. Jagiello sostituisce Gudmundsson. Il Genoa è ormai blindato in copertura, ma non disdegna rilanci offensivi. Vincono i rossoblù. Lazio delusa e incredula fa i conti con la seconda sconfitta nei primi 180 minuti di campionato tra i fischi pungenti dell’Olimpico.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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