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Campionato di calcio Serie A stagione 2022/2023 di Award & Oscar FFZ

Ultimo Aggiornamento: 12/06/2023 14:35
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L'Inter non passa al Ferraris:
0-0 con la Sampdoria e -15 dal Napoli



I nerazzurri non vanno oltre il pari in casa dei blucerchiati, a -9 dalla zona salvezza.
Nel finale Audero salva Stankovic deviando un sinistro di Acerbi sulla traversa


Andrea Ramazzotti

Niente allungo. L'Inter resta seconda, ma butta nel cestino l'occasione di andare a +5 sulle dirette concorrenti nella lotta Champions e, oltre a perdere terreno dall'irraggiungibile Napoli (+15), si vede avvicinare dal Milan e dall'Atalanta. Il pari contro la Sampdoria sa di occasione sprecata per Inzaghi che ha la sindrome delle medio-piccole visto che in questo inizio di 2023 ha lasciato per strada ben 7 punti contro Monza, Empoli e Samp. E non consola il fatto che dopo 14 trasferte di campionato con almeno un gol subito, la difesa mantenga la sua imbattibilità: lo 0-0 del Ferraris è un brutto passo indietro dopo il derby vinto 8 giorni fa. Diverso il discorso per la formazione blucerchiata che rimane a -8 dalla salvezza, ma che centra il secondo risultato utile dopo il 2-2 di Monza. Il gol resta un miraggio (solo in 2 delle ultime 11 giornate l'attacco ha fatto il suo... dovere), ma almeno il gruppo trasmette la sensazione di essere vivo e di voler lottare per non retrocedere.

LA SAMP TIENE — Stankovic sceglie Murillo al posto di Colley, ceduto al Besiktas, per completare la difesa a tre e piazza Djuricic mezz'ala e non trequartista. Con il 3-5-2, preferito al 3-4-1-2, l'obiettivo è limitare i danni in mezzo al campo, dove i nerazzurri sono in superiorità numerica. In particolare l'ex Sassuolo tampona sull'arrembante Barella, una mossa giusta che pagherà. Inzaghi punta dal 1' sulla coppia Lukaku-Lautaro, di nuovo titolari insieme in A dal 26 agosto, e su Gosens, che non partiva dall'inizio addirittura dalla prima giornata, a Lecce. Solo panchina per Brozovic. La presenza al centro dell'attacco di Big Rom si sente e si vede: il piano tattico è appoggiarsi al belga che fa da sponda o si mette in proprio per la conclusione. La Doria non riesce a tenere l'ex Chelsea che prima costringe alla deviazione in angolo Augello e poi orchestra per i compagni, ma né da Lautaro né da Darmian arriva la zampata giusta. L'Inter fa la partita e conclude 9 volte verso lo specchio in metà prima frazione. La Samp comunque non sfigura e, pur soffrendo di fronte ai tocchi vellutati di Martinez e alla fisicità di Lukaku, non recita il ruolo dello sparring partner. Onana deve stare attento sulla botta da fuori di Cuisance e sulla deviazione ravvicinata di Gabbiadini, due iniziative utili ai liguri per allentare la pressione di un avversario che domina quanto a possesso, ma usa poco i cambi di gioco e non ha spinta sulla sinistra da Gosens. Con il passare dei minuti le azioni degli ospiti diventano prevedibili perché perdono in velocità, così per i blucerchiati è più facile non lasciare spazi. Come spesso gli succedeva a inizio stagione, Barella è troppo nervoso: ne viene fuori un battibecco brutto da vedere con Lukaku, che lo zittisce. A Inzaghi, che rientra negli spogliatoi sullo 0-0 nonostante i 13 tiri tentati dai suoi, servirebbero più fatti e meno parole. Anche perché Audero non compie né miracoli né parate degne di nota e il pari all'intervallo è giusto.

INTER SENZA MIRA — L'Inter riemerge dalla pancia del Ferraris con Dimarco al posto dell'infortunato Gosens, mentre la curva della Samp se la prende con Ferrero. I nerazzurri tornano a premere come a inizio match e soprattutto adesso spingono anche a sinistra grazie al nuovo entrato, abile a duettare con Mkhitaryan e Acerbi. La Doria risponde con una ripartenza che porta Gabbiadini al tiro senza la giusta precisione. Dimarco da fuori, con il destro, fa correre un brivido lungo la schiena di Stankovic. I nerazzurri attaccano con diversi uomini, così i padroni di casa si ritraggono tutti dietro la linea della palla e provano a pungere in contropiede. Con Sabiri per Cuisance il tecnico serbo dà una scossa e i suoi sugli sviluppi di un angolo sfiorano il vantaggio ancora con Gabbiadini. La gara è viva e l'Inter non riesce a piegarla dalla sua parte sua perché commette troppi errori al tiro o nell'ultimo passaggio sia perché di fronte ha un avversario che fisicamente sta bene. Inzaghi cerca la svolta con un triplo cambio (Dumfries, Brozovic e Dzeko per Darmian, Barella e Lukaku), ma la frenesia è maggiore rispetto alla lucidità. Stankovic capisce il momento e arretra il baricentro con Rincon e Murru per Djuricic e Gabbiadini: si prepara a un finale in trincea, ma la manovra interista non decolla e le occasioni che arrivano sono frutto soprattutto della verve di Calhanoglu, tornato mezzala con Brozovic di nuovo regista. Inzaghi chiude con il 2005 Carboni in campo e Acerbi da fuori sfiora il colpaccio, trovando Audero attento alla deviazione sulla traversa. A fine recupero è Lautaro, che aveva segnato gli ultimi 5 gol in A dei suoi, a sprecare. Dopo tre successi di fila, compresa la Coppa Italia, l'Inter frena. E il pari ha il sapore della sconfitta più che di un punto guadagnato.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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